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Autore: Gemad    05/01/2014    1 recensioni
-Oh Harry! Io e Draco ci siamo chiariti ed ora siamo solo amici- disse Pansy -Sai stavo pensando che voi due potreste essere grandi amici-. -Cosa? Io e Malfoy.... Amici! Tu sei matta Pansy- disse Harry dandole un pugnetto sulla spalla.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 16: Capodanno a sorpresa

La mattina successiva, Harry si svegliò verso le due del pomeriggio. L’unico che era in piedi era Neville che era seduto sul tavolo con una specie di Ricordella, con una specie di lancetta di orologio al centro.
-Buongiorno Harry!- lo accolse lui con un sorriso raggiante.
-Ciao Neville!- ricambiò Harry.
-Da quant’è che sei in piedi?- chiese Il-Ragazzo-Che-E’-Sopravvisuto all’amico.
-Bè- incominciò lui -Per la verità, non sono andato a letto Harry-, -Cosa? Ma perché?- chiese stupito Harry.
-Qualcuno doveva fare la guardia no? Così sono rimasto io-.
-Ma perché non lo hai chiesto a me?-.
-Tu Harry questa notte sei rimasto troppo occupato, tu e Ron per la precisione-.
-E allora perché non hai chiesto aiuto a Seamus e Dean?-.
-Naaah!- rispose lui come se niente fosse -Non volevo disturbarli, e poi si sarebbero annoiati a morte. Qualcuno deve sempre controllare che tutto sia tranquillo là fuori-.
-Quindi Neville, mi stai dicendo che sei rimasto là fuori al freddo?-.
-No!- esclamò lui con il solito sorriso sulle labbra -Grazie a questo aggeggio, sono rimasto qui dentro- disse indicando la copia della Ricordella.
-E cosa sarebbe quella…. cosa?- chiese Harry.
-Questa, anzi, questo, è uno Spioscopio; consiste nell’individuare il pericolo, dicono che non funziona, ma io sono abbastanza superstizioso-.
-E come capisci che il pericolo è vicino? Si crea una nebbia rossa come con la Ricordella?-.
-No, niente di tutto ciò, la lancetta si mette a roteare-.
-E…. ha girato questa notte?-, -No- rispose infine Neville.
Ancora Harry si chiedeva come Neville possa aver avuto questo tipo di cambiamento; insomma, prima era sbadato, un po’ fifone, uno che si tirava sempre indietro, uno che era un autentico disastro con gli incantesimi. Harry era troppo curioso, doveva chiedergli il motivo del suo cambiamento, adesso.
-Neville?-, -Si Harry?- gli chiese l’amico.
-Bè, è un po’ difficile da spiegare-.
-Non c’è problema, sputa il rospo-.
Prima di riuscire a trovare le parole giuste e adatte, Harry ci mise un bel po’, -Sai, ho notato un cambiamento in te negli ultimi tempi Neville- guardò l’amico che lo guardava interessato -Insomma, prima eri un ragazzo che difficilmente poteva fare questo genere di cose-.
-Cioè?-, -Bè, ad esempio, organizzare di tua spontanea volontà dei festini segreti all’interno del castello, scappare via da Hogwarts ed entrare in latitanza-.
-Intendi dire…. Che non avevo fegato?-.
-No! Cioè…. Ecco…. Vedi…. I-io- era super-imbarazzato.
-No, non c’è alcun problema Harry- lo rassicurò lui continuando a parlare -Hai ragione. Ero un coniglio! Ma poi, qualcosa, mi ha fatto capire, che dovevo cambiare, che dovevo rinnovarmi, una cosa che mi ha cambiato la vita-.
-E….- chiese Harry un po’ balbettante -Posso sapere che cosa è stato?- chiese tutto d’un fiato.
-Lo sai Harry, ammiro la tua curiosità, cerchi di spremere una persona fino all’ultima domanda-.
-O, bè…. Ecco- non capiva se era un complimento o una critica che lo mandava a quel paese. 
-Non preoccuparti Harry- disse ridendo sotto i baffi -E’ un complimento-.
-Senti Neville, se non vuoi raccontarmelo, non devi essere costretto raccontarmelo-.
-No! No! Anzi, mi fa piacere darmi sfogo, raccontarlo a qualcuno, mi fa piacere, poi raccontarlo ad un amico come te Harry, mi piace-.
-Grazie- poteva dire solo questo Harry.
-Grazie di cosa?- chiese incuriosito Neville.
-Mi hai chiamato amico, mi fa piacere che tu mi consideri un amico-.
-Credevo che fosse scontato che noi fossimo amici Harry!-.
