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Autore: Gemad    03/01/2014    1 recensioni
-Oh Harry! Io e Draco ci siamo chiariti ed ora siamo solo amici- disse Pansy -Sai stavo pensando che voi due potreste essere grandi amici-. -Cosa? Io e Malfoy.... Amici! Tu sei matta Pansy- disse Harry dandole un pugnetto sulla spalla.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 14: E questo che cosa significa?

Harry accelerò il passo, un po’ perché voleva rivedere, sentire l’aria di Hogwarts, e respirarla fino in fondo, ma soprattutto per Pansy, voleva vederla, abbracciarla, sentire respirare ed odorare il profumo della ragazza Serpeverde. Dovette rimanere cauto appena uscì dal famoso albero; era in un profondo sonno, e non poteva e non doveva toccare le radici dell’albero, poteva essere il suo ultimo gesto.
Appena uscì, e si allontanò con il minimo rumore, si accorse solo allora, che era arrivato alla metà del suo piano; alzò la testa, e vide il castello da lui tanto amato, con dentro la ragazza da lui tanto amata. Guardò l’orologio prestatogli da Neville, e diceva che mancavano dieci minuti all’appuntamento, e dunque incominciò a camminare. Camminò seguendo il giardino, fino a che non si trovò sul Ponte Sospeso, non poteva camminarci sopra come nulla fosse, poteva essere sospettoso; non c’è altra maniera, si disse e si auto-convinse Harry: doveva arrampicarsi sulle impalcature che stavano sotto il Ponte.
Passo per passo, si avvicinava alla sua meta, e avrebbe compiuto la terza parte del suo piano; -Non guardare sotto! Non guardare sotto!- continuava a ripeterselo Harry. Alla fine, quando arrivò alla fine del Ponte Sospeso, si arrampicò sulla finestra, e a quel punto, si trovava ufficialmente dentro i territori di Hogwarts.
Doveva arrivare alla Rimessa delle Barche, per poi attraversare la costa del lago e giungere ai giardini. Si era portato la Mappa del Malandrino per emergenza, e quella era una vera e propria emergenza; si mise dietro un cespuglio del Cortile della Torre dell’Orologio e disse a bassa voce.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!- e con la punta della bacchetta, toccò la pergamena, e la vide alla luce della Luna, riempirsi di nomi che comparivano in ogni punto del castello.
Niente paura, pensò Harry, Piton sorvegliava i corridoi del sotterraneo, Gazza la Torre di Astronomia, Mrs Purr gironzolava accanto al suo padrone, la McGranitt sorvegliava il primo piano, e Silente faceva il solito su e giù nel suo ufficio. Fece uno scatto uscendo dal cespuglio, voltò a sinistra, per poi ritrovarsi a correre più veloce che poteva per la lunghissima scalinata.

Come arrivò alla Rimessa delle Barche, riprese fiato, non c’era nessuno per sua fortuna; guardò la Mappa del Malandrino, ancora tutto tranquillo. Fece una bella camminata lungo la costa del lago, passando dietro il castello fantastico, antichissimo e maestoso; aveva le lacrime agl’occhi, gli stavano passando nella mente, tutti i ricordi di quell’anno: non credeva che avrebbe fatto feste all’interno di Hogwarts, innamoratosi inizialmente di Ginny e poi di Pansy, e poi diventato latitante insieme ai suoi amici scappando via dal castello che per lui era come una casa, per poi tornare pochi mesi o settimane più tardi e ricontrare la sua ragazza. Guardò l’orologio, erano le undici e trentacinque, ormai c’era quasi.
Arrivò sulla costa in prossimità del lago, e si sedette, aspettandola, nel buio della notte, con la luce delle Stelle e della Luna, con il vento, che seppure lieve, faceva muovere gl’alberi della Foresta Proibita lì vicino, il rumore delle foglie che sbattevano fra loro, la neve che rendeva gl’alberi ed il giardino di Hogwarts, una lunga valle completamente bianca che risplendeva alla luce. Il rumore dell’acqua completamente piena di ghiaccio e con la temperatura sotto lo zero. Aveva freddo, ma poi sentiva qualcosa, dei passi, non si girò, ma guardò la Mappa. C’era un puntino che lentamente si avvicinava a lui, il nome diceva: Pansy Parkinson.

