Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: The Awesome Tomato    03/01/2014    3 recensioni
Né Prussia né Romano, cercavano una nuova relazione, specialmente non tra di loro, ma in qualche modo finiscono per diventare più vicini di quanto avessero mai creduto o cercato. Prumano con altre parings come accompagnamento. Il rating è per il linguaggio.
Genere: Angst, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3

Veneziano continuava a guardare suo fratello da sopra il tavolo dove facevano colazione, Romano stava sgranocchiando un pezzo di pane dolce, non era esattamente un buon modo per iniziare il giorno ma Veneziano voleva assicurarsi che fosse felice quella mattina, ovviamente aveva sempre voluto che il fratello fosse felice ma quella mattina era un caso speciale.

“Ti piace il caffè?” Chiese, era uscito dai suoi schemi comprando del caffè espresso in un negozio di prodotti siciliani. Quel tipo di chicco era un po’ troppo amaro per i suoi gusti ma Romano lo adorava.

“Che cos’è che vuoi?” Chiese Romano come appoggiò la sua tazza.

Veneziano sorrise innocentemente “Cosa vuoi dire?”

“Questa colazione non è normale, hai fatto tutte le mie cose preferite, questo vuol dire soltanto che hai architettato qualche losco piano che non mi piacerà sicuramente” Disse Romano.

“Non posso essere semplicemente gentile con mio fratello una volta ogni tanto?” Chiese Veneziano.

L’occhiata di Romano ed il broncio diffidente che mise, gli fecero capire che non ci era cascato. Beh Veneziano suppose di aver fatto del suo meglio, era sicuro che la colazione aveva ammorbidito un po’ Romano, anche se l’altro cercava in tutti i modi di nasconderlo.

“Germania mi ha invitato a passare il finesettimana a casa sua e speravo venissi con me” Disse.

Romano, che era in procinto di finire la sua tazza, si mise a tossire e sembrava che avesse inalato l’intero contenuto della sua tazza. La lasciò cadere sul tavolo – per fortuna non si ruppe – e batté il pugno contro al suo petto per cercare di facilitare la respirazione.

“Ma che diavolo?” Chiese una volta che la tosse si era calmata un po’ “Cosa ti ha fatto pensare che io abbia mai voluto venirci?”

“Beh stavo solo pensando a quanto sarebbe bello passare un po’ di tempo tutti insieme. Voglio dire, Germania mi piace davvero, davvero tanto quindi vorrei che piacesse anche a mio fratello, anche perché probabilmente passerò un bel po’ di tempo con lui in futuro” Disse Veneziano.

“Stronzate! Tu e quella patata muscolosa volete solo entrare l’uno nelle mutande dell’altro e tu vuoi che io distragga il suo brutto fratello così da poter farvi avere un po’ di privacy, scordatelo! Non andrò in quel dannato posto e di certo non voglio far parte di un piano che permetta a quel bastardo tedesco di avvicinarsi ad un raggio di cinque metri dal tuo cu-”

“Romano! Smettila! Non è affatto per quello!” Disse Veneziano, a dire la verità, non gli sarebbe dispiaciuta una piccola pausa da Prussia, ora che non era più una nazione, non aveva la stessa presenza potente di prima ma non aveva mai smesso di cercar di attirare tutta l’attenzione della stanza su di sé, questo faceva sì che fosse piuttosto difficile avere un momento per stare solo con Germania, ma Veneziano non aveva il coraggio di dire a Prussia di andarsene.

E fu per questo che l’avere Romano come distrazione, serviva a più d’uno scopo. Non mentì quando disse che sperava che Romano e Germania imparassero ad andare un po’ più d’accordo, avrebbe salvato Veneziano (e Germania) da un sacco di mal di testa ed era sicuro che suo fratello sarebbe stato più felice se avesse superato almeno un po’ la sua avversione per la nazione bionda.

“Mi renderesti davvero felice se venissi con me, potremmo visitare la città tutti insieme, andare in bei ristoranti e-”

“La cucina tedesca fa schifo”

“- E allora potremmo fare qualcosa di divertente a casa di Germania, come giocare a giochi da tavolo o guardare un film, sarà così divertente! Ti prego, vieni con me!” Continuò Veneziano, afferrò le mani di Romano sul tavolo e le strinse con un’espressione supplichevole sul suo volto “Per favore! Per favore!”

