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Autore: Shanax    04/01/2014    2 recensioni
Questa storia racconta alcuni casi sovrannaturali vissuti da Annika Green con i fratelli Winchester e il loro angelo Castiel.
Annika è una strega di venticinque anni, con alcuni piccolissimi problemi, che però renderanno la vita dei Winchester davvero complicata, molto più del solito.
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Stavo discutendo con Sam, degli oggetti rubati dalla banda dell’omega; due piume nere, una corona di ferro, una piccola arpa portatile di legno e un ciondolo d’argento a forma di luna. Erano oggetti molto diversi tra loro ma mi ricordavano tutti qualcosa. L’arpa in particolare, era un oggetto legato a Dagda, l’antico Dio celtico, protettore dei druidi e della conoscenza occulta, per cui, anche di noi streghe.

Anche gli altri oggetti sembrano legati a qualche divinità, ma senza vederli o averne una descrizione più approfondita era difficile stabilirlo. Ancor di più, capire a cosa potevano servire, oltretutto era possibile che non fosse una lista completa.

 

Quello che m’incuriosiva di più però, era proprio il simbolo dell’omega, stando a quello che mi aveva detto Sam, era stato impresso sui muri col sangue. Tutto questo mi riportava alla mente qualcosa che avevo letto, anni prima su un antico tomo che mio padre conservava in libreria. Il simbolo dell’omega, ultima lettera dell’alfabeto greco, poteva essere considerato anche come la fine di qualcosa. Potevo sbagliarmi ma se non lo stavo facendo, nel libro, l’omega era interpretato come la fine della vita conosciuta. Dovevo rileggerlo prima di poter formulare un’ipotesi.

 

“Hai già qualche idea? Mi sembri piuttosto pensierosa.”

 

Mi voltai verso Sam e... diamine perché doveva essere così affascinante? Avere lui e suo fratello, incollati alla mia persona, avrebbe presto mandato in tilt i miei poveri neuroni. Cacciatori o meno, rimanevano due spettacoli per i miei poveri occhi. Rimanere calma era sicuramente un esercizio notevolmente complicato, soprattutto ora che avevamo stabilito che non mi avrebbero ucciso.

 

“Qualcuna sì, ma ho bisogno di andare a casa a controllare dei libri per esserne sicura. E mi servono anche molti più dettagli, soprattutto sulle vittime e sugli oggetti rubati. Uno di loro tra l’altro credo che possa essere uno stregone, l’ultimo Geremia Bennett, quando ho letto il nome sul giornale ero quasi sicura di averlo già sentito. Puoi ricordarmi chi erano gli altri?”

“Sì, Vincent Morris è stato il primo, abita a quattro kilometri da qui. Demetra Barnes la seconda, di Salem questa volta, poi ci sono stati Vincent Gray e Jessica Allen di Lynn. Infine come hai detto Geremia Bennett, che abita qui a Marblehead.”

“I Morris li conosco, sono una delle più antiche famiglie di streghe, insieme ai Green cioè la mia e a Morgan, quella di mia madre. Come ho fatto a non notare quel nome sul giornale? E soprattutto… perché i miei genitori non mi hanno detto nulla sulla morte del vecchio Vincent?”

“Sul perché la tua famiglia non ti abbia detto nulla, non saprei, ma il cognome non potevi saperlo, non dai quotidiani. Non era stato riportato perché la famiglia voleva mantenere la privacy. Gli altri ti dicono qualcosa?”

“No, ma potrei scommettere che sono tutte famiglie della congrega, mia zia saprà sicuramente dircelo. Se è così però, i McKinley avranno già ordinato a qualcuno d’indagare...”

 

Non avevo dubbi in merito, come capo del circolo Robert McKinley, non poteva ignorare tutta questa faccenda, ciò però, metteva Sam e Dean in una posizione rischiosa. Non potevo garantire la loro incolumità, non se si mettevano a ficcanasare ovunque.

 

“Chi sarebbero i McKinley?”