-Si, in un certo senso si-, e subito dei lunghi attimi di silenzio imbarazzanti si susseguirono, finche fu Neville a romperlo -Vabbè, vuoi che ti racconti il motivo?-.
-Si per favore-.
-Bè, è successo questa estate, quando ero in Olanda con mia nonna. Come ti avevo detto, sono andato lì per vedere la composizione dei fiori Babbani, mi stavo divertendo un mondo, e credevo che anche mia nonna lo facesse-.
-Cioè credevi?-.
-Ogni cosa al suo tempo Harry; dicevo, la prima settimana, è stata la più bella, poi purtroppo, i locali diminuivano, e non sapevo dove andare. Un giorno, mia nonna non voleva venire con me, diceva di essere troppo stanca, e che preferiva rimanere a casa a farsi una bella dormitina con affianco una cioccolata calda. Così mi avviai in strada, ma mi scordai il borsello, e dovetti tornare nell’appartamento a prenderlo. Era una fatica, abitavo al ventesimo piano di quell’albergo, e l’ascensore era rotto! Ci impiegavo almeno un quarto d’ora a scendere, e venti minuti a salire. Appena arrivai dentro l’appartamento, feci più piano possibile, visto che avevo lasciato mia nonna a dormire nel letto. Presi il borsello, ma sentii la voce di mia nonna che parlava con qualcuno. Mi avvicinai cautamente alla sua stanza, e vidi che era al telefono, e che parlava con una sua amica di thè pomeridiano- lì si fermò per riprendere fiato.
-E le parole che udii, appena pronunciò il mio nome, furono le cose più orrende che sentii. Diceva, che ero uno stupido fanatico dei fiori e delle piante, di stupide erbacce, che non servivano a niente. Diceva, che non ero un gran che con gli incantesimi, che ero un disastro, che non sarei mai diventato un grande mago, che mi sarei ritrovato in povertà, da solo, senza una famiglia appena lei sarebbe morta, che non ero degno di essere il figlio dei miei genitori. Io sapevo già tutte queste cose, di essere un autentico disastro, ma sentirlo dire da mia nonna che lo raccontava ad una persona qualsiasi, era una cosa che mi ha distrutto; ma quelle ultime parole “Non è degno di essere il figlio dei suoi genitori”, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Indietreggiai, e ruppi un vaso, che fece un gran baccano, e mia nonna, a quel punto, si accorse della mia presenza- 
-Lei, era più bianca di quanto non fosse mai stata in tutta la sua lunga vita, abbassò la cornetta, e venne verso di me. Tentò di spiegarsi, balbettando poco più di niente, senza riuscire a spiegarsi. Io invece, ero incredulo, e scappai dalla stanza sbattendo la porta, senza dire una parola, sentendo i singhiozzi di mia nonna. Camminavo per la strada alla cieca, senza sapere dove andare. Trovai rifugio nell’alcool, bevendomi almeno due bottiglie di Rum. Il resto per me, è ancora nebbia, non so che cosa mi successe quella notte, mi risvegliai nella fredda pietra della strada di Amsterdam; anzi, per la verità, mi svegliò la polizia, che mi portò alla stazione da mia nonna, che mi abbracciò appena mi vide- 
-Strano, pensai in quel preciso momento, mia nonna vedendomi in quello stato mi avrebbe dato un paio di schiaffi, preso per l’orecchio, e portato via per l’orecchio fino a casa. Sapevo che voleva farsi perdonare per quello che era successo il giorno prima. In quel momento, mi ritornò alla mente qualche spicchio di memoria di quella notte; ricordo che parlavo col barista, gli raccontai tutto, e feci una promessa, che da quel momento sarebbe tutto cambiato, che sarei diventato una persona più seria, che sarei diventato una specie di ribelle dentro, e angioletto fuori. Tutto questo nel giro di circa un secondo e mezzo, e anche se questa era una promessa da ubriacone, lo feci, accettai la sfida continuando a mantenere la mia promessa, infatti, non risposi all’abbraccio di mia nonna, sono abbastanza freddo con lei, difficilmente la posso perdonare per quello che mi ha fatto. Ed ora eccomi qua, a fare proprio quello che non mi sarei mai immaginato di fare fino a poco tempo fa- e chiuse il racconto in questo modo.
Ora Harry lo capiva, non doveva essere stata una bella cosa l’esperienza subita da Neville.
-Mi dispiace>> disse Harry, guardando l’amico.
-Non farne un dramma Harry- disse con un altro sorriso stampato sulla faccia -I miei rapporti con la nonna sono un po’ distaccati, ma sono pur sempre il solito Neville, solo, un po’ meno rispettoso delle regole-.