-Fatto il Misfatto!- disse di nuovo in un lento sussurro, e vedere le macchie d’inchiostro scomparire dalla pergamena, per tornare completamente vuota, come una qualsiasi comune pergamena, e rimettendosela in tasca. Ormai non poteva più ignorare i suoni, già evidenti da lontano, del rumore dei passi degli scarponi nella neve di Pansy.
Si girò e dopo quasi un mese, o un mese e mezzo, si ritrovò faccia a faccia, con quella ragazza con la capigliatura corvina, quei capelli neri e con gl’occhi neri. Non servivano le parole, si abbracciarono, e rimasero così per qualche minuto, Harry aveva appoggiato la sua faccia sui suoi capelli, per sentire l’odore del solito shampoo che lei usava: non era cambiato. Lei, invece, aveva appoggiato la sua faccia sopra la sua spalla.
-Ciao- disse Harry dopo quei minuti di silenzio, -Ehi!- disse Pansy staccandosi dall’abbraccio.
-Come stai?- chiese Harry, -Sto bene grazie!- rispose lei raggiante.
-Come vanno le cose ad Hogwarts?-.
-Oh, molto bene, si sente la vostra mancanza, siete diventati gl’idoli di tutti, ogni passo che faccio sento “Avrei lo stesso coraggio di Harry Potter”-.
Harry rise -Ma non è solo merito mio, ci sono anche Ron, Neville, Seamus e Dean-.
-Come sono finite le cose con Weasley?- chiese lei per sapere come fosse a questo punto la situazione, ma nominò Weasley con lo stesso tono di voce che riservava di solito.
-Molto bene! Siamo tornati amici!-, -Bene, sono contenta!- rispose lei.
Harry la invitò a sedersi sulla neve, ma lei non voleva bagnarsi. Come aveva visto in un film, Harry, nonostante il freddo che facesse, si tolse il giubbotto, lo appoggiò a terra e la fece accomodare -Dai Harry!-.
-Su forza, siediti!- la invitò ancora volta con un sorriso.
Alla fine, i due si ritrovarono seduti, fianco a fianco, come se lui non fosse mai scappato da Hogwarts, come se non ci fosse mai stato quel grande lasso di tempo a separarli.
-Come stanno Draco e Blaise?-, -Bene anche loro. Sono addormentati nel Dormitorio-.
-Come mai non sono partiti per la Cina?-.
-Mi hanno detto che non volevano staccarsi dal caldo di Hogwarts>> disse lei terminando con una risatina -Ma come lo sai?- gli chiese di nuovo la Parkinson.
-Oh, bè, in pratica Ron, ha una piccola radiolina, è molto utile, sappiamo quello che succede nel Mondo Magico e Babbano, e in più ascoltiamo Quidditch-.
-Hai sentito i Corvonero alla radio?-, -Oh si! Eravamo tutti impazziti di gioia-.
-Non dirlo a me! Stavamo tutti ascoltando la partita in Sala Grande. In pratica, quasi tutta la scuola tifava i Corvonero, stavano facendo un gran baccano, inventavano cori con il professor Vitious. La McGranitt ha chiesto ordine, ma Silente ha lasciato correre. Per i Serpeverde, hanno organizzato la stessa cosa, ma non c’era nessuno, non è giusto!>> terminò lei appoggiandosi alla spalla del ragazzo.
Vedendo che lei era appoggiata a lui, gli mise la mano sulla sua spalla e la strinse a sé.
-Qualcuno sa che sei venuta qui Pansy?-.
-Solo Draco e Blaise-.
-E per il resto? Tutto a posto?-.
-Bè, ormai io e Hermione siamo diventate grandi amiche, siamo compagne di banco quando abbiamo insieme una lezione, insieme a Daphne-.
-Daphne?- chiese Harry curioso, -Daphne Greengrass!-. 
-Oh giusto!- rispose Harry in tono di scusa.
Non si era mai interessato alle amiche di Pansy; ma Harry non ci pensò.
