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Autore: Seryka    05/01/2014    2 recensioni
[Attenzione: Questa storia non l'ho scritta io, ma la mia carissima amica Angel_15, che l'ha pubblicata nella categoria SHINee. Lei mi ha PERSONALMENTE DATO IL PERMESSO di One Directionizzarla (?) e pubblicarla in questa sezione.]
"Wong Jilin: Una cameriera che lavora nel ristorante Cinese della sua famiglia, giá da un paio di anni emigrata in Inghilterra. Questa vorrebbe rispedirla in Cina, convinta che in quel paese sarebbe impossibile per lei trovare un ragazzo cinese con cui sistemarsi e mettere su famiglia.
Harry Styles: Un semplice diciassettene. I genitori (Proprietari di una catena di alberghi) vorrebbero che intraprendesse una relazione con la figlia del proprietario di una catena di ristoranti. Cosicché un giorno le due imprese possano unirsi.
***
Lui inglese, lei cinese. Due culture così diverse.
Niente li accomuna. Le tradizioni, lo stile di vita, le abitudini, il taglio degli occhi. NIENTE!
La sola cosa che li lega è l'autorità di due famiglie estremamente tradizionaliste.
Cosa accadrebbe se il destino facesse incrociare due strade così differenti? Nascerebbe qualcosa da quest'enorme differenza culturale? E Le famiglie, riuscirebbero a superare ed accettare tutto ciò?"
~
Questa è una storia un po' diversa dalle altre. Se non apprezzate, nessuno vi costringe a leggere.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Incontri In Pista

 

 

 

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"I’ve tried playing it cool
Girl when I’m looking at you
I can never be brave
Cause you make my heart race

Shot me out of the sky
You’re my kryptonite
You keep me making me weak
Yeah, frozen and can’t breathe"

[One Direction - One Thing]


 




La giornata di Harry era trascorsa nella più completa normalità.

Si era svegliato, aveva fatto colazione e come al solito si era rinchiuso in camera sua a leggere o a studiare. Insomma la solita routine.

L'unica cosa diversa da gli altri giorni era quella sensazione allo stomaco che ancora non accennava ad andarsene. Dopo qualche ora ci aveva fatto l'abitudine ma ancora continuava a domandarsi di preciso che cos'era e perché fosse lì.


 

Verso le 21.00 la madre gli ricordò che tra un ora sarebbe passata a prenderlo Katerine con l'autista, così fu costretto a richiudere i suoi amati amici libri.

Si avviò verso l'armadio e guardando i suoi abiti pensò che non aveva la minima idea di come vestirsi. Non usciva quasi mai, specialmente nei pub. In più i suoi vestiti si limitavano a Jeans, t-shirt e al massimo qualche camicetta. Tutta roba casual che indossava per andare a scuola. Aprì un cassetto che rimaneva sempre chiuso, esclusi casi molto rari. Era pieno di vestiti eleganti compreso quello che aveva indossato la sera prima. Tutti erano stati acquistati dalla madre nella speranza che un giorno li avesse indossati, ma apparte occasioni "speciali" o casi come quello della cena al ristorante, erano rimasti tutti ancora lí. Come nuovi, intatti, alcuni avevano ancora il cartellino appeso.

Prese il primo senza neanche dare un occhiata a gli altri. Lo indossò e si diresse allo specchio, non era male. Giacca grigia, camicia bianca e jeans neri.

Anne raggiunse il figlio in camera per verificare che non uscisse in maglietta e pantaloncini e appena lo vide rimase a bocca aperta.

< Che santo è oggi che vestito elegante di tua spontanea volontà? >

< Spontanea? Chi è che mi ha costretto ad accettare l'invito di quella frattura-scatole? >

< Tante storie per un uscita con una ragazza carina... Dai vieni in bagno che ti sistemo i capelli >

< Non ci pensare neanche! >

Dopo circa mezz'ora, nonostante le continue opposizioni del ragazzo, riuscì a sistemargli i capelli ricci, creando un adorabile frangetta.

