HAPPY MARRIAGE
4. Tra la vita e la
morte
Draco Malfoy, bello e
orgoglioso come sempre, la aspettava
sulla veranda dell’ala ovest del castello.
Un posto
tranquillo e isolato in cui poter parlare con
calma.
Il suo posto
preferito da bambino dove si rifugiava quando
voleva stare solo.
Un lontano
ricordo ormai ma nonostante ciò starsene seduto
lì sulla panchina come allora, con
giardini intorno e il profumo di gigli riusciva a infondergli la stessa
tranquillità.
Si sentiva al
sicuro.
Pansy era
rimasta immobile sulla soglia ad osservarlo.
Almeno lui si
era già vestito, con giacca e pantaloni neri e
una camicia bianca mezza slacciata come al solito.
Nessuno
cravatta però, l’ex Serpeverde odiava le cravatte
e
non avrebbe fatto un’eccezione neanche per il giorno del suo
matrimonio.
La ragazza
invece si era presentata con la sola semplice vestaglia
che le arrivava sopra il ginocchio in contrasto con
l’eleganza dei diamanti
rosa, ma d’altronde non aveva ancora trovato la forza per
indossare l’abito da
sposa e almeno così avrebbe tenuto la sorpresa per dopo.
Con il vestito
poi non si poteva certo dire che passasse
inosservata quando si spostava per il casello e l’unica cosa
che voleva era non
incontrare nessuno almeno fino all’inizio della cerimonia.
- Ciao Pansy.-
Due parole,
due spine nel cuore.
Si guardarono
negli occhi per quelle che sembravano delle
eternità.
Quelli di lui
freddi come il ghiaccio e quelli di lei neri,
profondi... tristi.
Era la prima
volta dopo giorni che si incontravano e non
come Beauty e Draco, ma come Pansy e Draco.
Ma sembrava
che si vedessero, che incrociassero i loro
sguardi e i loro occhi per la prima volta.
Per la prima
volta dopo anni Pansy lo vedeva veramente per
quello che era e non per quello che credeva che fosse.
Un bastardo.
Un bastardo
che però amava alla follia.
Non rispose,
la ragazze non lo salutò neanche e restò in
silenzio lì in piedi sulla veranda, sostenendo il suo
sguardo.
Aspettando di
sentire che cosa aveva da dirle di tanto
urgente.
Draco
l’aveva fatta chiamare così
all’improvviso e all’ultimo
minuto ma era davvero qualcosa di importante perché il bel
Serpeverde non era
il ragazzo che sprecava il tempo in chiacchiere inutili e nemmeno la
sposa era
il tipo che si faceva cinque piani di scale a piedi e di corsa per
sentire
delle sciocchezze.
Un silenzio
imbarazzante era calato tra i due anche se
nessuno pareva farci caso.
I loro sguardi
parlavano da sé.
- Avevo
bisogno di parlarti, prima di salire all’altare...
Siediti.-
Le fece posto
sulla panchina e dopo un momento di esitazione
Pansy si sedette accanto al suo futuro marito.
Sentiva il
cuore che nonostante tutto prese a battere forte.
Ansia? Paura?
Amore?
- Dimmi.-
Le uniche
parole che la ragazza riuscì a pronunciare.
- Lo sai che
dopo il matrimonio la nostra vita cambierà
completamente, volevo chiederti se eri pronta per il grande passo...-
- Non capisco,
perchè mi fai questa domanda?- Pansy era
stata presa completamente alla sprovvista –E
perché proprio ora?-
-
Così.-
Freddo e
impassibile, il solito Draco Malfoy che non doveva
giustificazioni a nessuno.
- Ormai
è tardi anche se volessimo tornare indietro.-
- E tu
vorresti tornare indietro?-
-
Tornare… indietro? E a quale scopo scusa?-
- Volevo solo
sapere se eri sicura.-
“
Perché, forse lui non lo era?” pensò la
sposa.
Non era da lui
essere così misterioso.
Andava sempre
dritto al punto senza mai girarci intorno, ma
stavolta era tutto diverso.
Stavolta Draco
Malfoy non aveva di fronte una ragazza
qualunque.
Aveva di
fronte la donna con cui avrebbe condiviso il resto
della sua vita ed era deciso una volta per tutte ad essere sincero con
lei.
