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Autore: Miri_123    05/01/2014    2 recensioni
Ok, non so se si è capito, ma amo vedere i ragazzi in un mondo del tutto differente dal loro.
Questa storia segue il libro di Twilight, solo che sarà in versione Larry. Quindi è presente dello slash.
Spero vi piaccia. Lasciatemi una recensione, se vi va :)
Tratto dal secondo capitolo:
"Il ragazzino, chi è??", chiesi a Perrie, guandandolo ancora con la coda dell'occhio.
"Lui è Louis Tomlinson. È uno schianto, ovviamente. Ma non esce con nessuna. A quanto pare qui non ci sono ragazze abbastanza carine per lui". Mi morsi il labbro per non riderle in faccia. Spostai il mio sguardo verso Louis. Il suo sguardo era rivolto altrove ma le sue guancia mi parvero alzarsi come se stesse ridendo anche lui.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 11



 

<< Posso farti un'ultima domanda? >>, chiesi, mentre Louis correva a tutta velocità sull'autostrada.
<< Una sola >>, sbuffò, guardando la strada.
<< Bhè...hai detto di aver intuito che nella Libreria non ci ero entrato e che mi ero diretto altrove. Mi chiedevo soltanto come avessi fatto >>.
Guardò altrove, accennando un sorriso. << D'accordo. Ho seguito il tuo odore >>. Tacque subito, per ridarmi il tempo di riprendere fiato. Non trovavo nessuna risposta sensata alle sue parole. Non ero pronto a lasciar cadere lì il discorso ora che mi stava dando delle risposte.
Cercai di guadagnare tempo. << Inoltre non hai risposto ad una delle mie prime domande... >>.
<< Quale? >>. Sbuffò nuovamente.
<< Come funziona la faccenda della lettura del pensiero? Riesci a leggere la mente di chiunque, ovunque? Come fai? Anche i tuoi fratelli...? >>. Mi sentivo uno stupido a chiedere delucidazioni su una cosa così irreale, assurda.
<< Una domanda sola, hai detto >>, precisò. Io intrecciai le dita e lo fissai, in attesa di una risposta.
<< No, è una dote sola mia. E non riesco a sentire tutti, ovunque. Devo essere piuttosto vicino alla persona. Ma più è famigliare una “voce”, maggiore è la distanza a cui l'avverto >>.
<< Secondo te perché non riesci a sentirmi? >>. Lui mi guardò, enigmatico.
<< Non lo so. Il mio sospetto è che la tua mente funzioni in un modo diverso rispetto alle altre. Come se i tuoi pensieri trasmettessero in AM e io ricevessi solo in FM >>. Mi sorrise, improvvisamente divertito.
<< La mia mente non funziona come dovrebbe? Sono una specie di mostro? >>. Mi preoccupai più del dovuto, probabilmente perché avevo sempre sospettato che ci fosse qualcosa che non funzionasse in me, e mi sentii imbarazzato a tale conferma.
<< Io sento le voci nella testa e tu temi di essere un mostro? >>, rise divertito. << Comunque è solo una teoria. Il che ci porta a te....>>.
Sospirai. Da cosa potevo iniziare? Mi morsi il labbro. << Tranquillo, non riderò >>.
<< In realtà tempo piuttosto che ti arrabbierai con me >>.
<< È una teoria così brutta? >>.
<< Abbastanza >>.
<< Prosegui >>. Sembrava calmo.
<< Non so da dove cominciare >>.
<< Perché non cominci dall'inizio? Hai detto che non è tutta farina del tuo sacco. Ti sei ispirato ad un libro? Un film? >>.
Scossi la testa. << In realtà è stato Sabato, alla spiaggia >>. Lui continuava a guardare dritto, ma sembrava interdetto. << Ho incontrato per caso un vecchio amico di famiglia, Zayn Malik. Suo padre e Des di frequentavano da quando eravamo piccoli >>. Appariva confuso. << Suo padre è un antico dei Quileutes. Abbiamo fatto una passeggiata..>>. Sorvolai sul mio comportamento malizioso. << E mi ha raccontato vecchie leggende, probabilmente per spaventarmi. Me ne ha raccontata una... >>. Esistai per un momento. Non ero più convinto di volerglielo dire. << Continua >>, mi incitò lui. Voleva sapere.
<< ...che parla di vampiri >>, bisbigliai. A quel punto non riuscii più a guardarlo in faccia, ma notai le sue nocche stringersi sul volante.
<< Ed hai pensato subito a me? >>. Manteneva la calma.
<< No lui...lui ha citato la tua famiglia >>. Restò in silenzio, tenendo gli occhi fissi sulla strada.
All'impovviso sentii che dovevo proteggere Zayn. In fondo lui non aveva fatto niente di male. Ero stato io che lo avevo imbrogliato.
<< Secondo lui era solo una sciocca superstizione >>, aggiunsi subito. << Non pensava che ci avrei ricamato sopra >>. Ma non mi sembrava abbastanza, dovevo confessare: << È stata colpa mia. L'ho costretto a raccontarmela >>.
<< Perché? >>.
<< Perrie ha fatto il tuo nome, così, per provocarmi. E un ragazzo più grande, della tribù, ha detto che voi non andavate lì, ma il suo tono evidentemente nascondeva qualcosa. Perciò sono rimasto solo con Zayn e gliel'ho estorto con l'inganno >>, ammisi, guardando le mani.
Incredibilmente iniziò a ridere. Alzai lo sguardo. Rideva, ma il suo sguardo era furente. << Con l'inganno? E come? >>.
<< Ho fatto lo smorfioso con lui e ha funzionato meglio di quanto io stesso pensassi >>, ammisi, arrossendo.
<< Mi sarebbe piaciuto assistere >>, rise a mezza voce. << E poi mi accusi di far colpo sulle persone...povero Zayn Malik >>. Arrossii nuovamente e scrutai l'oscuritò fuori dal finestrino.
<< E allora cosa hai fatto? >>, mi chiese, notando l'imbarazzo.
<< Ho fatto una breve ricerca su Internet >>.
<< E hai trovato conferma ai tuoi dubbi? >>. Sembrava poco interessato, ma non allentava la presa ferrea sul volante.
<< No, non quadrava niente, più che altro si trattava di stupidaggini. E poi... >>.
<< E poi cosa? >>.
<< Ho deciso che non m'importa >>, sussurrai.
<< Non ti importa? >>. Il suo tono mi convinse ad alzare gli occhi. Avevo finalmente fatto breccia nella maschera che si era costriuto con tanta cura. Era incredulo.
<< No. Non m'importa >>.
<< Non ti importa se sono un mostro? Se non sono umano? >>. Scossi la testa. Lui tacque, con gli occhi fissi sul parabrezza.
<< Ti ho fatto arrabbiare. Non avrei dovuto aprire bocca >>.
<< No >>, rispose, ma la sua voce era dura come la sua espressione. << Voglio sapere cosa pensi, anche se quello che pensi è assurdo >>.
<< Quindi mi sto sbagliando di nuovo? >>.
<< Non è questo. “ Non m'importa” >>. Ripeté le mie parole a denti stretti.
<< È così allora? >>.
<< T'interessa? >>.
<< Non proprio >>. Respirai a fondo e attesi un attimo prima di continuare. << Sono solo curioso >>.
Tutto ad un tratto mi sembrò rassegnato. << Cosa vuoi sapere? >>.
<< Quanti anni hai? >>.
<< Diciasette >>, rispose istintivamente.
<< E da quanto tempo hai diciasette anni? >>.
Guardava la strada con le labbra contratte. Alla fine si rassegnò a rispondere: << Da un po' >>.
<< D'accordo >>, sorrisi soddisfatto e contento che finalmente fosse sincero.