“Non è divertente! Questa è una tortura disumana! Non voglio nessuna parte in questa cosa!” Ringhiò Romano e strappò via le proprie mani da quelle del fratello.

“Ma Romano--!”

“Scordatelo! Io non vengo!”


Il seguente Venerdì, Romano si ritrovò in piedi con Veneziano al Berlin Tegel Airport. Aveva tenuto il broncio per tutto il volo ed era sicuro che il suo cattivo umore sarebbe solo peggiorato, non riusciva proprio a credere di aver lasciato che Veneziano lo trascinasse lì. Aveva detto no ed era stato davvero serio, solo che poi suo fratello iniziò a guardarlo con le lacrime che si formavano agli occhi ed a piagnucolare sul fatto che lui non lo amasse più.
Romano era sicuro che suo fratello l’avesse fatto di proposito. Lui sapeva che Romano non sopportava vederlo piangere ed abusava di questa cosa ogni qualvolta volesse ottenere qualcosa e Romano, era così stupido da accontentarlo. Si sarebbe preso a calci da solo.
Quel desiderio, si trasformò in quello di volersi strangolare quando Germania arrivò a prenderli, Veneziano lasciò cadere il suo bagaglio e corse incontro a Germania, come se non lo vedesse da un’eternità.

“Germania!” Tubò Veneziano, vedere suo fratello aggrappato a quel bastardo, era sufficiente per far dimenticare a Romano tutti i suoi desideri autodistruttivi precedenti, ora voleva solo prendere a calci e strangolare Germania.

Mollò subito la propria borsa e marciò verso di loro per prendere un braccio a Veneziano, separò con la forza suo fratello da Germania ignorando i lamenti di Veneziano ed iniziò a trascinarlo verso l’uscita.

“Porta i bagagli, stronzo!” Urlò a Germania da sopra la propria spalla.

Poco tempo dopo, erano tutti seduti nella macchina di Germania, all’inizio Romano pensava che fosse nuova perché non c’era né sabbia né spazzatura in giro ed odorava pure come una macchina nuova ma poi, realizzò che era solo un altro segno della sua perenne ossessione con l’ordine.
Si domandò se la sua casa fosse stata come la macchina, Romano l’aveva visitata solo poche volte ed era sempre stato alla porta ad aspettare che il fratello si trascinasse fuori. Non aveva idea di quali orrori tedeschi lo avrebbero aspettato oltre quelle mura.
La casa di Germania era situata in una dei quartieri della città ma non era un palazzo enorme come molti degli altri edifici costruiti lì, sembrava perfino ascetica in confronto. C’era un piccolo giardino con spazio sufficiente per i cani e qualche cespugli di rose, sembrava che qualcuno si prendesse meticolosamente cura di loro.

“Beh siamo arrivati” Disse Germania ed andò a prendere le valigie dal portabagagli.

“Sembra merda” Disse Romano.

Germania aggrottò le sopracciglia ma non disse nulla.

“Non preoccuparti per Romano, è solo di cattivo umore perché il cibo che hanno servito durante il volo era terribile” Disse Veneziano aggrappandosi al braccio di Germania, rendendo quasi impossibile per lui tenere e portare i bagagli alla porta.

“Abbiamo voltato con l’Air Berlin, cosa diavolo ti aspettavi?” Chiese Romano “E non è che andrà meglio, moriremo tutti per intossicazione alimentare prima della fine della settimana, eccetto quei due bastardi perché sono già immuni alle schifezze che loro-”

“Entriamo e basta” Disse Germania in una voce che suggeriva che stava contando mentalmente fino a dieci.

In casa, le cose andarono peggio, Prussia stava oziando sul divano del soggiorno e guardò in su quando entrarono.

“Hey Itakins!” Chiamò alzando una mano in segno di saluto, non c’erano dubbi a quale dei due fratelli si stesse riferendo, Romano non poteva dire che faceva particolarmente caso a quello che Prussia pensava di lui ma non poteva fare a meno di sentirsi infastidito per la mancanza di riconoscimento.

“Ciao! Sono felice di vederti” Disse felice Veneziano.

“Com’è andato il volo?” Chiese Prussia.

“Terribile” Rispose Romano.