- Voglio
essere sincero con te Pansy. Voglio essere sincero
perché trascorreremo l nostro futuro insieme ed è
giusto che tu sappia.-
- Sapere che
cosa?-
- La
verità…-
La
verità era il fardello più grande per entrambi
dopo anni
di bugie e di falsità.
Al suono di
quella parola il cuore della sposa cessò di
battere per un istante, i pugni chiusi che stringevano più
forte l’orlo della
vestaglia e lo sguardo fisso su di lui.
Al suono di
quella parola il corpo di Pansy si era
irrigidito ma il fidanzato era troppo impegnato ad osservare i gigli
che
ondeggiavano al vento per poterci fare caso.
-
V-verità? Di cosa stai parlando?- chiese la sposa cercando
di controllarsi.
- Sto parlando
di noi.-
Mai in tanti
anni avevano parlato di loro e della loro
storia eppure quando ormai non mancava più molto
all’inizio della cerimonia
Draco aveva tirato fuori l’argomento.
Gli occhi del
Serpeverde tornarono a posarsi su di lei.
- So che idea
ti sei fatta di me, so come pensi che io sia…
ma ti sbagli. Io non sono l’icona del ragazzo perfetto come
tu credi.-
Non
c’era dolcezza in quelle parole, non c’era
umiltà,
pentimento né rimorso alcuno.
Neanche il
più piccolo senso di colpa, era sempre la stessa
voce di Draco Malfoy con lo stesso tono gelido e altezzoso.
Eppure
c’era qualcosa di diverso, qualcosa che Pansy non
aveva mai sentito uscire da quelle labbra.
Una nota
diversa da quelle che era abituata a sentire.
Quella nota
era la sincerità.
Non riusciva
spiegarsi cosa la rendesse sicura del fatto
che Draco fosse sincero in quel momento, eppure lo sentiva.
Sentiva che
per la prima volta dopo molto tempo Draco le
stava parlando sinceramente, qualunque cosa volesse dirle.
Non aveva
dubbi.
- Io non sono
il ragazzo che credi di conoscere- continuò Malfoy
–Non lo sono mai stato. Non so neanche perché ti
sto dicendo queste cose dopo
tanti anni ma è giusto così. Devi arrivare
all’altare consapevole di quello che
sto per dirti, voglio che tu sappia la verità quando dirai
il sì…-
Brividi lungo
la schiena.
- …
In questi anni di fidanzamento non sei stata la sola con
cui sono andato a letto…-
Un pugnale nel
cuore le mozzò il fiato.
Faceva tutto
un altro effetto sentirlo dalle sue labbra,
farselo dire dal suo fidanzato in persona.
Era come se
una lama fosse penetrata veramente nel petto
della sposa e se chiudeva gli occhi ormai lucidi di lacrime poteva
anche
sentire il sangue caldo sgorgare senza sosta.
Lo sentiva
uscire ed espandersi, fino a perdere
completamente le forze.
- …
Sai come la penso: l’amore non esiste, non è per
quello
che le persone stanno insieme. Esiste solo il sesso e
nient’altro… E per quelli della nostra stirpe tutto questo sfocia nei matrimoni combinati.-
La lama era
penetrata più in profondità.
Era come una
tortura.
- …
Non è questione di fedeltà, il fatto è
che io sono
irrimediabilmente attratto da tutte le ragazze belle e Purosangue
pronte a
vendere l’anima per avermi. Le desidero tutte, le colleziono e nel bene o
nel male diventano
tutte le mie principesse per una notte. Pansy, tu sei bellissima, ci
conosciamo
da una vita e nessuno mi conosce come
te. Non vorrei nessun’altra al mio fianco ma nonostante
questo non provo per te
alcun sentimento e, anche se diventerai mia moglie, questo non cambia
niente.
Non cambia il fatto che una ragazza sola non mi basta...-
Le mani della
sposa strette all’orlo della vestaglia
lasciarono di colpo la presa.
Le energie
abbandonarono il suo corpo, come se tutto il
sangue ormai si fosse dileguato lasciandola vuota.
Non ebbe
più la forza di trattenere le lacrime che
iniziarono a scorrere incontrastate.
Nonostante
l’avesse fatta piangere, Draco rimase
impassibile.
Nonostante la
stesse facendo soffrire, non cercò di
consolarla.
