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Autore: VahalaSly    03/01/2014    4 recensioni
"[...]Improvvisamente vidi un'ombra vicino al Platano Picchiatore; sembrava essere appena uscita dal tronco, cosa altamente improbabile. Severus sembrò vederla a sua volta, poiché si lanciò all'inseguimento. Raggiunse il Platano Picchiatore e lanciò un incantesimo, così che l'albero smettesse improvvisamente di muoversi.
Sentii letteralmente la mia mascella in caduta libera.
Prima che potesse fare anche solo un altro passo però, un'altra figura si diresse correndo verso di lui. Lo raggiunse e lo bloccò, parandoglisi davanti."
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Caddi a terra, il sangue che mi colava lungo la schiena. Mi posai una mano sul retro del collo, provando a fermare il flusso mentre cercavo di pensare a come poter scappare. Il terrore però mi annebbiava la mente e il sangue che stavo perdendo di certo non mi aiutava. Cominciavo già a sentire le membra più pesanti, la forza abbandonarmi; era una sensazione leggera, ma sapevo che se Greyback avesse continuato di questo passo avrei presto perso i sensi.

Una mano mi sollevò bruscamente, senza darmi il tempo di riprendermi. Strinsi gli occhi, promettendomi che questa volta non avrei gridato; non potevo permettermelo, né volevo dare questa soddisfazione a Fenrir.

Lui mi afferrò con forza i capelli, tirandomi la testa all'indietro. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime, perciò gli serrai con forza, decisa a non mostrarmi debole, non davanti a quel mostro.

Afferrò la mia mano destra, stringendola con forza nella sua. Sentii le ossa stringersi tra di loro, cominciando piano a rompersi; il dolore era accecante, ma io strinsi la lingua tra i denti, trattenendo le grida che minacciavano di uscire.

Greyback non sembrò apprezzare il mio gesto, poiché la presa si fece più forte. Lentamente e con agonia, ascoltai con orrore il rumore delle mie dita che si spezzavano, il sapore del sangue si diffondeva per la mia bocca mentre continuavo a mordermi la lingua senza pietà.

Sto perdendo la pazienza ragazzina” ringhiò il licantropo ad un soffio dal mio orecchio “Urla, o la prossima cosa che affonderà nel tuo collo saranno i miei denti”

Spalancai gli occhi, perdendo la concentrazione e emettendo un nuovo urlo quando l'ennesimo osso si spezzò, facendomi perdere completamente la sensibilità nella mano. Il panico si fece strada nella mia mente al pensiero del morso di Greyback: avrebbe avuto effetto anche se non vi era la luna piena? Poteva passarmi comunque la sua maledizione?
Ero terrorizzata.

Lui rise con soddisfazione, strofinando il suo naso ai miei capelli “La carne giovane è la migliore, e il tuo profumo mi fa venire l'acquolina in bocca”

Un brivido mi percorse la schiena, lasciandomi per un secondo senza fiato. Era piuttosto chiaro che non mi sarei dovuta preoccupare di diventare un lupo mannaro: se mi avesse morso, l'avrebbe fatto per mangiarmi.

Ero combattuta tra il disgusto e il panico, cercando di ignorare il suo respiro sul mio collo sanguinante. Sapevo di servirgli ancora, almeno per qualche minuto. Dovevo approfittarne, dovevo trovare il modo di recuperare la bacchetta alle mie spalle; non mi era sfuggito il fatto che Greyback non sembrava aver tirato fuori la sua, forse sicuro di non averne bisogno.

Se ne sarebbe pentito.

Vuoi sapere un segreto?” mi domandò, la voce disgustosamente suadente “Questa idea del sangue puro e il sangue sporco, di come uno sia migliore dell'altro... sotto le mie fauci, avete tutti lo stesso, squisito sapore”

Scossi appena le spalle cercando di liberarmi dalla sua stretta, ma riuscii solo a renderla più forte. Le sue parole mi nauseavano, facendomi sentire sporca, contaminata. Non volevo ascoltarlo, non mi interessava sapere cosa pensasse. Sapevo che stava cercando di spaventarmi, di causarmi quanto più terrore possibile prima di uccidermi. Non potevo permetterglielo. Dovevo essere lucida e veloce se volevo liberarmi e scappare. Non c'era spazio per la paura nella mia fuga.

