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Autore: Gemad    04/01/2014    1 recensioni
-Oh Harry! Io e Draco ci siamo chiariti ed ora siamo solo amici- disse Pansy -Sai stavo pensando che voi due potreste essere grandi amici-. -Cosa? Io e Malfoy.... Amici! Tu sei matta Pansy- disse Harry dandole un pugnetto sulla spalla.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 15: La notte che non ti aspettavi  

-Harry! Finalmente, cominciavo a preoc…. Harry! Che diavolo ti è successo?!-.
Harry aveva camminato per un bel po’ di tempo, ed ora si sentiva molto debole. Ron era nella Stamberga ad aspettarlo.
-Ron! Mi hanno seguito, gli Auror mi hanno attaccato, poi sono arrivati Draco e Blaise che cercavano di salvarmi, ma uno stupido Auror di nome Jones gli ha stesi, poi stava per darmi il colpo di grazia, ma è arrivato Nott, si Ron, Theodore Nott, che mi ha salvato la pelle. Stavo per avviarmi al Platano Picchiatore, ma Nott mi ha detto che c’era un gruppo di Auror che sorvegliavano la zona. Poi un ragazzino di nome Gary, di Corvonero, del primo anno, mi ha dato una specie di Pietra che fa una enorme nebbia nera, io l’ho usata, allora gl’Auror sparavano incantesimi ad occhi chiusi, riuscivo a sfiorargli, ma alla fine il Sectumsempra mi ha colpito, ed ora mi ritrovo con questo braccio che sanguina, come puoi vedere tu, vistosamente, mi sento debole, e dobbiamo tornare alla tenda prima che trovino le mie tracce di sangue lasciate lungo il cammino- disse Harry che aveva parlato, cercando di spiegare la cosa, più velocemente che poteva.
Ron aveva la faccia bianca, e guardava Harry con terrore, probabilmente si aspettava che il compito fosse più facile, ma l’operazione ha avuto una leggera deviazione
-Bè- incominciò Ron -Ma stai bene giusto?- chiese accennando un sorriso non tanto sorridente.
-RON!- disse Harry -Ho un braccio sanguinante, secondo te sto bene? Aiutami ad evitare una emorragia!-.
-Ah si. Hermione mi ha insegnato un metodo Babbano, dammi il tuo giubbotto!-.
-Si io….- la faccia di Harry sbiancò ancora di più -Oh no!-.
-Cosa?- chiese Ron, -Il giubbotto! L’ho lasciato sulla riva del Lago!-.
-Oh miseriaccia!- disse Ron -Bè, allora uso il mio giubbotto!-.
-No Ron! Quello te lo hanno regalato per Natale! E’ di pelle di Drago!-. 
-Non importa!- disse Ron prendendo ed impugnando la bacchetta -La pelle di Drago, non varrà mai, quanto la pelle di un amico. Soprattutto se sanguina- e detto questo, tagliò una pezzo di manica, lo avvolse attorno al braccio di Harry, legandolo e stringendolo forte, bloccando l’emorragia.
Faceva male, ma almeno non perdeva più sangue, -Ecco fatto! Questa dovrebbe bastare, almeno fino alla tenda. Lì sono sicuro che Neville troverà delle erbe mediche-.
-Grazie amico!- disse Harry.
-Ci sono sempre Harry!- disse Ron mettendo la mano sulla spalla del Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto.
-Aaaaaah!- disse Harry facendo una smorfia di dolore.
-Ops, scusa Harry!-.
-Non preoccuparti! Andiamo!-.
-Ehi, ma come facciamo a tornare?-.
-Con la Smaterializzazione- disse Harry confuso.
-Harry! Hai un braccio rotto!-, -Oh cavolo!-.
Harry stava cercando di ragionare, ma non gli veniva neanche una idea giusta; era troppo lontana Glouchester, -Dovremmo usare il Nottetempo!- esclamò Ron.