Sapeva che
Pansy era forte e avrebbe trovato da sola il modo
migliore per assimilare quelle rivelazioni.
Solo il tempo
avrebbe guarito le sue ferite.
-
C’era da immaginarselo tutto questo.- disse Pansy
asciugandosi le guance –Solo che non mi aspettavo che me
l’avresti detto.-
Si
alzò in piedi dandogli le spalle ed allontanandosi un
poco dalla fonte del suo dolore.
- Tieni.-
Draco si
alzò per colmare quel vuoto che si era creato tra
di loro e le porse il fazzoletto, sempre freddo e distaccato.
Doveva essere
il suo giorno più felice e invece stava
piangendo a causa sua.
- Sai
l’ho sempre saputo in fondo.- confessò la ragazza
dopo
un attimo di silenzio in cui si percepiva solo il suo pianto
–Solo che non
volevo ammetterlo con me stessa. Ma d’altronde ti amo
talmente tanto che non
sono mai riuscita a lasciarti, né durante Hogwarts
né dopo. Non mi interessa se
il nostro matrimonio è stato pianificato dalle nostre
famiglie, non è questo il
motivo per cui ho continuato a stare con te. Non è neanche
per i soldi o per la
tua fama come si dice in giro. Io sono sto con te e voglio sposarti
perché ti
amo, ti amo più della mia stessa vita e non posso farci
niente...- Pansy si
lasciò sfuggire un singhiozzo.
- Ed
è perché ti amo- continuò
–che non riesco a rompere il
nostro fidanzamento anche dopo le cose che mi hai appena detto. Vorrei
poterti
odiare per questo e perché sei un egoista. Lo so,
sarò stupida però voglio
ancora sposarti, voglio diventare tua moglie e condividere con te il
resto
della mia vita perché io senza di te non riuscirei a vivere.
So anche che
questo non conta niente per te ma ormai sto imparando ad accettare il
mio
destino.-
Senza avere il
coraggio di aggiungere niente dopo che Pansy
gli aveva detto chiaramente in faccia di amarlo mentre lui non
ricambiava quei
sentimenti, Draco la baciò.
Un bacio
casto, leggero, a fior di labbra, in cui anche l’ex
Serpeverde assaporò le lacrime amare della sposa.
Pur sempre un
bacio… Con l’amaro sapore della verità.
Come poteva
baciarla dopo averle appena fatto quelle
rivelazioni?
Quel bacio le
fece molto più male di ogni parola che aveva
ascoltato su quella veranda.
Pansy,
istintivamente, si staccò di colpo da quelle labbra
fredde e senza neanche rendersene conto gli tirò uno
schiaffo.
Rimasero per
qualche secondo in quella posizione, la mano di
lei ancora premuta con forza contro la guancia diafana di Draco.
Lo sguardo
sconvolto della sposa, il suo respiro spezzato, i
fremiti del suo braccio…
Draco Malfoy
era rimasto immobile, conscio che in fondo
quello schiaffo se l’era meritato davvero, e, dopo aver
incrociato un’ultima
volta gli occhi colmi di lacrime della sua futura moglie, se ne
andò senza dire
una parola.
Poi
lasciò Pansy da sola sulla veranda, con i suo dolore e
ancora
il sapore di quel bacio privo di emozioni sulle labbra.
Non era
neanche riuscita a leggere nel suo sguardo se si
sentisse minimamente in colpa.
Si risedette
su quella panchina, con lo sguardo fisso sul
palmo della mano destra, la mano che per la prima volta era riuscita a
colpire
la guancia di Draco Malfoy.
Era
leggermente arrossata.
Non sapeva
neanche lei come ci fosse riuscita o perché
l’avesse fatto ma si rese subito conto che starsene
lì a chiedersi altri mille
perché era inutile.
Si stava
facendo tardi e gli sposi dovevano essere già tutti
arrivati e lei non era pronta.
Né
fisicamente né psicologicamente.
Doveva ancora
vestirsi e molto probabilmente dare una
sistemata al trucco corroso dallo scendere lento delle lacrime, ma cosa
più
importante doveva riprendersi da quello shock.
E doveva
riprendersi anche piuttosto in fretta perché ormai
mancava poco al “lieto evento”.
Era vero che
certe ferite potevano essere guarite, o almeno
alleviate, solo con il passare del tempo ma sposarsi tra
mezz’ora o tra altri
dieci anni non avrebbe cambiato di molto le cose.
