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Autore: Autumn__Leaves    04/01/2014    6 recensioni
«Mi stai invitando ad uscire?» Mi aveva chiesto lui, con un moto di derisione. Io avevo balbettato frasi sconnesse, sfuggendo ai suoi bellissimi occhi. Ero imbarazzata, perché non eravamo soli e lui ripeteva ogni cosa che dicevo, a voce alta. Non capivo bene se mi stesse prendendo in giro o se fosse solo incredulo. Beh, tanto incredulo non doveva esserlo. Non facevo altro che guardarlo e spiarlo, durante le ore di lezione. Anche una mucca si sarebbe accorta che avevo una cotta stratosferica per lui. Così annuì, alzando finalmente gli occhi e puntandoli su di lui. Ormai non avevo nulla da perdere, dovevo solo aspettare una risposta. Sulla faccia di Edward si formò un sorriso cattivo, prima di scoppiare a ridere davanti e con tutti. I miei occhi si dilatarono e riempirono di lacrime allo stesso tempo. Si, mi stava prendendo in giro. Chiusi gli occhi e respirai profondamente, mentre le risate aumentavano e tutti mi indicavano.
[…]
«Ti prego..» Un sussurro, appena udibile, ma che rimbombò dentro le mie orecchie, come fosse stato urlato. Lui non mi avrebbe mai amato ma io si, per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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PROGRAMMAZZIONE STORIE

Stupid Edward


Raccolsi i vestiti di Jonathan per la stanza, mentre Alice, seduta sul puf blu di mio figlio, seguiva attentamente ogni mia mossa. Sembrava volermi dire qualcosa, ma poi ci ripensava e rimaneva zitta. Mi stava dando sui nervi, ma sapevo che se l'avessi attaccata non mi avrebbe detto nulla. Magari dovevo darle del tempo. Magari lei doveva dare del tempo a me.


«Bella.. Ti devo dire una cosa..» Ero addirittura arrivata a pensare che alla fine non me ne avrebbe mai più parlato, del problema che tanto la attanagliava e la rendeva così insolitamente silenziosa. Così alzai lo sguardo curiosa, mentre poggiavo sul tavolino davanti al divano le nostre solite tazze di thè. Mi accomodai accanto a lei, attenta a non bruciarmi, mentre incominciavo a sorseggiare il mio thè. Lei era nervosa, mentre si tormentava le mani e si preparava quello che doveva dirmi.

«E' tornat-» Non fece in tempo a finire la frase che il citofonò suonò, facendomi balzare in piedi e quasi versare il thè per terra. Oggi Edward doveva venire a prendere Jonathan per portarlo fuori a fare una giratina. Non ero ancora psicologicamente pronta per rivederlo, ma purtroppo mi toccava e non potevo nascondermi nell'armadio, come facevo spesso da bambina. Ero una donna, dovevo affrontare i miei problemi – Edward – e, magari, anche aprirgli la porta.

Non feci in tempo a fare un passo, che Alice era già alla porta, con in viso un aria furibonda. Batteva il piede impaziente che suo fratello entrasse. Eh, se uno sguardo potesse uccidere. Lui entrò, sistemandosi i capelli e fulminando sua sorella, che si scansò con uno sbuffo per farlo entrare. Non lo salutai neanche, mentre mi digerivo impettita verso la stanza di Jonathan, dove lui stava tranquillamente giocando con le sue costruzioni. Era così preso a costruire la piccola città di plastica, che si accorse di me solo al secondo richiamo. Lo stavo per prendere in braccio e portarlo di la, all'ingresso, quando il citofono suonò un'altra volta. Non mi ricordavo di avere visite.

«Alice! Per favore potresti convincere Jonathan a mettersi la giacca?» Urlai per farmi sentire, mentre posavo il mio bambino per terra e mi avviavo svelta verso l'ingresso. Edward era poggiato al muro, quasi nello stesso punto dell'ultima volta, con le braccia incrociate e lo sguardo puntato su di me. La porta era socchiusa, segno che qualcuno avesse risposto al citofono e aperto la porta. Era stata Alice? Alice in quel momento era in camera con Jonathan. Edward? Era stato Edward? Lo guardai di sfuggita, mentre spalancavo completamente la porta e mi lasciavo trasportare da un abbraccio del tutto inaspettato.