Prussia si voltò a guardarlo come se avesse capito solo ora che c’era anche Romano, l’altro si sentì improvvisamente a disagio sotto lo sguardo dell’altro quando ricordò che Prussia era amico di Spagna, si chiese che cosa gli avesse detto Spagna, se avesse avuto bisogno di sfogarsi e dato tutta la colpa a Romano.

“Giusto, ci sei anche tu” Disse Prussia.

“E cosa sarebbe quel tono? Sono stato invitato!” Sbottò Romano.

“Certamente non da me e non penso che West-”

“Ti mostro dove sono le camere” Tagliò corto Germania prima che la situazione potesse trasformarsi in un disastro. Romano era certo che avesse solo rimandato l’inevitabile, comunque, lanciò un’occhiataccia a Veneziano e riprese a maledirlo, per averlo trascinato in quella situazione. Pensare che a quest’ora, avrebbe potuto essere seduto in un bar di Roma a godersi la serata e mangiarsi qualcosa che non gli avrebbe fatto rivoltare lo stomaco…

Germania li portò al piano superiore ed aprì la porta di una piccola stanza, portò dentro il bagaglio di Romano e lo appoggiò di fianco al letto.

“Puoi stare qui” Disse.

Romano guardò la stanza, l’interno era luminoso, privo di un qualsiasi effetto personale e di segni che dimostrassero un suo utilizzo regolare. Normalmente avrebbe pensato che quella fosse una stanza per gli ospiti ma con Germania, non c’era modo di saperlo, probabilmente, tutte le stanze erano come quella.

“E Veneziano?” Chiese, il letto era un po’ piccolo perché due persone ci potessero dormire comodamente.

Germania si voltò a guardare il muro.

“Io dormirò con Germania, ovviamente!” Annunciò Veneziano.

“Cosa?” Urlò Romano “Da quando?”

“Oh lo facciamo da tanto tempo” Disse Veneziano.

I pensieri di Romano andarono subito dove davvero non voleva che andassero, anche se, non poteva dire di esserne rimasto sorpreso. Veneziano e Germania erano disgustosamente intimi dopotutto ma Germania, stava sempre nella stanza degli ospiti quando andava a visitarli, tuttavia, fu un quel momento che Romano realizzò che non significava necessariamente che Veneziano dormisse nella propria stanza.

“Non dormirai nella stessa stanza con quel bastardo!” Ringhiò sentendosi improvvisamente protettivo.

“Sì, sono d’accordo, dovrebbe dormire con me” Disse un’altra voce proveniente dalla porta e Romano si girò a guardare Prussia che se ne stava contro lo stipite della porta.

“Col cazzo!” Sbottò Romano.

“Beh perché no? Dorme sempre con West, dico che sia giusto che anch’io ottenga la mia parte d’Italia” Disse Prussia.

Romano era pronto a saltare alla gola di Prussia ma Germania parlò prima che avesse avuto il tempo di farlo.

“Dobbiamo semplicemente rifare le disposizioni per la notte, abbiamo solo questa stanza per gli ospiti ma Italia e Romano possono dormire tutti e due qui” Disse.

“Ma io voglio dormire con Germania!” Si lamentò Veneziano.

“Assolutamente no! So esattamente cosa vuole farti e non lascerò che accada!” Disse Romano.

“Ma Romano!” Piagnucolò Veneziano, il suo viso aveva assunto quella stessa espressione di supplica che costrinse Romano ad accettare di partire ma ora, la sua resistenza era più forte, durò circa venti secondi prima di rivolgersi a fissare Germania a denti stretti.

“Bene, bastardo! Non so come hai fatto a fare il lavaggio del cervello a mio fratello, tanto da farlo voler dormire con te, ma farai meglio a goderne ora perché è l’ultima volta che succederà! Quando torneremo a casa, ho intenzione di annullare questa tua manipolazione e mi assicurerò che non tornerà mai più qui!” Sbraitò.

Germania sembrava a disagio ma Veneziano si sciolse in un sorriso felice, Prussia stava ancora guardando la scena dalla porta e Romano aveva la sensazione che l’ex nazione fosse l’unico a trarne più divertimento.

Successivamente, presero il bagaglio di Veneziano e lo portarono nella stanza di Germania che mostrò a Romano dove si trovava il bagno. Indicò poi due porte che stavano una accanto all’altra.