-Cosa?!- disse Harry -E’ troppo rischioso!-.
-E come vuoi arrivarci? Volando?-.
-Bè….-, -Senti Harry, guarda le opzioni: siamo nel territorio di Hogsmade e dobbiamo arrivare a Glouchester, le due località sono molto lontane, e dobbiamo arrivare prima della mattina, perché altrimenti scatterà l’allarme, ci troveranno e ci prenderanno, e poi non so che cosa possa succedere, quindi o prendiamo il Nottetempo, o c’è ne andiamo a farci costituire-.
-D’accordo Ron!- disse Harry senza neanche aspettare un attimo; sapeva che Ron aveva fatto un ragionamento ovvio, -Su andiamo!- disse Ron.

Appena i due uscirono fuori, si avvolsero nel Mantello dell’Invisibilità, e si incamminarono verso la strada. Harry stava sperando che arrivasse più in fretta che poteva. I minuti passavano, il freddo aumentava, e la ferita faceva male.
-Io non sento niente Ron- disse Harry.
-Resisti Harry!- lo incoraggiò l’amico -Allora, raccontami-.
-Raccontarti cosa?- chiedeva Harry.
-Bè, lo sai. Su di te e la Parkinson- quando Ron pronunciò quel nome, lo stomaco di Harry si strinse.
-Per la verità, non è stato proprio quello che mi aspettavo- rispose Harry malinconico.
-Cioè? Che intendi dire?-.
-Ecco, io e Pansy….-.
-Aspetta!- lo interruppe Ron, prima che Harry potesse ancora incominciare -Senti quello che sento io?- chiese il rosso.
Harry origliò qualcosa nell’aria; in effetti, sentiva una specie di fischio. Prima ancora che potesse rispondere, il Nottetempo si stava smaterializzando davanti a loro.
-Oh, miseriaccia!- esclamò Ron -Mettiti questi intorno alla bocca- disse Ron, passandogli uno scalda-collo -E via questi!- disse di nuovo, togliendogli gli occhiali -E quei capelli sistemali un pochino!- gli disse ancora Ron sistemandoglieli perfettamente -Mentre io, mi metterò questo capellino, e questi occhiali-.
-Dove hai trovato lo spazio per tutto questo?- chiese Harry ancora più confuso.
-Questo borsellino!- disse Ron facendogli vedere un piccolo borsello -Me lo ha regalato Hermione per quest’estate, all’inizio dell’anno; è installato un incantesimo di espansione, e puoi metterci tutto quello vuoi, senza che pesi! Ovviamente deve riuscire ad entrare nel buco- terminò mettendosi gli occhiali.
-Benvenuti sul Nottetempo!- esclamò Stan Picchetto -Buonasera, ehm signori?- chiese Stan guardandogli strano; in effetti avevano un’aria un po’ buffa.
-Ehm si giovane- disse Ron, cercando di fare una voce diversa dalla sua -Siamo due maghi Irlandesi, e dobbiamo andare a trovare i nostri parenti a Glouchester-.
-Cos’ha il tuo amico al braccio?- chiese Stan scoccando uno sguardo ad Harry.
-Ehm, si è fratturato il braccio, lavorando in una falegnameria Babbana-.
-Lavorate con i Babbani?-.
-Si, è un lavoro in cui serve più forza, che magia!- terminò Ron dando delle pacche sulla spalla di Harry, provocandogli altri gemiti di dolore.
-Va bene! Nomi?- chiese Stan.
-Io sono Dudley Dursley!- rispose prontamente Harry.
-Io mi chiamo David Newton!- disse Ron.
-Sicuro, che non ti serva una medicina?-, -Bè qualcosa mi servirebbe- disse Harry.
-Vieni dentro che ti fascio- disse Stan.
Entrando, Ron disse all’orecchio di Harry -Copriti la cicatrice- e gli passò una cuffia.
Harry, entrando per la seconda volta in quel pullman per Maghi, si sedete in un letto oscurato, cercando di non far vedere i suoi lineamenti da Harry Potter.
