La mia decisione fu presa,
avevo bisogno di denaro. Il lavoro che mi aveva trovato mio padre
dovevo accettarlo, anche se il colloquio che mi aveva fatto fare con il
capo del locale era già passato, non mi importava
più di tanto. Se avevano bisogno di qualcuno di certo non
l'avevano trovato in tre giorni, almeno lo spero!
Mi vestii in fretta e furia con un jeans e una maglia larga prugna.
Misi un filo di blush e un pò di mascara. Presi un taxi che
mi portò direttamente al quartiere cinese di New York,
chiamato Chinatowm. Sul bigliettino rosso c'era il nome, numero e il
fax del ristorante. Si chiamava " YanCho".
La cucina era una delle mie doti nascoste, mi dilettavo molto nel
preparare dolci e torte di ogni gusto e specie. I vicoli e le strade di
quel quartiere sembravano tutti uguali; bancarelle con una signora che
vendeva riso e tanti altri negozi con merce esposta all'esterno come
vestiti e borse. Mi ritrovai per tre volte sulla stessa stada, feci il
giro di un palazzo a mattoni e finalmente trovai la strada giusta.
Chiesi informazioni ad un signore perchè altrimenti sarei
arrivata troppo tardi.
Infine mi trovai un insegna enorme nera con una scritta in rosso e
diverse decorazioni floreali e altri simboli cinesi, con su scritto il
nome del locale.
Finalmente l'avevo
trovato!! Avevo vergona, non
volevo entrare così mi avvicinai alla porta e per poco non
spiaccicai il naso contro il vetro scuro che ricopriva la maggiorparte
della porta. Poi mi scostai e feci alcuni passi indietro, ritornai
vicino alla porta e sbirciai di nuovo ma quel maledetto vetro non me lo
permetteva. A quel punto mi feci coraggio ed entrai. L'odore di pesce e
di cipolla entrò nelle mie narici invadendole, era un odore
gradovole.
Il ristorante non era pieno solo una metà era occupato da
cinesi e americani amanti della cucina orientale. Mi si
avvicinò un cameriere giovane e snello. - Vuole sedersi?- Mi
domandò con un accentò cinese. Fece un cenno con
la mano indicandomi un tavolo libero in fondo alla sala.
-No, veramente ero venuta per il colloquio di lavoro.- Sorrisi,
sperando che nessuno aveva già preso il posto che spettava a
me.
- Davvelo? Un attimo solo allola.- Andò in direzione della
cucina e dopo due minuti circa arrivò un altro cinese,
questa volta più grande ma non di molto, almeno credo.
- Tu sei?- Aveva una voce più grave rispetto al ragazzo,
stano per un cinese.
- Piacere mi chiamo Victoria Rainold, mi manda...- Mi interruppe.
- Victoria Rainold figlia di Ivan? Ah certo io ti conosco, tuo padle mi
parlava molto di te ogni volta che veniva a mangiare.- Sorrise e mi
strinse la mano. - Piacere io sono Misha. Ti aspettavamo tre giorni fa
quando tuo padre ci disse che saresti potuta venire. -Aggiunse.
- Scusatemi se sono venuta oggi ma ho avuto alcuni problemi e non mi
sono potuta muovere.- Non sapevo che inventare, di certo non potevo
dire che ci dovevo pensare per fare una specie di dispetto a mio padre.
- Hai risolto ora?- Mi domandò preoccupato.
- Si.- Risposi senza aggiungere altro.
- Bene, allora ti devo fale una domanda importante, hai mai lavolato in
un ristolante o per te è la prima volta?-
- Al dire il vero questa è la prima volta che faccio la
cameriera in un ristorante.- Cazzo perchè gliel'avevo detto.
- Però me la cavo molto bene a portare piatti anche
perchè mi piace cucinare e faccio spesso cene a casa mia.-
Quando sono nervosa inizio a parlare a raffica.
- Va bene, però voglio vedere quanto dici che sei brava. Sei
venuta solo pel parlare o vollesti anche plovare qualcosa oggi?- Disse
infine.
- No sono libera tutta la giornata. Posso iniziare già da
ora se per lei va bene.-
- Saresti disposta a rimanere fino alla chiusura del ristorante?-
- Si certo.- Aggiunsi ancora più preoccupata e nervosa. In
2o anni di vita non avevo mai fatto un colloquio in un ristorante.
Forse due anni prima avevo fatto una specie di colloquio, ma non
così. Ora so cosa si prova stare sotto osservazione da
qualcuno aspettando che ti dia una valutazione buona sperando che
apprezzi ciò che sai fare.