Mossi bruscamente il braccio, colpendo Greyback allo stomaco con un gomito e sfuggendo per qualche istante dalla sua presa. Mi riafferrò subito, ridendo come se trovasse incredibilmente divertente il mio gesto, poi tirò indietro la mia spalla sinistra, facendola scrocchiare con un orribile suono che risuonò nel silenzio della notte. Urlai ancora, cadendo a terra con un tonfo, mentre Greyback continuava a ridere, lo sguardo puntato dritto davanti a sé “Sei una cosina divertente”

Strisciai lentamente in avanti, rischiando di emettere sospiro di sollievo alla familiare sensazione della mia bacchetta sotto le dita. La strinsi appena, sentendo un dolore immenso mentre piegavo le dita rotte. Pensai di cambiare mano, ma il braccio sinistro non rispondeva ai miei comandi, non lasciandomi altra scelta che utilizzare la mano destra.

Greyback intanto non sembrava essersi accorto di niente, lo sguardo che ancora scrutava il paesaggio davanti a sé “Ce ne sta mettendo di tempo” sghignazzò, spostando gli occhi su di me “Mi sa che dovremo divertirci ancora un po'”

Potrebbe non venire mai” sussurrai, la voce resa roca dal dolore “Potrebbe essere tornato al castello”
Speravo vivamente l'avesse fatto, ma sapevo anche che era una speranza vana.

Greyback emise uno sbuffo divertito “Forse, se avesse nascosto l'istinto di protezione nei tuoi confronti un po' meglio, ci avrei anche potuto credere”

Rallentai il mio respiro, assicurandomi di sentire la bacchetta stretta con sicurezza tra le dita. Sapevo di avere solo una possibilità.

Potrebbe aver chiamato degli auror. Non avrai scampo allora” dissi, cercando di distrarlo mentre mi voltavo verso di lui, sollevando il busto e nascondendo la bacchetta dietro la schiena. Lui scosse la testa, tornando a guardare in lontananza “Rischiando di finire ad Azkaban con me? Spero proprio che non sia così stupi-”

Spostai il braccio, puntando la bacchetta verso il petto di Greyback. Quello non fece nemmeno in tempo ad accorgersi del mio movimento, che lo schiantesimo lo colpì in pieno, facendolo cadere a terra.

Rimasi a terra per qualche istante ancora, tremante. Osservai Greyback a terra, sollevandomi di scatto non senza difficoltà, la mano che pulsava rilasciando ondate di dolore in tutto il braccio. Dovevo fuggire all'istante, sapevo che l'incantesimo non sarebbe durato molto. Mi voltai verso Hogmeade, preparandomi a correre con tutto il fiato che avevo in gola.

Sirius!

Girai di scatto la testa verso l'apertura della caverna, osservando il gioco di luce e ombre sulle sue pareti che ora sapevo essere causate dal fuoco. Sirius era lì, ferito.

Mi immobilizzai. Non potevo restare qui, saremmo solamente morti entrambi. Dovevo andarmene, ero sicura che anche lui sarebbe stato d'accordo. Dovevo salvarmi, mettere me stessa prima di ogni cosa, così come avevo sempre fatto. Sapevo che era così.

Allora perché continuavo a guardare la caverna, senza muovere un passo in direzione della mia libertà?
Perché sentivo quell'immenso dolore al petto al pensiero di abbandonare Sirius?

Non avrei mai potuto salvarlo! Avevo una spalla slogata ed una mano rotta, oltre ad essere completamente fradicia del mio stesso sangue. Se fossi tornata indietro, non me ne sarei mai andata.

Eppure sapevo che l'idea di andarmene senza Sirius non era nemmeno una vera possibilità.

Con uno sbuffo infuriato mi diressi a passo spedito verso l'apertura, maledicendo la mia debolezza. Stupida, stupida! Continuai a ripetermi mentre entravo nella caverna, avvicinandomi veloce al corpo supino di Black, circondato da una piccola pozza di sangue.

