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Autore: Oops_hji    04/01/2014    2 recensioni
Provate a pensare per un attimo a cosa sarebbe successo se Simon Cowell non avesse richiamato sul palco quei cinque ragazzi. Come sarebbe finita la storia? Se l'unica cosa che avessero in comune quei ragazzi fosse l'essere fuori dai giochi? Se gli show per loro non sarebbero mai arrivati? Se non fossero mai entrati nella casa dei giudici? E infine se fossero usciti in lacrime da quell'edificio a causa dell'eliminazione, come sarebbe andata a finire? Avrebbero provato ad andare avanti come solisti? O sarebbero tornati alle loro vecchie vite chiudendo il capitolo 'canto'? I One Direction sarebbero mai esistiti anche senza essere stati messi insieme da Simon?
Vi piacerebbe saperlo? Bene, se la risposta è si, se siete almeno un po' curiosi, la storia è qui che vi aspetta, insieme a me...
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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(8)
Chapter 8 - party.
Well my friend it seems we've come too far to disagree 
My knees feel weak and I fell too fast 
The tide is high but we swam in too deep 
To catch your breath you tear me apart piece by piece 
You can take away all this mess 

And I could never think anything less of you.

You break me - Ed Sheeran


 
 
22 novembre 2009
 
“Chi sa come mai c’è la luce accesa quando non ci dovrebbe essere nessuno, eh Em...”
“Oh andiamo – sbuffo e mi trucidò con lo sguardo – non fare la difficile, lo sai che sono dei coglioni. Devi accontentarti cara mia.”
Tirai fuori le chiavi dalla borsa e feci scattare la serratura della porta d’ingresso, e subito mi invase un enorme boato di: ‘SORPRESA’ per festeggiare quello che dovrebbe essere il mio copleanno.O almeno credevo... quest’anno me l’avevano fatta, ed io ero rimasta con la tipica faccia da pesce lesso, appoggiata allo stipite del portone.
C’era silenzio, troppo silenzio per essere il mio compleanno, e le luci erano ancora tutte spente, ad eccezione per quella della cucina che, a quanto pare, avevano lasciato accesa di proposito.
Girai gli occhi verso Em, e non mi stupii di vedere la sua faccia delusa. Era una pettegola assurda, se c’era qualche sorpresa da fare nessuno gli diceva mai niente, non resisteva, era scientificamente provato: appena sapeva qualcosa, che riguardasse te stesso o no non faceva differenza, te lo veniva a dire.
“Ma che diavolo hanno in mente?”
“Non guardare me, tu ne dovresti sapere di più di me”
 
Okay, facciamo un passo indietro e vi spiego. Come avrete capito era il mio compleanno, erano più o meno le sei di pomeriggio e, in teoria, i ragazzi si sarebbero dovuti impegnare ad organizzarmi qualcosa, visto che io non amavo festeggiare il mio compleanno con grandi cose, mi bastavano una pizza e gli amici, ma loro erano dei festaioli assurdi, e come si dice ‘carpe diem’, in questo caso ‘carpe pars’ (chi sa il latino non mi uccida per favore, io non lo so, ho usato google traduttore e moto probabilmente ho detto la cazzata dell’anno, quindi...scusatemi.), ‘cogli la festa’ (spero...lol).
Era capitato di domenica e non avevo visto nessuno dei ragazzi in tutta la giornata.
Qualsiasi occasione avessero per fare festa, di certo non la sprecavano.
Torniamo a noi...
 
 
 
Ci voltammo perchè sentimmo lo strombettio di un clacson dietro di noi, un taxi.
Dopo essermi accorta che il conducente ci stava facendo segno di salire, guarda Emily abbastanza, per non dire molto, persa, ovviamente non potè fare altro che ricambiare lo sguardo...
Salimmo sul taxi e invertimmo i normali ruoli tassista-passagero chiedendo “Dove ci porta?”
Lui rise, e al sentirlo ridere mi resi conto che avevo dato del ‘lei’ al mio migliore amico.
“Chris cosa diavolo avete intenzione di fare?”
“Chi è Chris?”
Alzai gli occhi al cielo e “Sappi che dopo ti picchierò, ora pensa a non farci morire va...”
“Finiscila di lamentarti Em- si tappò all’improvviso la bocca con una mano e ci guardò con gli occhi di un bambino che aveva detto una paraloccia davanti ai suoi genitori- emh, si emh non so come ti chiami quindi non dirò il tuo nome.”
 