Harry controllò lo Spioscopio, e poi l’orologio da polso che portava -Cavolacci, abbiamo fatto passare un bel po’ di tempo, sono le quattro meno un quarto Neville!-.
-Certo che sono dei veri dormiglioni quei tre, soprattutto Ron- concluse sentendo in sottofondo i rumorosi ronfati di Ron dalla stanza lì vicino.
-Credi che dovremmo svegliarli?- chiese Harry.
-Lasciamoli dormire, secondo me è meglio-. I tre si svegliarono contemporaneamente alle quattro in punto. Ed il resto del giorno passò come se nulla fosse. Harry, in quegli ultimi giorni, si chiedeva, anzi, ragionava ad un piano, come riuscire a poter uscire dalla situazione di latitanza: se si sarebbero consegnati e costituiti di loro spontanea volontà, magari la pena si sarebbe ristretta, magari, poteva fare richiesta di poter fare dei lavori sociali per scontare la pena, invece di finire ad Azkaban. Ma Harry, pensò, che era meglio pensarci dopo Capodanno.

Il giorno successivo, il tempo non era dei migliori; pioveva tantissimo, era quasi un diluvio. Harry era uscito a cercare da mangiare -Maledizione!- imprecava lui -Quando Neville, Seamus, Dean o Ron escono, il tempo è per lo più perfetto; invece per me no! Deve sempre andare male! Maledizione!- concluse.
Si stava avviando, con addosso il Mantello dell’Invisibilità, alla cittadina di Glouchester, e questa volta, doveva cercare di sgraffignare un po’ di festeggiamenti per il Capodanno, e ricorda ancora la discussione tra Neville e Seamus quella mattina; -Io voglio divertirmi!- protestava Seamus.
-Ma io voglio rimanere vivo, o per lo più libero e lontano da Azkaban- lo controbatteva Neville.
-Mamma mia, solo per una notte!- continuò a frignare e protestare Seamus.
-Senti Seamus- incominciava Neville con un tono alla McGranitt < Ricorda ancora la faccia di Seamus, sbalordito dal racconto di Neville -Si però…- tentava di dire a bassa voce senza riuscire a dire niente, -Però niente Seamus- disse Neville calmo -Quando ho deciso di scappare, sapevo che cosa stavo affrontando, e spero che lo sapessi pure tu quella notte Seamus. Per favore, non controbattere, accetta la realtà, non mi sento nemmeno il coraggio di dirti di andarci da solo, perché ti prenderebbero subito. Non perché fai pena nei duelli- si affrettava a dire, vedendo la faccia dell’Irlandese esprimere un senso di nuovo disapprovo -Ma perché tu contro cinque Auror, non c’è la faresti amico-, ed infine Seamus diede le sue scuse all’amico, con un bel abbraccio.
Intanto Harry, era riuscito ad entrare in un negozio di liquori, era mezzo pieno. Sgattaiolò in cantina, sperando che nessun uomo, donna o bambino avesse visto la porta aprirsi da sola, scese le scale, e mise nella sacca di Ron, una bottiglia al Limoncello, e una borraccia di Vodka alla fragola. Re-effettuò lo stesso percorso all’indietro, e dopo essere uscito dal negozietto, si avviò verso quello che pareva un supermercato, dalla quale prese dei dolci, del tonno in scatola, della frutta e della carne da arrostire al fuoco.
Così, sempre sotto la pioggia, si avviò verso la foresta, dove alloggiava nella tenda con i propri amici. Come poteva, però, pensare a Pansy. Non riusciva più a capire che cosa gli fosse preso, non riusciva a spiegarsi il perché l’abbia lasciato. Doveva capirlo, doveva chiederlo a qualcuno, e voleva tornare ad Hogwarts, ma questa era solo una idea pazza, anzi da manicomio, e sapeva che non doveva tornarci; non poteva nemmeno inviare una lettera, ma una cosa non riusciva a capire: perché il Ministero, non ha ancora parlato della sua entrata ad Hogwarts? Ecco un’altra cosa da chiedersi.
Il fatto che le autorità non avessero parlato del fatto, che uno dei latitanti più giovani tra i maxi-ricercati in tutta l’Inghilterra, sia riuscito a penetrare in una delle Scuole di Magia più conosciute e protette nel Mondo Magico, è sospettoso, forse anche scandaloso che i giornali del Profeta non ne parlino. Nel frattempo era tornato alla tenda, ed erano ormai le 16:20.
-Alleluia!- aveva detto Ron -Miseriaccia Harry! Quanto ci impieghi, per sgraffignare così poca roba?- chiese senza ottenere risposta dall’amico.