-Le sono dovuta restare vicino ad Hermione, gli mancava Weasley, passava tutta la maggior parte del tempo da sola in Biblioteca. Così io e Daphne l’abbiamo accolta con noi, ancora gli manca Weasley, ma almeno ci siamo noi-.
Harry guardava Pansy, sapeva che lei era quella giusta, l’amava, la voleva con lui fino alla fine dei tempi, per tutta la vita, per sempre: la baciò. Gli piacevano quelle labbra, così morbide, così gustose e belle da baciare; ma Pansy fece un gesto che a Harry non gli piacque e che lo lasciò perplesso: lo respinse.
-Perché? Che succede Pansy?-.
-Era proprio di questo che volevo parlarti- disse lei un po’ timida.
-E cioè? Spiegati meglio- la incoraggiò a parlare Harry.
-Bè, di noi due- disse lei.
Ora Harry, era decisamente agitato e più confuso che mai -Non riesco ancora a capire- continuò lui.
-Bè intendevo dire questa storia-.
-C’è qualche problema? Bacio troppo male?- chiese lui sperando che fossero piccoli i problemi.
-No Harry! Tu baci benissimo, è solo che, io non so che fare, è come una relazione a distanza, e sai come vanno a finire gli amori a distanza-.
Harry era nel panico e nella paura più totale -Come va a finire una relazione a distanza?- chiese sapendo già la risposta.
-Bè, che prima o poi i due…. Si lasciano-, Harry rimase in silenzio, senza aprire bocca, non sapeva che cosa dire, non se l’aspettava da Pansy.
-Ecco Harry, sono molto confusa, io mi immaginavo, che tra noi due ci fosse stato un bel rapporto, con te sempre al mio fianco, che quando avevo bisogno di te ci saresti stato sempre….-.
-Ma io Pansy ci sono sempre!- esclamò Harry -Ci sarò sempre per te Pansy, se tu vuoi che io sia con te, sappi che io ci sono…. Qui dentro- disse indicando il posto dove stava il cuore.
-Così è troppo facile Harry- disse lei -Sai quanto mi hai fatto soffrire quella notte? Sai quanto ho pianto quella notte?- disse lei incominciando a farsi scendere qualche lacrima dagl’occhi -Io quella notte ero distrutta, te ne sei scappato così su due piedi, come se niente fosse- lei lo stava facendo sentire in colpa.
-Pansy io HO dovuto farlo!- disse lui sottolineando la parola “Ho”.
-Lo so, ma io non potevo capire ed ero distrutta, troppo distrutta per andare avanti. Se non ci fossero stati Draco, Blaise e Daphne al mio fianco, non so che cosa avrei fatto, come mi sarei comportata Harry-.
-Lo so Pansy, ma io ti amo! Io, ho passato ogni secondo di questa fuga a pensarti, a pensare che cosa facevi! Sono arrivato al punto di penetrare ad Hogwarts! Lo sai cosa vuol dire entrare di soffiato, con mezza Inghilterra Babbana e Magica che mi cerca, in un posto come Hogwarts?!- cercò Harry di giustificarsi.
Lei era silenziosa, lui era silenzioso -Sai, ci ho riflettuto molto Harry. Ho parlato di questo argomento con Hermione e Daphne per tanti pomeriggi. Avere un ragazzo latitante, non è l’amore che io mi immaginavo Harry!-.
-Che cosa vorresti dire? Questo che cosa significa?-.
-Harry, secondo me, dobbiamo prenderci una pausa di riflessione-.
Harry non poteva crederci; la ragazza che ha amato e che ama ancora, che ha atteso, che gli ha donato tutto di lui, a cui ha aperto il cuore, lo stava lasciando. Aveva fatto una enorme fatica per venire, e solo per poterla rivedere felice, baciarsi, e sentire la sua voce rassicurante. Invece è successo l’esatto contrario, lei non voleva baciarlo, lei non lo voleva, lei non sperava nel loro amore.
Ma qualcosa non quadrava, perché non lo voleva più? Lei non era una facile, eppure avevano fatto due volte l’amore, e non è cosa da poco.
-Harry, dimmi qualcosa- disse Pansy.