Un pensiero orribile si fece strada per la mia mente, facendomi provare un terrore sordo. Voltai il ragazzo bruscamente, scuotendolo per le spalle con forza “Sirius? Sirius, svegliati!”

Lui non diede segno di avermi sentito, il volto pallido e un grosso taglio sulla fronte che mi spaventavano più di quanto volessi ammettere “Sirius, maledizione! Svegliati! Svegliati subito!”

Gli lasciai le spalle di colpo, la mia mente che si rifiutava di elaborare quello che i miei occhi mi stavano chiaramente mostrando. Un impeto di rabbia mi fece sollevare la mano di scatto, per poi sbatterla con forza sulla guancia del ragazzo. Me ne pentii all'istante quando un atroce dolore mi paralizzò, riempendomi gli occhi di lacrime e lasciandomi senza fiato.

Stai piangendo per me? Non ti avrei mai detto così sentimentale” sussurrò una voce accanto a me. Mi asciugai veloce gli occhi, osservando con sorpresa Sirius mettersi seduto, una mano premuta sulla fronte “Che male, maledizione”

Sei vivo!” esclamai sorpresa, guardandolo incredula. Eppure pensavo...credevo...

Se lo dici così sembra quasi che ti dispiaccia”

Scoppiai a ridere, una risata quasi isterica. Era vivo.

Sirius mi osservò preoccupato, il volto che si rabbuiava di più ogni secondo che passava “Cosa ti è successo?”

Scossi la testa, sollevandomi in piedi e lanciandogli uno sguardo veloce “Non c'è tempo di spiegare, dobbiamo andarcene immediatamente”

Lo osservai sollevarsi, le gambe che sembravano non essere in grado di reggere il suo peso “Woah, è la stanza che sta girando o sono io?” borbottò, piegandosi pericolosamente verso sinistra. Gli andai accanto, porgendogli la spalla destra prima che si ritrovasse completamente disteso a terra e aspettando mentre mi circondava incerto con un braccio, quasi temesse che potessi rompermi sotto il suo tocco.

Aggrappati per bene, non ho il tempo di raccoglierti da terra” lo avvertii, trattenendo un gemito quando la sua mano strinse con forza la mia spalla sinistra. Strinsi i denti e mi feci forza, camminando a grandi passi verso l'apertura. Superare quella fu più difficile: era troppo stretta perché potessimo passarci entrambi contemporaneamente, così dovetti passare per prima per poi voltarmi ad aiutare Sirius, il quale continuava a borbottare di non aver bisogno del mio aiuto.

Appena riuscimmo ad uscire entrambi mi voltai veloce, il terrore di avere Greyback alle spalle. Dietro di me non vi era niente, ma quando spostai lo sguardo mi pietrificai.

Sirius sembrò notare il mio panico, poiché automaticamente strinse la presa sul mio braccio, avvicinandosi fino a toccare la mia schiena con il suo petto “Che succede?”

Greyback... è sparito” sussurrai, indicando con un cenno della testa il punto in cui era caduto, i segni del suo atterraggio ancora ben visibili. Lentamente ripresi la mia bacchetta dalla tasca dei pantaloni, questa volta però con la sinistra; sapevo che in questo modo era inutilizzabile, considerato che mi era impossibile muovere il braccio, ma l'idea di assaggiare di nuovo il dolore che avevo provato poco prima mi terrorizzava.

Forse se n'è andato”

Annuii piano, per niente convinta “Sì, forse”

Avanzai veloce, decisa ad andarmene il prima possibile; se davvero Greyback se ne era andato, allora non ci sarebbe voluto molto perché tornasse. Non c'era tempo da perdere.

Un fascio di luce mi passò accanto, rischiando di farmi cadere a terra trascinando Sirius con me. Greyback stava davanti a noi, il sorriso che tanto detestavo ora sparito dalle sue labbra e sostituito da un'espressione infuriata.

Piegò una gamba, poi cominciò a correre verso di noi, gli occhi che bruciavano di rabbia.