Jacob mi teneva stretta a se, in quell'antro caldo dove negli ultimi periodi amavo rifugiarmi. Gli sorrisi, affondando il viso nel suo collo e respirando il suo profumo.

«Che ci fai qui?» Bisbigliai piano al suo orecchio, mentre lui mi lasciava un bacio sulla guancia, senza mai lasciarmi andare. Ed era così che mi dovevo sentire? Innamorata e felice? Ero felice, mi sentivo bene tra le braccia di Jake, ma non ero ancora sicura di quello che provavo. La sua presenza era piacevole, era simpatico e carino. Non mi metteva mai a disagio, sapeva farmi ridere e mi amava. Però c'era sempre qualcosa di sbagliato. Era una strana sensazione, che provavo nei momenti di intimità con Jack – che si riducevano per ora solo a qualche carezza e qualche bacio –, che mi faceva sentire terribilmente sbagliata, al posto sbagliato.

Jake stava per rispondermi, quando una tossire estremamente falso ci fece capire che non eravamo soli. Edward. Jacob sciolse l'abbraccio e si girò verso Edward, che lo guardava con un ghigno divertito. Jake si irrigidì, assottigliando gli occhi e stringendomi una mano. Avevo sempre pensato che quei due non andassero d'accordo, ancor prima della “famosa notte”. Quando ero piccola e mamma invitava la famiglia Black e la Cullen a casa della nonna, per le festività, c'era sempre un certa ostilità fra di loro. Non ero l'unica ad essermene accorta, difatti mia nonna Clare gli aveva sgridati un'infinità di volte sulle buone educazioni, visto che quasi faticavano a stringersi la mano. Ma alla fine avevano rinunciato tutti, lasciandoli fare quello che volevano. Solo che adesso Edward era il padre di mio figlio, e Jacob il ragazzo che stavo frequentando. Le cose erano cambiate, tantissimo, e loro dovevano per forza andare almeno d'accordo.

Stavo quasi per aprire bocca quando Jonathan sbucò dalla sua cameretta, in braccio ad Alice. Salutò con un cenno del capo Jacob, per poi guardare freddamente il fratello e consegnarli il piccolo, che si strofinava gli occhietti a pugni chiusi. Alice trascinò per un braccio Jacob in cucina, con la scusa che dovevano conoscersi meglio. Così mi ritrovai da sola, con Edward e nostro figlio.

Edward sembrava leggermente titubante, mentre si guardava intorno. Tenevo stretto a se Jonathan, mentre lui dormiva sul suo petto. C'erano così tante cose di cui parlare, da programmare. Non poteva continuare a non parlarmi.

«Edward, dobbiamo incontrarci per fissare tutte le date in cui incontrerai Jonathan e poi dobbiamo anche parlare di pratiche burocratiche. Lui ha il mio cognome e.. Non so se tu lo vuoi riconoscere, ma visto che l'altra volta avevi parlato di avvocati, allora credo si.» Ero insicura, non sapevo cosa stavo dicendo. Lui voleva riconoscere Jonathan? Non lo sapevo! Voleva continuare a vedere Jonathan? Non lo sapevo! Dove viveva? Da Alice? Ma per quanto? Non lo sapevo! Avevo un assoluto bisogno di certezze.

Edward aggrottò la fronte, tirandosi su Jonathan e stringendoselo su al petto.

«Certo che voglio riconoscere Jonathan, sennò non sarei qui e.. – rovistò nella sua giacca, cercando qualcosa. Tirò fuori il telefono e ci smanettò qualche secondo, prima di riporlo al suo posto – ..Per me va bene venerdì, possiamo incontrarci anche qui.» Sembrava stranamente più disponibile, mentre parlavamo civilmente. L'ultima volta che ci eravamo parlati in faccia erano state due settimane prima, in cui lui mi minacciava di togliermi mio figlio. Diciamo, che non eravamo per nulla in buoni rapporti. Ma forse in queste due settimane aveva sbollito la rabbia, aveva fatto chiarezza nei suoi pensieri ed era arrivato a un punto che se noi, per primi, non ci comportavamo civilmente, non saremmo mai arrivati ad un punto di svolta.