“... la più potente famiglia di streghe di tutto l’Essex e anche un grosso problema sia per me, sia per voi. Parliamoci chiaro, io voglio aiutarvi ma se altre streghe stanno già indagando, non saranno felici di trovarsi tra i piedi due cacciatori. Potrebbero non essere amichevoli come me, anzi, nella migliore delle ipotesi, potrebbero spedirvi nel più lontano eremo all’altro capo del mondo.”

“E nella peggiore?”

“Volete davvero saperlo? Noi siamo fondamentalmente buone ma i cacciatori hanno ucciso molti di noi in passato, anche se queste persone non avevano fatto nulla di male. Il semplice fatto di essere streghe però, è bastato a condannarle. Voi potete anche essere diversi ma... dovete stare attenti, tanti di noi portano rancore verso quelli che fanno il vostro lavoro. Mio padre per esempio, mia nonna... cioè sua madre, fu uccisa da uno dei vostri.”

 

Nessuno dei due disse nulla, si limitarono a osservarmi qualche secondo leggermente dispiaciuti, almeno Sam, Dean se lo era, lo mascherò bevendo un altro sorso di whiskey. Non mi stupì la domanda che mi fece poco dopo.

 

“Perché tu ci vuoi aiutare allora?”

“Ho i miei motivi.”

“E sarebbero?”

“Non è importante ora. Quando comincerai a fidarti di me, forse potrò spiegartelo, prima è inutile anche solo parlarne.”

“Dolcezza, io non mi fiderò mai di una strega. E soprattutto non di te.”

“... sì ho capito, è ancora per la storia dell’auto. Facciamo così, finche non ripari la tua, ti presterò la mia, ok?”

“Vuoi dire che hanno dato la patente a un pericolo pubblico come te?”

“... dopo la quinta volta in cui ho ripetuto l’esame... e comunque preferisco andare a piedi.”

“Immagino il perché... è un catorcio di plastica, vero?”

“No, è una Chevrolet Camaro del ‘85, e l’ho usata sì e no venti volte da quando mio padre me l’ha regalata. Non è nuova ma è in perfetto stato.”

 

Gli occhi verdi di Dean s’illuminarono, come un abete a Natale. La sua passione per le auto doveva essere quasi la stessa di Daniel, anche lui adorava le macchine di una volta. Più volte mi aveva chiesto di vendergli la mia, anche se non la guidavo però, c’ero affezionata. Era un regalo di mio padre e anche se ultimamente lo odiavo, per la storia del matrimonio, non era sempre stato così. C’era stato un tempo in cui ero molto legata a lui, anni in cui avrei fatto qualsiasi cosa per renderlo fiero di me. Quella macchina mi ricordava questo. 

 

“... una Camaro... la tua macchina è una Camaro del ’85? Una Z28 ? Quella col muso allungato?”

“Ti fa così schifo?”

“No... ma tuo padre dev’essere pazzo. Come ha potuto dare un gioiellino simile, in mano ad un’imbranata come te?”

 

Annika, sta calma, ucciderlo ora ti farebbe perdere punti anche col fratello. Ricordati la missione secondaria... farti sbattere da uno dei due.

 

“... vuoi che te la presti sì o no?”

“Sì... ovvio, quella poverina ha sicuramente bisogno di essere guidata da qualcuno che la capisca...”

 

Alzai gli occhi al cielo e mi mossi per recuperare le chiavi che tenevo nel cassetto della reception. Nello stesso momento, un rumore alle mie spalle mi portò a voltarmi di scatto. Mi ritrovai a guardare due occhi blu come il mare a pochi centimetri dai miei, troppo pochi. Anche se fossero stati di più, però non sarebbe cambiato molto, l’uomo cui appartenevano non avrebbe dovuto essere li, le porte erano ancora chiuse e nessuno si era allontanato dal bar.

 

“ARGH!”

 

Il mio urlo, fece balzare anche i ragazzi in piedi. Sentii la voce di Sam dietro di me, ma troppo tardi.

 

“Annika calmati, lui è un nostro amico... non voleva spaventarti...

