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Autore: soontobebritish    05/01/2014    1 recensioni
La diciottenne Charlotte McDermott sta andando a Londra per frequentare l'università dei suoi sogni. Con la fortuna dalla sua parte, sull' aereo, si siede vicino ad un adorabile ragazzo inglese. Il suo nome? Liam Payne. E apparentemente è famoso...
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 39

Charlotte’s POV

“È la terza porta sulla sinistra,” Mi istruì Liam. La casa era piccola, ma non era un problema.

Lasciai tutti nella stanza principale e mi feci strada per il corridoio. Aprii la terza porta a sinistra, che portava ad una stanza con due letti matrimoniali. Le pareti erano colorate con colori opachi ed erano piene di foto dei ragazzi. Posai la mia borsa sul letto vicino alla finestra. Dopo aver messo il mio telefono e l’iPad nella borsa, mi avvicinai alla finestra. Spostai leggermente le tende per guardare il cortile dietro casa. C’era una piscina e una casetta, poi uno spazio aperto dove c’era il posto per fare un falò.

Il mio cuore batteva all’impazzata. Stavo per passare il weekend con otto delle persone più fantastiche che io abbia mai conosciuto. Non avevo mai fatto una cosa del genere, prima. Non ero abituata ad essere così audace, ma volevo sperimentare cose nuove. Questa era decisamente una cosa nuova.

Presi un respiro profondo e lasciai che l’ossigeno entrasse nel mio corpo, sperando che mi avesse calmato, quando improvvisamente mi accorsi che c’era qualcuno nella stanza. Non avevo bisogno di voltarmi per capire chi era.

“Stai bene?”

“Si, tutto a posto.” Mantenni lo sguardo fisso sul panorama e le mie mani rimasero sulla cornice della finestra.

Sentii dei passi avvicinarsi e poi due braccia mi circondarono i fianchi.

“Stai bene?” ripeté, non essendo convinto la prima volta.

“Liam, sto bene,” sussurrai.

Poggiò la sua testa sulla mia spalla, ma le sue mani rimasero sui miei fianchi.

“Se lo dici tu,” mormorò.

Improvvisamente, mi voltai e avvolsi le mie braccia attorno al suo busto, rifugiando la mia testa nel suo petto.

“C’è qualcosa che non va,” la sua voce lo tradì. “Vuoi parlarne?”

“Non ora,” gli dissi. “Ho solo bisogno di un abbraccio.”

“Sono bravissimo a dare abbracci,” la sua voce sembrava triste ma si poteva capire che stava  sorridendo leggermente. Alzai la testa e il mio sospetto venne confermato. Un leggero sorriso si era formato sul suo volto. L’unica cosa che potei fare, fu sorridere.

Attentamente, posò le sue labbra sulle mie guance, avvicinandomi a sé.

“Qualsiasi cosa non vada, puoi dirmelo, okay? Puoi dirmi tutto quello che vuoi.”

“Dopo,” sussurrai, “Non voglio cominciare il fine settimana con una cosa brutta.”

“Con che cosa lo vuoi cominciare?” chiese.

“Una cosa bella, no?” sorrisi quando le sue labbra si congiunsero con le mie.

Mi alzai sulle punte dei piedi per incontrare le sue labbra. Le mie mani salirono fino a dietro al suo collo, dove potevano giocare con i capelli. Il bacio cominciò dolce e gentile, ma più tempo passava, più diventava voglioso. Le sue mani si spostarono dalla mia schiena ai miei fianchi, avvicinando i miei fianchi ai suoi. Sospirai, facendolo sorridere. Le sue labbra scesero dalla mia mascella fino al collo. Ridacchiai, sfortunatamente facendolo smettere.

“Cosa?” chiese confuso.

“Oh,” la mia bocca prese la forma di una “o”, ma poi si trasformò in un sorriso. Spostai il tessuto della mia felpa e inclinai la testa.”

“Mmm” le sue labbra vibrarono contro il segno sul mio collo. Mi lasciò un bacio sulla parte arrossata prima di ricoprirla con la felpa. “Louis…”

“Si, lo so,” lo fermai. “Per questo ho messo la felpa.”

“Capito,” ammiccò. Posò di nuovo le sue labbra sulle mie, ma tutta la brama di prima era svanita. Rimasi un po’ delusa, ma avevamo tutto il weekend. “Veramente sono venuto qui per dirti che il pranzo è pronto.”

“Cibo,” sussurrai sulle sue labbra, “una sfortunata necessità.”

“In momenti come questi, è davvero sfortunata.”

Prese la mia mano e mi portò dove erano tutti gli altri. Il mio cuore continuava a battere velocemente. Eravamo lì da appena cinque minuti. Cinque bellissimi minuti.
 

Marisa’s POV

“HEYYYY!” gridò Louis quando entrai nell’ingresso, seguita da Lauren. Lui mi ignorò completamente e andò ad abbracciare Lauren, sollevandola da terra e girando.

“Sono felice di vederti anche io, Louis,” gli dissi. Comunque, lui era troppo occupato a parlare con Lauren, per sentirmi.

“Io sono felice di vederti.” Mi girai per vedere l’alto ragazzo snello ma muscoloso, dai capelli neri, comparire dal corridoio. Zayn indossava dei jeans, una maglietta bianca e una felpa grigia.

“Hey,” sorrisi  aggiustandomi i pantaloncini. Improvvisamente ero a mio agio con i miei pantaloncini e la mia canottiera viola, scollata. In confronto a Char che aveva dei pantaloncini della Nike e una felpa, io ero vestita elegante.

“Sei carina,” sorrise, facendomi dimenticare il perché ero nervosa.

“Grazie, anche tu non sei male,” lo abbracciai più del dovuto, “e bellissima performance.”

