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Autore: Paradoxofmyself    04/01/2014    4 recensioni
«André! André! Vieni subito qua!» gridò il padre al bambino.
«Quante volte ti ho detto che non devi giocare nel fango dopo che ha piovuto?!» continuò a sgridarlo il signore. «Non è un comportamento adatto a una bambina della tua classe sociale!» la bambina finalmente distolse lo sguardo dalle sue mani sporche di fango e guardò il padre con enormi occhi blu come il mare profondo. Si, era una bambina, anche se il nome che le era stato dato non era molto adatto per lei. Ma il padre, sapendo che la moglie sarebbe morta prima di vedere la bambina nascere, le aveva promesso che si sarebbe preso cura lui del figlio, e che l'avrebbe chiamato André come era la tradizione della famiglia. Si trattava infatti di una famiglia di aristocratici, marchesi, per la precisione. Erano i marchesi di Laverte, di origini, come si può capire dal nome, francesi. Perciò la bambina era stata cresciuta come un maschio, o per lo meno la badante della bambina aveva cercato di farlo rimanendo fedele alla promessa fatta alla madre, incurante delle proteste del padre. Il nome completo della bimba era effettivamente Marie André, ma era stata soprannominata da tutti André.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutte le mie lettrici, a quelle che mi recensiscono e a quelle che leggono e basta, oppure che hanno messo tra preferite/seguite. Che ognuna di voi possa incontrare il suo Harry che le sbaciucchia in un bagno di scuola, perchè ognuno se lo merita.