-Bene Dudley!- disse con un sorriso Stan -Vediamo un po’ come sei…. Uooooooh! Ma che diavolo di ferita ti sei procurato?!- esclamò Stan quando la profonda ferita di Harry.
-Vediamo un po’ che fare, potremo fare questo- disse disinfettando la ferita, e facendo urlare Harry.
-Zitto!- lo rimproverò Stan -O mi sveglierai tutti i passeggeri!-.
-Che cos’è quella boccetta?- chiese Ron, vedendo Stan impugnare una piccola fiala.
-Queste, caro David, sono lacrime di Fenice!- disse poi gettando alcune gocce del contenuto, sulla ferita, facendola rimarginare senza lasciar tracce.
-Ecco fatto!- disse raggiante Stan, dando una ennesima pacca sulla spalla di Harry, questa volta, senza procurargli dolore.
-Niente lamenti?- disse sorpreso Ron.
-Le lacrime di fenice hanno poteri curativi David!- disse Stan -Bene, possiamo partire! Diamoci una mossa Ern!-, e il Nottetempo partì con la sua solita velocità.
-Ci impiegheremo un po’, ci sono molti latri passeggeri prima di voi- disse Stan.
-Non c’è alcun problema!- disse Harry che aveva riacquistato un po’ di colore.
-Su, prendiamo posto, meglio salire al piano di sopra- suggerì Ron.
Ottima idea, pensò Harry, almeno lì Stan non gli avrebbe visti. Così, i due, presero la scala, e salirono al piano di sopra, con molti posti vuoti.
-Bene, meglio di quello che mi aspettavo- disse Ron,
-Prendiamoci quello là in fondò- terminò lui.
Harry, finalmente, poteva rilassarsi nel letto, -Quanto credi che ci metteremo ad arrivare?- chiese Harry all’amico.
-Non saprei- rispose il rosso -C’è un sacco di gente che dorme là sotto, Stan ha detto che ci metteremo un po’…. Per me, almeno tre quarti d’ora-.
Harry si guardò il braccio, era completamente privo di ferite, le lacrime di fenice, erano la cosa più miracolosa ed incredibile che avesse mai visto.
-Fico vero?- chiese d’un tratto Ron a voce bassa, -Fico cosa?- chiese Harry confuso.
-Ssssh! Parla a voce bassa- disse l’amico -Quelle lacrime- continuò lui -Non hanno lasciato segno, chissà quanti galeoni valgono-.
-Già- disse Harry a voce bassa, un po’ stanco, un po’ distrutto per quello che era accaduto.

Guardò fuori dal finestrino; erano in una strada di campagna, guardava la Luna, ma ancora pensava, era riuscito ad uscire sano e salvo da Hogwarts, dopo un attacco di massa da parte degli Auror, però, non riusciva a capire come….
-Allora Harry!- disse Ron con un sorriso sulla bocca, interrompendo i pensieri del Ragazzo-Che-E’-Sopravissuto; non diceva niente, lo stava solo guardando l’amico Weasley, ma non parlava, il che fece salire un leggermente il nervosismo di Harry.
-Allora cosa?!- chiese Harry dopo cinque minuti di silenzio di Ron.
-Abbassa la voce!- lo rimproverò per la seconda volta -E poi, mi sembrava ovvio!- continuò Ron.
-Scusa amico, ma non riesco ancora ad afferrare il concetto- rispose Harry a voce nettamente più bassa di prima.
-Bè, lo sai- chiese con imbarazzo il rosso; Harry ora lo guardava ancora strano, -Andiamo Harry!- lo guardò Ron, ma Harry non capiva, per quanto si stesse sforzando.
