Prompt:
Computer portatile
Titolo: I'll always come back for
you
Autore: KikiWhiteFly.
Fandom:
Chuck.
Personaggi: Chuck Bartowski, Sarah Walker.
Genere:
romantico, introspettivo.
Rating: verde.
Avvertimenti:
flashfic.
Lunghezza: 571.
Eventuali note
dell’autore: post 05x13, subito dopo la scena sulla
spiaggia. La storia è divisa in due parti nella prima c'è
tutta “l'eccitazione” per l'Intersect e tutto ciò
che ne consegue, nella seconda la delusione per gli avvenimenti
presenti. Non so quanto ho beccato in pieno il prompt, ma Chuck gira
tutto intorno alla tecnologia e alla fine ne è venuto fuori un
unico discorso. E con quest'ultima storia chiudo la raccolta,
ringrazio moltissimo i lettori silenziosi e coloro che hanno
commentato (flashmary97, Ray08 e cricri92. Grazie
mille!). E anche Celeste94, FaberryIsMyLife, flashmary97, a_lways,
chuck7 e S_Lily_S per aver inserito questa raccolta tra le
preferite/ricordate/seguite. Il vostro supporto è stato
prezioso e spero di ritornare ben presto in questo fandom. Alla
prossima!
I'll
always come back for
you
Chuck aveva sempre
vissuto in mezzo alla tecnologia, tanto da meritarsi l'appellativo
“nerd”. Da bambino i computer erano stati i suoi
giocattoli, da adulto l'alta tecnologia era diventata la sua fedele
compagna di viaggio. Almeno finché il destino non aveva
incrociato il suo cammino, nella maniera più inaspettata
possibile: Chuck non lo avrebbe mai detto, ma sembrava che la
tecnologia avesse il senso dell'humour.
Da quando Sarah
Walker aveva oltrepassato la soglia del Buy More, Chuck si era messo
totalmente in discussione: non gli era mai successo niente, dopo quel
celebre episodio si intendeva, non aveva acquisito alcuna
competenza specifica nel corso della sua vita e sicuramente il suo
talento informatico esulava da qualsiasi attività spionistica.
Chuck non era mai riuscito a spiare Ellie senza che lei se ne
accorgesse, per dirla tutta, non aveva sicuramente la stoffa
dell'eroe.
Sarah aveva portato una gran confusione nella sua vita
e, allo stesso tempo, una ventata di freschezza: nonostante fosse ben
lungi dal ringraziare Bryce Larkin per quel prezioso regalo,
mai come in sua compagnia Chuck si era sentito così vivo.
Qualche anno prima, forse, avrebbe visto l'Intersect come
una possibilità di rivincita, di essere un eroe e di poter
fare davvero qualcosa per la sua nazione. Ma, da quando l'Intersect
gli aveva portato via i suoi affetti più cari, Chuck non
poteva far altro che maledire i giorni passati e rimuginare su quelli
presenti.
Ad esempio, conservava ancora la stupida abitudine di
riempire la vasca con i suoi oli preferiti oppure di apparecchiare
per due persone, solo perché erano gesti che si erano ripetuti
centinaia di volte negli ultimi anni. Chuck non l'avrebbe mai detto
ma, mai come in quel momento, si era trovato a incolpare la
tecnologia per aver distrutto i sogni di una vita intera.
Perché
suo padre non gli sarebbe più stato restituito – se solo
la mente umana non avesse concepito qualcosa di tanto ambizioso come
l'Intersect, forse sarebbe ancora al suo fianco –, sua madre
non avrebbe dovuto compiere una scelta tanto drastica e sua moglie...
beh, Sarah non si sarebbe dovuta battere con un totale
estraneo, dal suo punto di vista.
Chuck aveva deciso di esiliarsi
da tutto ciò che poteva ricordargli Sarah, arrivando persino a
rinunciare alla sua preziosa tecnologia: per quale motivo avrebbe
dovuto desiderare tale compagnia, se poi la stessa gli si era
rivoltata contro?
«Come va oggi?»,
Morgan fece capolino nel salone, sedendosi sul pavimento.
Chuck
si limitò a osservarlo con sufficienza, prima di ribattere:
«Oggi è come ieri, suppongo. Non so nemmeno che giorno
è, a dire il vero».
Qualche attimo di silenzio, la
verità era fredda e tagliente come una lama affilata, poi
Morgan spezzò l'attesa: «Tu la riconquisterai, amico.
Insomma... siete fatti per stare insieme».
Chuck sbuffò
rassegnato, chinando il capo in segno di resa: «Magari
bastassero le belle parole... o “un
solo bacio magico”, sarebbe
tutto più semplice».
Chuck avrebbe potuto continuare
quell'epopea all'infinito, se solo non si fossero sentite un paio di
bussate veloci in direzione della porta.
«O, magari, certe
volte basta essere pazienti e aspettare che qualcuno
bussi».
«Prima
che tu dica qualsiasi cosa, prima che tu decida di girare i tacchi
una volta e per sempre, voglio solo dirti che... saprò sempre
riconoscere la tua bussata».
Sarah sorrise, chinando di
poco il capo, com'era solita fare quando qualcosa la imbarazzava.
Poi, incrociando il suo sguardo, disse: «Beh, immagino che solo
mio
marito possa riconoscerla».