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Autore: Salmcroe    04/01/2014    0 recensioni
Dormiva profondamente, ed era bellissimo anche così, sdraiato sul divano, che mi circondava con le lunghe braccia. Non ci pensai neanche, e mi allungai su di lui, così che il mio viso fu difronte al suo di qualche centimetro. Osservai le ciglia lunghe, il naso delicato e infine le sue labbra piene, e vi posai sopra le mie.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

 

 

Sentii due braccia stringermi. Mi staccai velocemente da Zac e dalle sue labbra, ancora socchiuse, e scesi dal divano. Il pavimento mi sembrava stranamente freddo, e la pelle d'oca si fece strada sulle gambe e sulle braccia. Il mio migliore amico mi guardava immobile, ancora fermo sul divano, nella stessa posizione di poco prima, fatta eccezione per le braccia, adesso lasciate immobili lungo i fianchi, le dita chiuse a pugno, la pelle sulle nocche bianca da quanto era tirata. Un piede, quello destro, era ancora indolenzito dalla posizione tenuta fino a poco prima, e la testa mi girava per essermi alzata così repentinamente, risvegliando quindi anche il mal di testa di quella mattina. -Finn?

Continuava a fissarmi con quegli occhi verdi, lo percepivo; ma io non riuscivo ad alzare lo sguardo, fingendomi stranamente interessata al bordo della maglia verde che indossavo, torturato dalle mie mani nervose.

-Senti guardami almeno.

Alzai la testa.

-Non me l'aspettavo, piccola. Non è successo niente, calmati e torna a sederti. Non mi mossi. Decise allora di alzarsi lui. Mi si parò di fronte, e mi prese per le spalle. Cercai di non fare caso al dolore che mi provocava alla spalla con la sua stretta, fortunatamente si accorse di dove aveva appoggiato la mano e la spostò.

-Finn...

Il mio nome mi suonò stranamente dolce, pronunciato con la sua voce. -...perché se tanto agitata? Non è successo niente, se vuoi dimentichiamo tutto ok?

Piano piano i nervi si stavano distendendo, sentendolo così calmo. Non se l'era presa, aveva capito che non volevo fare casini, che mi ero sbagliata, era stato accidentale...

-Scusa Zac.

Scoppiò a ridere,cosa che contribuì a confondermi.

-Piccola perché chiedi scusa?

Non mi diede il tempo di rispondere che continuò.

-Calmati, non mi dispiace, lo prendo come un ringraziamento per i complimenti di prima

Abbozzò un sorriso.

-Scemo.

Gli risposi.

Scoppiammo a ridere adesso entrambi, fino a che la faccenda non fu accantonata, quando io salii per trovare qualche libro da leggere e lui si rimise sul divano.

Verso tardo pomeriggio sentii i passi pesanti del mio migliore amico sulle scale, passare per il corridoio ad affacciarsi alla porta.

-Senti Finn stasera ti porto in un locale nuovo, che hanno appena aperto sulla statale. Inizia a prepararti che usciamo alle nove, e sappiamo entrambi che ti ci vorrà un po'.- disse ammiccando.

-Dimmi che non ci saranno Greg, Paul e Lavinia ti prego...

Lavinia era a sorella di Zac, una ragazza dolcissima, che adoravo; ma che non volevo vedere a causa delle mie performance della sera precedente.

-Solo noi due per tua fortuna. Ho sentito Greg però, e ha detto che ha un paio di video stupendi che ti riguardano...

-Quello...stronzo!

Zac scoppiò a ridere, voltandosi per uscire dalla stanza, e continuò a parlare.

-Attenta alle parole ragazza, fino a prova contraria non è stato lui ad ubriacarsi ieri... e comunque sono stato o a dirgli di girarli i video..

Un sorriso divertito mi distese le labbra.

Scesi dal letto, poggiando il libro che avevo tra le mani sulle lenzuola, la copertina blu chiaro rivolta verso il soffitto. Azzerai la distanza tra noi con una decina di passi, e quando fui dietro si lui gli presi un polso, facendolo voltare, ed inserendomi tra le sue braccia.

Qualcosa andò storto, perchè Zac si sbilanciò, e mentre mi avvicinavo per abbracciarlo, lui cadde all'indietro, portandomi giù con se, avendomi preso per la vita.

Finimmo entrambi sul parquet freddo del corridoio, io sopra il mio migliore amico. Eravamo stretti in quell'abbraccio, ancora a terra, quando lui si rigirò, ed io mi trovai sul pavimento. La schiena ormai scoperta dalla maglia, che si era alzata completamente lasciandomi in biancheria, era fredda, e aveva perso tutto il calore de momento precedente. Zac mi guardava intensamente, da quei pezzi di ghiaccio che aveva a posto degli occhi, verosimilmente freddi, eppure in quel momento lasciavano passare un calore mai visto prima nel suo sguardo. Mi sorrise, e stava per alzarsi, quando afferrai la stoffa della sua t-shirt, stringendola tra le dita, facendolo riavvicinare molto più di quanto non mi fosse vicino prima.

Era la seconda volta quel giorno. Ci guardavamo da troppo vicino, lui chiaramente imbarazzato, ed io anche di più. Sciolsi piano la presa dalla sua maglia, notando come le mie nocche si allontanavano dal calore e dalla morbidezza della pelle che ne stava sotto. Sentii il sangue affluire alle guance, poi fu tutto molto veloce.

Zac si era fermato sulle mie labbra, le fissava, ed io ero immobile. Una sua mano morbida mi scivolò sulla nuca, le dita attorcigliate attorno ai riccioli neri mi spinsero contro di lui, che si avventò sulla mia bocca semichiusa. Ripresi a respirare, accorgendomi di non averlo fatto durante quegli attimi.

Le sue labbra si muovevano sulle mie, scivolando, in un contatto delicato, leggero. Inspirai rumorosamente, e lui spinse ancor più la bocca verso di me. Sentii la sua lingua inumidirmi le labbra, ed io le dischiusi, assaporando la dolcezza, il sapore del ragazzo; calda e umida, la sua lingua si faceva strada sul mio palato, incontrando poi la mia, accarezzandola freneticamente, stringendola tra i denti, tirandola verso di sé. Una sua mano si spostò sul mio fianco, puntando le dita nella pelle fredda per il contatto col pavimento, salendo verso le costole, tracciandone il contorno con i polpastrelli.

Mi ero abbandonata a quelle carezze e quei baci, quando sentii le sue ciglia muoversi sulla pelle accaldata e rossa delle mie guance. Aprii gli occhi, trovandomi di nuovo difronte a quelle iridi, dove la pupilla scura si stava divorando l'azzurro ghiaccio. Si staccò da me.

Mi guardò, e senza dire una parola si alzò, porgendomi la mano per aiutarmi una volta in piedi davanti a me. Fui così in un attimo in piedi anche io.

-Finn...

Aveva la voce spezzata, il viso ancora rosso per il bacio.

-Vado a prepararmi per stasera...

Mi congedai, lasciandolo in piedi davanti alla porta, che chiusi non appena fui dentro la camera da letto, e contro la quale mi accasciai. Mi presi la testa tra le mani.

Non poteva essere successo veramente. 

  
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