-Vedo che lo scontro con gli Auror ti abbia fatto ricadere la memoria…. Di te e Pansy sto parlando Harry!-, o diavolo, pensò Harry, ora doveva parlare di quel fatto? Non se l’ha sentiva, non aveva voglia, era completamente distrutto, e parlare di quello che era successo nel dialogo tra lui e Pansy, non l’avrebbe di certo aiutato a rimettersi in sesto.
D’altra parte, però, Ron era il suo migliore amico, Harry l’aveva aiutato a superare la sua crisi con Hermione, e sapeva, che Ron, gli avrebbe dato una mano.
-Cos’è, troppo personale?- chiese Ron arrossendo -Se è così non….-.
-No, no Ron!- lo interruppe prontamente Harry -Stavo solo pensando come raccontartelo-.
-Perché, cos’è successo di altro questa notte?- chiese Ron preoccupato.
-Bè, ora ti racconto tutto- disse Harry prendendo fiato.
-Forza amico- lo incoraggiò l’amico -Sai che ti puoi fidare di me-.
-Va bene- disse Harry prendendo nuovamente fiato -Quando sono arrivato, Pansy era corsa verso di me, e ci siamo abbracciati. Così l’ho fatta sedere a terra, con sotto il mio giubbotto-.
-Ah, ecco perché l’hai dimenticato ad Hogwarts- disse Ron.
-Esatto, ci siamo messi a parlare, mi stavo divertendo, ho scoperto che Draco e Blaise, preferivano l’aria di Hogwarts, piuttosto che quella Cinese, che molti studenti ci lodano per quello che abbiamo fatto al castello-.
-Bè, onestamente, siamo stati dei grandi- disse Ron, gonfiando il petto fiero.
-Dai smettila!- gli rispose Harry accennando un sorriso -Stavo dicendo, molti studenti, sono fieri di noi, molti studenti, hanno ascoltato la partita dei Corvonero-.
-E come erano?- chiese curioso Ron.
-Erano tutti entusiasti, i Corvonero non credevano alle loro orecchie-.
Si susseguì una leggera pausa, visto che Harry doveva bere un sorso d’acqua per schiarirsi la voce.
-E poi è arrivato il momento per cui ho rischiato la pellaccia questa notte-, -E cioè?- chiese Ron avido di sapere.
-Bè, siccome credevo che potevo farlo, e che anche lei lo volesse, mi sono avvicinato per baciarla-.
-E?-, -Niente- disse secco Harry, -Come niente?- chiese Ron.
-Lei, è tornata indietro, mi ha respinto, non accettava il mio bacio. Gli chiesi il perché, ma lei mi disse che….- non riuscì a continuare a parlare, la gola gli si era ancora bloccata, e dovette bere un altro sorso d’acqua.
-Tutto a posto amico?- chiese Ron.
-Si, si! Dicevo che lei, mi ha detto, che questa storia poteva andare per le lunghe, che eravamo troppo lontani, lei voleva un ragazzo vicino a lei, e ci siamo presi una pausa-.
-Bè, non è proprio una bella cosa, ma almeno, non vi siete lasciati no?-.
-Non te l’ho saprei dire Ron-, -Perché?-.
-Ecco, stavo sospettando qualcosa nella sua voce, c’era qualcosa che non andava-.
-E sospettavi cosa di preciso?-.
-Che ci fosse un altro, che Pansy amasse un altro ragazzo, e allora, siccome non avevo più nulla da perdere, gliel’ho chiesi-.
-E lei che ha risposto?-.
-Secondo me, ha cercato di evitare la risposta, sottolineando il fatto che una relazione così non poteva rimanere a galla. Secondo me, deve veramente capire che cosa sta provando per me in questo momento-.
-Mi dispiace amico!- disse Ron.
-Apprezzo il tuo sostegno amico!- disse Harry sorridendo amaramente.
Mentre i due parlavano, avevano già fatto ben sei fermate: Blackpool, Liverpool, Glasgow, Manchester, South Yorkshire e North Yorkshire.
-Miseriaccia!- esclamò Ron, -Cosa?- chiese Harry tornando alla realtà.