“Cerca di fare attenzione quando apri la porta. Quella a destra è un ripostiglio ed è un po’ difficile aprirlo dall’interno” Disse.

“Ti ricordi la volta in cui ho aperto la porta sbagliata ed ho svegliato tutti, quando non riuscivo ad uscire?” Chiese Veneziano.

“Sì, tutte e sette” Rispose Germania.

Romano sbuffò ma poi, improvvisamente pensò a qualcosa. La casa non era poi così grande e, sembrava che ci fossero solo quattro porte al piano di sopra. C’era la stanza di Germania, il bagno, lo sgabuzzino e la stanza degli ospiti.

“Allora, dove stai tu esattamente?” Chiese mentre si girava verso Prussia.

Il sorriso di Prussia si allargò “Hehe, stiamo progettando d’intrufolarci nella mia stanza di notte, vero?”

“No! Voglio solo essere sicuro di sapere da quale stanza devo stare alla larga!”

“Credo che faccia meglio a mostrarti il posto più magnifico della casa allora! Andiamo!” Senza aspettare, Prussia afferrò il polso di Romano ed iniziò a trascinarlo con sé. Romano si lamentò e protestò ma non poté far nulla, tranne seguirlo.

Andarono al piano di sotto per poi attraversare la cucina, diretti alla lavanderia. C’era una piccola porta laterale che Prussia spinse per aprirla, rivelando delle scale strette. Si fermò e fece segno a Romano di scendere nella stanza sottostante.

Romano esitò per un momento ma poi, la curiosità ebbe la meglio su di lui. Scese le scale e si ritrovò in un piccolo ripostiglio, o almeno, lo sembrava doverlo essere un tempo. Era decisamente pieno di spazzatura ma gli sembrava che fosse stata messa lì di proposito, non solo per nasconderla alla vista di tutti.

Contro la parete ad ovest, c’era una scrivania con un computer e qualche bottiglia di birra lì affianco. Il computer aveva uno screensaver raffigurante dei pulcini gialli che ribalzavano in giro. Gli altri mobili che arredavano la stanza, erano un divano che sembrava fungere da letto, un armadio ed una mensola, piena di CD e videogiochi. I muri erano ricoperti da poster scuri di band metal, i cui nomi erano talmente illeggibili che sembrava che qualcuno, avesse passato un pennello sulle foto.

“Che è questa merda? Dovrei esserne impressionato?” Chiese Romano.

“Non è magnifica?” Chiese Prussia ed osservò la sua stanza, con le mani sui propri fianchi.

“Perché diavolo vivi nella cantina? Perché non nella stanza in più che c’è di sopra?”

Prussia rise “West non me la vuole lasciar ridecorare secondo i miei gusti, quindi ho pensato di spostarmi qui. Posso fare ciò che voglio e nessuno mi da mai fastidio” Disse.

“Patetico. Non pensavo fossi un tale perdente” Disse Romano, scuotendo la testa.

“Sei solo geloso ed impressionato da tutta questa mia libertà” Rispose Prussia.

“Io me ne vado. Mi ammalo solo a guardare questo schifo” Disse Romano. Girò sui tacchi e marciò su per le scale, tornando in soggiorno.

Veneziano e Germania erano seduti sul divano. Germania era rigido, come se la sua spina dorsale fosse stata sostituita da un blocco di ferro, mentre Veneziano, stava facendo del suo meglio per usarlo come cuscino. L’espressione sulla faccia di Germania divenne ancora più tesa appena notò Romano.

Non ci volle molto, prima che anche Prussia entrò nella stanza. Prese posto vicino a Veneziano in un’evidente intento di ottenere attenzioni da lui. Fu allora che Romano si ritrovò quasi a provare una piccola fitta di simpatia per Germania. Anche se era il più grande bastardo del mondo, alla fine, non fissava Veneziano con quel disgustoso ed osceno sorriso sul suo viso.

Dio, sarà il più lungo finesettimana della mia vita, pensò Romano.

“Non servite del cibo qui? Sto morendo di fame!” Si lamentò. Sentiva ancora la nausea dopo l’abominio che aveva dovuto mangiare durante il volo ma, se forzare un po’ di cibo tedesco in gola era l’unico modo per rompere quell’orribile terzetto sul divano, così sia.