 
Furono quasi due ore di viaggio, arrivammo che erano le 8 p.m. circa, ormai già buio da un pezzo.
Alla fine ci ritrovammo a Blackpool, una città a circa 79 Mi da Bradford, sul mare, sì, quest’anno avevano puntato sul mare, appena entrammo in città, ci vollero circa 15 minuti per arrivare alle spiaggie, ovviamente non c’era nessuno- era novembre –ad eccezione di un gruppetto di quattro ragazzi che circondavano un falò.
L’autista scese con noi dal taxi e una volta che ci fu davanti si tolse il berretto che gli aveva tenuto in ombra il viso per tutto il viaggio.
Mi guardai un po’ intorno, era un posto bellissimo, e poi io ho sempre amato il mare, anche se qui in Inghilterra non c’è proprio il clima adatto, i ragazzi non si erano ancora accorti del nostro arrivo, evidentemente troppo impegnati ad abbrustichire marshmellow.
Ritornai con gli occhi puntati su Chris con un sorriso enorme appicicato in faccia.
“Sei troppo stupido Chris, ti fai sgamere subito.”
Quell’affermazione scatenò una grande ilarità da parte sua, che gli impose di gettare la testa all’indietro e socchudere gli occhi, proprio come facevo anche io.
Subito dopo venne verso di me e mi rinchiuse in un abbraccio augurandomi buon compleanno, non feci in tempo a ringraziarlo che mi prese per i fianchi e io mi ritrovai senza poggiare più i piedi a terra e a cercare qualcosa a cui aggrapparmi per avere maggior stabilità e, inevitabilmente, ad urlare.
“Chi è che è stupido eh? Ripetilo se hai il coraggio nana.”
Diamine, quel ragazzo cambiava stato d’animo più velocemente di una donna col ciclo.
“Ehy! Non sono nana”
Eravamo faccia a faccia, io avevo le mani sulle sue spalle e le gambe aggrovigliate intorno al suo bacino e lui mi reggeva dalle cosce.
“E...”
“E tu sei tanto stupido”
“Ah si? Allora adesso vediamo chi è lo stupido.”
“No, Chris? Che vuoi aaahhhh”
Non so come ci era riuscito ma mi aveva tolto le gambe da attorno il suo bacinoe mi aveva preso a mo’ di sposa, aveva poi iniziato a correre verso il mare con me in braccio che continuavo ad urlare.
“No, amore mio, ti voglio tanto bene ma non fare quello che stai pensando.”
“Non voglio le tue suppliche nana”
“Okok Chris, ti voglio tanto bene e tu lo vuoi a me- ormai aveva le scarpe in acqua, fece per lasciarmi andare –aaahhh no Chris sei tanto intelligiente.”
Trattenni il fiato e strinsi gli occhi, ormai pronta all’impatto con l’acqua fredda, pensando di non avere fatto in tempo a dire quella frase, ma aprii gli occhi e mi ritrovai ancora tra le braccia del mio amico, che, con il fiatone a causa della corsa e del mio peso, sorrideva sornione.
“Piaciuto lo scherzetto?”
Feci la seconda faccia da pesce lesso della giornata.
“Adesso chi è lo stupido qua Cher?”
“Vaffanculo frocio, questa me la paghi.”
Mi feci mettere giù e mi diressi verso i ragazzi sempre con gli occhi rivolti verso Chris, che stava cercando di non scoppiare a ridere.
“Ehy cogliona! A chi hai detto frocio?”
Non lo calcolai nemmeno di striscio e mi misi a sedere tra mio fratello e la mia migliore amica, che mi aveva lasciato il posto accanto a lui nonostante la sua cotta colossale, mentre Christian si sedeva di fronte a me, tra Simon e Daniel.
“Avete finito il teatrino? Adesso li posso fare gli auguri a mia sorella?”
Il tono era scherzoso, o almeno doveva sembrare, perchè si notava abbastanza che Zayn era palesemente geloso, pur sapendo che era tutta gelosia infondata dato l’orientamento sessuale del ragazzo.
“Ovvio, è tutta tua.” E mentre Zayn fingeva di non essere affetto da gelosia da fratello ‘maggiore’, Christian fingeva di essere arrabbiato con me per quell’offesa, anche se sapeva che non era stata detta con nemmeno un filo di cattiveria.
Ci fu un attimo di silenzio, giusto un attimo in cui tutti si erano guardati in modo molto molto strano ai miei occhi, un attimo in cui non avrei di certo potuto pensare che si sarebbero gettati tutti su di me per festeggiare i miei 16 anni, alzando chili e chili di sabbia, scavalcando il fuoco come leoni del circo (ovviamente con la grazia di 10 elefanti) e insabbiando tutti quei marshmellow.
Mi ritrovai letteralmente a mangiare la sabbia, soffocando a causa dei,  Dio solo sa quanti, chili sopra di me.
Si alzarono dopo un po’ sollecitati dalle mie urla di supplica, alcuni rotolando semplicemente sulla sabbia e spostandosi al mio fianco.
 