< Sei stupendo >

E gli baciò sulla fronte. Harry si guardò allo specchio e storse la bocca. Aveva sempre odiato pettinarsi ma doveva ammettere che non stava male.

Sentirono suonare al campanello e si diressero al piano di sotto.

" Ci siamo " Pensò Harry mentre la madre euforica aprì la porta.

< Buonasera Miss. Styles. Oh ma, Harry come sei affascinante stasera >

Eccola che iniziava subito a fare la leccapiedi.

< Grazie, andiamo? > Chiese spazientito.

Prima andavano prima tornavano.

Prese la giacca e salutò la madre prima di dirigersi fuori con la ragazza che lo condusse all'auto metallizzata.

 

***

 

< Fannullona sei pronta? > Urlò Xiumin dal fondo delle scale.

< Eccomi > Disse Jilin scendendo le scale.

< Wow, deciso di fare strage stasera? >

< Uff... Andiamo e basta per favore >

Il fratello non aveva tutti i torti. La ragazza indossava uno splendido vestito blu elettrico dalle spalline basse, addobbato da un bellissimo girocollo, mentre i capelli erano stati raccolti in una coda.

< Siamo già acidi eh? > Sbuffò il ragazzo uscendo di casa.

Arrivarono al pub circa dieci minuti dopo e non appena entrarono furono assaliti dalle mille luci dei riflettori e dalla musica assordante. Xiumin ci era abituato dato che frequentava spesso locali del genere, Jilin invece dovette tapparsi le orecchie per il troppo rumore.

Mentre si avviavano verso il bancone del bar, dove Xiumin prese il primo alcolico della serata, nel frattempo, dall'altra parte della sala un ragazzo con un vestito elegante se ne stava seduto sul divanetto nero di pelle circondato da un gruppo di ragazzi a lui sconosciuti ma che già non sopportava.

< Vuoi qualcosa da bere tesoro? > Chiese Katerine mettendo un braccio sulle spalle di Harry.

< No grazie > Rispose acido liberandosi dalla sua presa < E non chiamarmi tesoro... Io vado in bagno >

Si alzò sbuffando e non appena trovò la porta entrò nel bagno unisex.

 

< Xiumin sei già al terzo, basta con questa roba > Disse Jilin togliendo il bicchiere pieno di Vodka di mano al ragazzo.

< E dai io lo reggo bene l'alcool >

< Si, si vede > Il ragazzo ormai era ubriaco marcio mentre la sorella aveva preso solo un drink analcolico che era ancora nel bicchiere.

< Ascolta io vado in bagno e poi torniamo a casa. E guido io! >

< Ah! Sei più piccola e vuoi dare ordini a me? >

Si alzò barcollando dalla sedia e poco prima che perdesse l'equilibrio Jilin la afferrò.

< Viste le condizioni direi proprio di si > E lo rimise a sedere < Mi raccomando stai qui buono torno subito >

Si diresse verso il bagno ma non fece in tempo ad aprire la porta che qualcuno la aprì per lei. Per non perdere l'equilibrio rovesciò accidentalmente l'interno del bicchiere che aveva in mano sulla figura che aveva aperto la porta.

< Oh cavolo, scusami > Urlò per sovrastare il forte rumore della musica.

< No scusami tu, sono io che ho aperto così di scatto >

Quella voce, dove l'aveva già sentita?

Alzò lo sguardo per osservare la figura maschile di fronte a lei ma non riuscì a vedere bene il suo viso poiché in quel punto non arrivava molta luce da parte dei riflettori.

Neanche lui riusciva a vederla ma non appena alzò lo sguardo sentì le guance diventare più calde.

Esattamente come la sera prima.

" Aspetta non sarà mica... "

< T-tu sei... La cameriere di ieri sera? >

La ragazza si pietrificò. Era lui. Il ragazzo dai capelli ricci, profumati e dagli occhi profondi.