Riusciva a sentire la presenza degli ospiti: il rumore dei
tacchi a spillo sul marmo del salone, le mille fragranze dei profumi e
l’eco
delle voci che risuonava in tutto il piano terra.
Motivo in più per non passare per la sala principale,
così
da evitare di dover salutare tutte quelle persone tra amici, parenti e
sconosciuti e non farsi vedere in quello stato di vedova al funerale
del
marito.
Per questo ritenne che passare per i corridoi e per le scale
secondare fosse un’idea geniale.
Conosceva abbastanza bene il castello, vi aveva messo piede
altre volte in passato però se avesse avuto con
sé la Mappa del Malandrino di
Potter si sarebbe sentita più tranquilla.
Voltò l’angolo ma neanche il tempo di attraversare
il
corridoio che due delle sue damigelle uscirono da una stanza ridendo
come due
oche.
Almeno Pansy fu abbastanza veloce da nascondersi dietro ad
una colonna.
Non aveva dubbi che fossero due delle sue damigelle,
indossavano lo stesso abito lilla velato di Daphne.
E una, se non aveva visto male, doveva essere una sua cugina
di secondo grado, quell’odiosa di Alyssa McPherson.
L’altra scema invece, probabilmente anche lei una sua
lontana parente, non si ricordava neanche chi fosse.
Figurarsi se ricordava il suo nome.
Pessima scelta per le damigelle, l’aveva detto a sua mamma
di non invitare neanche le sue varie cugine, ma evidentemente non le
aveva dato
retta.
E ora eccole là, per di più vestite da damigelle
Alyssa McPherson era una bella ragazza, per quanto odiasse
ammetterlo, dai lunghi capelli mori “lisci come la
seta” come piaceva definirli
lei, la tipica ragazzina frivola e viziata che non pensava altro che
alla moda
e alle feste dell’alta società.
Credendo di essere sole trattenne un attimo l’altra cugina o
quello che era perché, a quanto pareva, voleva darle una
notizia strepitosa.
“Wow” pensò con sarcasmo Pansy mentre
aspettava che le due
ochette andassero a starnazzare in un altro stagno.
- Oddio Brianna, non puoi immaginare che cosa mi è appena
successo.- esclamò la brunetta che non stava più
nella pelle.
“Oddio Brianna ho incontrato Karen Warren e mi
farà un
vestito” la sposa provò a pensare la risposta che
avrebbe dato la cugina, era
così prevedibile e poi improvvisamente si ricordò
anche chi fosse l’altra.
Brianna Lockshine, la figlia della nuova moglie di suo zio.
La sua migliore amica almeno quanto Alyssa.
- Dai dai raccontami tutto.- rispose la Lockshine.
- Allora devi sapere che prima ho incontrato per i corridoi
quel figo dello sposo e...-
- E cosa?-
- Indovina un po’? Mi ha appena invitata a trascorrere con
lui una serata non appena si sarà liberato della luna di
miele con quella palla al piede di Pansy! Ma ci pensi?-
“COOSA?!?”
Nella sua testa Pansy aveva urlato talmente forte che la
colonna parve tremare leggermente, come per un’onda sismica.
- Ma è il futuro marito di tua cugina!-
- E allora? Non me ne importa un bel niente anche se a dir
la verità la piccola Pansy mi fa un po’ pena, non
è ancora sposata ma fa già la
parte della moglie cornuta.-
“ Moglie cornuta a chi?!? Vieni qui a dirmelo in faccia
brutta sgualdrinella da due soldi”
- Certo che sei stata fortunata Aly, uno come Draco Malfoy
non si trova tutti i giorni.-
- Che ci posso fare, è tutta colpa del mio irresistibile
fascino. Nessun uomo può resistermi.-
Superba come poche.
- Dai, allora porta il tuo fascino di là e andiamo a
rimorchiare qualcuno. I matrimoni sono fatti apposta.-
A braccetto le due damigelle ritornarono dagli altri ospiti
nel salone d’ingresso.
- Vado a conquistare il mondo col mio fascino- frecciò
ironica la ex-Serpeverde imitando la voce stridula di sua cugina mentre
le
guardava allontanarsi.
Potevano esistere due ragazze più stupide di quelle?
“Ah sì, dimenticavo: la Brown.”