 
 
Passammo quasi metà serata tra pizza, cola, marshmellow e cazzate.
Poi verso le 10-10.30 vidi Simon alzarsi e venire tranquillamente verso di me, mi scombussolò un po’ i capelli e poi mi superò.
“Ehy! Dove vai adesso?”
“Torno subito tranquilla, non me ne vado.”
 
Tempo due minuti che sentii l’attacco di una delle mie canzoni preferite fatto a chitarra acustica.
Mi girai di colpo verso Simon, dietro di me, che aveva al collo il suo gioiellino e stava suonando You break me  di Ed Sheeran.
Si mise al suo posto tra Chris e Mark, continuando a suonare quella canzone stupenda e dopo i sei secondi di introduzione la voce di mio fratello superò decisamente il rumore delle onde del mare intonando quella canzone che, da quante volte gliela avevo fatta ascoltare, aveva ormai imparato a memoria sicuramente.
Ho sempre amato la sua voce, probabilmente è l’unica cosa che ha preso da nostra madre, e, inutile dirlo, il canto è l’unica cosa che ci è rimasto di lei, quindi ci teniamo molto entrambi, io posso dire di cavarmela, ma non sono niente in confronto a mio fratello, un po’ come la fotografia tra me e lui, solo che i ruoli sono invertiti. Siamo legati alla fotografia e al canto allo stesso modo, una passione dovuta al padre e l’altra alla madre, io prevalgo nella fotografia e lui nel canto, niente di più equo.
Continuava a guardare me facendomi cenno di cantare con lui e lo accontentai, anche se titubante,  dopo la prima strofa cantando il ritornello con lui.
 
 “’Cause you break me
You numb me
You still seem to stun me
This pain has outrun me
You are all I have left”
 
Convinto ormai che non avrei smesso, troppo presa dalla mia canzone preferita, smise di cantare alla terza strofa, mi girai lanciandogli un’occhiata tutt’altro che consenziente e notai il suo sguardo di sfida e quel suo cavolo di ghigno rivolti a me, sapeva quanto odiassi cantare in pubblico, da sola suprattutto, ma una sfida era una sfida e non gliel’avrei data vinta, così cantai terza strofa e ritornello leggermente in falsetto ottenendo una smorfia di Zayn credeva avrebbe vinto quella sottospecie di sfida.
 
“Exorcise these demons
But they keep talking to me
I am no believer
But I believe you will relieve me
I believe you will relieve me
And that’s what’s going on.
 
‘Cos you break me
You numb
You still seem to stun me
This pain has outrun me
You are all that I have left.”
 
Finimmo poi insieme  con gli ultimi due ritornelli.
Il resto della serata lo passammo proprio in quel modo, cantando e suonando le nostre canzoni preferite e quelle che ci piacevano di più del momento davanti a un fuoco, stile americanissimissi[...]missimissimo.
 
Eravamo immersi completamente in quell’atmosfera; avete presente quando siete con il vostro gruppo di amici? Quando passate da una cazzata all’altra, magari pure prendendosi in giro a vicenda? Quando si crea quel clima dove ti dimentichi di tutto oltre che delle persone con cui sei? Quando nonostante tutto il resto stia andando male l’unica cosa che riesci a fare è scherzare con i tuoi migliori amici? Quando li guardi divertirsi tra loro, e tu sei lì che non riesci a staccare gli occhi dai loro volti, che non riesci a non sorridere e non fai altro che pensare ‘ragazzi quanto vi amo’? Quando c’è quell’intesa tale che andrebbe bene anche non dare voce ai pensieri perchè gli sguardi bastano? Quando...quando ti rendi conto che tutto ciò di cui hai bisogno è lì intorno a te? Quando la consapevolezza che LORO (sottolineo in tutti i modi possibili quel ‘loro’ perchè l’importante sono proprio loro) ci sono,  e ci saranno, ti impedisce di cadere a pezzi? Quando sai che non ci sarà mai una volta che con loro non ti scapperà una risata, perchè sì, loro sono il tuo mondo?
In quel momento l’atmosfera era quella, e sono convinta che non ci sia cosa più bella al mondo.
 
 
 
Mi svegliai per il freddo e per la vibrazione del cellurare che reclamava il suo diritto a ricaricarsi.
 
23/11, 4.25 a.m.
Batteria scarica, ricaricare.
 