-Oggi è Natale!-, -O giusto! Tanto non fa tanta differenza- disse Harry.
-E perché?- chiese il rosso, -Bè, non ci sono i regali, non c’è Hogwarts-.
-Si, è vero, ma almeno siamo in compagnia-.
-Bè, almeno quella c’è!-.
-Non preoccuparti amico, almeno c’è Capodanno, qualcosa dovremmo farla. Ora dobbiamo solo tornare a casa-.
Ma quanto ci impiegava? Pensò Harry, ma prima che potesse pensare, dire o fare qualcosa, la figura di Stan Picchetto si vide sulle scale -Signori David e Dudley, siamo arrivati a Glouchester!-. 
-Finalmente, incominciavo ad annoiarmi- disse Ron.

Dopo aver pagato con dei galeoni di Ron, sempre grazie al suo borsellino, ringraziarono, e salutarono Stan, vedendo il Nottetempo sparire nell’aria, s’incamminarono verso la foresta.
-Cioè spiegami meglio- rincominciò Ron, -Cosa dovrei rispiegarti?- chiese Harry.
-Bè, quando sei tornato, mi hai spiegato la situazione velocemente senza che io capissi molto-.
-E quindi?-, -Ok, da quello che ho capito sei stato salvato da Malfoy e Zabini giusto?-.
-Si, credo che loro avessero seguito Pansy, in caso di pericolo-, -E Theodore Nott?-.
-Si, ma lui, lo ha fatto solo perché Pansy gliel’ho ha chiesto?-.
-E come hai fatto a capirlo?-.
-Perché me l’ho ha detto lui-.
-Ah ok, tutto chiaro- disse Ron continuando -Bene è meglio se entriamo-.

Erano arrivati alla tenda, ed Harry era felice di poterci tornare. Appena entrò, sentì il fuoco caldo della tenda, avvolgergli il corpo, come si sentiva meglio, e subito, le voci degli amici, ignari di quello che era successo ai due, e soprattutto ad Harry, gli ricoprirono di domande.
-Ragazzi, ragazzi!- urlò la voce di Ron -Se Harry, ha voglia di rispondere alle vostre domande lo farà, altrimenti andrà a letto, e ci racconterà tutto domani, altrimenti lo farà adesso-, Harry guardò strano Ron, le sue parole non gli lasciavano scampo, doveva ugualmente parlare.
-Si amico, voglio sapere tutto, non importa se me lo hai già raccontato sul Nottetempo, voglio più dettagli sul combattimento-.
-Aspetta- intervenne la voce di Seamus -Quale combattimento?-.
Allora Harry sbuffò e si mise a raccontare, tanto Ron aveva detto già la metà di quello che era successo con la parola combattimento.
-Va bene, dovrò raccontarvi tutto- disse Harry -Chiedetemi quello che volete-.
Ci fu giusto un attimo di silenzio e Seamus gli chiese -Cosa intendeva Ron con combattimento?-, Harry vide gli sguardi di Neville e Dean, il che gli fece capire che loro gli avrebbero fatto la stessa domanda.
-Ecco- incominciò Harry -Il nostro piano ha avuto una piccola deviazione-.
-Cioè?- chiese nuovamente Seamus.
-Zitto un po’ Seamus! Ora lo dice!- disse la voce di Ron.
-Ops- disse Seamus diventando paonazzo -Scusate- terminò.
-Non preoccuparti- lo rincuorò Harry -Allora, dicevo che non è andato tutto come credevo; dopo che parlai con Pansy, una fattura mi sfiorò la faccia, e vidi tre volti vestiti di nero-.
-Mangiamorte?- chiese Neville.
-Non diciamo stupidaggini Neville, Harry parla di Auror!- intervenne nuovamente Ron.
-Auror?- chiese la voce di Dean Thomas -Che diavolo ci facevano là? Come hanno capito che tu sei entrato ad Hogwarts, insomma il nostro piano era perfetto!-.