Ora Pansy aveva un motivo in più per odiare Alyssa McPherson
e non si poteva certo dire che avessero mai goduto di buoni rapporti.
Ora la odiava più che mai e se solo provava ad immaginarsi
la scena di sua cugina e Draco nudi sotto le lenzuola si sentiva male.
Ed ecco scoperto un altro dei suoi tradimenti.
Anzi, peggio! Aveva scoperto di un futuro tradimento che si
sarebbe avverato di sicuro, soprattutto dopo quel discorsetto con il
fidanzato.
E lei non poteva far nulla per impedirlo, tranne forse
commettere un omicidio e liberarsi una volta per tutte della cugina.
Ma Draco avrebbe trovato subito un rimpiazzo per la serata.
Il che portava i livelli di stress emotivo di Pansy di gran
lunga al di sopra della media.
Stressarsi, soffrire, piangere e per cosa poi?
Per un fidanzato bastardo e anche ingrato che non
meriterebbe una sola briciola di affetto da lei per come continuava a
trattarla.
Lei gli aveva dato tutto il suo cuore e lui glielo aveva
spezzato ripetutamente, frantumandolo in mille pezzi come aveva fatto
anche con
i suoi sogni.
Si richiese per la millesima volta se in fondo fosse poi
così innamorata di Draco, così tanto da anteporlo
a tutto.
Persino alla sua felicità.
Continuava a domandarsi se era disposta a sacrificare il
resto della sua vita, il suo futuro per lui.
Aveva solo vent’anni, perché gettare al vento i
suoi sogni e
le sue speranze per un ragazzo che non l’amava neanche?
Perché lui era tutti i suoi sogni e le sue speranze.
Non aveva senso, però, buttare così la sua vita.
Ormai niente aveva più senso per lei, men che meno la sua
vita.
Ritornò nella sua stanza, Daphne e Mery erano scese nel
frattempo, e si risedette al davanzale della finestra, per perdersi
nuovamente
nel riflesso del Sole sul lago.
Quell’immagine le ricordò Hogwarts: la luna piena
che si
specchiava nel Lago Nero.
Nella mente della strega riaffiorò senza motivo un ricordo
particolarmente dolce che le strappò un piccolo sorriso.
Si ricordava bene quando aveva visto la luna piena in riva
al lago con Draco, al loro Terzo Anno.
E lì in quel momento si erano scambiati il loro primo bacio.
Il primissimo per lei.
Era da tanto che non ci pensava, erano passati tanti anni da
allora.
Eppure il giorno prima nella sua stanza a Villa Parkinson
aveva rievocato solo i ricordi più tristi della loro
relazione ai tempi della
scuola.
Si sforzò di trovarne altri altrettanto felici per tirarsi
su di morale e subito le tornarono alla mente eventi importanti della
sua vita:
la sua prima volta con Draco al Quinto Anno nell’aula della
Cooman, famosa per
la gran quantità di cuscini, e il Ballo si fine anno.
Aveva ballato tutta la serata con lui, la testa appoggiata
al suo petto scolpito e una dolce melodia che li cullava.
Il grande orologio
della torre est di Hogwarts segnava mezzanotte in punto quando, ancora
in pieno
Ballo di fine anno, ad una ad una le coppie iniziavano ad uscire dalla
Sala
Grande per cercare un po’ di tranquillità.
Una ragazza vestita di
un elegante vestito da sera verde acqua, lo stesso verde del nastro che
portava
tra i capelli mori, camminava con lo sguardo basso, quasi con
timidezza, dietro
ad un ragazzo alto, biondo e dal viso serafico.
Pareva si stesse
tenendo volontariamente a distanza o che fosse il ragazzo a guidare
quella
passeggiata notturna mentre la ragazza, per rispetto, camminasse dietro
la sua
schiena.
- Qui va bene.- disse
il ragazzo rompendo quel silenzio che li aveva accompagnati per tutto
il
tragitto.
Pansy Parkinson si
guardò intorno cercando di identificare il luogo in cui si
trovassero: i
giardini di Hogwarts, ma in un’area che stranamente quella
notte non era
sovraffollata di coppiette.
Come risposta si
limitò ad annuire debolmente anche se continuava a non
capire perché Draco
Malfoy l’avesse portata lì.