Dopo aver disposto le cose sul tavolo, Neville si incaricò di sistemare le cose -Non è che non mi fido di voi ragazzi!- cercò di giustificarsi -E’ solo che… Bè, ecco- disse boccheggiando per poi andarsene in cucina.
-Bè, non so voi- disse Dean -Ma io accendo la radio, qui mi annoio!- e subito accese la radio cercando la solita stazione del Ministero.

-Bene, torniamo ora al settore criminalità, la situazione ad Azkaban è del tutto sotto controllo, conferma il Ministro Cornelius Caramell, nonostante, secondo alcune voci, i Dissenatori, sono infuriati, per l’ennesima respinta da parte del Capo della Sicurezza degl’Auror, e avversario politico del Ministro in carica, Kingsley Shacklebolt, sul fatto delle ricerche sui cinque minorenni Inglesi e studenti di Hogwarts. Il signor Shacklebolt ha rilasciato dichiarazioni sul fatto che non ci sono novità nelle indagini, e che per ora non hanno alcuna pista da seguire, e che ne stanno cercando una, con tutti i mezzi per loro disponibili, “Senza prove, testimoni oculari, o un avvistamento è difficile trovarli, quei cinque, nonostante la loro età, sono molto furbi ed intelligenti” continua Shacklebolt, e aggiungendo con un sorriso sulle labbra “Con questa mentalità, potrebbero fare gli Auror”-
-Ora passiamo invece ai preparativi per l’imminente anno nuovo; per Hogwarts, si terrà una festa che andrà, per i ragazzi del terzo anno in giù, dalle ore nove, fino all’una e mezza, mentre per coloro che vanno dal quarto anno in su, dalle ore nove, fino ad un orario che arriva fino alle tre del mattino, mentre per chi ha più di diciassette anni, arriva fino alle sei del mattino. Ovviamente queste sono le informazioni che ci giungono dalle parole del Preside Albus Silente, che comunque “Lo farò, per far capire agli studenti che non siamo i soliti con quelle regole medievali, e di lasciare un po’ di libertà a tutti…. Almeno per Capodanno” dice il Capo del Winzegamot. Ora passiamo invece alla politica, per ora siamo con un incredibile vantaggio per Shacklebolt, con il settanta per cento del Mondo Magico a suo favore, mentre il venticinque per cento a favore di Caramell, e (ormai vicino al ritiro) il Ministro dello Sport Ludo Bagman, che ha il rimanente cinque per cento, composto in maggioranza da amanti dello Sport. Secondo le dichiarazioni di alcuni passanti mandati dalla nostra direzione ad interrogarli sulla situazione politica del Mondo Magico, la maggior parte, pensa che Bagman, sia stato un pazzo a proporsi, e che probabilmente, sapeva che in pochi l’avrebbero votato, mentre la maggior parte, degli elettori, pensano che tra, l’ormai unico duello per la carica di Ministro, Caramell-Shacklebolt, la spunterà il Capo degl’Auror e della sicurezza nel Mondo Magico, ora spazio alla pubblicità, e poi di nuovo qui dalla redazione del Ministero della Magia- e detto ciò scattò la pubblicità di un nuovo lucidatore di scope di cui Harry, non riuscì a sentirne il nome, perché Dean aveva spento la radio.
-Non credete, che sia tutto un po’…. Strano?- chiese il Grifondoro con un po’ di sospetto hai compagni.
-Che cosa intendi dire Dean?- chiese Seamus.
-Ma è ovvio!- disse Dean leggermente seccato -Harry, quando è arrivato alla tenda, era senza giubbotto ricordi?-.
-E allora?- Seamus non continuava a capire.
-Diavolo Seamus! E’ ovvio che il Ministero nasconda qualcosa, Kingsley era totalmente sospettoso con quel tono di voce, ha detto -Senza prove, testimoni oculari o avvistamenti, non è facile trovarli- e invece, avevano almeno dieci testimoni oculari, tutti Auror, e anche il giubbotto appartenente ad Harry, come te l’ho spieghi?-.
-Bè, detta così sembra sospettoso- disse Ron, addentando un panino -Che ne pensi Harry?- gli chiese rivolgendosi all’amico, che era rimasto silenzioso per tutta la durata del telegiornale.
-Si, secondo me, c’è qualcosa che il Ministero nasconde, a tutta la comunità magica-.
-Ehi che succede?- chiese Neville, tornato dalla cucina.
Così passarono il resto della giornata a parlare di possibili strategie e piani che il Ministero ed il Ministro Caramell stanno tramando contro i cinque. La notte, toccava ad Harry effettuare il turno di guardia insieme al suo migliore amico dai capelli rossi Ron. Il cielo era macchiato di nuvole, ma si potevano vedere perfettamente le stelle.
