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Autore: JamesMcStefan    04/01/2014    1 recensioni
Il resto dell’ora passò in silenzio. Nessuno dei due sapeva che anche l’altro si trovava bene e a proprio agio nel silenzio. J. infatti si era persa nel filo dei suoi pensieri prima di essere risvegliata dal suono della campanella, trovandosi con lo sguardo di Styles puntato adesso.
- Mi stavi fissando?- senza peli sulla lingua.
- Ti stavo osservando per capire e carpire qualche tuo pensiero.
J. fece un sorrisino a mezza bocca- E ci sei riuscito?-
- Con mio grande rammarico, no.
J. fece un sorriso con tutta la bocca questa volta. –Me lo aspettavo.
- Te lo aspettavi?
- Nessuno in diciassette anni di vita è riuscito a capire o carpire anche uno dei miei pensieri solo guardandomi. Sono un po’ più complicata.
- Me ne sono accorto, ma non desisto.
- Bene.- fece un altro piccolo sorriso.
Rientrarono in classe per concludere le lezioni.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sicuro che non posso portare niente?- chiese per l’ennesima volta J. mentre uscivano da scuola.
- Per la centesima volta J., no. Mia madre adora cucinare non serve che tu porti niente.
- Ma mi sento a disagio, arrivando a mani vuote.
Harry si girò prendendola per le spalle:- L’unica cosa che devi fare e venire a casa, mangiare ed essere te stessa okay?
Harry non si rese conto sul momento del suo gesto impulsivo nell’afferrarla per le spalle, ma cercò di non farlo capire a J. e di farlo sembrare normale. Infatti J. sembrò quasi non rendersene conto.