 
Chapter 4th
 

 
Verde, come i prati ricoperti di rugiada. Verde, come il mare ad una certa ora del giorno. Verde, come il prezzemolo che la mia badante mi metteva da piccolo nella minestra. Verde, come le sconfinate colline della tenuta in campagna di quando ero piccolo. Verde, come il meraviglioso colore di quegli occhi che mi ricordavano tutto quello che ero. Verde, come il colore dell'anima di Harry, cangiante verso il grigio quando pioveva e verso il nero quando era arrabbiato con me. 
Per tutto il giorno non vidi altro che quel meraviglioso verde, quando chiudevo le palpebre, quando mi giravo e per sbaglio guardavo verso il suo banco all’ora di biologia, quando semplicemente guardavo il foglio bianco dei miei appunti, che per quel giorno vennero bellamente ignorati.
Solo quando uscii dalla scuola, smisi di vedere verde, e iniziai a vedere nero. Nero, come gli occhi di Harry quando era arrabbiato con me, esattamente come in quell’istante.
Nonostante avessi preso, com’era ormai mia consuetudine, l’uscita sul retro, Harry mi aveva trovato e mi aspettava nella sua classica posa con un ginocchio sollevato e appoggiato allo stesso muro su cui aveva posato le spalle sottili.  Tra le labbra, notai stranamente, teneva stretta una sigaretta di mala fattura, evidentemente fabbricata sul momento.
Storsi involontariamente il naso pensando al dolce profumo all’arancia che aveva, rovinato dal puzzo della sigaretta.
Quando vide che mi stavo allontanando silenziosamente da lui, anziché raggiungerlo come aveva pensato che avrei fatto, si staccò dal muro, assumendo una posa plastica a braccia incrociate, scrutandomi con i suoi profondi occhi neri come la pece.
«Andrè» mi chiamò, con la voce soffocata dalla sigaretta. Io rimasi paralizzato sul posto. Cosa voleva ancora da me?
Se fossi scappato non sarebbe servito a nulla, mi avrebbe raggiunto, e se fossi andato da lui... che sarebbe successo? A quel dubbio la mia mente si rifiutò di porre una risposta, andando in panne come un’auto mal messa, e lasciandomi da sola con Harry, che nel frattempo aveva pensato bene di raggiungermi.
Preso com’ero dal mio dialogo interiore, non mi ero accorto che si fosse avvicinato a me, coprendo con lunghi passi la breve distanza tra di noi.
Così saltai in aria come un petardo quando sentii la sua voce ad un soffio dal mio orecchio.
«Ti ho chiamato, perché non sei venuto da me? Devo sempre rincorrerti?» “Lo sta facendo a posta”, pensai tristemente tra me e me, “Non può avere normalmente quel tono così roco e... provocante”. Quando la mia mente contorta e malata realizzò cosa aveva pensato, subito mi sgridò, per aver così a lungo lasciato assopita la mia parte femminile, che in quel momento mi stava per uccidere dall’interno. In poche parole, ero attratto da Harry.
“Merda”. Fu l’ultima cosa che riuscii a pensare prima di girare leggermente il volto per evitare di affrontare faccia a faccia quello che era ormai il mio strano e bellissimo incubo personale.
«N-non ti a-avevo sentito..» balbettai, insicuro. “Perché continua a guardarmi in quel modo? Perche non fissa... che so, quel pezzo di asfalto, per esempio, invece che inchiodarmi con quei due pezzi di ossidiana bollenti?”
«Raccontala a qualcun altro questa, per favore. Io voglio la verità». Un nuovo soffio nell’orecchio, che mi provocò dei brividi lungo tutta la spina dorsale, come se avessi del ghiaccio gelido che mi scendeva nella maglietta, senza che io potessi fare nulla per far smettere quella lenta tortura, così maledettamente piacevole.
«Te l’ho già detta, la verità.» Non guardarlo in faccia mi rendeva decisamente più audace di quello che avrei mai osato sperare.
«Oh, non lo metto in dubbio, ma io voglio la verità che dirai solo a me, la verità.. vera.» Possibile che Harry stesse flirtando con me in quel momento?!
Ma che fine aveva fatto l’Harry duro che non si sarebbe mai abbassato così tanto fino a provarci con un ragazzo? “Già, ma tu, André, non sei un ragazzo, e lo sai anche bene.” Dio, quanto odiavo quell’orribile vocina!
«Oh, e sta zitto!» sbottai, contro il mio io interiore. Solo accorgendomi degli occhi finalmente verdi di Harry che mi guardavano sbalorditi, realizzai di aver parlato ad alta voce. «Oh, merda!» esclamai tra me e me, arrossendo e portandomi le mani alla bocca, lasciando cadere il libro che avevo previsto avrei letto sull’autobus verso casa. Prima che accadesse tutto quello.
«Che hai detto, scusa?!» a quel punto Harry sembrava veramente arrabbiato.
«Non stavo dicendo a te!» replicai, punto sul vivo. Possibile che sentissi davvero il bisogno di giustificarmi con Harry? Eppure non lo conoscevo neanche.. «Stavo parlando da solo, tra me e me» continuai la mia insensata difesa.
Improvvisamente persi il leggero contatto che c’era tra il mio corpo e quello di Harry, e non sentii neanche più il calore dovuto alla sua vicinanza. Quando mi girai, rimasi a bocca spalancata, indegnamente.
Harry che rideva era in assoluto la cosa più bella che ebbi mai visto, nel suo modo di gettare indietro la testa, spalancare la bocca e strizzare gli occhi, nascondendomi quel meraviglioso verde brillante.
Rise per circa dieci minuti di fila, in cui io ebbi per fortuna il tempo di ricompormi e di “asciugare la bava”.
Quando smise, tornò a guardarmi, più serio di prima.
«Io lo giuro, tu sei veramente tanto strano. Il più strano che io abbia mai conosciuto.» Questa sua confessione mi fece riflettere: lui dava dello strano a me, quando solo una settimana prima aveva fatto l’unica cosa che non avrebbe mai pensato di fare, ossia di baciarmi? Me, che considerava un maschio?
“Maledetto me, perché diavolo mi sono andato a cacciare in questa confusione? Perché non ho avuto dei genitori normali che mi hanno fatto crescere come quella che sono?”
«Parli proprio tu di stranezze?» “Ma perché non tengo la bocca chiusa una buona volta? Che cazzo ho detto?” Dire che mi volevo prendere a schiaffi da solo era poco.
«Che cazzo hai detto?!» fu Harry a riportarmi alla realtà, dando voce inconsapevolmente ai miei pensieri.
«Nulla, davvero, scusa!» si, avevo paura di lui, e anche molta. Paura, perché anche volendo non sarei riuscito a picchiarlo, non ora che avevo capito di essere attratto da lui e... “Cosa diavolo ho pensato?!” il mio dialogo interiore aveva dell’incredibile: una parte del mio cervello cercava di vedere cosa stesse facendo Harry –che mi stava guardando incuriosito- mentre le altre due –si, avevo il cervello diviso in tre parti, almeno al momento-, litigavano tra di loro, perché una aveva ammesso di essere attratta da Harry, e l’altra la riprendeva per quello che aveva pensato. In tutto quel macello, distinsi solo le labbra di Harry che lambivano le mie una seconda volta.
 
