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Autore: indiceindaco    05/01/2014    1 recensioni
Quando cala il sipario, ed il pubblico abbandona le poltroncine in velluto rosso, ed il brusio della gente si fa fioco, sempre più fioco, cosa succede dietro le quinte? Ad ormai quattro anni dall'uscita dell'ultimo libro, dall'ultima pagina voltata con emozione, aspettativa, malinconia, da quell'ultima frase che ha commosso tutti, nel bene e nel male. Il sipario è calato, il teatro è già stato ripulito, eppure no, non è finita qui.
Harry, Ron ed Hermione, ancora insieme si trovano ad affrontare la vita, quella vera, quella oltre le quinte di scena. E tanti cambiamenti si prospettano all'orizzonte. Scelte da prendere, scelte da rimandare, scelte in cui perdersi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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XIV. Flowers Never Bend With the Rainfall.
 
"I treni ci piacciono tanto,
ci porteranno al capolinea,
poi non sapremo più dove andare.
Tienimi la mano che mi manchi,
non a volte,
non raramente.”
 
Le Luci della Centrale Elettrica
 
Draco guardò il vecchio orologio sulla parete scrostata davanti a lui. Le lancette scorrevano stanche, sonnolente, come cercassero di ricordare quale fosse il loro scopo. Ancora qualche minuto e sarebbe scoccata la mezza notte, solo una manciata di attimi e quel giorno sarebbe svanito, insieme a tutti gli altri giorni della sua vita. Venuti per andarsene.
Se ne stava seduto lì, rivestito di una calma apparente, sul bordo della sedia, a fissare il bicchiere, ma senza guardarlo. Era come estraniato da se stesso, cercava di riavvolgere il nastro dei suoi pensieri per trovare qualcosa da dire, e infrangere quel silenzio di cristallo. Ma ogni volta, allo stesso punto, s’inceppava: Potter che gli afferrava il polso, che spiegazzava la sua vita, le sue convinzioni, e lui che non era infastidito. Lui che sembrava aver aspettato quel momento, senza aver il cuore di ammetterlo. Lui che era trasalito, come una ragazzina, per quel calore troppo intenso, per quella presa che –lo sapeva- avrebbe potuto salvarlo, o condannarlo per sempre.
Lui che con affanno cercava di addensare l’emozione che gli fioriva in petto, e la spingeva giù, come una bustina da thé che non vuole saperne di colorare l’acqua nella quale è immersa.
Potter che lo lasciava e lo stridere doloroso dell’ambiente intorno che rubava il calore alla sua pelle. E la fitta dolorosa che lo aveva colto, quando sincero come non mai, s’era seduto e ne aveva desiderato ancora. Aveva sperato che Potter, a dispetto di ogni logica, trovasse un pretesto per toccarlo ancora.
Dal canto suo, il Grinfondoro, seduto di fronte a lui sembrava altrettanto turbato, e non faceva nulla per mascherarlo.
Draco portò il bicchiere alle labbra, per deglutire via quella strana sensazione, insieme al Whiskey.
Era stato come se Potter gli avesse spifferato una verità assoluta, come se quel contatto avesse squarciato qualcosa che, fino ad allora, se n’era stato quieto nell’ombra. Draco aveva sentito un brivido nell’autorità di quella stretta, in quella ostinata supremazia, aveva letto negli occhi di Potter prima forza e dopo…Si decise a non pensarci, deglutendo, e a rompere quel silenzio imbarazzante:
-Dovremmo tornare di là…- propose, con voce flebile.
Potter non alzò lo sguardo, non prestò neppure attenzione a quelle parole, alzò il bicchiere mezzo vuoto e bevve avidamente. Una goccia di Whiskey gli restò sulla bocca, come a rassicurarlo, a umettare quel labbro inferiore tanto martoriato. Draco cercò di ignorarla, maledicendo se stesso per aver anche solo sfiorato il pensiero di toccare le labbra di Potter. Di nuovo. La luce creava strani riflessi su quella gocciolina ambrata, e Draco pregò che Potter la leccasse via e la facesse finita. Almeno così non avrebbe dovuto domandarsi il perché di quei pensieri sul quel Grifondoro da strapazzo, almeno così sarebbe riuscito a guardarlo negli occhi e infastidirlo, dandogli l’impressione di poter leggere i suoi pensieri.
Il bastardo però non sembrava essersene accorto, non finché, schiudendo le labbra, disse:
-Ancora un altro bicchiere.
Poi la goccia venne leccata via e Draco, nonostante ogni previsione, non si sentì sollevato… affatto.
 