Era incredibile quanto fosse veloce, sicuramente il risultato della sua natura sempre più animale; mi ritrovai bloccata a fissarlo, incapace di muovermi o di sollevare la bacchetta. Fortunatamente Sirius riuscì presto a riprendersi dalla sorpresa iniziale, afferrando la sua e cominciando a lanciare vari incantesimi, mentre Greyback li schivava senza neppure guardarlo. Un getto di luce rossa riuscì a colpirlo alla spalla, facendolo indietreggiare sorpreso e quasi cadere a terra.

E' indebolito dalla luna, pensai, ricordando quanto aveva detto Remus a proposito della notte successiva alla luna piena, il periodo in cui erano più deboli.

Non gli ci volle molto per riprendersi, tornando ad erigersi ancora più incollerito di prima. Indietreggiai, sentendo Sirius alle mie spalle fare lo stesso “Scappa Elisabeth, io lo tengo impegnato”

Seguirebbe me, sarebbe inutile” sussurrai, sapendo bene che da quando lo avevo schiantato per Greyback la situazione era diventata personale.

Dovresti andartene tu” aggiunsi. Era inutile che morissimo entrambi.

E perdermi tutto il divertimento?” scherzò, la voce spezzata che tradiva il suo panico. Gli sorrisi, sentendo uno strano tremore al petto nel vedere Sirius spaventato: ora che perfino lui che sembrava sempre essere in grado di mantenere il sangue freddo aveva paura, come avrei dovuto sentirmi io?

Un nuovo getto di luce mi passò accanto, questa volta però arrivandomi alle spalle e colpendo Greyback al volto, facendolo urlare di dolore e cadere a terra. Mi voltai sorpresa, trattenendo urlo di gioia alla vista di Remus che veniva verso di noi, il volto serio e tirato.

Incrociai il suo sguardo ed immediatamente un'ondata di vergogna mi assalì, costringendomi ad abbassare gli occhi, tenendoli fissi verso il terreno.

State bene?” domandò lui, il tono agitato. Annuii appena, continuando a rifiutarmi di incrociare il suo sguardo che sapevo benissimo essere puntato su di me, sentendone quasi il peso sulla nuca.

Solo un taglietto” borbottò Sirius, probabilmente in risposta ad una domanda silenziosa sulla sua ferita “Lei invece...”

Sto benissimo” lo interruppi, lanciandogli un'occhiata di sbieco. Non volevo che Remus si sentisse in pena per me, non volevo che vedesse quanto ero stata stupida, quanto pateticamente avevo fallito.

Mi resi conto, con sorpresa, che per qualche motivo ero ancora arrabbiata con lui. Non avrei saputo dire perché, considerato che non era lui quello che mi aveva schiantato per poi lasciarmi svenuta nella foresta, eppure era così.

Stavo impazzendo.

Quando ti ho detto di andare a cercarla, non era questo che intendevo” sentii Remus bofonchiare a Sirius, il quale alzò indifferente le spalle “Aveva buone argomentazioni”

Mi trattenni dal commentare - considerato che io non avevo argomentato proprio niente – concentrandomi invece sulla figura che ora si erigeva sopra Greyback, legandogli i polsi con un incantesimo. Assorta come ero su Remus, mi ero appena accorta della persona che era arrivata con lui, ma non appena si voltò verso di noi la riconobbi: era il caposcuola di Grifondoro, Frank Paciock.

Dovete andarvene in fretta, gli Auror saranno qui a momenti”

Lo osservai senza capire, voltandomi automaticamente verso Remus per ulteriori spiegazioni. Questo annuì, tornando poi a guardarci “Vi spiego tutto strada facendo, ora però è meglio andare”

Con un cenno veloce salutò Paciock, poi insieme ci mettemmo in marcia verso il castello.





Procedemmo silenziosi, la tensione palpabile nell'aria. Sirius, appoggiato alle spalle di Remus, aveva inizialmente provato ad intavolare un discorso, ma la totale mancanza di collaborazione mia e dell'amico gli aveva preso fatto cambiare idea.

Nonostante ci aveva promesso delle spiegazioni, Remus ancora non aveva aperto bocca, e per quanto io odiassi essere all'oscuro di quanto fosse successo non avevo il coraggio di rivolgergli la parola.