Harry la sentì, ma stava ragionando, ma alla fine capì un probabile motivo -C’è un altro vero?- chiese lui calmo.
-Harry, il punto non è questo, due persone così lontane….- ma Harry la interruppe subito, -Basta! Per favore non farmi altre ramanzine!- disse lui calmo: lei aveva le lacrime agl’occhi.
-Comunque io ci penserò Pansy, tu?- chiese Harry; lei stava per aprire bocca, ma venne interrotta. Una fattura sfiorò i due, qualcuno era presente al discorso.

-Sei finito Potter!- almeno cinque Auror erano presenti, Harry cercò Pansy, ma lei era già sparita.
Tentò la fuga, -Stupeficium!- urlò Harry.
-Protego!- si riparò uno dei cinque Auror.
-Confringo!- urlò Harry facendo esplodere un po’ di terra e stordendone due.
-Non credere che te la caverai così facilmente!- disse uno degli Auror rimasti in piedi -Siamo tre contro uno! Non hai possibilità, immagina, noi tre che catturiamo Harry Potter, saremo lodati al Ministero!-.
-Confundus!- urlò uno dei tre.
-Protego!- Harry riuscì a parare eccellentemente il colpo.
-Attento Jones! Lui è molto bravo nei duelli!- urlò un altro Auror.
-Dovremo inventarci qualcosa, basta non farlo scappare!- disse Jones.
-Experlliarmus!- provò di nuovo Jones, ma Harry, lo schivò. -Non riesco a prenderlo! E’ troppo agile! Appio, dammi una mano!- urlò Jones ad un uomo con i capelli neri e basso.
Mentre Jones era un uomo alto e magro con i capelli lunghi e biondi stretti in una coda di cavallo, mentre il terzo Harry lo conosceva bene: McNair; tutti e tre erano vestiti di nero scuro.
-Proviamo a lanciargliene due completamente!- suggerì Appio.
-Buona idea!>> urlò Jones.
-Però lasciatelo a me il colpo finale, mi devo vendicare per quello che è successo un mese fa!-, -Come vuoi tu McNair!- disse Appio.
Harry tentò la fuga, ma con una smaterializzazione super-rapida, Jones gli apparve davanti; a questo punto, Harry, si trovava in una morsa, era in un vicolo cieco, fine della corsa.
-No, no, no, no, no, no Potter!- disse facendo il gesto con l’indice Jones -Non è leale darsi nuovamente la fuga, affronta il pericolo vigliacco!-.
-Al mio tre ragazzi- disse Appio -Uno…. Due…. TRE!-.
-STUPEFICIUM!- urlarono in coro i tre.
-Protego!- urlò Harry, ma cadde a terra, l’impatto di tre incantesimi messi assieme, erano troppo potenti per il suo Protego. Era ad un punto morto; non sapeva che fare, le energie lo stavano abbandonando, stava perdendo il duello, non c’era via di fuga, non sapeva come smaterializzarsi.
-L’abbiamo quasi finito, ancora! Finiamolo!- disse Jones.
-No!- protestò McNair -Avevate promesso, che il colpo di grazia gliel’avrei inflitto io!-.
-Tu non ti immischiare McNair! Sei solo uno stupido boia giustiziere!-.
-Ma, ma……-, -Stai zitto maledizione!-.
-No! Io ne ho il diritto, me lo avevate promesso!-.
-Non dire stronzate! Non abbiamo promesso niente- intervenne Appio.
-Già perciò stai zitto! Forza, al mio tre-.
-Stai zitto tu Jones. Se non potrò finire Potter con il vostro consenso, lo farò da solo Stup….-.
-Confringo!- urlò Jones, colpendo in pieno McNair e mettendolo a terra privo di sensi, -Oh, che rompiballe chiaccherone!- disse con sollievo Jones.
-Bene, possiamo finirlo anche da soli- disse Appio continuando -Al mio tre Jones! Uno…. Due….-.
-TRE!- urlò una voce maschile, ma non fu né quella di Jones, e neanche quella di Appio; era una voce che ad Harry pareva familiare, alzò lo sguardo per vedere chi era,
-Harry! Harry vuoi dartela a gambe?- urlò Draco Malfoy che cercava di lottare con le mani e gambe a pugni e calci.