 

Le voce gli morì in gola mentre l’intero motel aveva preso a tremare. Ci fu un rumore di vetri infranti e oggetti di ogni genere che cadevano a terra. Pochi istanti dopo, cominciarono a piovere anche calcinacci dal soffitto, un pezzo molto grosso, mancò di poco la testa di Sam e un altro quella di Dean, bloccando anche la porta e unica via di fuga.

 

“Cas, fa qualcosa, questa strega pazza ci ucciderà se non la calmi.”

 

La voce di Dean arrivò dalle mie spalle. In un attimo gli occhi dell’uomo davanti a me si fecero vigili, mi prese le spalle e come se maneggiasse una piuma, mi portò con le spalle al muro.

 

“Sei tu a causare tutto questo?”

 

Annuii con la gola secca, incapace di fare altro e ancora troppo spaventata.

 

“Fermalo immediatamente.”

“... non... non so come. Io non riesco a controllarlo.”

 

Gli occhi dell’uomo, mi scrutarono più attentamente, un momento dopo mi mise una mano sulla fronte. Chiusi gli occhi preoccupata, pochi istanti dopo, sentii il terremoto cessare, mentre un senso di calma che non mi apparteneva, si fece strada dentro di me.

Quando l’uomo fece un passo indietro lasciandomi andare, scivolai lungo la parete, sedendomi a terra. Quello che era appena successo, era quasi più incredibile del terremoto causato dalla mia incapacità.

 

Un momento dopo fui raggiunta da Sam, che si chinò verso di me.

 

“... tutto bene?”

“C-credo di sì... voi… vi siete fatti male?”

“No, non siamo stati neanche toccati, credo che tu abbia ragione nel dire che questi scoppi di magia non sono letali. I calcinacci, sembravano evitarci... cadevano vicini ma mai abbastanza da colpirci.”

 

Tiria un sospiro di sollievo, poi alzai lo sguardo incontrando di nuovo gli occhi dello sconosciuto, la cui comparsa dal nulla, aveva provocato tutto ciò.

 

“Chi e cosa diavolo sei tu?”

“Mi chiamo Castiel e sono un angelo del signore.”

“Cosa scusa? Credo di aver capito male...”

 

Lasciai vagare lo sguardo sui presenti, fermandomi poi su Dean, che si stava spazzolando via la polvere dalla giacca, continuando a guardarmi male.

 

“Non hai capito male, lui è veramente un angelo e tu saresti davvero da rinchiudere... fammi indovinare, questa volta pensavi a un vibratore… e così hai scatenato un terremoto.”

 

Non diedi peso a ciò che disse su di me, il mio povero cervello si era fermato alla parola angelo, non era davvero possibile... d’accordo era riuscito a fermare la mia magia, ma... un angelo? E le ali dove le aveva lasciate?

 

La bibbia e le immagini cristiane li volevano come uomini di bell’aspetto e lui lo era, ma... non era mai stata menzionata la parola sexy nel tomo. Quando me l’ero trovato davanti, le mie parti basse erano completamente partite per la tangenziale. A parte la paura provata a causa della sua comparsa improvvisa, l’altro mio unico pensiero, era stato sicuramente di un genere non proprio da buona cristiana.

 

“State scherzando vero?”

“Temo di no.”

 

Sam mi stava di nuovo fissando, capiva perfettamente il mio stupore. I miei occhi però si fermarono solo un momento su di lui, tornando immediatamente sul nuovo arrivato. Un angelo... com’era possibile? E soprattutto, perché era qui?

 

“Quindi tu... ti chiami Castiel giusto?”

“Sì.”

“E... sei un angelo?”

“È quello che ho appena detto.”

“Sì, ok. Scusa la domanda… ma... le ali le hai parcheggiate qui fuori, oppure sono retrattili?”

“... in questa dimensione non sono visibili a occhio umano. Nella mia vera forma però, rischierei di farti diventare cieca se te le mostrassi. Anche se sei una strega, sei pur sempre umana.”