- Bene, allora ti puoi accomodare così potrai assaggiare le
nostre specialità. Ora è troppo pieno il
ristorante per farti vedere la cucina e come funziona l'ordinazione.-
Mi indicò lo stesso tavolo che mi aveva indicato in
precedenza il cameriere.
Mi andai a sedere e notai che i tavoli erano tutti rotondo tovagliette
nere e dei fazzoletti bianchi legati a mo di fiocco con un nastro rosso
e blu. Al centro c'era una grande pedana con un buco dove era riposto
un piccolo vaso dorato con delle scritte in cinese e dei tulipani
gialli al suo interno.
Mi portarono moltissime piatti con pietanze sempre diverse e molto
gustose. Ogni piatto era riposto sulla pedana che c'era sul tavolo,
qusta girava finchè non avevi mangiato tutto
perchè a quel punto veniva il cameriere a prelevare i piatti
sporchi.
Il piatto che mi piaque davvero fu la verdura fritta e della carne
ricoperta di semi di sesamo accompagnata dalla salsa di soia. Per
finire mi portarono un biscotto della fortuna. Non ne avevo mai
mangiato uno, lo aprii e all' interno c'era un biglietto con su
scritto: < Il lavolo vuoi tlovale bene devi cerlare.>
Naturamente le "r" mancava ad ogni parola. La frase era divertente ma
non si capiva molto, anche perchè il "cercare" non mi era
molto chiaro visto che il ristorante dove mi trovavo mi sembrava adatto
a me e per lo più le persone che lo gestivano sembravano
gentili e amichevoli.
Il ristorante era completamente vuoto, l'ultimo cliente stava pagando
alla cassa. Quando uscì Misha si avvicinò.
- E' arrivato il tuo momento.- Mi guardò e ci diregemmo
verso la cucina.
Era enorme e tutta d'acciaio. Il piano di cottura era composto da circa
dodici fornelli. Le pentole di rame erano riposte in una mensola sopra
il grande lavello. La cosa che mi colpi fu una cesto di vimini
suddiviso in tante parti e ognuna di esse conteneva una spezia diversa.
Infine c'era un grandissimo bancone sempre in legno massiccio al centro
della stanza. Alcuni camerieri e aiutanti in cucina erano ancora
indaffarati a sistemare per la chiusura del locale. Rimasi stupita per
l'ordine e la pulizia che aveva quel posto e la cosa più
sorprendente che il ristorante era gestito esclusivamente da uomini. I
cuochi, camerieri, lavapiatti erano tutti uomini.
-Ti piace?.- Disse Misha.
- Si, è molto bella e ordinata.- Dissi sorpresa.
- Hai gradito il cibo o hai trovato qualcosa che non ti è
piaciuto?
- No era tutto delizioso, mi è piaciuto anche il biscotto
della fortuna.-
- Bene.- Disse soddisfatto.- Pensi che potrà essere il luogo
adatto a te?- Chiese sperando che gli dessi una buona notizia. Era
molto gentile a chiedermelo.
- Al dire il vero...- Mi interruppe.- Se hai visto qualcosa che non ti
piace puoi dirmelo.- Mi guardò sempre più
preoccupato.
- No, non ho trovato niente che non va. Anzi mi sono deliziata con i
vostri piatti. Volevo dire che non me l'aspettavo che un team di soli
uomini in un ristorante così grande potesse essere
così efficiente.- Sorrisi e mi inchinai come segno di
gradimento e ringraziamento.
Misha mi guardò quasi con le lacrime agli occhi e si
inchinò a sua volta.
Erano tutti cinesi e di un età compresa tra i 21 e 40 anni.
Mi guardavano come se non avessero mai visto una donna in vita loro. Si
rimisero subito a lavorare e a finire di sistemare ciò che
rimaneva da mettere a posto , sembravano piccole formiche operaie.
- Victoria allora sei dei nostri?- Sospirò.
Ci pensai un attimo, l'idea di andare a lavorare in una squadra
completamente al maschile mi preoccupava un pò, ma il mio
cuore mi diceva che questa era una grande opportunità, non
potevo perderla. Ci fu un momento di silenzio in sala, tutti
aspettavano una mia risposta.
C'era chi era rimasto con la spugna piena di sapone che grondava nel
lavandino in una mano e nell'altra un piatto sporco, altri con le
pentole da sistemare.
- Si, certo sarò dei vostri.- Risposi con un
sorriso a trentadue denti.
Misha mi strinse le mani ancora una volta e sorrise soddisfatto.
Gli altri ripresero a lavorare accompagnando ciò che
facevano con una canzone cinese.