Sapevo bene quanto mi stessi comportando da codarda, nascondendomi dietro il silenzio piuttosto che affrontare le conseguenze delle mie azioni, ma quasi speravo che se fossi rimasta abbastanza a lungo invisibile tutti i miei problemi sarebbero spariti.

James è in infermeria” annunciò improvvisamente Remus, facendomi quasi sussultare “Ha detto di essere caduto dalle scale andando in bagno. Non sono sicuro che gli abbiano creduto”

Sirius rilasciò uno sbuffo divertito, poi tornò serio “Si sono accorti della nostra assenza?”

Non lo avevano fatto quando me ne sono andato, non la tua almeno” disse, lanciandomi un'occhiata veloce “Frank si è assicurato di coprirti, ma non possiamo sapere se qualcuno nei sotterranei ha notato che Elisabeth non è lì”

Non se ne accorgono mai” borbottai, scrollando le spalle. Avevo passato più giorni fuori dal mio letto che dentro ormai, e comunque dubitavo che a qualcuno interessasse dove fossi.

Nè Sirius né Remus commentarono, ma non mi sfuggii il loro scambio di sguardi.

Sapete cosa?” esclamò Sirius a voce troppo alta per risultare naturale “Credo che mi farò il resto della strada in forma canina”

Sollevai un sopracciglio “Ma se non riesci nemmeno a reggerti in piedi!”

Non hai idea della differenza che possa fare stare a quattro zampe” dichiarò, lasciando la spalla di Remus e chinandosi su sé stesso. “Sirius, no-” non riuscii nemmeno a finire di parlare che quello si era già trasformato in una palla di pelo, la coda scodinzolante e la lingua di fuori.

Alzai gli occhi al cielo, osservandolo allontanarsi veloce nel folto della foresta. Quando tornai a guardare davanti a me, notai Remus che mi fissava imperscrutabile, il viso che non tralasciava alcuna emozione. O forse ero semplicemente io che non volevo leggere quello che aveva da dire.

Fu a quel punto che capii che Sirius si era allontanato per lasciarci da soli, forse nella speranza che risolvessimo i nostri problemi. Il bastardo mi aveva messo con le spalle al muro.

Remus mi osservò in silenzio per qualche secondo ancora, poi sospirò “Sei ricoperta di sangue”

Sì, ultimamente mi succede spesso” borbottai, desiderando che il sangue fosse davvero il peggiore dei miei problemi in quel momento: dei dolori lancinanti mi impedivano di muovere il braccio sinistro, lanciando fitte gelate alla schiena ogniqualvolta mi giravo. La mano destra invece pulsava dolorosamente, ed ero piuttosto sicura di aver visto un osso spuntare dalla carne quando la avevo alzata per colpire Greyback, così ora la tenevo nascosta dietro la schiena. Non sapevo come avrei fatto: era chiaro che andare in infermeria non era un'opzione, considerato che vi era già James; inoltre per me sarebbe stato un po' più difficile giustificare le mie ferite. Sembrava che in qualche modo avrei dovuto cavarmela da sola, e Merlino sapeva quanto ero terrorizzata all'idea dei danni che avrei potuto farmi cercando di maneggiare magie che chiaramente non conoscevo.

Perché Paciock è venuto con te?” domandai, cercando di distrarmi dai miei stessi pensieri. Remus sembrò incerto per qualche istante, probabilmente rendendosi conto di quanto disperatamente stessi cercando di cambiare discorso, ma alla fine lasciò correre “Facendo parte dell'Ordine della Fenice... ufficialmente, sarà ben più facile per lui spiegare la sua presenza al rifugio di Greyback”

Quindi sa...”

No, no. L'ho incontrato in corridoio mentre accompagnavo James all'entrata dell'infermeria e poiché Sirius non era ancora tornato... ho pensato potesse servirci aiuto. Gli ho spiegato che avevamo trovato Greyback, che l'avevamo affrontato e che le cose erano andate... non secondo i piani. Gli ho spiegato che tu e Sirius eravate ancora nella foresta, che non sapevo cosa vi fosse successo...”