“Ceeeeerto, quindi devo crederti sulla parola... mi sembra sensato, è come un atto di fede. Peccato che io non sia la vergine Maria e non riesca a credere a quest’assurdità. Voglio la verità e soprattutto... voglio sapere come sei arrivato qua? Non sei uno stregone questo è chiaro anche un’inetta come me, ma non sei neanche un angelo! Non è possibile!”

 

Mi alzai nuovamente, stanca di quella farsa . Se era un modo per mettermi alla prova, non capivo dove volessero andare a parare. Ero decisa a farmi dire la verità, qualunque essa fosse, mi avvicinai quindi a Castiel scrutando nei minimi dettagli. E... mi ritrovai in meno di cinque secondi a pensare a tutto, tranne che a quello cui avrei dovuto...

 

Sfido chiunque altro però, a fare diversamente. Castiel era a pochi passi da me, mi fissava come se fossi un’aliena, con la testa leggermente inclinata e quegli occhi da cucciolo smarrito. Era adorabile e se in quel momento mi avesse risbattuto al muro e cominciato a baciarmi, avrei anche accettato la storia dell’angelo.

 

“... tu... io...”

 

Il mio cervello era uscito a farsi un giro, lasciandomi sola e priva di pensieri che potessero essere tradotti nella lingua corrente. Tutto quello che usciva dalla mia bocca, erano monosillabi incoerenti.

Mi resi conto di quanto doveva essere scritto sulla mia faccia, solo quando sentii Dean sbuffare innervosito. L’unico che non fece una piega fu proprio solo Castiel, non sapevo dirne il perché, non ero in condizioni di capire alcunché.

 

Avevo nelle narici il suo profumo, ed era qualcosa di difficilmente spiegabile. Era l’odore del tempo stesso, quello della primavera e dei suoi fiori appena sbocciati. Quello del mare d’estate, del vento che spazzava via le foglie secche d’autunno e l’aroma della neve che copre i campi d’inverno. Era un odore atavico, che mi riportava indietro nel tempo, non era umano, questo era chiaro ormai.

 

Inspirai profondamente, lasciando che i miei sensi si rilassassero, ritrovando la calma che mi serviva per riconnettermi col mondo reale.

 

“Dimmi chi sei veramente?”

 

Castiel, mi pose nuovamente una mano sulla fronte, questa volta non sentii nulla ma quando la staccò e riprese a parlare capii cosa aveva fatto.

 

“Ti chiami Annika, Abigail Green e sei una strega embrava. Sei nata il primo agosto del 1984, qui a Marblehead. Tua madre è Eleanor Morgan e tuo padre Bryan Green, non hai fratelli o sorelle. Sei ancora vergine e stai per...”

“STOP, PER L’AMOR DEL CIELO, FAI SILENZIO... TI CREDO, BASTA CHE CHIUDI QUELLA BOCCA... HAI GIÀ DETTO FIN TROPPO...”

 

Castiel smise effettivamente di parlare, anche se troppo tardi... tutti avevano sentito l’ultima frase, anche se solo io e lui sapevamo come sarebbe terminata. Pochi secondi dopo, il tono di voce assolutamente incredulo di Dean, diede il via a una conversazione che sapevo già terribilmente imbarazzante.

 

“... vergine? Cas, hai detto che questa specie di strega idiota e maniaca, è vergine? Non è possibile...  ti stai sicuramente sbagliando, il tuo mojo angelico, ha bisogno di una revisione mi sa.”

“Dean, ti assicuro che il mio... mojo angelico, funziona benissimo. Non vedo perché questa ragazza non possa essere vergine.”

“Perché? ... hai visto come ti guardava?”

 

Gli occhi dell’angelo, si spostarono nuovamente su di me, chiusi i miei sperando che non potesse leggermi nella mente senza toccarmi. Non sapevo nulla degli angeli, quindi potevo solo pregare che non dicesse nient’altro d’imbarazzante.

 

“Non capisco cosa intendi ma lei rimane comunque vergine, anche se dai suoi pensieri... mi è sembrato di capire che non ne sia molto felice.”