-Allora, quella è la Stella Polare, la stella più luminosa del cielo- stava spiegando Harry all’amico -E come puoi vedere, si possono notare anche alcune costellazioni, come il Carro Maggiore, ed il Carro Minore- disse indicando con l’indice le due costellazioni e seguendone il percorso di entrambe.
-Miseriaccia! Certo che te ne intendi di Astronomia amico!-.
-Bè, quando non so che fare ad Hogwarts, mi sistemavo sul balcone vicino alla finestra, e guardavo il cielo notturno, e così ho imparato a riconoscere le varie costellazioni, insieme all’aiuto di Hermione ovviamente-.
-Già Hermione- quella parola, anzi, quel nome, aveva mandato un po’ giù di morale l’amico, era un po’ scoraggiato.
-Scusa Ron, io non….-.
-No Harry non preoccuparti- lo interruppe subito Ron -Non sono arrabbiato, è solo che, sono un po’ vuoto-.
-Ti va di parlarne?-.
-Se tu ne hai voglia, di ascoltare le parole di uno stupido innamorato>> disse con un sorriso il rosso.
-Ovviamente!- gli rispose con un largo sorriso Il-Bambino-Che-E’-Sopravissuto.
La luna, si intravedeva a sprazzi nel cielo, a causa delle nuvole, ma dava ugualmente una grande luce alla foresta, e poi, con il fuoco lì vicino, Harry e Ron, avevano luce e calore, ed un bel clima per poter conversare. -Vedi Harry, a me, mi manca tanto la vecchia vita-.
-So quello che senti Ron-.
-Si, mi sto stufando di nascondermi in questa foresta, e di essere ricercato da tutta la comunità Magica, e di non poter vedere soprattutto Hermione-.
-Anche a me manca Hermione amico, in questo momento penso che lei ci avrebbe già dato la risposta di come poter uscirne da questa situazione- Ron non riuscì trattenere una leggera risata dalle parole di Harry, -Qui concordo pure io-.
Il vento ormai stava cessando, ma la temperatura, era ugualmente fredda.
-Come pensi di uscirne da questa situazione Harry?- chiese Ron mentre aggiungeva altri due tronchetti al fuoco.
-Sinceramente, non ne ho idea Ron. Non ho supposizioni, non ho niente da cui prendere spunto; zero su zero-.
-Dovremmo comunque trovarne una tutti insieme, o qui rischiamo di impazzire come Seamus-.
-Cioè?- chiese Harry confuso.
-Lo sai anche tu Harry!- disse a voce più bassa l’amico -Si può vedere chiaramente che Seamus non ne può più di restare qui, sta perdendo la pazienza di giorno in giorno-, non rispose Harry a quel discorso di Ron, ma sapeva che l’amico aveva piena ragione; doveva cercare una soluzione.
Una cosa che però ad Harry stava bloccando continuamente la mente era…. -Come va con Parkinson?- chiese Ron, come se l’avesse letto nel pensiero.
-Per ora sono fermo, ma volevo parlare di Hermione, non so più che cosa stia succedendo tra voi due-.
-Bè, ci amiamo, è ovvio, anche se non lo so bene. Ma una cosa è certa: per come lo vista la notte che l’ho salutata, non credo che mi lascerà, certo, sarà un po’ arrabbiata, ma sono sicuro che quando tutto questo finirà, io e lei staremo di nuovo felicemente insieme-.
-Che cosa te lo fa credere?-.
-Il mio istinto, nient’altro- disse sorridendo -Ma ora parliamo di te e Parkinson- chiese dopo qualche secondo di pausa a contemplare il cielo.
-Ecco… vedi Ron, è molto difficile da capire la situazione; te l’ho già detto che cosa mia ha detto quella notte, e non capisco il perché-.
-Hai delle supposizioni a riguardo?-.
-Bè alcune si-, -E..?- chiese curioso Ron.
-Bè, un motivo potrebbe essere, la lontananza, oppure- non riuscì nemmeno a pronunciare l’ultimo motivo; era come se la bocca gli si fosse congelata. Ci provò per ben tre volte a dire il secondo motivo, senza successo. 
-Che diavolo ti è preso alla lingua Harry? Se l’è mangiata il gatto?- chiese Ron -E’ così difficile da pronunciare? E’ così orribile?-.
-Io credo di si-, -Cerca di fare uno sforzo amico!- cercò di incoraggiarlo il sesto maschio dei Weasley.
-Va bene- disse Harry -H-ho.. p-pa-paura, che Pansy… p-potr-trebbe avere un.. altro… r-ragazzo- e il cuore prese a battere all’impazzata.
