Importante
Bene, prima di tutto mi scuso per il ritardo nel
postare e vi faccio gli auguri per il nuovo anno, anche se in ritardo. Volevo
solo dirvi che ho postato una nuova storia e che mi farebbe piace se qualcuno
passasse. Si chiama: Prisoners of paper
world
Ora vi lascio al capitolo, ciao ciao
"Harry, vieni, accomodati pure".
Sposto con una mano la sedia e prendo posto di fronte all'avvocato che, un
tempo, era un vecchio e caro amico del nonno.
Si solleva appena dalla sua poltrona per stringermi la mano in segno di saluto
e, subito dopo, prende di nuovo posto.
"Come sai, ti ho contattato perché George aveva inserito il tuo nome nel
testamento".
Annuisco e poso le mani sulla scrivania in legno.
L'uomo mi porge una piccola scatolina di metallo ed una chiave.
"Ecco, questo è quello che ti spetta", sentenzia.
Curioso, apro il piccolo contenitore, ritrovandomi davanti ciò che mai avrei
potuto immaginare.
Bene, la mia eredità è questa. Una piccola chiavetta legata ad un laccio di
cuoio nero.
Porto al collo la collana e mi alzo dalla sedia.
"Beh, ora posso anche andare", sentenzio.
L'avvocato annuisce ed io esco dallo studio.
Una volta in strada, inizio a rigirarmi fra le mani la chiave che ho ricevuto
in eredità.
Non mi aspettavo molto, ma nemmeno così poco.
Perso nei miei pensieri, mi scontro con qualcuno.
Una ragazza cade al suolo.
"Ehi, vuoi stare un po' attent...", inizia a dire, prima di
soffermarsi a guardarmi.
Ha qualcosa di familiare.
La riconosco e sul mio viso compare un grande sorriso.
"Emily!", esclamo.
"Harry!", sembra riconoscermi anche lei.
L'aiuto ad alzarsi.
Emily era la mia vecchia vicina di casa. Giocavamo spesso insieme da bambini.
Un giorno, però, lei e la sua famiglia partirono per andare a vivere a Londra a
causa del lavoro del padre.
"Cosa ci fai qui?", domando.
"Beh, Notting Hill mi è sempre mancata, così, sono tornata a
viverci", risponde lei.
Annuisco.
Noto che sta osservando il mio ciondolo.
"Questa chiavetta è la mia eredità", sentenzio, togliendomi la
collana e mostrandogliela.
La bionda se la rigira fra le mani.
"Cosa apre?", chiede.
"Nulla, credo", rispondo.
"E' molto carina", commenta.
Rido.
"E' solo una stupida chiave. Te la darei, ma è l'unica cosa che mi resta
del nonno", sentenzio, togliendogliela dalle mani e rimettendola al collo.
La bionda annuisce.
"Beh, secondo me serve a qualcosa. Se vuoi, potremmo cercare insieme la
serratura che apre, come quando giocavamo alla caccia al tesoro da
bambini".
Guardo l'orologio. Sono in terribile ritardo. Liam mi aspetta per prendere
insieme un caffè al bar.
"Emily, se devo essere sincero, non mi interessa molto", ammetto.
Lei annuisce.
"Ora scusami, ma devo andare. Mi aspetta un mio amico", dico.
"Allora ci vediamo in giro", sentenzia.
"Si, a presto", la saluto, correndo via.
Connie's pov.
Apro lentamente gli occhi e tento di abituarmi alla luce della camera. Scosto
con una mano le coperte dal mio corpo e, dopo aver infilato le ciabatte e aver
constato che Louis non è più al mio fianco, esco dalla stanza e mi dirigo verso
il piano inferiore.
Entro in cucina e vedo il moro con un vassoio colmo di cibo fra le mani.
"Giorno", saluto, accennando un sorriso.
"Ehi, Carotina, buongiorno", mi saluta a sua volta, allegro.
"Cosa fai con quel vassoio?", domando.
"Stavo per portarti la colazione", risponde.
Sorrido.
"Oh, che carino", commento.
"Ma, visto che sei qui, puoi anche mangiare in cucina".
Scuoto il capo e, sorridendo, corro di nuovo al piano di sopra.
"Connie!", urla il ragazzo dagli occhi azzurri.
"Ti aspetto su", urlo a mia volta, cercando di farmi sentire.
Rientro nella stanza di Louis e mi lancio sul materasso.
Il mio amico, con il vassoio della colazione, arriva subito dopo.
"Sciocca, potevi mangiare giù", sentenzia, sedendosi accanto a me.
Afferro un cornetto e gli do un morso.
"Tu sei ancora più sciocco perché mi hai portato davvero in camera il
vassoio".
Sembra pensarci e poi ammette che ho ragione.
Afferra una fetta di pane tostato e l'addenta.