A dire la verità una
mezza idea ce l’aveva, ma qualcosa
nell’atteggiamento del ragazzo le faceva
supporre che ci fosse dell’altro sotto.
Ormai lo conosceva fin
troppo bene.
- Immagino che sai
perché ti ho portata qui.-
A quella frase la
strega si volse a guardarlo, o meglio a guardare la sua schiena.
- E non è solo per
quello.- aggiunse poi malizioso mostrandole il suo ghigno migliore.
Pansy non si sorprese
più di tanto, ma la curiosità iniziò a
farsi insistente.
Sarebbe?- chiese con
estrema calma.
Come risposta Draco le
passò un foglio di pergamena piegato in quattro parti che
teneva nella tasca
interna della giacca.
Era liscio a tatto e
leggero: carta di qualità, quella usata dalle famiglie
nobili.
- Cos’è?-
- Leggi.-
La ragazza aprì quel
foglio che scoprì essere una lettera destinata
all’erede dei Malfoy.
Lesse la data in alto,
risaliva al giorno prima, e la firma in fondo al foglio che, scritta
con
calligrafia ordinata e precisa, apparteneva a Narcissa Black Malfoy.
- Ma cosa..?-
- Leggi.- ripetè
Draco.
è con orgoglio
che ti comunico che ieri tuo
padre e Sir Nickholas Parkinson hanno reso ufficiale il fidanzamento
tra te e
la sua unica figlia Pansy Genevieve.
Presto le nostre nobili
famiglie si
fonderanno insieme grazie al vostro matrimonio che verrà
celebrato entro
qualche anno, anche se in merito non è stata ancora
stabilita una data certa.
Quello che è
certo però è che Pansy
Genevieve sarà presto tua moglie e, a meno che non subentri
un motivo più che
valido per rompere il fidanzamento, insieme saprete portare avanti
l’onore
delle nostre casate.
Sono sicura la vostra
unione renderà gloria
a tutte le famiglie Purosangue del Mondo Magico, oltre a far nascere
tra voi un
sentimento profondo come quello che mi lega a Lucius da tanti anni.
Di sicuro Rebecca
avrà già mandato un gufo a
sua figlia per informarla.
Tuo padre ed io contiamo
su di te, non ci
deludere con i M.A.G.O.
Narcissa
Black Malfoy
Pansy rimase senza fiato
nel leggere quelle
parole dal tratto fine.
Fidanzati, ufficiali.
Non le sembrava vero, da anni aveva
aspettato una notizia come quella e ora, sapere che avrebbe sposato
realmente
Draco Lucius Malfoy di lì a pochi anni le pareva un sogno.
- Notizia shock eh?- disse il biondo
Serpeverde vedendo Pansy incredula a rileggere il tutto.
- Abbastanza.- rispose la ragazza quasi
senza fiato –Di sicuro non è una notizia da tutti
i giorni.-
- Che ne pensi?-
Nel suo improvviso, nonchè insolito,
interessamento c’era qualcosa di strano: era vero che Draco
stava mantenendo la
sua solita distanza da chiunque, la sua freddezza e una sorta di
disinteressamento assoluto dei pensieri e dei sentimenti altrui, ma
allora
perché glielo chiedeva?
- Perché vuoi saperlo?-
Pansy si mise subito sulla difensiva,
cercando di leggere in quello sguardo cosa lo spingesse a chiederle il
parere
sul matrimonio.
- Così.- rispose semplicemente –Insomma,
questa cosa ci riguarda entrambi.-
Si accese una sigaretta mentre aspettava
paziente una risposta.
- Bhè…- Pansy cercò qualcosa da dire
–Diciamo che da un lato ce lo aspettavamo tutti, magari non
così presto.-
- Questo è anche vero. Ma quello che volevo
sapere è se ti dispiaceva.-
- Certo che no!- esclamò la strega con voce
acuta.
- Volevo solo sapere, perché alla fine si
tratta di un matrimonio combinato.-
- Quindi tu lo fai solo perché l’hanno
stabilito i nostri padri?- gli domandò offesa.
Draco non rispose, che nel suo linguaggio
significava un sì, e rimase in silenzio a fissare il cielo
stellato come se non
avesse neanche sentito la domanda della fidanzata.
“Tanto lo sapevi Pansy, cosa potevi
aspettarti dal Principe delle serpi?” si disse.