 

Dio, basta... non è possibile. Non posso davvero essere in questa stanza con due uomini capaci di ridurre le mie ovaie a una poltiglia e un angelo sexy e idiota, a parlare della mia verginità. Signore dimmi: che ho fatto di male nella vita, per meritare tutto questo?

 

Riaprii gli occhi e alzai le braccia solo per farle ricadere poco dopo, voltandomi verso i due ragazzi. Entrambi mi stavano osservando, Sam era notevolmente incuriosito, ma non sembrava propenso a prendere parte a quel discorso. Suo fratello invece, sembrava incredulo e nuovamente arrabbiato, anche se questa volta non ne capivo proprio i motivi.

 

“Sei davvero vergine?”

“Sì... e prima che tu me lo chieda... non lo sono per scelta. Se hai dubbi, prova a ripesare a cosa è successo ieri sera e forse anche il tuo piccolo cervello limitato, arriverà a capire perché lo sono. E ora se vogliamo gentilmente cambiare discorso, ve ne sarei grata. Piuttosto, perché Rain man è qui? E quali altre soprese devo aspettarmi prossimamente? Dopo un angelo come amico, cosa mi tirerete fuori? Uno skinwalker come animale da compagnia? Magari un vampiro maggiordomo… o un lupo mannaro come autista?”

“Chi sarebbe Rain man?”

 

A quelle parole Sam, si lasciò scappare una mezza risata, anche Dean non riuscì a trattenere un sorriso e quando mi voltai per fronteggiare l’angelo, capii il perché. Il suo sguardo era disarmante, mi stava fissando curioso, come se non avesse davvero capito che mi riferivo a lui.

 

“Lascia stare, si vede che in paradiso non avete la tv...”

“No in paradiso no. A volte però, l’ho vista nei Motel con Sam e Dean, penso che sia un ottimo strumento, adatto a studiare le dinamiche umane.”

“... so che mi pentirò di questo, ma... cosa intendi per: studiare le dinamiche umane? In tv è tutto finto, lo sai?”

Finto? Quindi nel film che ho visto, l’uomo della pizza non faceva realmente sesso con la babysitter?”

“...”

 

Error… error, allarme rosso... cervello in avaria.

Angeli che guardano film porno e... in compagnia di altri uomini. Dio uccidimi, questo è davvero troppo.

 

Mi portai le mani alle tempie, cercando di bloccare ogni immagine che le parole di Castiel avevano prepotentemente creato nella mai testa. Quando rialzai gli occhi, li puntai su Dean, evitando accuratamente quelli blu dell’angelo.

 

“Davvero? Voi nel tempo libero, guardate film porno... con un angelo?”

“No… lui lo guardava, noi eravamo impegnati in un’altra faccenda.”

 

Ok... forse ero a un filo dalla pazzia ma... davvero, come potevo non pensare a quella montagna di doppi sensi, che si stava accumulando nella mia mente bacata e frustrata? La mia fantasia ormai, viaggiava sul filo della perversione estrema.

 

Pianeta terra chiama Annika, Annika rispondi!

 

Il modo in cui li guardai uno a uno, sicuramente palesò i miei pensieri.

 

“... eravamo impegnati in un caso, non in qualsiasi cosa tu stia pensando. È possibile che tra tutte le cose infernali che ci circondano, dovevamo proprio imbatterci in una strega pervertita, vergine e anche di quelle frustrate? Lasciamo stare... piuttosto Cas, ti ho chiamato più di sei ore fa... perché ci hai messo tanto?”

“Ho ricevuto il tuo messaggio Dean e ho controllato quanto hai detto prima di venire qua. La strega ha ragione, nei dintorni c’è una vera e propria congrega. Sono tutte embrave, una di loro però, potrebbe essere stata corrotta da un demone o da qualche antico Dio malvagio. Dietro questi furti e omicidi, si nasconde sicuramente qualcosa di molto più pericoloso di una strega.”

“E come troviamo la strega che sta facendo tutto questo, tra oltre centocinquanta di esse?”

“Non lo so, non sono onnisciente, dovrete indagare, io cercherò altre informazioni.”