-Jones! Jones dammi una mano!- chiedeva aiuto Appio.
-Bè vorrei tanto, ma ho questo qui che non mi molla!- diceva il biondo Auror.
-Levami quelle manacce di dosso, lurido ragazzino!-.
-Stai zitto!- disse Draco, mollandogli un gancio destro con potenza e precisione sull’occhio destro.
-Non lo vedo! Non vedo niente, il mio occhio è troppo gonfio, Jones, che cazzo stai facendo?!- urlò arrabbiato ancora l’Auror -Imperio!- tentò di lanciare la sua maledizione verso Malfoy, ma con quell’occhio, non riusciva a vedere niente, e lanciava incantesimi a casaccio.
-Ma non vedi che sono qui?- urlò Malfoy.
-Dove? Dove? CRUCIO!-.
-Sei proprio patetico. Patetico e ridicolo!-.
-Stai zitto!- urlò arrabbiato Appio -Tu non hai il potere e neanche il permesso di potermi giudicare!-.
-Rictusempra!- disse Malfoy.
-Protego!- disse Appio -E’ vero- incominciò l’Auror -Forse non ci vedo, ma posso sentire!-.
-Davvero? Bè era quello che presumevo!-.
-Che cosa intendi dire?- chiese Appio confuso.
-Intendo dire, che nonostante tu pari incantesimi con un raggio, ne lancerò uno che non ha un raggio-.
-Cioè?- chiese sempre con tono confuso e molto pauroso Appio.
-Bè, proviamo con questo…. LUMOS SOLEM!- urlò Draco.
Il suo è stato un incantesimo intelligentissimo da parte sua, la bacchetta ha sprigionato una luce tanto luminosa, così tanto, che ora Appio si stava contorcendo urlando
-Aaaaah! Aiuto! Mi ha accecato, i miei occhi!-.
-Era quello il mio obiettivo!- disse Draco avvicinandosi all’Auror e scalciandogli via la bacchetta lontano -Volevo accecarti, per disarmarti, e adesso dovrò stordirti. Stupeficium!- urlò Draco prendendo in pieno l’avversario che ora era privo di sensi.
Harry stava assistendo alla scena, Draco era veramente migliorato nei duelli uno contro uno; Blaise invece stava ancora lottando con Jones mollandosi a vicenda calci e pugni con mani e gambe.
A quanto pare, il biondo Auror, se l’ha cavava benissimo anche alla Babbana, -Forza, non ti conosco, ma non vedo il perché, tu non riesca ad alzarti!- disse Jones cercando di stuzzicare Blaise per farlo arrabbiare e perdere il controllo.
In verità, Jones, non lasciava la possibilità a Blaise di alzarsi, visto che gli stava mollando calci sempre più potenti, -Reagisci!- urlava ancora Jones.
Harry non sapeva che fare -Lascialo stare!- urlò lui.
-Potter, sei ancora vivo!-.
-Harry scappa!- disse Blaise da terra.
-Ti prego Harry, vai via, c’è la caviamo da soli!- urlò Draco che stava arrivando.
-No! Io ora rimango a combattere-.
-Ma che scena commovente, Pottino non vuole abbandonare i suoi amichetti!- disse Jones -Che scena dolce…. CRUCIO!-.
-Protego!- disse Draco proteggendo Harry.
-Hey! A te penserò dopo!- disse Jones -Ma prima Petrificus Totalus!-; Draco fu immobilizzato, e cadde a terra.
-Bene, poi tocca a te- disse dando un calcio a Blaise in faccia, facendo svenire pure lui -Non servivano neanche gli incantesimi con te! Bene Potter ora…. CONFRINGO!-.
-Protego!- ma Harry non riuscì a parare il colpo a sufficienza e cadde ancora a terra.
-Ah-ah-ah!- rise Jones sarcasticamente -Sei patetico! Ma sarò lodato con l’Ordine di Merlino e forse Seconda Classe al Ministero, solo per averti catturato Potter!-. 
Harry era ormai con le spalle al muro; che fare? Si chiedeva.
-Vediamo di farla finita con te, una volta per tutte, Stup….-.