-Si, è quello che mi chiedo anch’io Dean- continuò nuovamente il Grifondoro con gli occhi color smeraldo.
-I tre volti, erano quelli di McNair, Appio, ed un certo Jones. Mi hanno colto di sorpresa, e ci ho provato a tenergli testa, anzi, ci riuscivo nell’uno contro uno, ma poi si sono messi a lanciare Fatture tutti e tre insieme, e lì mi stavano battendo. Ad un certo punto, si sono messi a litigare su chi doveva darmi il colpo di grazia-.
-Cioè…. U-ucciderti?- chiese Neville.
-Non saprei, ma comunque i tre litigarono, anzi, erano Appio e Jones contro McNair. Il boia voleva darmi il colpo di grazia, solo per vendicarsi di quella notte nella Stanza delle Necessità. Allora, seccato, Jones  colpì con una fattura McNair e svenne. Ma a me non diede tanta differenza, anche con due Fatture lanciate assieme ero in difficoltà, caddi per la seconda volta a terra, e prima che Jones e Appio lanciarono l’incantesimo finale, intervennero Draco e Blaise-.
-COSA!?- chiesero i tre in coro, tranne Ron, che sapeva già tutto.
-Si, Pansy era scappata, ma era riuscita ad avvertire i due; Appio fu abbattuto, ma Jones, era un bell’osso duro, stese con un pugno Blaise, e con una Fattura Draco, era rimasto solo, ed io ero a terra senza forze, ma poi, qualcuno che neanche io mi sarei mai aspettato sarebbe venuto a salvarmi, atterrò Jones facendolo svenire-.
-E chi era?-
chiese Seamus che ebbe preso di nuovo coraggio.
-Nott-, -NOTT!?- chiesero nuovamente in coro sorpresi Dean, Neville e Seamus.
-Si, mi ha salvato la pelle dicendo di non andare al Platano Picchiatore, perché era pieno di Auror, e mi disse che Gary Fletcher voleva incontrarmi vicino al campo da Quidditch se ricordo bene. Lui mi diede una Polvere Buiopesto Peruviana, così corsi verso il Platano Picchiatore, la gettai e una nebbia nera si espanse su tutto il territorio. Gl’Auror lanciavano incantesimi alla cieca, ero quasi entrato nel Platano, ma un Sectumsempra mi colpì, e il mio braccio prese a sanguinare. Con Ron, salimmo sul Nottetempo, super-imbacuccati con tanti di quei vestiti sulla faccia, che difficilmente anche voi mi avreste riconosciuto. Il bigliettaio notò il braccio, e mi medicò la ferita tornando normale- disse Harry facendo vedere il braccio, senza neanche un minimo di crosta presente.
-E poi, siamo tornati qui- concluse Ron.
I tre non fecero altre domande; Neville guardò l’orologio -Cavolacci! Sono le quattro del mattino, Buon Natale ragazzi!- disse rivolto ad Harry e Ron, seguito da Seamus e Dean, -Scusate se non abbiamo regali-.
-Che cavolo, non importa se non abbiamo regali, basta che siamo in compagnia, e sarà sempre Natale- esclamò seccato Ron.
-Ron ha ragione- intervenne Dean -Non importa avere regali, basta stare in compagnia-.
Passarono i successivi minuti a parlare e a bere qualche bicchiere d’acqua.
-Bè, non so voi, ma la giornata è stata più stressante del solito- disse Harry facendo ridere leggermente gli amici -Buonanotte- terminò sentendo i saluti dei compagni ed avviandosi verso il letto.
Non gli ci volle molto, si addormentò immediatamente.
Caro Harry, pensò tra sé e sé, questa è stata la notte che non ti aspettavi.



Angolo dell'autore: Allora? Piaciuta la sorpresa? Qui fortunatamente Harry e Ron sono tornati al rifugio. Spero che vi piaccia il continuo.
   
 
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