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Autore: Rebekah Lightwood    03/01/2014    1 recensioni
I nostri eroi di Beacon Hills sono al sicuro, ma da quando Scott, Stiles e Allison hanno aperto l'accesso del Nemeton qualcosa o qualcuno di pericoloso è arrivato in città e loro dovranno cercare di fermarlo
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 8

INVISIBILE

 
 
Dopo quello che avevamo scoperto da Deaton riguardo il Mutaforma avevamo deciso di tornare ognuno a casa propria.
Osservavo il soffitto dal mio letto, ero davvero stanco e avevo bisogno di riposo, ma proprio non riuscivo a dormire…
«Scott?»
Mi alzai di scatto al suono di quella voce… Una voce sconosciuta per me.
«C’è nessuno?» gridai ad alta voce, stavo sudando freddo.
«Scott non mi vedi?» mi chiese una voce forte, rauca e da brivido.
«Mostrati bastardo!» Urlai… Decisi che se avrei dovuto affrontare qualunque cosa fosse, era meglio essere preparati, lasciai uscire artigli, e zanne. E così mi trasformai…
«Ma sono proprio dietro di te… » urlò, dovetti tapparmi le orecchie, il suo urlo non era per niente umano.
Mi sentì catapultare fuori dalla finestra della mia stanza, caddi sopra un auto. Mi alzai in piedi e mi accorsi che ero ferito e non guarivo. Merda! Alzai lo sguardo verso la casa e vidi un ombra… Una sagoma nera. Mi lanciò qualcosa, abbassai gli occhi per vedere cosa fosse. Lo raccolsi e notai che in mano avevo un altro pezzo di maschera. Il pezzo mancante di quella trovata a casa di Lydia. Lo raccolsi ed iniziai a correre… Le chiavi della moto erano in casa e non volevo tornare in quella casa, presi il cellulare dalla tasca e chiamai mia madre.
Al terzo squillo rispose «Scott? Stavo pensando che dici se invitiamo i tuoi amici per cena?»
«Mamma! Dio stai bene! Mamma sarebbe stata un’ottima idea davvero ma… ti prego non tornare per nulla al mondo a casa… » ansimavo, la ferita al torace mi faceva malissimo.
«Scott? Cosa sta succedendo? Scott? Perché stai correndo? Sei parecchio affannato!» stava andando nel panico…
«Mamma tranquilla io sto bene, ma sta succedendo qualcosa, appena finisci il turno in ospedale vai a casa di Stiles, io ti aspetterò li, va bene?»
«Va bene Scott… ma» chiusi la chiamata. Non potevo darle spiegazioni al telefono.
Arrivai da Stiles in cinque minuti. Entrai senza bussare…
Il padre di Stiles era in ufficio, quindi in casa doveva esserci solo lui, salì al piano di sopra e trovai Stiles… Stava scrivendo al computer, sicuramente altre sue ricerche sui Mutaforma… Mi avvicinai piano a lui e notai che sul computer era scritta sempre la stessa frase, ma scritta più volte...

BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE. BANSHEE.
 
«Stiles?» mi avvicinai molto lentamente, era completamente preso a scrivere questa parola infinite volte come in trance…
«Stiles!» urlai, un urlo forte, da far tremare tutti gli oggetti nella camera. In quel momento Stiles uscì dalla trance.
Mi guardò confuso «Scott? Da quanto tempo sei qui? Io stavo cercando notizie sul Mutaforma, guarda cosa ho trovato…» si voltò verso il computer e rimase bloccato, andò avanti con le pagine e notò che c’era scritta sempre la stessa parola.
«Ma cosa? Ma…» si voltò verso di me «Sono stato io?» lo guardai negli occhi e annuì, si prese la testa fra le mani. 
«Non so cosa mi sta succedendo!».
Aveva gli occhi lucidi… alzò la testa e spalancò gli occhi «Sei ferito? Scott sei ferito! Perché non guarisci?» mi disse sconvolto.
«Non ne ho idea. A casa mia c’era qualcuno, ho sentito una voce che mi chiamava, ma non vedevo nessuno, non c’era nessuno, quando ho chiesto di farsi vedere lui, questa cosa mi ha spinto giù dalla finestra e non so come mi sono ferito, anzi mi ha ferito e dalla finestra della camera mia mi ha lanciato questa…» uscì dalla tasca l’altro pezzo di maschera mancante. Stiles di alzò dalla sedia e la esaminò.
«Dobbiamo fare qualcosa! Chiamo Derek, Deaton, Lydia…» e osservò il computer «Tutti quelli che ci possono dare una mano.»
«Ho detto a mia madre di venire qui più tardi quando finisce il turno. Non voglio farla entrare in casa»
«Hai fatto benissimo. Potete restare qui quanto volete, avviso anche mio padre… non voglio più mentirgli».
Mi appoggiai sul suo letto, il dolore non passava ma riuscivo a sopportarlo. Stiles iniziò a parlare al telefono ed io mi addormentai. E per la prima volta avevo il terrore di dormire.
  
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