-Tieni amico- disse Ron passandogli una bottiglietta d’acqua, -Grazie- disse Harry.
Sentì il cuore che riprendeva a battere regolarmente: -Cosa ti fa credere, che a Parkinson piaccia un altro ragazzo?-.
-Bè, quando gli ho chiesto, se c’era un altro quella notte, lei mi ha detto che non era quello il punto-.
-E quale sarebbe il “punto”?-.
-Non è riuscita a dirmelo, siccome gli Auror mi hanno attaccato-.
-Ma hai provato con la Mappa?- chiese Ron, -La Mappa del Malandrino?-.
-No la Mappa dei folletti, certo miseriaccia!-.
-Per la verità…. No-.
-E allora, controlla ogni tanto, e avrai la risposta- disse Ron come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Perché non ci ho pensato prima?- disse Harry correndo dentro la tenda, prendendo la Mappa e, dopo essere tornato vicino a Ron aprirla e leggerla -Giuro Solennemente Di Non Avere Buone Intenzioni- e subito tutta Hogwarts si volatilizzò sulla pergamena precedentemente bianca.
Cercò inizialmente il Dormitorio dei Grifondoro per cercare Hermione, che era nel suo letto, stessa cosa per Pansy, -Bè che ti aspettavi amico- fece Ron -Sono le tre del mattino!- disse ridendo.
Harry si sentì ancora più idiota -Fatto Il Misfatto!- e la pergamena, tornò ad essere una comune pergamena.
Il resto della notte, passò con i due che non fecero altro che parlare di Quidditch e ragazze, per poi andare a dormire in tenda alle otto del mattino, e coricarsi, dopo che Neville disse che potevano andare a letto.

Ormai nei giorni successivi, i cinque, non facevano altro che parlare delle possibili soluzioni da attuare, una peggiore dell’altra: Seamus, proponeva di volare in Russia, Dean di andare sotto terra (Come si fa a pensare a delle idee così stupide, si chiese Harry), Ron proponeva insieme a Harry di rimanere ancora al coperto e di non rischiare.
-C’è un’altra possibilità per poter uscirne allo scoperto-.
-E cioè?- chiesero Dean e Seamus all’unisono.
-Ecco... potremmo costituirci-.
-E cosa ti fa pensare che sia la soluzione più saggia Nev?- chiese Ron.
-Perché se noi ci costituiamo, magari la pena sarà ridotta, visto che abbiamo deciso di consegnarci di nostra spontanea volontà, e magari la giuria, il Wizengamot, il Reparto Auror, o chiunque deciderà le nostre sorti, deciderà di essere un po’ più leggero, siccome siamo anche minorenni- il piano di Neville, non era poi così male, aveva un ottimo scopo, e fino ad ora, è stata l’idea più saggia mai detta tra i cinque latitanti.

Intanto, l’ultimo giorno dell’anno era arrivato, e la tavola della cena era pronta per dare ai cinque, una maxi-abbuffata; Ron stava mangiando praticamente tutto. Funghi, insalata, carne, e tanto altro affiancate da un contorno di alcool. Una cena banalissima tra amici, che si stavano divertendo ugualmente con la radio che dava loro testi di canzoni, con cui Seamus e Dean cantavano a squarciagola -We Are the Champiooooons! My Frieeeends- cantavano con il bicchiere di birra in mano i due.
Ormai, manca poco, pensò Harry, ma qualcos’altro gli correva nella testa: il Ministero, stava veramente tramando qualcosa contro di loro? Ormai erano le dieci e mezza, ed un ora e mezza gli separava dal nuovo anno.
Si stava comunque, divertendo un mondo, stava facendo delle normali scintille, con quella bacchetta, che nonostante la giovane età del suo possessore, aveva ormai compiuto duelli, che neanche un cinquantenne poteva compiere, ed uscirne sempre e comunque illeso.
-Ehi, passatemi quella cuffia idioti!- urlava Seamus, mentre Dean e Ron se la passavano, ridendo come matti.
-Prendila!- urlava Ron divertito.
-Forza smettetela voi due!- intervenne Neville, prendendo al volo, con un sorriso stampato sulla faccia, la cuffia e restituendola a Seamus.
Ormai, i minuti passavano, ed Harry, se pur divertito, doveva cercare qualcosa che lo tenesse occupato. Prese la Mappa del Malandrino, ed uscì fuori, sedendosi sul solito posto che prendeva, alla luce della Luna, che illuminava la foresta.