Annuii indecisa, mentre allungavo la mano per stringergliela. Lui alzò titubante la sua, stringendo la mia piccola nella sua grande mano calda. Erano sempre le stesse sensazioni, mi procurava sempre gli stessi brividi, ma adesso non ero più una bambina, un adolescente immatura. Ero cresciuta, le mie scelte erano razionali e logiche. Non mi lasciavo più andare a “nuove sensazioni” o cose così.

Ricacciai la mano, leggermente a disagio, aggiustando le spiegazzature del mio maglione. Lui sembrò quasi sorridere a quel gesto, prima di abbassarsi leggermente alla mia altezza per darmi Jonathan.

Lo presi in braccio, lasciandoli un bacio sulla fronte, mentre lui tirava leggermente i miei capelli e mugugnava sofferente, volendo tornare a dormire.

«Ciao Jonathan.» Gli lasciai un ultimo bacetto sulla fronte, prima di riporgere ad Edward mio figlio e salutarlo.



«Dov'è Jacob?» Chiesi, aggrottando la fronte e stiracchiandomi leggermente sullo scomodo divano. Mi ero addormentata poco dopo che Edward se ne era andato, sul divano del mio salotto, mentre Alice mi raccontava delle borse che aveva comprato il giorno prima.

Alice mi sorrise, prima di dare un morso alla torta al cioccolato che aveva preparato lei.

«Lui.. – Alice si fermò per bere un po' di latte dalla tazza, mentre s'ingozzava di torta – ..Se n'è andato quando ti ha visto dormire.» Alice si alzò, facendo cadere le briciole della torta e posando il piattino e la tazza nel lavello.

Aggrottai leggermente la fronte, perchè Alice non l'aveva trattenuto?

«Bella, devo parlarti. Io.. Beh, ti ricordi la cosa che ti stavo dicendo prima?» Al mio cenno di assenso leggermente confuso, continuò a parlare. «Io.. Scoppierò se non te la dico. Edward e Rosalie, tua cugina, stanno insieme. Io non lo sapevo, ma mamma mi ha detto che lui sicuramente le chiederà di sposarla.» Guardai sconvolta Alice, completamente sotto schock. Era per questo, allora, che Edward era stato così magnanimo? Era per questo che era stato tutti sorrisi e tutto zucchero? Non ci potevo credere, Rosalie ed Edward. Credevo che non si fossero neanche mai più rincontrati, da quella “famosa sera”. Ma ovviamente no, il fato aveva deciso e loro erano sulla strada delle nozze. Si sposavano! Quasi svenni, mentre mi appoggiavo al muro e cadevo lentamente giù, fino al pavimento.

Cosa diavolo avevo fatto di sbagliato per meritarmi tutto questo? E cosa erano, quelle che scendevano dalle mie guance? Lacrime.

Stupido Edward.

Note Autrice:

Scusatemi tantissimo per questo mega ritardo, ma davvero non volevo scrivere cose forzate e rovinare la fan fiction. So di non aver risposto alle vostre recensioni, ma le ho letto e ho sorriso quando avete detto che comunque mi aspetterete.

Spero commenterete questo capitolo, adesso tutto sta cambiando e vorrei sapere cosa ne pensate. Le vostre recensioni sono anche fondamentali per il continuo della fan fiction, da quello che mi dite so più o meno cosa scrivere e anche il finale ;) Insomma, non avevo per nulla idea di reinserire Rosalie fin quando non me l'ha suggerito andry15 haha.

Volevo farvi una domandina veloce, prima di scomparire. Qualcuno sa fare banner? Ne ho un immediato bisogno per questa fan fiction, ci terrei tanto. Chiunque sappia farlo per favore mi scriva, mi farebbe un grandissimo favore. :)

Vado a scrivere il prossimo capitolo e.. Ah, non aggiornerò più, purtroppo, come prima. Cercherò di scrivere i capitoli appena trovo tempo, ma sono davvero molto impegnata.

Tanti auguri a tutti, speriamo il 2014 sia un anno migliore del 2013! (haha ottimismo in persona yuhu!)

Autumn__Leaves :) x




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