Mi guardai un attimo intorno.
Il fuoco si era spento e di conseguenza si gelava, gli altri dormivano tutti.
Sicuramente il fuoco si era spento a causa di una folata di vento perchè di legna ce n’era ancora.
Presi le chiavi della macchina di Daniel dalla tasca dei suoi skinny e andai alla ricerca di un foglio, tornata alla spiaggia cercai in tutte le tasche che aveva zayn un fottuto accendino, tentativi che servirono soltanto a svegliarlo perchè dell’accendino nemmeno l’ombra.
 
“mmh che diavolo stai facendo Lot?”
“Dove hai l’accendino?”
“Non ce l’ho.”
“come sarebbe a dire che non hai l’accendino? Tu hai sempre l’accendino!E poi come lo avete acceso prima il fuoco??”
Diamine stavo tremando di freddo e viene a dirmi che non ha l’accendino.
“E’ finito il liquido Lot.”
“Dimmi che stai scherzando.”
Ero ancora accovacciata davanti a lui quando mia lascia andare con il culo a terra sbuffando sconsolata, infreddolita e parecchio, ma parecchio assonnata.
“Ma prima non era più caldo?”
“E secondo te perchè io stavo cercando l’accendino? Idiota.”
Si guardò intorno, notò il fuoco spento e “ooh”.
“Eh sì, ooooh.”
“Dai vieni qua Miss isterica” alzò un braccio, mentre l’altro era a reggergli la testa.
Mi distesi su un fianco e mi appiccicai con la schiena al suo petto, un suo braccio mi stringeva all’altezza della pancia e l’altro mi passava sotto il collo cercando di farmi smettere di tremare, anche se fallì.
“Ho sempre odiato il tuo essere così freddolosa”
 
11.30 a.m.
 
“Ehy piccioncini, svegliatevi.”
“Daii, sei perfido!”
“Ooh, come sono carini.”
“Forse stanotte hanno fatto altro e non hanno dormito”
“E smettila Dan!”
 
Più o meno i commenti che mi arrivavano al cervello erano tutti di quel genere, e sì, erano tutti commenti dei miei migliori amici.
Avevo un sonno tremendo, mi faceva male tutto e, indovinate...avevo freddo e tutti quei loro sussurri mi stavano urtando altamente il sistema nervoso così biascicai un “Finitela coglioni” alla meno peggio scatenando le loro risate.
 
“Allora sei sveglia 16enne...”
 
Sentii dietro di me Zayn lamentarsi, ancora nel mondo dei sogni, e poi strinse la presa delle sue braccia fino a soffocarmi senza rendersene conto soprattutto perchè aveva le mani sopra il mio stomaco.
“Zay...Zayn svegliati...Zayn cazzo mi stai uccidendo.”
La sua presa si allentò fino a lasciarmi andare e poi ancora mezzo addormenato scostò il giubbotto che ci faceva da coperta e si mise a sedere, sì, perchè, non so quando, mi ero svegliata sempre più infreddolita, svegliando anche lui che era stato costretto a sfilarsi il giubbotto e a mettero sopra di noi per evitare che diventassi un ghiacciolo con un cuore.
Si girò verso di me mentre stavo cercando di riprendere fiato e scoppiò a ridere mentre gli altri ci intimavano di alzarci e aiutarli a mettere in macchina tutto quello che avevano portato.
 
 
 
 
25 dicembre 2009
00.30 a.m.
 
Alla fine dopo la nottata in spiaggia sono stata per quasi una settimana con il raffreddore, a volte qualche linea di febbree parecchie prese in giro da parte di Zayn sul fatto che non reggessi una notte a dormire all’aperto, però ne è comunque valsa la pena.
Quando siamo tornati a casa abbiamo trovato nostro padre, palesemente ubriaco e forse pure fatto, che ci aveva accolti con un “pensavo di aver perso anche voi”, chi sa se è vero che in vino veritas.
 