-Giuro Solennemente Di Non Avere Buone Intenzioni!- esclamò il moro, e poi dando un piccolo tocco della punta della sua bacchetta sulla pergamena, inizialmente bianca; Hogwarts, si aprì ai suoi occhi, con tutti i suoi residenti. Cercò subito la Sala Grande, che era strapiena di studenti. Andò a trovare la figura di Luna che stava vicino ad altri studenti come Michael Corner e Colin Canon; non vedeva quel ragazzino da tempo, pensò Harry, probabilmente, gli mancava ogni cosa di Hogwarts, compresa l'assillante attenzione che gli riseravava il giovane Grifondoro.
Passò poi al puntino con su scritto Albus Silente, vicino a Minerva McGranitt e Severus Piton. Quando in mezzo al preside e a alla direttrice della Casa dei cinque latitanti, vi era Severus Piton, probabilmente parlavano di cose abbastanza serie. Ma non ci badò, quello che gli interessava, era il fatto che Draco e Blaise, si trovavano nei giardini di Hogwarts, in compagnia di Pansy, Daphne Greengrass, e di Hermione.
-Aspetta un momento!- disse Harry ad alta voce; si stropicciò gli occhi più e più volte, Hermione stava davvero in compagnia dei Serpeverde, la Casa che in tutti gli anni da lei trascorsi ad Hogwarts, l’aveva presa in giro?
-Sembra, che un bel po’ di cose siano cambiate a scuola- disse ancora Harry.
Poi vide il puntino di Pansy che si allontanava dal gruppo, ed Harry non fece a meno che seguirla con lo sguardo. Vide che si avviò verso il Salone d’ingresso, e vide che si avviò col puntino di un’altra figura, verso il Cortile della Torre dell’Orologio. Harry, ovviamente pensava, pensava al perché Adrian Pucey, era in compagnia di Pansy.
-Che cazzo ci fa Pansy con Pucey?-.
-Pucey?-  disse Ron, che fece sobbalzare Harry.
-Ron!- disse Harry con tutto il fiato che aveva in gola -Mi hai spaventato idiota!-.
-O bè, ormai è fatta, cosa stavi dicendo?- chiese dando uno sguardo alla Mappa.
-Niente, io...- incominciò Harry cercando di giustificarsi.
-Spiavi Parkinson?- chiese Ron, -Io,…. Ecco, vedi- boccheggiò Harry.
-E dai, lo so che spiavi lei, chi altri altrimenti Luna Lunatica Lovegood?-.
-E va bene, spiavo Pansy!-, -Hai nominato, quel babbeo di Pucey-.
-Si gli ho visti avviarsi da soli verso il Cortile della Torre dell’Orologio-.
-Ah! Ne vuoi parlare?- chiese l’amico, -No, stanotte è Capodanno, non posso distrarmi con queste stupidaggini-.
-Ed Hermione?- chiese il rosso.
-Sta nei giardini con gente di Serpeverde>>, -Cosa?!- esclamò sorpreso.
-Si lo so, anche per me è stata una vera e propria sorpresa, molte cose saranno cambiate in questi mesi ad Hogwarts-.
-A chi lo dici>> disse Ron < -D’accordo! Vi raggiungo in un lampo!- disse Harry, vedendo l’amico che tornava all’interno.
Solo una ultima occhiata alla Mappa e -Fatto Il Misfatto!- disse per ultimo, per poi vedere l’inchiostro che disegnava il maestoso castello, e tutte le persone al loro interno, sparire nella pergamena ormai bianca.
Guardò l’ora, ed erano le undici e dieci: mancava circa un’ora. Così entrò nella tenda, dove stavano tutti seduti intorno alla radio. -Sto cercando qualcosa d’interessante, magari un programma dove ci sarà il conto alla rovescia- disse Neville che stava facendo roteare la manovella della radiolina di Ron.
-Credo- incominciò Neville -Che questa vada bene- poi facendo entrare in trasmissione una solita stazione che parlava del Capodanno.

-Bene,  sono le undici e un quarto, mancano solo tre quarti d’ora all’anno nuovo, e siamo qua, con la nostra Brigitte Maloney, che ha seguito la vicenda Hogwarts, e colleghiamoci subito con Brigitte in diretta da Londra- e la voce della signorina Maloney risuonò nella radio.