 

Ascoltai tutto, naturalmente, dopo essere riuscita a riportare il mio cervello al proprio posto. Finalmente capivo perché Dean era uscito dallo scantinato, era abbastanza chiaro, voleva avere conferma delle mie parole. Qualcosa nelle parole dell’angelo però, aveva attirato la mia attenzione. Cercando di lasciare indietro lo stupore, la perversione e tutto il resto, per momenti migliori, ricominciai a pensare al caso.

 

“Aspettate... Castiel, hai parlato di un demone o un antico Dio malvagio... e se non fosse proprio tale? Se invece si trattasse di una dea, o meglio di tre dee in una? Non propriamente malvagie, ma che amano portare scompiglio...”

“Stai collaborando con i Winchester? Sei tu la strega che gli ha dato le informazioni sulla congrega?”

“I Winchester? Non eravate i fratelli Plant?”

 

Entrambi i ragazzi mi guardarono un momento a disagio. Capii subito il resto.

 

“Fantastico, nomi, documenti e carte di credito false, mia zia mi ucciderà! Lasciamo stare, Castiel, cosa sai della trinità delle Morrigan?”

“La Dea Morrigan e le sue sorelle, Nemain e Macha, erano divinità dedite alla guerra e ne rappresentavano tre aspetti diversi. Morrigan era anche la protettrice delle streghe e della magia nera. È un’ipotesi interessante la tua, ma non vedo come...”

“Le piume... Sam ha detto che sono state rubate due piume nere e altri oggetti. Da quando me ne ha parlato, sono convinta che siano legate in qualche modo ad alcune divinità celtiche.  Tornando alla mia tesi, le Morrigan erano identificate anche come corvi sui campi di battaglia, quindi se le piume fossero tre e non due, potremmo ricondurle a loro.”

“Interessante ma come hai detto, non erano propriamente malvagie, amavano la guerra e i massacri, non gli omicidi mirati.”

“Vero ma... nel presente sono molte le guerre, le Morrigan sarebbero felici di solcare nuovamente la terra. Non dobbiamo pensare al presente, il problema è il futuro se queste tre dee dovessero ritornare. Loro non uccidevano direttamente ma fomentavano le guerre perché si protraessero il più possibile. Oggi non dovrebbero neanche sforzarsi molto. Questo però mi fa pensare che chiunque le voglia riportare indietro, lo faccia per un motivo.”

“Potere...”

“Esatto, sicuramente sarebbero grate a chi le riportasse sulla terra. Le seguaci del culto delle Morrigan erano tra le streghe più potenti della storia e anche tra le più spietate. Bramavano il potere più di ogni altra cosa... e...”

 

Mi bloccai, mentre uno spiraglio di luce si apriva nella mia testa. I conti nella mia testa tornavano e se i tasselli erano al loro posto, allora sapevo anche chi poteva volere il ritorno delle Morrigan. E finalmente capivo anche perché la comunità magica non era in allarme.

 

_____________

 

Note dell’autrice: Ciao a tutti/e, sono tornata e ancora viva. Spero che abbiate passato tutti/e un buon periodo natalizio e che l’anno nuovo sia iniziato nel migliore dei modi. Il mio è stato particolare, buono sotto molti punti di vista, l’unica pecca… Babbo Natale si è portato via il mio portatile al posto di portarne uno nuovo L.  Pregate anche voi che torni al più presto :’(.

 

Parlando di Annika: Eccoci finalmente alla svolta, l’inizio del caso vero e proprio. Ho dato forse ancora poco spazio a Castiel, ma perché lui si rivelerà importante più avanti nella storia, soprattutto il lato ingenuo del nostro angelo, insieme alla maniacalità di Annika, daranno vita a momenti surreali. 

 

Nel prossimo capitolo probabilmente cominceremo a far la conoscenza della famiglia di Annika, sempre che all’autrice (io) non venga qualche altra malsana idea.

 

Vi lascio quindi con questo capitolo.

 

A presto, un bacio a tutte.

 

Shana

 

 

  
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