"Ehi, è tutto mio", dico, scherzando, avvicinandomi il cibo.
"Ho fatto due rampe di scale, sono stanco ed affamato", protesta lui,
prendendo anche un biscotto.
E' uno sciocco.
"Stai meglio?", domanda.
"Meglio?", chiedo.
"Beh, ieri sera eri tutta bagnata, triste...", inizia a dire.
"Oh, si, sto meglio", affermo.
Sorride.
"Che hai?", chiedo.
"Sapevo di essere l'unico in grado di far star bene la mia Carotina",
sentenzia, ridendo.
Rido anche io e gli do dell'idiota.
Il suo cellulare, posto sul comodino accanto al suo lato del letto, inizia a
squillare e, subito, Louis risponde.
Inizialmente non dice nulla, ascolta solo le parole di chi gli ha telefonato,
ma, dopo un po', sbuffando, dice: "Liam, amico, come sei noioso. Arrivo
fra poco".
"Che cosa è successo?", chiedo.
"Dobbiamo andare a lavorare, il nostro socio si sta lamentando del
ritardo".
Harry's pov.
"Non ha dormito a casa dei suoi genitori", affermo, sbattendo il
cellulare sulla scrivania del mio amico.
"Harry, non temere, Connie sarà andata a stare da Louis", cerca di
tranquillizzarmi Liam.
"Oh, ora si che sono agitato. Cosa ci fa Connie a casa sua?", chiedo,
preoccupato.
"E' solo un'ipotesi...", mormora il castano, tranquillo, sedendosi
sulla sua sedia girevole nera.
"Beh, non può assolutamente essere così.", dico, convinto del mio
pensiero.
"Sono amici, non c'è alcun male se ha dormito da lui".
"E invece si che c'è del male! Louis è un ragazzo e, anche se sono amici,
potrebbe averla baciata o esserle saltato addosso...", affermo, nervoso,
stringendo una matita fra le mani.
Liam scoppia a ridere fragorosamente.
"Sei terribilmente geloso!", esclama.
"Io non ci trovo nulla di divertente", sentenzio, incrociando le
braccia e sbuffando.
Improvvisamente, la porta dell'agenzia si apre e Louis e Connie, ridendo, fanno
il loro ingresso.
Hanno dormito insieme. Connie era a casa di Louis. Sono stati sotto lo stesso
tetto. Stanno ridendo e sembrano felici.
"Harry, che ci fai tu qui?", domanda il moro dagli occhi azzurri,
sorridendo.
Infuriato nel vederli insieme, senza dare una risposta, mi alzo, afferro la
giacca, li sorpasso ed esco dall'agenzia.
Connie's pov.
La scia del profumo di Harry invade le mie narici. Se da una parte non sono
pronta a perdonarlo e sono infuriata, dall'altra vorrei abbracciarlo e tornare
a giocare con i suoi ricci, stesa accanto a lui sul divano della nostra casa.
Sospiro e chiudo gli occhi.
Connie, devi restare lucida.
"Perché non mi ha salutato?", domanda Louis a Liam, triste.
"E' arrabbiato, ma non preoccuparti, gli passerà", risponde il
castano.
"Ed ora, finiamo di preparare questo posto", aggiunge.
Dopo circa due ore, l'agenzia è pronta per essere aperta.
I quadri e le scrivanie sono al loro posto. E' tutto in perfetto ordine.
"Bene,
abbiamo finito", afferma Liam, soddisfatto.
La porta alle mie spalle si spalanca.
Sorpresa, sussulto e mi volto.
Una ragazza dai lunghi capelli biondi fa
il suo ingresso.
Ha il fiato corto, dovuto, probabilmente, ad una lunga corsa.
"Dovete aiutarmi!", esclama, agitata.
"Caspita, abbiamo appena aperto e già c'è una cliente", fa notare
Louis.
Spazio autrice:
Salve!
Il capitolo è noioso, parecchio, ma non preoccupatevi perché vi assicuro che
più si andrà avanti con la storia e più i capitoli saranno interessanti e
ricchi di avvenimenti.
Ora vi lascio, come al solito, le
anticipazioni:
-Un uomo scomparso. Beh, è la situazione è
grave, non c'è che dire.
"Dobbiamo trovarlo alla svelta", afferma Liam, avvicinandosi a me.
"Non voglio spaventare la ragazza, ma c'è la possibilità che il suo
fidanzato sia stato ucciso e abbiano fatto sparire il corpo", sentenzia
Louis.
Improvvisamente, bussano alla porta.
La donna, con passo rapido, va ad aprire.
Spalanco gli occhi, notando chi è appena arrivato.
"Cosa ci fai tu qui?", domanda Liam, sorpreso tanto quanto me e
Louis.-
Bene, ringrazio coloro che hanno messo la storia fra le seguite, ricordate e preferite
e chi ha recensito.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, a presto :)