***
Pansy si avvicinò, storcendo il naso, a Blaise interrompendo il discorso dell’amico con quei due sciocchi Grifondoro, del quale aveva carpito solo “sangue di drago” e “abrasioni”.
-Blaise, tesoro, sai dove s’è cacciato Draco?- chiese prendendo il ragazzo sottobraccio.
Lo sguardo della Granger sembrò fulminarla, mentre Weasley cercava di trattenersi dal guardarle la scollatura e di mantenere lo sguardo su Zabini.
-Temo si sia rifugiato da qualche parte, Pans.- disse Blaise accondiscendente, mentre con grazia si divincolava dalla sua stretta.
-Oh, ma così si perderà tutto il divertimento!- protestò la ragazza mettendo su il broncio.
-Ora che ci penso, Ronald…sai dov’è finito Harry?- disse all’improvviso Hermione, voltandosi di scatto verso il suo ragazzo, e guadagnandosi solo un cenno di diniego.
Pansy osservò la scena e con un cipiglio sospettoso rivolse, finalmente, la parola ad Hermione:
-Non è che il vostro caro Potty…- cominciò, per poi tornare su Blaise allarmata: -Blaise, quel bruto starà circuendo il nostro Draco!
Blaise scoppiò a ridere, mentre Hermione indignata rimaneva scandalizzava a bocca a perta, un Ron più che allibito ripeteva perplesso:
-Circuendo?
Weasley si guadagnò un’occhiata disperata di Hermione, che gli ricordò tanto quando le chiedeva aiuto per i temi di Pozioni, mentre Zabini continuava a ridere carezzando i capelli di una Pansy sdegnata.
-Significa che Potter sta cercando di…
-Harry non ha nessuna intenzione di “circuire” Malfoy!- esplose Hermione interrompendo la spiegazione di Pansy.
Blaise si frappose fra le due ragazze e con parole bonarie cercò di placare l’atmosfera incandescente:
-Siamo sicuri di no, Hermione! Pansy, tesoro, perché non andiamo a cercarlo per assicurarcene?
-Blaise, ho visto come lo guardava, povero tesoro! Urge un salvataggio in extremis!- ululava Pansy proprio mentre Hermione ribatteva sempre più indignata e malevola:
-Vaneggi Parkinson! Harry è felicemente fidanzato, con una ragazza!- e pose l’accento sull’ultima vocale prima di concludere:- E non sarebbe comunque interessato alle attenzioni di un ragazzo…se poi si tratta di Malfoy!
Fu Ron a sorprendere tutti e a zittire la piccola baraonda che si era creata:
-Circuire! Ma certo, ora ho capito! Grazie mille Herm…oh.
Si bloccò all’improvviso portandosi una mano alla bocca.
-Oh…Per le vecchie mutande stregate di Merlino!
 
***
Il silenzio s’era fatto ancora più pesante, e il disagio era palpabile, eppure Malfoy non sembrava dispiacersene. Forse era quello che intendeva con mantenere le distanze: starsene zitti, insieme, seduti al tavolo della sua cucina.
Harry ancora non riusciva a spiegarsi le conseguenze di quel suo banalissimo movimento. Aveva afferrato il polso di Malfoy per impedirgli di riempirgli il bicchiere, sospettando che il ragazzo volesse farlo ubriacare per poi gettarlo in pasto alle imbarazzanti domande della Parkinson.
Ed in quel momento Harry avrebbe davvero preferito essere ubriaco e in imbarazzo per delle stupide domande, piuttosto che inchiodato lì sul bordo del precipizio. E per cosa, poi? Non riusciva nemmeno a spiegarsi cosa potesse essere successo. Cercò di essere oggettivo, ma non c’era nulla di logico in quel formicolare nella sua mano. In quel rendersi conto, all’improvviso, che non aveva quasi mai toccato Malfoy. Non senza la precisa intensione di fargli del male, ovvio. Non aveva mai toccato Malfoy da quando erano partner, da quando avevano messo – più o meno- i vecchi rancori da parte.
Jay e Nisson si toccavano in continuazione, e persino O’Brian e Petch non facevano altro che darsi amichevoli pacche sulle spalle e vigorosi cinque sui palmi.
Forse il problema era tutto lì: lui e Malfoy non erano amici, ed essendo due estranei non c’era stato motivo di toccarsi. Inoltre, dal momento che si conoscevano già, non era stato necessario stringersi la mano. Aveva una sua logica, ed Harry avrebbe voluto strizzare gli occhi al ricordo di qualcosa che era stato più di una pacca sulla spalla: Malfoy che, per zittirlo, abbandonava le dita sulle sue labbra. Lì per lì Harry non ci aveva fatto caso. Aveva ignorato quella leggera scossa, e mascherato il suo trasalire immotivato, dimenticando quella sensazione durata un attimo. Ma quella era tornata a bussare alla sua porta, proprio quando la sua mano s’era chiusa intorno al polso di Malfoy.
Ed Harry non riusciva ad ammettere quanto avesse desiderato quella sensazione, anche mentre sotto la doccia…Fermò i pensieri, sentendo le guance arrossarsi.
Non erano gli occhi di Malfoy, ne era certo. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, ci aveva pensato e li aveva richiamati alla memoria ogni volta che il ragazzo lo guardava. Non potevano esserlo, erano troppo sprezzanti, gelidi, distaccati, per esserlo. Oppure no?
Harry cercò di scacciare quell’opprimente disagio dalla sua mente, insieme a tutti quei pensieri, in tempo per accorgersi che Malfoy lo stava spiando di sottecchi.
-Ancora un altro?- propose con quella sua voce di velluto, quella che usava docilmente quando provava a spingere qualcuno a far esattamente ciò che voleva.
Harry strabuzzò gli occhi, smarrito. Quella voce, le labbra distese di Malfoy e i suoi occhi che, scordando l’imbarazzo e i timori di un attimo prima, erano tornati a conficcarsi nei suoi…tutto suonò ad Harry come un’allusione, anche se non ne era sicuro. In quel momento non era sicuro di niente.
-Un altro…c-cosa?- chiese con voce tremante, cercando di trasformare il proprio imbarazzo in qualcos’altro di poco definito. Non era mai stato una cima in Trasfigurazione, però.
-Whiskey…
Senza aspettare risposta, Draco gli riempì il bicchiere, sta volta senza sporgersi da tavolo, ma allungando il braccio. Poi lo guardò dipingendo un ghigno sibilino sulle proprie labbra.
Malfoy doveva aver intuito qualcosa, ed Harry si sentì sprofondare.
 