Ad un certo punto però, il biondo emise una
piccola risata e per la prima volta quelle labbra perfette non si
curvarono nel
solito ghigno da Serpeverde, ma lasciarono il posto ad una risata.
D’accordo era una piccola risata mezza
soffocata ma Pansy ne rimase ugualmente stupita.
Sentiva che era una risata sincera, non una
di quelle risate che i Serpeverde associavano alla tortura dei primini,
una
risata, semplice, leggera, divertita.
Quello che non capiva era appunto questo,
cosa ci fosse di tanto divertente.
- Ehi, non fare così.- le disse vedendola
offesa.
A quelle parole così dolci accompagnò una
carezza leggera sulla guancia della ragazza per spostarle i capelli dal
viso.
Pansy era paralizzata, da quel tocco freddo
e caldo allo stesso tempo.
I brividi le percorsero tutta la schiena.
Si irrigidì quando Draco si avvicinò sempre
di più,le scostò i capelli e, portando la bocca
all’orecchio della ragazza,
fece combaciare i loro corpi.
- Non ho mica detto che mi dispiace…-
In modo sincero, senza distanza tra di loro, senza il solito
muro invisibile che li separava o la sua freddezza a ostacolare ogni
contatto.
Aveva sorriso persino, oltre ad esser stato dolce come mai
in vita sua.
Quello era in assoluto il suo ricordo più bello insieme a
Draco, così perfetto che ogni volta che ci ripensava doveva
autoconvincersi che
fosse successo realmente.
Quei ricordi felici però erano solo un vago ricordo ormai,
gocce di memoria che stavano andando perdute.
Si era aggrappata al passato già per troppo tempo.
Era giunto il momento di voltare pagina ma non dalla sua
storia con l’ex-Serpeverde, quello sarebbe stato impossibile.
Era una parte di lei e rievocando quelle immagini aveva solo
avuto la conferma di quanto forti fossero i suoi sentimenti.
Troppo forti.
Voleva voltar pagina per salire all’altare senza i rimorsi
nel passato, per poter ripartire da capo e iniziare la sua nuova vita.
Anche se non sarebbe stata una vita felice.
Il suo unico rimpianto sarebbe stato quello di non essersi
resa conto prima dei tradimenti di Draco.
Il peso per non esser mai riuscita ad aprire gli occhi, per
non aver voluto guardare in faccia la realtà le sarebbe
rimasto sul cuore come
un segno indelebile.
A scoprirlo prima sarebbe stato tutto diverso.
Si sarebbe pentita di eterno per questo.
Dopo essersi truccata con l’aiuto della magia per fare
prima, si decise finalmente ad indossare l’abito bianco.
Il vestito era un vero incanto, con un corpetto che arrivava
appena sopra il seno e che le lasciava le spalle nude e con una lunga
gonna di
seta e veli finissimi che partiva dal corpetto e si apriva fino a
toccare
terra.
Il tutto di un bianco candido che rifletteva la luce più
pura.
Sarebbe stata la più bella quel giorno.
Già immaginava la faccia di Alyssa quando
l’avrebbe vista
arrivare all’altare, i capelli le si sarebbero arricciati per
la rabbia.
“Ho finto per tanti anni che fosse tutto perfetto, posso
farcela ancora per un giorno.”
Prese in mano il velo e con molta delicatezza, facendo
attenzione a non rovinare i capelli se no Daphne Greengrass
l’avrebbe uccisa,
infilò il cerchietto del velo tra i riccioli.
Il contrasto tra il velo e i capelli scuri di Pansy creava
un’armonia perfetta e almeno stavolta non era un cerchietto
con le orecchie da
coniglio quello che aveva in testa.
Nickholas Parkinson bussò alla sua porta per la seconda
volta in un giorno e quasi non si metteva a piangere alla vista della
sua
stupenda figlia vestita da sposa...
Le damigelle la precedevano lanciando petali di rosa
colorati sul prato, dove la sposa avrebbe poggiato i suoi piedi.
Alla sua destra e alla sua sinistra più o meno trecento
persone la stavano fissando incantati mentre i flash dei fotografi
facevano
scintillare la polvere di diamanti cucita sulla seta del vestito.
Sembrava più radiosa che mai.
Davanti a lei si trovava il gazebo con le sue decorazioni
floreali, dove all’altare la attendeva Draco insieme al prete
dei maghi.
