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Autore: Cabry_    03/01/2014    2 recensioni
Ciao mamma, non so se questo messaggio ti arriverà.
Sono sola, da quando sono andata via da Spittel. Non volevo abbandonarvi, e ora non so come tornare indietro. Aiutatemi, se potete.
Londra, Inghilterra.
Da quando ne ho sentito parlare, ho iniziato a sognare.
Ma non è come mi aspettavo, è tutto diverso. Non mi piace.
Voglio tornare, mamma.
Venite a prendermi, cercatemi. Fate qualcosa.
Non posso stare ancora qui.
Ho conosciuto delle persone, ma non sono così gentili come sembrano.
E' così diverso da Spittel.
Mi sento persa qui, a Londra. Mi sento vuota.
Hai presente, mamma, il vuoto che senti quando scopri che la marmellata è finita?
Ma è un vuoto diverso. Perchè in fondo, quando vedi il barattolo della marmellata completamente ripulito, sai che quella marmellata l'hai mangiata tu, e quindi, prima del dispiacere, c'è stata la soddisfazione del gustarsi quella squisita marmellata. Qui no.
Qui, è come se...come se la marmellata se la fosse mangiata qualcun'altro.
E qui, oh mamma, vedessi i prati di qui.
Solo pratoline, solo.
A me non piacciono, hanno pochi colori.
Non c'è quasi mai l'arcobaleno.
Voglio tornare a casa, mamma.
Se questo messaggio ti arriva, vieni a prendermi.
Petunia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spittel non è un paese, non è una città.
Spittel è un Mondo. Il Mondo delle fate.
Qui a Spittel esistono solo fate. Io pensavo che le fate fossero gli unici esseri viventi ad esistere.
Ma no, dopo la soglia, esiste qualcos'altro.
Quale soglia?
Non lo so dire.


Un giorno, mio fratello Gex (abbreviazione di Gelsomino, qui, a Spittel, tutti abbiamo nomi di fiori), stava andando
a fare un giro con la sua fidanzata verso l'arcobaleno, quando a un certo punto tornarono indietro.
-Mamma, un umano!!!
Un umano. 
Cos'era?
Un nuovo tipo di insetto?
Oh, no. E se fosse un batterio? Non potevo permettere che i fiori si rovinassero. Ero ancora una bambina, ma presto sarei
diventata adulta, e il mio compito sarebbe stato quello di prendermi cura dei fiori. Ma come potevo riuscirci se i batteri
avessero invaso i fiori?
-Cos'è un "umano", mamma? - Le chiesi.
-Petunia, vai a giocare con gli altri bambini, noi adulti abbiamo bisogno di parlare.
-Va bene.
Ma quel giorno, per la prima volta nella mia vita di soli nove anni, disobbedii a mia madre. Mi nascosi dietro una quercia
e origliai.
Erano in cerchio: mia madre, mio padre, Gex e Primula, la sua fidanzata.
-Da dove può essere entrato? - Chiese mio padre.
-Non ne abbiamo idea. Ma siamo sicuri: non era uno di noi, non aveva ali e la sua anima non emanava splendore.
Forse era una sottospecie di Troll. Forse. Ma i Troll, alla fine, sono simpatici.
No, forse non era un Troll. O magari sì.
-Era solo? Qualcuno l'ha seguito?
-Non lo sappiamo, mamma. Sappiamo che, però, non siamo più al sicuro. Dobbiamo trovarlo e catturarlo. Non possiamo permettere
che le piccole fate scoprano.
Scoprano cosa? Cosa ci tenevano nascosto?
-Lo so Gex, ma come facciamo? 
-Bisogna catturarlo.
-E dopo?
-Dopo lo rimandiamo a casa, ma se non ci vorrà dire da dove viene dovremmo...dovremmo ucciderlo
Ucciderlo.
Ucciderlo.
Ucciderlo.

Quella parola continuò a suonarmi in testa. Sì, sapevo il significato. Ma perchè? Nessuno a Spittel era mai stato ucciso,
almeno, così pensavo.
Non riuscii a trattenermi e uscii dal mio nascondiglio.
-Voglio sapere. Vi prego, spiegatemi: cos'è umano? Perchè dovreste ucciderlo? E' carino? Si può mangiare con la panna?
-Petunia! Cosa ci fai qui??? - Strillò mia madre.
Che avevo fatto di sbagliato?
-Petunia, dobbiamo parlare. - Proseguì mio padre con più calma.
  
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