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Autore: Lakendra Oakes    03/01/2014    4 recensioni
Tutti sappiamo cosa succede a Harry Potter giusto? Ma a tutti gli altri alunni di Hogwarts che erano a scuola con lui cosa succede? Divine Raddler, novizia serpeverde, e Rebecca Crowded, novizia corvonero, sono due streghe appena entrate nella scuola di magia e stregoneria e non vedono l'ora di raccontare le loro avventure tra i banchi di scuola. Non saranno Harry Potter, ma anche a loro ne sono capitate di tutti i colori. Tra lezioni di pozioni e partite di Quidditch entrambe hanno modo di mostrarvi che anche essere solo una strega può risultare complicato.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nel negozio di "Madama McClan: Abiti per tutte le occasioni", Draco Malfoy e Divine Raddler,  la sua migliore amica, erano in piedi su due sgabelli malfermi davanti a dei lunghi specchi lucidi. Il ragazzino pallido dal viso a punta e la ragazzina dai capelli rosso mogano stavano ridacchiando allegramente mentre le sarte gli appuntavano le tuniche nere per il loro primo anno a Hogwarts. Nel frattempo la porta tintinnò e poco dopo Madama McClan, una strega tarchiata, sorridente e tutta vestita di color malva, fece salire accanto a loro un altro ragazzo, un tipo magro coi capelli ricci neri e gli occhi verdi coperti dagli occhiali. 
« Ciao » disse Draco. « Anche tu a Hogwarts? »
« Sì » rispose il ragazzo.
« Mio padre, nel negozio qui accanto, ci sta comprando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po’ più avanti, in attesa del nostro arrivo. » Divine, visto che era stata citata nel discorso, si sporse per fare un cenno di saluto e un piccolo sorriso al ragazzo con gli occhiali. « Dopo però li trascineremo via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comprarmene comunque una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell’altro. »
« Draco non mi sembra il caso di rischiare una punizione ancora prima di arrivare a scuola. » disse la ragazzina ridacchiando con voce acuta. Lui rispose con un sorrisetto facendo spallucce e poi si voltò nuovamente a parlare col tipo con gli occhiali. « E tu ce l’hai, un manico di scopa tuo? »
« No. » gli rispose il ragazzino attento a non farsi pungere dagli spilli.
« Sai giocare a Quidditch? »
« No. » rispose nuovamente mostrandosi perplesso.
« Io sì. E anche lei è capace. Papà dice che sarebbe un delitto se non ci scegliessero per far parte della squadra della nostra Casa, e devo dire che sono proprio d’accordo. Tu sai già in quale Casa andrai a stare? »
« No. » rispose ancora sempre più imbarazzato.
« Tranquillo, non è così grave. » Lo rassicurò Divine con un sorriso, guardandolo con gli occhi azzurro ghiaccio.
« Bè in effetti nessuno lo sa veramente finché non si trova sul posto. Ma noi siamo certi che saremo in Serpeverde.  Tutta la mia famiglia è stata lì e anche tutta la sua da parte di padre. Pensa invece finire in Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu? »
« Mio padre si suiciderebbe per un simile disonore! » nel dirlo la ragazza sgranò gli occhi e si portò una mano alla fronte facendo la svenevole.
D’un tratto Draco indicò la vetrina principale con il capo. « Ehi! Guarda quello! » Fuori c’era un uomo colossale dalla barba ispida e incolta, vestito trasandato che guardava all’interno sorridendo e mostrando due grandi gelati.
« Quello è Hagrid, lavora a Hogwarts. » disse il ragazzino riccio.
« Oh, l’ho sentito nominare, è una specie di inserviente vero? » chiese il giovane Malfoy.
« E’ il guardiacaccia! »  gli rispose l’altro stizzito.
« Sì proprio così, ho sentito dire che è una specie di selvaggio… vive in una capanna nel comprensorio della scuola. Ogni tanto si ubriaca, cerca di fare delle magie e finisce con l’appiccare il fuoco al suo letto! » Divine strabuzzò gli occhi, colpita dal fatto che esistesse un tipo simile tra le mura di Hogwarts.
« Secondo me è geniale. » commentò gelidamente il ragazzino riccio.
« Ma come mai sei con lui? Dove sono i tuoi genitori? »
« Sono morti. » tagliò corto.
« Oh… cavoli… » la ragazzina lo guardò con compassione.
« Scusa. Ma erano come noi? » chiese Draco ricevendo un’occhiataccia dall’amica che trovava la domanda decisamente troppo indiscreta.
« Erano un mago e una strega se è quello che intendi. »
« Io penso che non dovrebbero permettere agli “altri” di frequentare non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni. A proposito, tu come ti chiami? »
Ma il ragazzino non rispose, Madama McClan aveva finito con la sua tunica e lo fece scendere dallo sgabello e lui ne approfittò per andarsene.
« Che maleducato però. » disse Draco stizzito.
« A essere sincera non sei stato molto gentile neanche tu. » disse Divine altezzosa, rimirandosi allo specchio con la tunica ultimata.
   
 
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