Le sei damigelle vestite di lilla si erano posizionate
davanti al gazebo e a al suo passaggio Pansy fu certa di aver ricevuto,
oltre
al sorriso sollevato di Daphne, che credeva fosse fuggita visto che
l’aveva
cercata per tutto il castello, anche un paio di occhiatacce invidiose
di Alyssa
e Brianna.
E in quanto Serpeverde niente poteva renderla più felice.
Lasciò il braccio del padre per passare alla mano che lo
sposo le aveva teso.
Il segno della condanna, le catene che l'avrebbero imprigionata per sempre impedendole di
volare via.
Aveva le ali bloccate da quel cerchietto d'oro, ardente come il fuoco,
ma era stata una sua scelta.
Lei, Pansy Genevieve Parkinson aveva avuto la
possibilità di scegliere tra la vita e la morte... E aveva
scelto la morte.
Quell'anello però rappresentava anche il loro legame: erano
sposati, finalmente.
Nonostante tutto, gli occhi le brillavano per l’emozione.
Non riusciva ancora a crederci, nè di aver realizzato il suo
sogno di sempre nè di essere stata tanto folle da farlo.
- E ora.- concluse il prete –Lo sposo può baciare
la sposa.-
Mentre tutti gli invitati si erano alzati in piedi per
applaudire e i fotografi erano pronti a sommergerli di flash, Pansy
notò che
una dozzina di ragazze, incluse sua madre e Narcissa Malfoy, si erano
messe a
piangere.
Chi per quel momento toccante che le aveva fatte commuovere,
come le madri degli sposi, chi aveva sognato da sempre una matrimonio
come
quello per sé e chi per la rabbia e l’invidia di
vedere che Draco Malfoy si era
sposato e non era più lo scapolo più ambito di
tutta la Gran Bretagna.
Erano letteralmente sommersi dai flash dei fotografi che
facevo scintillare ogni cosa intorno a loro: il lungo abito bianco, i
gioielli
nuovi, gli occhi della sposa, la pelle chiara di Draco…
Quella pelle che portava marchiato sulla guancia sinistra,
leggermente arrossata, il segno del suo peccato.
Incrociarono i loro sguardi, i loro occhi in cui si leggeva
la consapevolezza di ciò che avevano appena fatto e la
consapevolezza di ciò
che li aspettava.
La condanna eterna, una condanna per Pansy Parkinson.
Fu l’ultima cosa che videro entrambi prima di suggellare la
loro unione con un bacio.
Le labbra di Draco su quelle di Pansy.
Nient’altro.
Buio e pensieri che tormentavano la sposa.
Nient’altro a parte una cosa.
Un flash l’aveva appena abbagliata e la costrinse ad aprire
per un istante gli occhi per sbatterli un po’ e fu in
quell’istante in cui era tornata alla realtà che lo
vide.
Con la coda dell’occhio Pansy si accorse solo per caso che
mentre si baciavano, Draco, credendo di non essere visto, aveva appena
fatto
l’occhiolino a sua cugina Alyssa.
E una lacrima solitaria scese dagli occhi della neo-sposa.
E siamo arrivati alla fine!!! Ancora non mi sembra
vero che
sono riuscita a portare a termine qualcosa, soprattuto sono contenta di
averla
terminata prima di partire^^
Scrivere questa storia mi ha dato parecchie soddisfazioni,
forse perché era la prima, e mi ha reso felicissima sapere
che è piaciuta e che
le recensioni aumentavano ad ogni capitolo XD
Grazie a tutti, davvero, e tra qualche riga inizierò a
ringraziarvi ad uno ad uno.
Che dire d’altro? Spero che il finale vi sia piaciuto
nonostante non sia un lieto fine.
Anche a me dispiace per Pansy ma il problema qui è che sono
sadica e mi piace far soffrire la gente. E poi adoro i finali tristi
(non si
era capito?)… sono più intensi.
A parte gli scherzi per questa storia non poteva esistere un
lieto fine visto che Draco è Draco alla fine, ed
è perfetto così.
Non potevo cambiarlo o la storia sarebbe diventata
totalmente poco credibile.
Da qualche giorno mi era venuta l’idea di un sequel, ma non
saprei visto che ho terminato tutte le idee. Magari
l’Inghilterra mi ridarà
l’ispirazione.
E ora i ringraziamenti: