LXIII
LO
SPETTRO
VOLDEMORT/BELLATRIX
Simile
a un cherubino dal
vermiglio
Occhio,
ritornerò nel tuo
giaciglio;
scivolerò
col favore dell’ombra
tacitamente
verso le tue membra
e
poserò sulle tua labbra, o
bruna,
labbra
diacce com’è diaccia la
luna;
carezze
ti darò, quasi di liscio
serpe
che attorno a una fossa
strisci.
Quando
verrà il livido mattino,
troverai
vuoto il posto a te
vicino,
che
fino a sera starà freddo e
spento.
Altri
ti vinca con tenere armi:
io
la tua vita voglio
conquistarmi,
e
la tua gioventù, con lo
spavento.
Vorrei
sapere, Bellatrix Lestrange,
quand’è che hai iniziato ad amarmi. In fondo un
tempo sono stato umano anche io
e chissà, qualcosa, forse, avrei potuto darti.
Ma
in fondo non importa:
probabilmente anche questo ti soddisfa, questo gioco sporco che ci
unisce, e le
mie mani ti piacciono anche ora, fredde come morte e sottili,
così esperte nel
donare il dolore, così esperte nel negare il
piacere…
Deve
piacerti, Bellatrix, perché la
leggo nei tuoi occhi l’attesa che svanisce, e raccolgo sulla
punta delle dita
il tuo piacere di vedermi, così liquido da poter essere
bevuto. Qualcun altro
avrà avuto il compito, nella tua vita, di darti orgasmi che
hai preteso, ma con
me non hai il coraggio, non è vero? Aspetti, sì,
e lo so che una parte di te lo
chiederebbe, ma non lo fai mai. Sai che solo io decido, e come
controllo ogni
aspetto della tua vita, controllo anche questo, mia folle, passionale
strega.
Ora
che dormi accanto a me guardo le
tue labbra schiuse, e riconosco, nel loro rossore gonfio, tutte quelle
domande
inespresse che proprio lì si ammassano, e penso, mentre mi
alzo per lasciarti
al tuo risveglio sola, come sempre, che forse, forse,
per una volta mi piacerebbe sentirti implorare.
Sì,
per una volta vorrei che tu,
quella domanda, la facessi – e sapremmo entrambi la risposta,
non è vero?
“No,
mia cara Bellatrix, non è il
momento”, non lo sarà ora e non lo sarà
mai.
------Note
[1]
Lo
Spettro, Spleen e Ideale,
I Fiori del Male, C. Baudelaire, Trad: Bufalino.
Sempre
immaginando un Voldemort che non
sia un essere totalmente inumano, ho provato a scrivere questo pezzo.
Questo
genere di domande, su personaggi un po’ irreali come
Voldemort, mi capita
sempre di farmele: “Ma questo mangia? Caga? Scopa?”
e diciamo che volendo
aggiungere un po’ di realismo al tutto, la risposta non
può essere che sì. E
avendo risposto sì a questa domanda, al momento
l’unica persona con cui mi
viene da accoppiare il buon Voldemort è proprio Bellatrix,
che prova per lui un’adorazione
tale che perfino nei libri stessi sembra essere un tantinello erotica,
ecco.
Non può essere certo un rapporto paritario, Bellatrix non
perde occasione di
gettarsi ai suoi piedi e baciargli la veste, e Voldemort non sembra
fare altro
che rivolgerle sguardi freddi, eppure in alcuni frangenti si coglie il
suo
apprezzamento per la fedeltà dimostrata dalla donna in ogni
occasione, e nel
quinto libro, quando la prende con sé per smaterializzarsi
sembra quasi proteggerla.
In fondo non gliene è fottuto nulla di far sbattere Lucius e
compagnia ad
Azkaban, ma Bellatrix la porta con sé. Lo trovo abbastanza
indicativo.
Dopo
di che non so se la Rowling
abbia mai immaginato quello che ho scritto qua io (spero di no),
tuttavia la
poesia in questione mi è sembra molto, molto azzeccata.
Spero
che il tutto sia vagamente
apprezzabile.