Di nuovo, Remus aveva mentito piuttosto che riferire cosa avevo fatto. Sentii nuovamente una punta di rabbia, ma cercai di ignorarla, sempre più incerta su come interpretarla.

Gli ho detto che non potevo dargli spiegazioni, ma lui ha accettato comunque di venire con me a cercarvi. Siamo tornati indietro il più in fretta possibile, e io ho seguito le indicazioni che ti aveva dato quel Mangiamorte” mi lanciò una veloce occhiata, spostando poi lo sguardo verso un punto imprecisato del terreno “Il resto lo sai”

Non l'ho ucciso” sussurrai, chiedendomi immediatamente perché tra tutte le cose che avrei potuto dire avessi scelto questa “Mi sono fermata”

Remus sollevò nuovamente lo sguardo verso di me, piegando appena la testa di lato “Lo so”

Ed ora lui dirà agli Auror di te”

No, non lo farà” ribadì veloce lui, avvicinandomisi di qualche passo “Frank è uno dei migliori con gli incantesimi di memoria. Greyback non si ricorderà niente”

Abbassai lo sguardo “Però vivrà. Vivrà nonostante tutto quello che ha fatto”

Se non hai cambiato idea riguardo alla sua morte, perché ti sei fermata? Perché non l'hai ucciso?” anche senza guardarlo riuscivo benissimo a pitturarmi la sua espressione, le sopracciglia corrugate e lo sguardo confuso.

Perché sono troppo egoista per perderti” sussurrai, rifiutandomi di alzare lo sguardo “Anche se forse ci avrei dovuto pensare prima”

Non vi fu alcuna risposta alla mia affermazione, e io sentii il mio cuore comprimersi su se stesso, come se improvvisamente non ricordasse più come battere. Eppure, sapevo bene che non potevo stare a compiangermi: qualunque fosse stata la scelta di Remus io avrei dovuto accettarla, e tornare a vivere la mia vita. Sapevo che lo stavo perdendo quando avevo lanciato quel maledetto schiantesimo, lo sapevo mentre mi allontanavo per andare incontro a Greyback. Forse, l'unico rimpianto era proprio quello di non aver finito ciò per cui mi ero presa così tanto disturbo.

Sollevai di scatto la testa quando sentii qualcuno toccarmi le spalle, ritrovandomi improvvisamente stretta in un abbraccio. Il familiare profumo di Remus mi avvolse, e immediatamente sentii i miei muscoli distendersi, il mio respiro tornare lento e regolare come non era ormai più da ore. Ignorai il dolore alla spalla, lasciandomi cullare dal battito del cuore del ragazzo, ascoltando il suo petto alzarsi ed abbassarsi sotto la mia guancia. Prima di rendermene conto gli occhi mi si riempirono di lacrime che lasciai scivolare silenziose sul volto, lasciando che portassero via con loro tutta la tensione di quella notte.

Non potresti mai perdermi” sussurrò Remus senza lasciarmi andare “Spesso avrei voluto poterti lasciar andare per tenerti al sicuro, ma ormai so bene che non sono in grado di farlo”

Mi posai completamente su di lui, sentendo tutta la stanchezza accumulata piombare su di me, le mie stesse gambe che facevano fatica a reggermi “Volevo davvero farlo, ucciderlo. Lo voglio ancora. Sono così e non posso cambiare, né voglio farlo”

E io non voglio che tu lo faccia” disse Remus, accarezzandomi i capelli in familiari gesti “Questo non vuol dire che non faccia fatica ad accettare le tue idee, ma sapevo in cosa mi stavo imbattendo dal primo momento in cui ti ho vista”

Immagino dovremo lavorarci su” dissi, chiudendo gli occhi “Imparare a trovare dei compromessi”

Remus avvicinò il viso al mio collo, così da sussurrare direttamente nel mio orecchio “Non vedo l'ora di incominciare”

Sorrisi sincera, poi mi lasciai andare all'oscurità, finalmente tranquilla.





Aprii gli occhi lentamente, solo per richiuderli di scatto quando un forte getto di luce li colpì, rischiando di accecarmi. Qualcuno al mio fianco si mosse, provocando il leggero stridio di una sedia.