***
 
Una canzone scarabocchiata su una pagina, chissà quanto tempo prima. Quelle note tornano alla tua mente, all’improvviso, e sembrano volerti cullare, in quella stanzetta grigia e fredda.
Lui alza il suo sguardo tempestoso, in quel viso incavato e dice:
-Esistono cinque fasi per il dolore… Negazione, rabbia, auto-recriminazione, depressione.
La sua voce è un ringhiare sommesso.
La pagina sul diario, sotto quella frase iniziale, è stata ferita da un profondo taglio scuro: “No”. Chissà quanto tempo prima.
Lui è arrabbiato, puoi sentirlo dalla sua voce. Ed è colpa tua, lo sai. Se solo gli fossi stato accanto. Sai che tutto sarebbe potuto essere diverso, avrebbe dovuto esserlo.
Una lacrima sfugge alle tue ciglia, quando mormori:
-Hai detto che ce ne sono cinque…- deglutisci, un groppo in gola, prima di continuare: -Qual è l’ultima?
-L’accettazione.
Il ricordo di quella pagina del tuo diario ti colpisce solo quando ti chiudi la porta alle spalle.
Ed è in quel momento: capisci che nessuno sfoglierà più quel diario, che quella promessa verrà dispersa in quel luogo di vento, e che dovrai fare lo stesso.
Per andare avanti.
 
***
 
So I'll continue to continue to pretend
My life will never end,
And flowers never bend
With the rainfall.”*
 
 
No.
 
***
 
Quando Draco portò il bicchiere alle labbra e mandò giù l’ennesimo sorso di Incendiario, per poco non soffocò.
Pansy, trafelata aveva fatto irruzione in cucina, come si aspettasse di trovare un esercito di schiopodi sparacoda, trattenuta per un braccio da Blaise che frenava con scarso successo la sua irruenza. Al fianco di Pansy, la Granger con un sorriso trionfante e le mani sui fianchi e, dietro di lei, Weasley che si teneva una mano sugli, occhi sbirciando solo un po’.
-Ecco! Io lo sapev…- le parole morirono in gola a Pansy, mentre Hermione giubilava:
-Lo sapevo, Parkinson!
Blaise, scuotendo la testa, alzò le spalle in segno di scusa verso il suo migliore amico.
Poi Potter si alzò di scatto e incrociando le braccia al petto sbottò:
-Ma si può sapere che avete tutti quanti?
Ne seguì un sospiro sollevato di Ron:
-Godric sia ringraziato, a quanto pare nessuno circotisce nessuno qui!
Malfoy alzò un sopracciglio e cambiò improvvisamente espressione, indirizzando quella che i presenti conoscevano come furia verso Blaise:
-Circotisce, eh?
Pansy, raggiungendolo, e poggiando le mani al suo petto disse con fare innocente:
-Draco, tesoro mio preziosissimo…possiamo spiegarti! 

Note:
 
*Flowers Never Bend With the Rainfall, di Simon&Garfunkel. Potete trovarla qui: http://www.youtube.com/watch?v=Fd-DvSTBq1o.
 
Lo so, sono sadico, malvagio, crudele e tutto ciò che di simpatico vorrete appiopparmi. Ma qualcuno ha acceso un cero in mio favore, e a quanto pare le sue preghiere sono state ascoltate. Dunque eccoci con il capitolo 14…wow, non ci credo neanche io!
Spero che non sia troppo azzardato, ma mi sono davvero divertito con il nostro Ron, quasi al punto di rivalutarlo.
Ho detto quasi, eh.
In più siamo ad una svolta con gli amatissimi intermezzi, e anche qualcosa tra i nostri due protagonisti sembra rimestarsi, o no?
Beh, non posso dir altro se non: alla prossima :) 

 
  
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