‘Facile da dire a parole…’ pensò J. mentre con il capo annuiva alle parole di Harry.
Il tragitto da scuola a casa di Harry non fu lungo, e passarono anche a casa di J., dato che si trovava per strada, per poter lasciare a casa lo zaino pesante.
Quando mise piede in casa Styles, J. non si aspettava un’accoglienza così calorosa.
La madre di Harry addirittura la abbracciò, scansando la mano che J. invece le aveva cordialmente porto.
- Piacere J., io sono la madre di Harry.
- Piacere signora Styles.- rispose J.
- Oh, chiamami pure Anne, ti prego.
A J. venne spontaneo sorriderle, perché la mamma di Harry era così gentile e solare, difficilmente potevi negarle un sorriso.
J. poté notare che la casa di Harry non era molto grande, ma era molto bella. Piccola e accogliente i colori della stanza davano sull’arancione o sull’oro, colori caldi.
Era arredata con gusto, era fine ed elegante. Notò J., con piacere, che il salone era popolato dai libri. Infatti nel salone sia i mobili, che le apposite librerie erano alte fino al soffitto e piene di quelli che per J., e anche per Harry, erano come degli amici.
- Io vado a finire di preparare da mangiare in cucina.- disse la signora Anne.
- Signora Anne, mi scusi non ho portato niente…
Ma la signora Anne non la fece finire di parlare, interrompendola dicendo che assolutamente non si doveva preoccupare.
- E chiami solo Anne. Quel signora mi sa di vecchio…- concluse “Anne”, che fece ridere J.
- Vieni ti faccio vedere un po’ la casa.- disse Harry.
La condusse di sopra prima nella stanza della madre, anche quella arredata in modo squisito, dai toni quasi simili a quelli del salone, una stanza che prima era lo studio del padre di Harry, dove adesso avevano dei bellissimi scaffali singoli appesi qua e la per la stanza pieni di libri anche quelli, un piano e una scrivania dove qualche volta Harry si metteva a studiare.
Per ultimo Harry le fece vedere la sua camera. Era sui toni del blu, ed era molto carina. Abbinata con pochi mobili, ma sobri, niente di stravagante. Molti cd, e pochi libri, e stranamente ordinaria.
- Scommetto che hai riordinato la stanza perché oggi avevi ospiti in casa.- disse J. quasi soffocando una risata alla vista della stanza perfettamente ordinata.
- Ehm… - la mano di Harry andò a grattare la nuca.
E lì J. scoppiò nella sua risata cristallina.
Harry ammirò quella risata che non vedeva sempre sul viso di J. Aveva sempre visto un mezzo sorriso, mai un sorriso pieno o una risata così aperta sul suo viso spesso sempre serio. Gli piacque. Gli piacque quel suo piegarsi un po’ su se stessa mentre rideva, o il modo in cui si copriva la bocca. I suoi occhi si incantarono per qualche secondo a guardarla, prima che anche lui si mettesse a ridere, trascinato dalla sua risata. Proprio in quel momento la voce di sua madre li richiamò per scendere visto che era pronto in tavola.
La madre di Harry aveva preparato un menù intero. Harry era abituato, ma vide che J. non lo era visto la sua espressione sbalordita ma che subito si ricompose.
Anche ad Anne non era sfuggita l’espressione sbalordita di J. infatti disse subito:- Non sapevo cosa ti piacesse di più J quindi ho preparato più cose.
- Anne grazie mille anche se non doveva, a me sarebbe andato bene anche un panino.
- Ma che dici? Un panino per pranzo? Qui si fa un pranzo come si deve. Solo in casi estremi il panino.
Anche quella affermazione fece ridere J., seppur sommessamente. Il pranzo passò così, tra una chiacchera e l’altra e qualche risata. Fu tranquillo e piacevole come J. non ne faceva da tempo. Per qualche secondo si perse nei ricordi della sua infanzia, quando suo padre si faceva sentire per tutta la casa se si presentava con qualche minuto di ritardo a pranzo o a cena. Lei sapeva perfettamente a che ora si svolgevano i pranzi e le cene in casa sua, ma le capitava  di perdersi così profondamente nei suoi pensieri o nella lettura di qualche libro, che non si rendeva conto del tempo che passava, e quando lo faceva correva precipitandosi giù dove i suoi genitori la aspettavano, soprattutto suo padre infuriato per il suo ritardo.
In realtà J. non aveva mai capito perché suo padre tenesse così tanto agli orari. Ma negli anni non volle neanche cercare di capirlo.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dalla domanda di Anne.
- J. non vorrei essere indiscreta, ma posso sapere da dove viene il tuo nome?
Anche lo sguardo di Harry si girò interessato.
- Certo, non è l’unica a farmi questa domanda. Il mio nome in realtà è Jane Elizabeth Stent, ma io mi faccio chiamare da tutti J. perché mi piace di più.
- E perché ti fai chiamare così? Sembra più un nome maschile…
- Perché… mi piace. Tutto qui.- J. si sforzò di non assumere la sua solita posizione rannicchiata su sé stessa.
- Ah… bè se piace a te… Però devo dire che Jane ed Elizabeth sono dei bellissimi nomi. Devono avere molto gusto i tuoi genitori…
Il viso di J. a quella affermazione si scurì un po’.
- In realtà non gli hanno scelti loro. – il tono di J. purtroppo non riuscì ad essere tranquillo.
- Ah, scusa pensavo…
- Non c’è bisogno di scusarsi- J sorrise ad Anne.- I miei genitori gli hanno fatti scegliere alla mia badante.
- Ah, ho capito…
Harry aveva capito che la situazione era diventata delicata per J., perciò decise di portare il discorso su altri temi.
- Mamma per caso hai fatto uno dei tuoi dolci specialissimi?
- Si ho fatto la bomba calorica.- esclamò Anne tutta sorridente.
- Bomba calorica?- chiese J. con espressione incuriosita.
- È una torta strapiena di nutella.
- Allora deve essere squisita.
- Lo è- confermò Harry.
Anne sorrise nel vedere la complicità che si era creata tra loro due.
Aveva visto come era stato male Harry dopo che quella Elena l’aveva lasciato. E non sapeva come consolare il figlio quando lo vedeva con quello sguardo perso che poi diventava furioso.
Ma Anne aveva abbastanza fiuto per capire che anche J. aveva le sue ferite ancora aperte, e che quindi si sarebbero curati a vicenda.
Quando J. vide la torta rimase di sasso. E dopo averla assaggiata si profuse in complimenti ad Anne.
Il pomeriggio passò tranquillo. Anne fece andare i ragazzi di nella stanza di Harry in modo che lei potesse sparecchiare e sistemare la cucina, rifiutando più volte le gentili richieste di aiuto da parte di J. 


My Space
Mi scuso tantissimi per l'enorme ritardo che ho pensato. Purtroppo il viaggio che ho fatto e l'influenza non solo mi hanno fatto essere in ritardo con i compiti, ma non mi hanno neanche permesso di aggiornare e di scriver più frequentemente come avevo sperato. Vi prego di perdonarmi e spero con tutto il cuore di non aver perso quelle lettrici che con quei pochi capitoli della mia storia avevo acquisito. Spero con tutto il cuore comunque di ricevere ancora più lettrici e recensioni. Sarei felice soltanto di sapere se la storia vi interessa, o se avete qualcosa che pensavate diversamente. Vi prego vorrei tanto sentire altri pareri. 
Sempre con affetto,

JMS
  
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