Quel 24 dicembre eravamo sul divano in salotto a guardarci il primo film di natale che ci era capitato a tiro, tanto era più per tradizione, uno valeva l’altro, anche perchè ormai li sapevamo tutti a memoria.
Quando ci rendemmo conto che era scoccata la mezzanotte ormai già da un pezzo ci voltammo verso l’albero di natale che diffondeva quell’atmosfera natalizia tanto quanto bastava per rendere il salotto un po’ più vivo e allegro del solito.
Sotto non c’era niente, ad eccezzione di una scatolina, grande quanto il palmo della mia mano, poggiata su una busta da lettere completamente bianca.
La busta era per Zayn, quindi la scatolina era per me. Sono quasi sempre riuscita e scoprire i regali di natale di Zayn prima del 25 dicembre, eppure non avevo la più pallida idea di cosa ci potesse essere li dentro. Non era mai uscito di casa senza dirmi dove andava o senza dirmi niente, e visto che non riusciamo a passare ognuno le bugie dell’altro non sapevo da dove aveva tirato fuori quel pacchetto.
Prendemmo la coperta di Pile che ci copriva, la poggiammo a terra, di fianco ai regali, e ci mettemmo a sedere.
“Dai- mi porse la scatolina –apri.”
 La presi abbastanza titubante, sono abbastanza perspicace per queste cose di solito, ma non sapevo cosa aspettarmi.
La aprii lentamente e guardai Zayn prima di guardare cosa conteneva, si stava assassinando il labbra inferiore conn i denti, in attesa di una mia reazione.
Abbassai gli occhi sulla scatola e, giuro, stavo per ammattire.
Era una collana, aveva un qualcosa di retrò.
Era una macchina fotografica, tipo quelle degli anni ’90, con altri due ciondoli: il contorno di un cuore stilizzato e una piastrellina con un’incisione che non notai subito (http://img0.etsystatic.com/020/0/6602008/il_570xN.542781574_do9c.jpg).
 
“Tu, sei un pazzo, quanto diavolo hai speso?”
Aveva un gomito poggiato sul ginocchio e la testa poggiata sul palmo della mano.
Non mi rispose e continuava a guardarmi in un modo che non riuscii a capire, sembrava come ci fosse altro e lui stesse aspettando che ci arrivassi da sola.
E ci arrivai.
Un lampo mi passò per il cervello, veloce, leggero e istantaneo, un immagine. Capii anche perchè la macchina fotografica era degli anni ’90. L’immagine, non tanto nitida, era quella di mia madre che indossava quella collana.
L’incisione era T.M.
Trisha Malik.
“Dove l’hai trovata?”
“Nel vecchio cassetto di mamma. Stavo pensando a cosa regalarti quando me ne sono ricordato, quindi sono andata a cercarla.”
Presi lo slancio e mi gettai addosso a lui, facendoci finire tutti e due per terra e scatenando la sua risata.
“Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.Ti adoro.”
“Ok, adesso alzati però, che pesi.”
“Sei impossibile, tutte le volte che ti faccio un complimento riesci a farmelo ritirare in meno di dieci secondi.”
Me la agganciò, poi gli diedi la busta.
“Adesso tocca a te.”
Lo vidi cambiare espressione settordici volte. Da curioso a perplesso. Da perplesso a stupito. Da stupito a perplesso, di nuovo. Da perplesso a incredulo e poi confuso. Quando inizio a capirci qualcosa iniziò a tremare leggermente.
Poi, a fine lettera, quando lesse il mittente era di nuovo incredo.
Fece per ricominciare da capo a leggere la lettera, evidentemente non ci credeva, ma glielo strappai di mano.
“Dai che hai capito, non importa che la rileggi. La domanda l’ho fatta io, il video ho caricato uno di quelli che ti ho fatto io e....bhe era un’e-mail, se non ci credi ho l’orignale nel pc.”
“To: Charlotte Malik
 
Abbiamo visto il video che ci hai inviato. Pensiamo che tu abbia le qualità per pertecipare alle audizioni della settima stagione del programma che si svolgeranno a luglio 2010 in sei diverdse date e luoghi, quali: Glasgow ( SECC , 9 giugno), Birmingham ( LG Arena , 13-14 Giugno) , Londra ( ExCel di Londra , 21-24 giugno), Dublino ( Convention Centre Dublin , 28 giugno), Cardiff ( International Arena , 2 luglio), e Manchester ( Manchester Central , 9-11 luglio).
Ti invitiamo a partecipare nell’arena/teatro a te più vicina.
Le audizioni avverrano dalle 9 a.m. alle 7 p.m.
Se ti servono più informazioni puoi contattarci tramite e-mail, faremo il possibile per rispondere alle tue domande.
 
La redazione.
 
From: xfactoruk.”


 
Alloooooora,
ci tengo a dire che io di come funziona per le audizioni di x factor ne so poco,
però mi pare di aver capito che per la settima stagione uk tutti quelli 
che volevano partecipare alle audizioni hanno fatto un video da mandare alla redazione del
programma, e così, me la sono un po' lavorata.
Ringrazio tutti quelli che recensiscono, chi ha inserito la storia tra le preferite,
ricordate o seguite.
Come sempre vi chiedo di lasciare una recensioncina (?) in modo che possa capire un 
po' come sta andando la storia, anche 11 paroline mi bastano lol
Detto questo, vi  lascio e ci vediamo al capitolo 8,

Giulia.


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