“Ti è piaciuta?” chiese portandomi sul divano dove c’era la TV accesa.

“Certo che sì, era fantastica come al solito.”

Rise, “Beh, grazie, come è stata la tua settimana?”

“Non male. Noiosa, ma a volte noioso è meglio.”

“Meglio di stressante.”

“Vero. Praticamente era tutto scuola e scuola, compiti e ancora scuola. Poi, alla fine, uscire con gli amici.”

“Quindi la vita di una tipica studentessa universitaria?”

“Esatto!”

“Noiosa,” ridacchiò.

“Voglio dire, in confronto a volare in Irlanda con la tua band, che è famosa in tutto il mondo,  esibirsi di fronte a migliaia di persone e apparire sulla TV nazionale… sì, la mia settimana è stata noiosa.”

Scrollando le spalle, disse, “Credo che la mia vita sia meglio della tua.”

“Vero, vero.”

“Non rispondi? Non ti difendi?” mi provocò.

“Perché dovrei difendermi su una cosa ovvia? Andare a scuola o volare in Irlanda? Hmmm quale ti sembra più divertente?”

Era seduto sul divano di fianco a me. Le mie gambe erano incrociate. Era voltato verso di me e la sua gamba sfiorava la mia coscia. Strizzò i suoi occhi, considerando la domanda che gli avevo fatto.

“Se questo vuol dire che posso stare con te,” si avvicinò di più a me e abbassò la voce, “allora andare a scuola.”

“Davvero?” chiesi, la mia voce si bloccò in gola.

“Si.” disse fermamente, facendomi sorridere.

“Perché la prossima volta non mi porti con te in Irlanda?”

“Affare fatto.” Ora stava sussurrando. La sua faccia era vicinissima alla mia. Chiusi gli occhi. Li riaprii poco dopo. I suoi occhi stavano cercando i miei, anche se non sapevo perché. le farfalle mi esplosero nello stomaco. Era così adorabile.

“ORA DI PRANZO!” Harry entrò nella stanza indossando un grembiule. Zayn spostò lo sguardo da me e lanciò un occhiataccia a Harry, che presumo fosse brutta, perché lo fece uscire di fretta dalla camera.

Anche se, se ne era andato, Harry aveva ucciso l’atmosfera. Zayn si alzò e mi sorrise. Era un sorriso che voleva dire dopo. Mi aiutò ad alzarmi e mi portò in cucina, riservandomi un posto vicino a lui.

“Sandwich,” guardai i piatti di formaggio e affettati di fronte a me. Zayn mi passò due fette di pane. “Bel lavoro, Haz. Sembra buono.”

E mentre mettevo del prosciutto nel mio panino, mi pizzicai internamente. Ero lì, avevo quasi baciato Zayn e stavo mangiando con gli One Direction e tre delle migliori amiche che io abbia mai avuto. Era tutto così surreale.  


Lauren’s POV

Casa. Ecco che cos’era. Così tante vacanze erano state spese qui, negli ultimi anni. Così tanti ricordi. Presi  la mia borsa dal sedile posteriore centrale, di fianco a me e mi diressi verso il bangalow. Non potei contenere l’emozione.

Niente poteva  superare i momenti e i ricordi che portava questo posto. Era impossibile.

Niall ci venne in contro per accoglierci e Liam fece lo stesso. Sia mia sorella che Char scomparvero dentro la casa con i loro amati fidanzatini. Guardai Marisa che scrollò le spalle. Entrai in casa con lei al mio fianco. Posai la borsa sulla poltrona alla sinistra della
porta.

“HEEEEEEY!” sentii Louis, gridare, correndo verso di noi.

Superò Marisa e venne direttamente da me, facendomi battere forte il cuore.

Le sue braccia mi avvolsero.  Mi voltai per guardare Marisa, ma vidi Zayn con lei, così non mi sentivo in colpa.

Lui mi sollevò da terra. Sentii i suoi muscoli flettersi attorno a me.

“Louiiiiis!” gridai.

Mi fece appoggiare i piedi sul pavimento.

“Ciao, tesoro, come stai?”

“Molto bene, e tu?”

Ammiccò. “Benissimo ora che tu sei qui.”

Presi in giro la sua risposta sdolcinata, guadagnandomi una sberla sul braccio.

“HAAARR-RY!” mi lamentai, correndo verso la cucina “LOUIS MI HA COLPITO!”

Appena entrata in cucina, venni accolta da un enorme abbraccio che però non ebbe lo stesso effetto di quello di Louis.

“Vuoi che ti dia un bacino per fartelo passare?” chiese.”

“Si” misi il broncio e tesi il braccio verso di lui. Si poteva vedere il segno di una mano vicino alla mia spalla.

“Gesù, Lou,” rantolò Harry. “Le hai lasciato un bel segno! DAMMI IL CINQUE!”

I due si diedero il cinque, così feci ancora di più il broncio. Mi sentivo un’idiota, ma era così che funzionava la nostra amicizia.

“Sto solo scherzando, dolcezza,”  disse Harry dolcemente, prendendomi il braccio tra le mani. Diede un bacio alla mia parte dolorante
e mi abbracciò.

“Meglio?” chiese.

“Si,” storsi il naso. Mi voltai e vidi Louis appoggiato sul muro con le braccia incrociate su petto.

I suoi occhi mi guardavano attentamente prima di lasciare spazio ad un enorme sorriso.

“Idiota,” mormorai provando a fare l’offesa. Ma fallii, sorridendo come lui prima.

“Ti amo anche io.”

Le sue parole erano come fuoco per me.

 
 
Scusate il ritardo, non ho scuse… non odiatemi…. Vi preeeeeego *faccia da cucciolo*
  
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