Mi voltai di lato, cambiando immediatamente idea quando sentii una fitta alla spalla. Alzando il braccio destro così da ripararmi il volto, provai nuovamente ad aprire gli occhi.

La prima cosa che notai, indubbiamente, fu il gesso che, partendo da appena sotto il mio gomito, scendeva fino a avvolgere completamente la mia mano, facendo sembrare il mio braccio una specie di enorme fiammifero bianco.

Lo spostai lentamente, riconoscendo all'istante l'ambiente in cui mi trovavo come l'infermeria di Hogwarts, compresa di James addormentato a qualche letto di distanza.

Qualcuno si schiarì la voce alla mia destra, facendomi voltare sorpresa nella sua direzione. Il professor Silente era seduto accanto a me, gli occhiali a mezzaluna sempre in bilico sulla punta del suo naso e un sorriso gentile stampato sul volto.

Ben tornata tra noi signorina Whincester” disse, facendomi un leggero cenno di benvenuto con la testa. Io non risposi, troppo sorpresa per riuscire a fare alcunché. Avevo come l'impressione che mi mancasse un immenso pezzo del puzzle, fondamentale per comprendere che diamine stesse succedendo.

Si starà chiedendo cosa ci faccia io qui, immagino” disse lui, intuendo i miei pensieri. Annuii piano, sollevandomi lentamente a sedere “A dirla tutta” cominciai diffidente, incerta su cosa il preside sapesse e cosa no “Non so nemmeno cosa ci faccio io”

Ah, signorina Whincester, domanda interessante. Ammetto di essermi chiesto lo stesso quando il signor Lupin è entrato di corsa del mio ufficio in piena notte accompagnato dal signor Black e portando lei svenuta, ricoperta di sangue e con varie ossa rotte tra le braccia”

Spalancai gli occhi. Che diamine gli era passato per la testa?

Non sono sicuro di voler davvero sapere come facessero a conoscere la parola d'ordine per entrarvi, ma so che avrei dovuto aspettarmelo. Ho il sospetto che la conoscenza che hanno i suoi amici di questo castello sia inferiore solamente a quella dei nostri elfi domestici”

Dove, ehm” mi schiarii la voce “Dove sono adesso?”

Silente sollevò le sopracciglia “Oh, credo proprio che in questo momento siano nelle cucine a preparare il pranzo”

Lo osservai interdetta, poi abbassai le spalle con esasperazione “Non gli elfi domestici. I ragazzi”

Oh! Ma certo” borbottò, e quasi mi parve di vedere un cipiglio divertito nel suo sguardo “Il signor Lupin e il signor Minus sono a lezione, il signor Potter riposa qualche brandina più in là e, con estremo disappunto di Madama Chips, il signor Black si è allontanato dall'infermeria alle prime luci dell'alba, tornando a dormire nel suo letto” abbassò la voce, avvicinandosi a me con fare cospiratorio “Cosa per cui non lo biasimo. Io stesso ho avuto la malasorte di dormire in uno di questi letti un paio di volte, e ricordo bene di essermi svegliato con un molestante mal di schiena”

Sollevai ed abbassai la testa in quello che doveva essere un cenno di comprensione, ma tutto ciò che riuscivo a pensare era che quest'uomo era l'unico che Tu-Sai-Chi temesse, ed era completamente pazzo.

Tornando a noi” borbottò, risistemandosi sulla sedia “Il signor Lupin ha seguitato a raccontarmi quello che è accaduto con Fenrir Greyback. Scelta poco saggia quella di andare a cercarlo, lo ammetto, ma prova di grande coraggio”

Non riuscii a trattenermi “Non era coraggio, non da parte mia” dichiarai “Volevo solo mettere Remus al sicuro”

Per via della sua condizione, immagino”

Mi resi conto troppo tardi di aver detto troppo. Silente non sapeva che ero al corrente della maledizione che affliggeva Remus, e forse quest'ultimo voleva che rimanesse così.