-RICTUSEMPRA!- urlò una voce di una persona, che ad Harry non veniva in mente, e che probabilmente conosceva poco, solo quando vide il volto del suo salvatore, apparve tutta la sua sorpresa sul volto -Nott?-.
-Che stai facendo ancora qui Potter?- urlò Nott infuriato -Penso io a Draco e Blaise, tu pensa ad andartene, in qualsiasi modo tu ci sia riuscito-.
-Grazie Nott- riusciva a dire solo questo Harry.
-Non montarti la testa Potter, l’ho fatto solo per Pansy, me l’ha chiesto lei di venire a soccorrerti!-.
-Va bene!- disse Harry avviandosi di nuovo verso il Platano Picchiatore.
-Non ti conviene andare lì, ci sono un mucchio di Auror; un ragazzino, ti vuole incontrare all’ingresso del campo di Quidditch-.
-Chi?>> chiese Harry.
-Non lo so, tu va e basta! Addio Potter!- lo salutò Nott prendendo in spalla Blaise e Draco, salendo su per il castello.

Chi voleva incontrarlo a quell’ora della notte? C’è solo un modo per scoprirlo, pensò Harry, doveva andare al campo di Quidditch anche se sapeva che poteva essere una trappola ma ormai era pronto a tutto.
Prese la strada che aveva fatto per entrare, solo che la fece al contrario. Chi sarà mai? Chi vuole incontrarmi a quest’ora della notte? Come ha fatto a sapere che sarei venuto? Qualcuno deve aver fatto la spia, pensò Harry.
-Ma che imbecille che sono!- si stava ripetendo più e più volte Harry appena arrivò ai piedi della scalinata della Rimessa delle Barche -La Mappa del Malandrino!- urlò Harry.
La prese; avrebbe capito se poteva essere una trappola, o un vero e proprio modo per fuggire.
-Giuro Solennemente di Non Avere Buone Intenzioni!- disse Harry più velocemente che poteva, e subito Hogwarts gli apparve, per la seconda volta in quella notte.
Cercò con le mani tremanti il nome di colui che voleva incontrarlo: Silente? No lui era ancora nel suo ufficio. Piton? No era al terzo piano con il Professor Lupin. La McGranitt? No era al quarto piano. Hagrid? Era nella sua capanna. La Cooman? Non diciamo stronzate! Stava pensando Harry.
-Gary?- lesse Harry stupito vedendo il nome del giovane Gary Fletcher, di casa Corvonero e del primo anno, a cui Harry aveva salvato la pellaccia -Che cosa ci fa a quest’ora?- si stava chiedendo Harry.
Guardò la luna; era piena, fu allora che si accorse che era Natale da ben venti minuti; voglio tornare dai miei amici, si stava ripetendo Harry.
Salì le scale più velocemente che poteva, sentendo il freddo vento che gli sbatteva in faccia e sul corpo. Quando arrivò nel giardino in Pietra, si nascose tra i cespugli; Gary era in piedi, davanti al portone -Gary!- urlò sottovoce Harry -Gary!- fu solo quando Harry lo chiamò per la quarta volta che il giovane si accorse della sua presenza.
-Harry!- disse Gary a voce alta, -Ssssh!- disse Harry -Vieni qua!- gli ordinò a bassa voce, e il piccolo Fletcher arrivò davanti al cespuglio e si nascose col ragazzo che ormai era ricercato da tutto il modo magico.
-Che cosa ci fai qui?- gli chiese in maniera severa il Grifondoro -A quest’ora della notte? A parlare con uno dei ragazzi più ricercati dal mondo Magico? Con un sacco di Auror nei paraggi?-.
-Io dovevo aiutarti!-.
-E cosa diavolo vorresti fare?!- chiese ancora Harry -Sono nei guai, gli Auror che ho fatto svenire, mi stanno cercando, la mia ragazza, per cui ho rischiato la vita, mi ha lasciato, sono senza via di fuga e….- ma Gary lo interruppe -Ricordi, quando ti sei auto-accusato della sigaretta?- gli chiese calmo, Harry era sorpreso; nonostante la grande ramanzina che gli aveva fatto, il ragazzo era tranquillissimo.