“Andiamo a cucinare qualcosa, Germania!” Suggerì Veneziano. Balzò in piedi e prese la mano di Germania, tirandolo per farlo alzare e portandolo poi in cucina.

Romano non voleva proprio essere lasciato solo con Prussia, quindi annunciò che sarebbe andato nella sua stanza e che sarebbe stato meglio che qualcuno fosse andato a prenderlo, una volta che la cena sarebbe stata pronta.


Prussia guardò come Italia e Germania scomparvero in cucina e Romano marciò al piano superiore. Incrociò le mani dietro la testa e si godette la sensazione di avere il divano tutto per sé, si lasciò cadere di schiena e fissò il soffitto. Ci fu un forte rumore, quando Romano sbatté la porta della sua stanza, chiudendola e, dopo quello, tutto ciò che Prussia riusciva a sentire, era la voce felice di Italia che chiacchierava, provenire dalla cucina.

Non c’era mai stata così tanta tensione quando Italia andava a visitarli. Certo, suo fratello cercava sempre di fermare Prussia dal sovrastare la nazione carina, ma l’atmosfera non era particolarmente ostile.

Aggiungere Romano all’equazione, aveva cambiato drasticamente le dinamiche e Prussia, era sicuro che il finesettimana sarebbe terminato con un disastro.

Anche se è divertente vederlo bisticciare con West, pensò con un ghigno.

Si chiese se Romano era sempre di quell’umore, come incazzato. Non riusciva a ricordare di averlo mai visto sorridere; Lui era sempre imbronciato, dietro ad urlare o sembrava come se stesse per scoppiare in lacrime. O Spagna aveva la pazienza di un santo, oppure Romano era talmente bravo a letto che compensava la sua mancanza di capacità sociale.

Prussia pensò a quelle opzioni per un attimo, decidendo poi che Spagna era davvero tanto paziente e stupido. Non poteva immaginarsi che Romano andasse a letto spontaneamente con nessuno.

Probabilmente sarebbe soltanto arrossito in una profonda tonalità di rosso, avrebbe sputato maledizioni e combattuto come un gatto selvatico.

Se Romano fosse stato anche lontanamente carino come Italia, Prussia avrebbe anche potuto pensare di addomesticarlo. Com’era ora, la parte meridionale di quel paese, era di ben poco interesse per lui, tranne per il fatto che era davvero bravo a far incazzare Germania.

Dopo un po’ che se ne stava sdraiato da solo sul divano, iniziò a sentirsi leggermente annoiato. Prussia decise di andare in cucina, non perché volesse aiutare o altro ma perché Italia, era così adorabile e domestico quando stava cucinando. Era divertente da guardare, specialmente perché Germania insisteva per fargli indossare un grembiule così da non fargli sporcare i vestiti.

Prussia spostò le verdure dal bancone da cucina e ci saltò sopra, per sedersi.

“Vorrei che non lo facessi” Commentò Germania.

“Cosa state cucinando?” Chiese Prussia. Sembrava qualcosa che Veneziano non avesse mai fatto prima, ma non aveva nemmeno l’odore della cucina di Germania.

“Stiamo provando qualcosa di nuovo. Non possiamo fare del buon cibo italiano perché i vostri ingredienti, diciamo, non hanno il sapore giusto, ma non credo che a Romano piaceranno i Knödel o qualcosa di simile, quindi stiamo semplicemente buttando tante cose buone insieme per fare uno spezzatino” Spiegò Veneziano.

“Interessante”

Se fosse stato solo Germania, Prussia si sarebbe preoccupato per questo approccio. Tuttavia, Italia sapeva fare magie in cucina. Tutto ciò che toccava, in un qualche modo, lo trasformava in una deliziosa esperienza culinaria.

Osservò Italia e Germania continuare con la loro cucina ma in qualche modo, non era così divertente come al solito. Prussia non riusciva a non notare come quei due lavorassero bene insieme. Italia non doveva nemmeno chiedere a Germania, che questo gli aveva già passato la salsiccia affettata; Germania sapeva esattamente quando farlo, anche se non conosceva la ricetta per quel piatto. Ed il sorriso che Italia lanciò a Germania quando cercò di costringerlo ad assaggiare il loro spezzatino, lo colpì più forte che mai.