<< Non ridere se te lo chiedo, ma...come fai a uscire di casa quando è giorno? >>.
Rise. << Leggenda >>.
<< Non ti sciogli al sole? >>.
<< Leggenda >>.
<< Dormi dentro una bara? >>.
<< Leggenda >>. Esitò un momento, poi proseguì: << Io non dormo >>.
<< Mai? >>
<< Mai >>, confermò. Poi si voltò verso di me. I suoi occhi dorati catturarono i miei, facendomi perdere il filo del discorso.
<< Non mi hai ancora fatto la domanda più importante. Di cosa ci nutriamo? >>. Era tornato freddo e sulla difensiva. Voleva essere inquietante e ci stava riuscendo. Ma io sapevo che non mi avrebbe mai toccato, neanche con un dito.
<< Tu non mi farai del male >>, dissi sicuro. Lui voltò lo sguardo e riprese a scrutare la strada. Forse si aspettava una risposta diversa. Forse si aspettava vedermi impaurito e rannicchiato sul sedile, scossi dai pianti e dalle preghiere di risparmiarmi.
<< Vai avanti >>, chiesi, disperato, solo per sentire la sua voce. Non volevo farlo arrabbiare.
<< Cos'altro vuoi sapere? >>. Mi lanciò un'occhiata.
<< Dimmi perché vai a caccia di animali, anziché di umani. Zayn me l'ha detto >>.
<< Non voglio essere un mostro >>. Parlò a voce bassissima. << Gli animali non placano tutta la nostra sete, ma riusciamo a restare in forze. Noi, per scherzare, ci definiamo “vegetariani” >>, sorrise appena. << Talvolta è davvero difficile >>.
<< Anche in questo momento? >>.
Sospirò. << Si >>.
<< Però adesso non hai fame >>. Era una costatazione, non una domanda.
<< Cosa te lo fa pensare? >>.
<< I tuoi occhi. Ho una teoria, te l'ho detto. Le persone diventano intrattabili quando hanno fame >>. Si lasciò scappare una risata leggera ed io rimasi in ascolto della sua risata.
<< La scorsa settimana sei andato a caccia con Liam? >>, chiesi, quando tornò silenzioso.
<< Si >>. Per un attimo esito, indeciso se proseguire. << Non volevo andare, ma è più facile starti vicino quando non ho...sete >>.
<< Perché non volevi andarci? >>.
<< Starti lontano...mi rende...ansioso >>. Il suo sguardo era dolce ma intenso. Ed io mi sciolsi come un gelato al sole.
<< Perché non sei venuto a scuola oggi? >>.
<< Bhè, ti ho detto che il sole non mi fa male, ma comunque non posso espormi in pubblico quando c'è. Un giorno ti farò vedere >>.
<< Bhè potevi chiamarmi. Anch'io ho...anche a me viene l'ansia >>. Pronunciare quella frase ad alta voce mi fece arrossire.
<< Ah >>, esclamò tra sé. << Così non va >>.
Non capii la sua risposta. << Cosa ho detto che non va? >>.
<< Non capisci Harry? Che io renda infelice me stesso è una cosa, ma che tu sia coinvolto è un altro paio di maniche >>. Rivolse lo sguardo preoccupato alla strada. Parlava troppo velocemente e faticavo a capirlo. << Non voglio più sentirti dire che provi cose del genere >>, disse, con un tono di voce basso ma deciso. Quelle parole furono come un pugno nello stomaco. << È sbagliato. È rischioso. Harry, io sono pericoloso..ti prego, renditene conto >>.
<< No >>. Era molto difficile non rischiare di sembrare un bambino testardo.
<< Dico sul serio >>, ringhiò lui.
<< Anch'io. Te l'ho detto, non m'importa cosa sei. È troppo tardi >>.
La sua voce si fece troppo seria e i suoi occhi si spalancarono. << Non dirlo mai >>.
Serrai le labbra e guardai fuori dal finestrino, lieto che non si rendesse conto di quanto quelle parole mi avessero ferito. Ormai eravamo quasi arrivati a Forks.