-Si, certo che me lo ricordo- gli rispose Harry a sua volta calmo.
-Bè, io ti avevo promesso che ti avrei restituito il favore; ed ora eccomi qua!-.
-Come facevi a sapere che sarei venuto qui stanotte?-.
-La lettera che hai mandato a Pansy Parkinson-.
-L’hai rubata?-.
-No!- gli rispose Gary leggermente offeso -Gli era caduta! Ho provato a restituirgliela, ma è entrata a Pozioni; e siccome Piton mi fa una tremenda paura, attesi che arrivasse l’ora di pranzo; e poi quando ho visto il tuo nome la curiosità a prevalso sull’onestà e lo letta!-.
-D’accordo, ma come vorresti aiutarmi a fuggire?-.
-Ho visto che c’erano tanti Auror di pattuglia, nonostante fosse la Vigilia di Natale, e allora mi è venuta in mente un idea-.
-E sarebbe?- chiese con tutta la curiosità del mondo.
A quel punto Gary mise la mano in tasca, e ne estrasse una piccola pietra nera. -Che roba è?-.
-Questa, è Polvere Buiopesto Peruviana!-.
-Un cosa?-.
-Polvere Buiopesto Peruviana Harry! Il nome dice tutto! Te ne serve solo uno per riempire un intero territorio di un fumo nero. Con questa, la fuga è sicura!-.
-E come la faccio esplodere?-.
-Devi buttarla a terra!-.
-Ok! Dammela per favore!- chiese, e Gary gliel’ha consegnò subito.
-Bene! Ora vai Gary!-.
-Adesso siamo pari!- disse Gary allontanandosi dopo essersi dato il cinque. Grazie Gary, pensò Harry.
Ora si avviava al Platano Picchiatore camminando, senza alcuna preoccupazione, sapendo di avere la fortuna dalla sua parte. Come aveva potuto lasciarlo Pansy? Come faceva a pensare che non sarebbe durata? E’ stato uno stupido a scappare! Ora la sua situazione si aggraverà ancora di più. Domani mattina, tutti i giornali avrebbero parlato di lui, e del fallimento del Ministero di non essere riuscito a catturare il giovane tredicenne.
Harry, stava a pensando; ma non aveva dubbio, altre spiegazioni. Pansy, stava adorando un altro ragazzo. Come aveva osato? Si chiese ancora Harry, lui, che non aveva fatto altro che pensare a lei. Lui, che era entrato ad Hogwarts di nascosto, solo per vederla. Lui, che non l’avrebbe mai tradita. “Prendiamoci un periodo di riflessione” aveva detto lei. Forse non era del tutto convinta; sperava solo quello Harry.
-Eccolo è lui!- urlò uno dei quattro nuovi Auror.
Gli stavano venendo incontro -Forza ragazzi!- urlò un altro -All’attacco!-.
Ma che barba! Pensava ancora Harry; non voleva nemmeno sprecar fiato; buttò a terra la pietra nera con violenza, sprigionando, come aveva detto Gary, una grande nebbia nera.
-Dov’è?! Non lo vedo!- urlavano tutti.
-Sparate incantesimi a caso!- urlò uno.
-Oh merda!- disse Harry.
-Stupeficium!-.
-Expelliarmus!-.
-Confringo!-.
-Flipendo!-.
-Fattura Orco-Volante!-.
-Rictusempra!-.
-Petrificus Totalus!-.
-Immobilus!- stavano urlando più incantesimi possibili, sperando il bene; avvolte si colpivano a vicenda. Harry riusciva ad evitare gli incantesimi, non sapeva neanche lui come ci riusciva.
-Sectumsempra!- urlò uno.
-Aaaaaah!- urlò Harry. Un incantesimo l’aveva colpito, ed il suo braccio perdeva sangue; la ferita era molto profonda. Nessuno si era accorto di Harry; riuscì ad infilarsi dentro il Platano Picchiatore, che era furioso per averlo svegliato.
E si avviò, verso la Stamberga Strillante, dove c’era Ron ad aspettarlo. Harry camminava con un braccio, che ancora perdeva sangue.
   
 
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