Scese dal bancone, stare lì era una totale perdita di tempo.

“Potresti aiutarci, sai” Disse Germania, quando notò che Prussia se ne stava andando.

“Nah, ho cose molto più importanti da fare” Ribatté Prussia.

Si rese conto troppo tardi che se n’era andato in soggiorno. Merda, sarebbe dovuto andare in cantina invece. Non se la sentiva proprio di sedersi di nuovo sul divano, soprattutto perché suo fratello lo vedeva dalla cucina.

Fece scrocchiare le nocche delle dita, come un’idea lo colpì. Forse sarebbe andato a salutare il loro difficile ospite.

“Ciao!! Disse Prussia, aprendo poi la porta della stanza di Romano.

Romano stava disteso sul proprio letto ma scattò, mettendosi seduto, quando Prussia entrò.

“Che diavolo? Hai mai sentito la parola bussare?” Chiese.

“Che importa? Stavi passando del magnifico tempo con te stesso?”

“No!” La faccia di Romano diventò rossa. Prese un cuscino da dietro di sé e lo buttò contro Prussia che, visto che non era un bollitore, non si preoccupò di schivare.

“Hehe, ti piace proprio lanciarmi addosso le cose. Potrebbe essere una cosa nostra" Disse ed andò a prendere posto sulla sedia che stava di fianco alla finestra.

“Che cosa vuoi?” Chiese Romano. Stava guardando in cagnesco Prussia, con le spalle curve e le mani strette a pugno. Sembrava così incazzato che Prussia non poteva fare a meno di ridacchiare.

“Ho semplicemente deciso di avere pietà di te e venire a salutarti. Voglio dire, devi essere davvero annoiato in questa stanza”

“Questi non sono affari tuoi!”

“Perché sei venuto qui anche se lo odi così tanto?”

“Che ne pensi? Per assicurarmi che quel bastardo di tuo fratello non corrompa completamente il mio”

Prussia ripensò all’armonia che c’era adesso in cucina “Sei arrivato un po’ troppo tardi” Disse.

“E questo che diavolo vorrebbe dire?”

“Per favore” Disse Prussia, facendo roteare gli occhi “Dormono nella stessa stanza, nello stesso letto. Davvero, non puoi più proteggere tuo fratello da West”

Romano digrignò i denti ed il rosso sulla sua faccia, prese una tonalità più accesa, arrabbiata “Forse” Ringhiò “Ma non è tutto! Ho visto come guardi Veneziano! Forse è troppo tardi per salvare il suo stupido culo da Germania, ma non ti lascerò fare nessuna mossa e cercare di costringerlo in una cosa a tre o qualcosa di altrettanto disgustoso!”

Prussia non poté far altro che ridere e passarsi le dita tra i capelli “Hai molta immaginazione! Non avrei mai pensato di sentirlo dire dal paese dove vive il Papa! O è l’influenza di Spagna?” Chiese.

“Fottiti! Prima di tutto, il Papa non vive nel mio paese! Lui ne ha uno suo, stupido coglione! E quello che ho fatto con Spagna non è affar tuo!”

Romano ansimava a denti stretti e Prussia, era sicuro che la situazione, si sarebbe trasformata in una lite, se avesse detto la cosa giusta. Era un po’ che non si rompeva nulla a casa di Germania, quindi aprì la bocca e–

Bussarono alla porta e subito dopo, Italia l’aprì ed infilò la testa.

“Romano, la cena è– Oh, sei qui anche tu, Prussia. Che bello, che voi due state facendo amicizia!”

“Non è fottutamente vero!” Disse Romano, scendendo dal letto e marciando alla porta, senza dire altro a nessuno dei due.

“Dovresti venire anche tu, lo stufato si raffredderà” Disse Italia, prima di seguire suo fratello.

Prussia non esitò a seguirlo. Come arrivò in cucina, vide Romano lamentarsi con Germania a causa del cibo e, il tedesco, sembrava sempre più irritato.

E questo era solo il Venerdì sera. Prussia non poteva aspettare per vedere se sarebbero stati ancora tutti vivi il Lunedì, o se la carta d’Europa avrebbe dovuto essere ridisegnata.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: The Awesome Tomato