< S-si sono io, a..a quanto pare siamo destinati... >

< A incontrarci buttandoci cibi o bevande addosso? > Rise leggermente ironizzando sulla situazione.

Aspetta...Stava ridendo? Lui? E con una sconosciuta?

< Eh già. scusami ancora, ti ho rovinato questo bel vestito >

< Ma va, tranquilla. Non mi importa niente del vestito >

< Peccato, perché ti sta bene >

Arrossì violentemente non appena si accorse della spontaneità con cui aveva detto la frase.

< G- grazie >

Ed ecco che la sensazione allo stomaco fece il suo ritorno. Ma stavolta si stava allargando, facendosi spazio nel petto.

< A-allora s-scusa ancora >

Un improvviso scatto d'imbarazzo la fece entrare di getto nel bagno senza guardare negli occhi il ragazzo che, dopo essersi ripreso, tornò al divano dai suoi "amici".

< Katrine io voglio tornare a casa >

< Ma non è ancora mezzanotte >

< Non mi importa, per favore riportami a casa >

< E dai restiamo ancora un po' >

< Se non mi porti tu me ne vado da solo >

Afferrò la giacca prima di dirigersi verso l'uscita dove trovò un ragazzo dai capelli marroni scuri che camminava a fatica.

Questo barcollò prima di cadere addosso a Harry che però riuscì ad afferrarlo.

< Tutto bene? > Gli chiese.

< Jilin portami a casa per favore >

" Chi? "

Prese il ragazzo sotto braccio. Non sapeva che fare, era ubriaco fradicio, si vedeva. Ma non poteva portarlo fuori, se qualcuno l'avesse cercato non l'avrebbe trovato.

Però un po' d'aria fresca gli avrebbe fatto bene.

Non fece in tempo a pensarlo che una figura femminile li raggiunse.

< Xiumin! >

Si girò e la vide di nuovo.

< Stavo per uscire e mi è finito addosso > Spiegò Harry

< Dai cibi e le bevande siamo passati ai fratelli >

Rise leggermente imbarazzato mentre la ragazza prese sottobraccio il fratello.

In effetti ora che ci faceva caso il ragazzo era lo stesso che, dopo di lei, gli aveva servito gli spaghetti la sera prima.

< Adesso andiamo a casa ubriacone... Grazie per averlo sorretto e scusa ancora per il vestito >

< Di niente >

La salutò con un cenno della mano mentre la ragazza uscì dal locale.

Harry sentì nuovamente le guance rosse

" E che cavolo ma perché? ".

Lo sapeva il perché, era arrossito quando l'aveva incontrata al ristorante ed era arrossita anche quella sera.

Se ne rendeva conto ma non voleva credere che la presenza di una semplice sconosciuta gli facesse quell'effetto.

Abbassò lo sguardo e notò un oggetto nero a terra. Si abbassò e lo prese in mano per capire di cosa si trattasse.

" Un portafoglio?! " Lo aprì e vi trovo dentro una carta d'identità con una foto che ritraeva una ragazza dagli occhi a mandorla e i capelli neri.

" È sua " Pensò.

Guardò avanti a sé ma la ragazza si era ormai dileguata.

< Harry! > Urlò una voce femminile alle sue spalle.

< Ma ti sembra il modo di andartene? >

Mise istintivamente il portafoglio in tasca.

< Scusa Katerine ma sono veramente stanco... Ti prego possiamo andare? >

< Uff... E va bene. Ma solo perché sei tu tesoro >

< Non chiamarmi tesoro! >

Si avviarono nel parcheggio e durante il viaggio di ritorno Harry non poté fare a meno di pensare a due cose:

Perché continuava ad arrossire incrociando lo sguardo di quella tipa asiatica?

E perché gli era venuto per ben due volte da ridere in modo così spontaneo, cosa che non faceva da molto tempo?

Una cosa era certa però, doveva riportarle il portafoglio.

   
 
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