Dopo qualche minuto di silenzio, la sua voce tornò a farsi sentire: << Scusa >>, mormorò. La sua voce era piena di dispiacere, ma sapevo che non si riferiva solo alle parole appena pronunciate.
<< Dimmi una cosa >>, chiese, dopo un altro minuto di silenzio.
<< Parla >>.
<< Cosa stavi pensando, stasera, prima che arrivassi io? Non sembravi impaurito, pareva che ti sforzarsi di concentrarti su qualcosa >>.
<< Cercavo di ricordare come si mette fuori un assalitore...sai...autodifesa. Stavo per spaccargli il naso e conficcarglielo nel cervello >>.
<< Li avresti affrontati? Non pensavi di scappare? >>. Era sbalordito.
<< Quando corro inciampo a tutto spiano >>.
<< Urlare? >>.
<< Ci stavo arrivando >>.
Scosse la testa. << Hai ragione. Cercare di tenerti in vita vuol dire davvero lottare con il destino >>.
Sospirai. Stavamo rallentando. Lentamente entrammo dentro Forks.
<< Ci vediamo domani? >>, chiesi.
<< Si. Ti tengo il posto a pranzo >>, sorrise.
Era assurdo. Dopo tutto quello che avevamo passato nelle ore precedenti, quella piccola promessa mi fece comunque sentire le farfalle nello stomaco. Ero incapace di aprire la bocca.
Eravamo di fronte casa di Des. Le luci erano accese. Il Pick-up parcheggiato e la macchina della polizia proprio affianco. Era tutto assolutamente normale.
L'auto si fermò, ma non accennai a scendere.
<< Harry? >>, mi chiamò serio.
<< Si >>.
<< Promettimi una cosa. Non andare nel bosco da solo >>.
Lo fissai confuso. << Perché? >>.
Si fece scuro in volto e buttò uno sguardo fuori dal finestrino. << Diciamo che non sono sempre io la cosa più pericolosa lì fuori >>.
<< Come vuoi >>.
<< Ci vediamo domani allora >>, disse con un sospiro, e capii che mi stava salutando.
<< A domani >>. Aprii la portiera, controvoglia.
<< Harry? >>. Mi girai di nuovo e lui era proteso verso di me. Il suo bellissimo viso a pochi centimetri dal mio. Mi si fermò il cuore.
<< Sogni d'oro >>. Il suo respiro mi soffiò sulle guance. Si allontanò e io rimasi impalato e sbalordito, con gli occhi sbarrati.
Restai impietrito finché, il nodo che si era formato nel cervello, non si sciolse. Scesi dall'auto goffamente, tenendomi allo sportello. Mi parve di sentirlo ridere.
Attese finché non raggiunsi l'entrata, dopodiché sentii avviare il motore. Rimasi a guardare l'auto argentata sparire dietro l'angolo.
E in quel momento capii. Di tre cose ero del tutto certo. Primo, Louis era un vampiro. Secondo, una parte di lui -chissà quale e quanto importante- aveva sete del mio sangue. Terzo, ero totalmente, incondizionatamente innamorato di lui.




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Sono imperdonabile, lo so. Scusatemi. Ho avuto un bel po' di problemi famigliari e personali che non sto qui a spiegarvi, e non ho potuto aggiornare. SCUSATEMI, DAVVERO.
Qui c'è la confessione. L'ultimo pezzo è uno dei miei preferiti in assoluto di tutti i libri. E' bellissima *-*
So che, per chi non ha letto il libro, è diversa da come avviene nel film, ma ho deciso di seguire il libro, anche se, magari, quella del film è più scenografica. 
Spero vi sia piaciuto. E grazie mille a chi, nonostante l'assenza, non ha abbondonato la storia. Giuro che adesso aggiornerò regolarmente.
E grazie anche a chi segue e recensisce :* Alla prossima!

  
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