-Eccoci Katie, vi aggiorno che il Ministero della Magia, sembra aver fatto passare il fatto su Hogwarts, ovvero sul fatto che gli studenti rimasti alle scuole, avessero tutta questa libertà nel castello, con la paura che possano provocare un problema con sospettabili giri di alcool, fumo e droghe Babbane
-Ovviamente il Ministero della Magia, il giorno successivo, farà una ispezione al castello, e ci hanno riferito le nostre fonti, che porteranno con se dei medici del San Mungo per attuare controlli su ogni studente minorenne, e se solo uno studente selezionato, presentasse nicotina, erba o alcool dai controlli, si aprirebbe subito la sospensione per il preside Albus Silente, che ha negato l’aiuto del Ministero tra le mura del castello, dicendo che i prefetti erano più che affidabili, una inchiesta che l’accuserebbero di traffico di sostanze stupefacenti o qualunque altra cosa si trovasse- terminò, ma poi la voce di Katie Jesus fece una domanda, che interessò non poco i cinque.
-E quale sarebbe l’inchiesta che il Ministero ha sostituito per far spazio all’inchiesta Hogwarts?-.
-Infatti, mi arriva ora la notizia che verrà posta momentaneamente in archiviazione l’operazione sui cinque latitanti minorenni, che ormai sono conosciuti in tutta Europa-.
I cinque si guardarono, -Non c’è nessuna novità, nuovi indizi sui cinque?- chiese di nuovo la conduttrice.
-No Katie, niente di niente, hanno paura che i cinque possano essere ormai all’estero, e serviranno un paio di settimane per permettere al Ministro Cornelius Caramell di creare trattati che permettano al governo Inglese di collaborare con i paesi esteri, è tutto-.
Harry spense la radio, -Ehi stavo ascoltando!- disse Dean.
-L’hai sentita la giornalista “è tutto!”- disse Harry.
-Si, ma perché l’hai spenta, faranno il conto alla rovescia fra poco- disse Neville.
-L’ho spenta, perché qui qualcosa non quadra-.
-L’ho sentita anch’io. Perché farci passare in secondo piano, quando siamo la notizia sulla lingua di tutto il mondo?- disse Ron.
-Il Ministero, sta facendo qualcosa di sospettoso, ormai è ovvio- disse Harry -Prima dicono che non ci sono indizi o prove che gli possano aiutare, e invece c’è il mio giubbotto, e poi dicono che entro poche ore il nostro caso passerà in archiviazione, non ha alcun senso-.
-E secondo voi, cosa vuol dire, che stanno attuando una specie di Governo del Male?- chiese Seamus.
-Non diciamo stupidaggini- intervenne Neville -Il Ministero ha qualcosa di bello grosso tra le mani, qualcosa che scotta: il dubbio è…. Che cos’è?-, una lunga pausa si susseguì, con un silenzio di meditazione.

Erano le undici e mezza, e mancava mezz’ora. I minuti passavano, in questo momento, ci voleva una bella sigaretta, pensava Harry, almeno alleviava la tensione, non ne fumava una da quando è scappato.
-E se Silente, ci stesse mandando un messaggio?- propose Dean.
-Cioè?- chiese Ron.
-Bè, sappiamo tutti che Silente è un tipo strano, e che vede tutto, anche se non è presente. E’ onnipresente, anche se si trova in due posti diversi, ed è un grande mago. Dopo il caso dell’alcool, con noi protagonisti, probabilmente avrà avuto numerose critiche, che probabilmente lo castigavano sulla poca sorveglianza, e invece non ha voluto far entrare Auror nel castello-.
-E quale sarebbe il messaggio?- commentò Ron -Ci sta dicendo di nasconderci nel castello?-. 
-No!- disse secco Harry -Questo teoria è sensata e buona Dean, ma vista la sua situazione, non credo che oltre a traffico di sostanze stupefacenti, venga accusato di tradimento alla legge, nascondendoci-.
Passavano i minuti: i cinque  decisero di riaccendere la radio per il conto alla rovescia e festeggiare, ed erano molto stanchi.
Ora la giovane Katie Jesus  parlava di Quidditch -E dopo le super prestazioni nelle amichevoli dei giocatori del Cannoni di Chudley, sono pronti per interpretare, così come altre squadre, un tour nazionale per l’Inghilterra, e quando siano, e dove si faranno le tappe sono ancora da definire. Tre squadre attueranno il tour con i campioni d’Inghilterra esibendosi in giochi di prestigio e partite amichevoli tra titolari e riserve, e scontri con le rappresentative, sono i Puddlemore United, i Tornados e gli Appleby Arrows. I dirigenti delle squadre, dicono che lo fanno per far capire l’unione che c’è tra le squadre, e la loro disponibilità di sfidare delle rappresentative al di fuori della categoria professionistica-.
Ormai la mezz’ora era scaduta, ed il conto alla rovescia iniziava -Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno!-.
-Stupeficium!- urlò una voce sconosciuta fuori facendo cadere la tenda, provocando una enorme confusione nei cinque. 
   
 
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