Di nuovo, il professore sembrava sapere esattamente cosa mi passasse per la testa: “Oh, non si affligga. Il signor Lupin si è premurato di farmi sapere che il suo segreto è condiviso tra i suoi amici ormai da un periodo relativamente lungo”

Mi rilassai, trovandomi nuovamente a chiedermi quanto Silente effettivamente sapesse. Remus gli aveva forse anche detto che Sirius, Peter e James erano animagi? Per qualche ragione, ero convinta non l'avesse fatto.

Il fatto che lei abbia rischiato la vita per salvarlo dimostra un grande coraggio, che lei sia d'accordo o meno”

Non sono una persona coraggiosa” ribadii allora, decisa per qualche motivo a smontare la sua idea. Sapevo perché avevo fatto quello che avevo fatto, sapevo come, e il coraggio c'entrava ben poco “Ero terrorizzata”

Ed è proprio questo che la rende tale” ribadì l'uomo, sorridendo sincero. Mi rabbuiai. Vecchio testardo! Non ne voleva sapere di mollare l'osso.

Silente si sollevò, sollevando la sedia e adagiandola con estrema lentezza accanto al tavolino alla destra del letto. Quando ebbe concluso il suo lavoro tornò a rivolgermisi, non prima però di essersi aggiustato gli occhiali ormai prossimi alla caduta: “Poiché sono al corrente che sono ormai mesi che sa del piccolo segreto del signor Lupin, non credo ci sia bisogno che mi raccomandi con lei tenere l'informazione assolutamente privata. Anche se ricordo di aver pensato lo stesso con il signor Lupin ed ora sembra che la metà dei suoi compagni di stanza ne siano al corrente, più qualche aggiunta esterna” borbottò, lanciandomi un'occhiata complice. Lo fissai sempre più esasperata, la mia fiducia nella possibile sconfitta di Tu-Sai-Chi che scemava di secondo in secondo.

Ritengo che i suoi amici la raggiungeranno presto, perciò ora la lascio tornare a riposare. Prima di andarmene, però, sono ben felice di annunciarle che Fenrir Greyback è stato arrestato e attualmente soggiorna in una delle celle di Azkaban, strettamente sorvegliato dai dissennatori”

Finalmente un'informazione utile “E gli altri?”

Silente piegò appena la testa, confuso “Gli altri?”

Non lo sapeva. Non sapeva che altri Mangiamorte ci avevano attaccati. Questo voleva dire che erano ancora in libertà.

Niente” dissi allora, scuotendo la testa “Non è importante”

Silente mi osservò incuriosito ancora per qualche secondo, poi si voltò e uscì dall'infermeria mentre io, con uno sbuffo, mi ributtavo pesantemente sul materasso.

Però ha ragione, mi ritrovai a pensare, è proprio scomodo.







NdA:
Ah! Eccomi qui! Avevo detto che questa volta avrei aggiornato presto, anche se ammetto di averci impiegato più del previsto. Mi prendo la libertà di dare la colpa di ciò all'uscita del nuovo episodio di Sherlock ( telefilm britannico, per chi non lo sapesse ) di un paio di giorni fa, che mi ha tramutata in una specie di budino umano incapace di fare altro che lanciare gridolini e riguardare l'episodio fino ad impararlo a memoria.

Ma, tornando a noi, finalmente stasera sono riuscita a rimettermi sotto e finire questo capitolo che è, purtroppo, il penultimo.

E sì, con il prossimo – che è ovviamente l'epilogo - si concluderà l'avventura che è stata questa fanfiction, per me scriverla e – spero – per voi leggerla. Voglio ringraziare infinitamente ( e davvero non penso di poter esprimere a pieno la mia gratitudine ) tutti coloro che hanno letto e/o recensito. Il vostro supporto è stato indispensabile per me, e voi sarete indubbiamente la cosa che più mi mancherà di questa storia.

Però c'è un però. Un però di cui parlerò meglio alla fine del prossimo capitolo. Un però molto incerto, ma possibile.

Si vedrà.


Per ora perciò mi congedo con un immenso grazie, nella speranza che, oltre ad aver ricevuto una montagna di affetto e supporto da parte vostra, io stessa sia stata in grado di darvi qualcosa. Che sia anche solo un piccolo momento di serenità.

Un abbraccio immenso.

Vahala

  
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