“Questo sì che è un problema” pensai, mentre mi leccavo le labbra dopo il secondo bacio di Harry. Ero visibilmente arrossito, imbarazzato come mai, soprattutto perché Harry non aveva ancora staccato le sue mani dalle mie braccia, dove sicuramente sarebbero rimasti dei segni per quanto era stata stretta la sua presa.
«E piantala di guardarmi così!» sbottò Harry, mollando finalmente la presa dalle mie braccia ma senza lasciare i miei occhi, incatenati ai suoi.
«Non so perché lo faccio, va bene?!- era frustrato, e ormai parlava da solo, poiché io non avevo detto una parola. Continuò ancora nel suo monologo, lasciandomi a bocca aperta per l’ennesima volta in quella giornata. –Ogni volta che ti vedo... io.. ho voglia di baciarti, dannazione, e non riesco a non farlo. Ci ho provato, anche con altre ragazze, ma poi mi ritrovo sempre a pensare a te, porca puttana. E non è sano, perché a me non piacciono i ragazzi. Lo so, che non mi piacciono. Eppure ho sempre la stessa fottutissima voglia di baciarti. Mi spieghi che cazzo mi hai fatto?» piano piano la sua voce era andata scemando, fino all’ultima domanda, che aveva quasi sussurrato.
Io non avevo la più pallida idea di cosa rispondergli, perché io... cazzo, io stessa, non sapevo proprio come comportarmi. Si, al femminile. “Perché io sono una ragazza. Oddio, l’ho pensato davvero?” Il mio cervello andò in pappa, dopo quella sottospecie di dichiarazione alquanto strana, e da quel momento ripresi a considerarmi donna. Anzi, iniziai veramente a farlo. Non che avrei iniziato a mettere ridicole gonne o a truccarmi, oppure avrei iniziato a mettere i tacchi e a lasciarmi crescere i capelli; assolutamente no. Solamente, avrei iniziato a pensare di me come una lei.
Presi fiato, chiusi gli occhi e sospirai profondamente. Dovevo dire tutto ad Harry, era ingiusto lasciargli credere di essere attratto da un ragazzo, quando ero una ragazza.
Quando riaprii gli occhi, vidi che mi stava osservando, in attesa, probabilmente, di una mia risposta. Ma fu proprio quello sguardo a mettermi paura, tanto che me ne andai, correndo via dal retro della scuola, lasciando lì il mio libro da leggere.







I'M HEREEE

Salve :33
So di aver aggiornato poco tempo fa, ma siccome ho finito di scriverlo, l'ho fatto leggere (si, seppia, rotolina, parlo di voi <3) ed è piaciuto, l'ho pubblicato.
E dopotutto, vi avevo promesso un nuovo capitolo entro la fine delle vacanze, no?
Bene, passiamo alla storia.
A questo punto c'è quello che io considero un "BOOOMMM". Si, perchè ho incasinato un po' tutto :3
A voi va bene così incasinato? A me piace un sacco, anche perchè alcune di voi mi avevano fatto presente che doveva succedere qualcosa :D. Beh, eccovi accontentate ;), spero che la scena sia stata di vostro gradimento.
Dopodichè, sappiate che se ci sono errori non è colpa mia, perchè io ho riletto fino alla noia e quando l'ho fatto rileggere non mi hanno detto niente su questa versione del capitolo.
Poooi, grazie tesore mie <3 io vi amo per tutte le belle parole che mi avete detto, perchè mi illuminano la giornata quando le leggo, e le parole che mi dite mi fanno riempire di gioia, grazie <3
Ringrazio anche coloro che hanno letto e basta, anche perchè le visualizzazioni al primo cap hanno già superato i 110 *O*
E ringrazio anche quelle che hanno messo tra preferiti/seguite, perchè mi fanno sentire apprezzata, come se la mia storia piacesse veramente a qualcuno :DD.
Bene, sto diventando un po' ripetitiva, lo so. 
Perciò me ne vado, chiedendovi di farmi sapere se la storia vi piace o vi fa schifo, con suggerimenti e critiche di ogni tipo che accolgo sempre col sorriso sulle labbra *da brava idiota sorride allo schermo come un'ebete*.
Ora vado, mi aspettano greco e latino çwç.

Bacini Baciosi,

Giulia <3

 


che adorabili idioti :33
 
P. S. Ho scritto tempo fa una oneshot drammatica: vi andrebbe di leggerla e di dirmi cosa ne pensate? Si chiama "That fucking day", ecco il link: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1836637&i=1
 
  
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