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Autore: Mary Mary    05/01/2014    0 recensioni
Dal primo capitolo:
*Volsi lo sguardo verso l’esile figura che era coricata in posizione fetale sotto la trapunta e annullai le distanze tra me ed essa. Scostai piano la coperta e sgranai gli occhi.
Davanti ai miei occhi c’era la ragazza più bella che io avessi mai visto, nonostante mi apparisse così familiare.
Mamma e papà avrebbero dovuto dirmelo di aver adottato una ragazza e non una bambina.*
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 3

--- Flashback ---

-Alza il culo dal letto, stasera si va a ballare!- urla Eleonore, spalancando la porta della mia camera facendomi quasi morire di paura.
-Come diamine sei entrata?! La porta d'ingresso e le finestre sono tutte chiuse!- esclamo io spaventata, alzando un sopracciglio e guardando la mia migliore amica, che intanto ha già aperto le ante del mio armadio.
-Il balcone della camera dei tuoi genitori era aperto. Ora... dove cazzo le tieni le minigonne?- risponde lei, frugando tra i miei maglioni da uomo.
-Non mi piacciono le minigonne, figurati se ne possied... Aspetta, ma siamo al secondo piano, come hai fatto a salire sul balcone?!-
-Hai finito di fare domande? E soprattutto... Com'è possibile che tu non abbia una fottuta gonna?!- mi dice, con le mani tra i suoi lunghi capelli castani.
-Non ho gonne e non ho voglia di andare in discoteca, quindi calmati un po', cazzo!- esclamo io, appoggiando la testa su un mio ginocchio, e guardandola da quella prospettiva.

Eleonore è sempre stata così... bella.
Al contrario di me, troppo bassa, troppo magra, troppo piatta.
Noi due siamo gli esatti opposti. Io chiusa e timida, lei aperta e sempre con la voglia di conoscere più gente.
La guardo mentre scuote teatralmente il capo, di spalle, ancora intenta a cercare una minigonna nonostante abbia appena detto che non ne possieda neanche una.
-Non importa se non vuoi, sei stata chiusa in casa a svampare per tre giorni! Ora ti alzi e andiamo ad ubriacarci assieme in qualche locale!-
-Tanto non mi muoverò di qui.- affermo io, fissandola in cagnesco.
 

-Scusate, volete del fumo?-
Ci voltiamo. Un ragazzo poco più grande di noi ci sorride, con gli occhi rossi. Indossa dei jeans troppo stretti per le sue robuste gambe, e un maglione verde acido.
-Smamma!- esclama scorbuticamente Eleonore, mentre continua a ballare, o meglio... A prendere e essere presa a spallate.
La guardo contrariata, guardando il ragazzo che ci voleva vendere del fumo uscire insoddisfatto dalla pista e tornare dal suo gruppo di amici, al bancone.
-Che c'è?!-
-Dovevi trattarlo per forza così male?-
-Chelsea, il fumo è da sfigati!-
-Non se è buono...- sussurro, dirigendomi verso l'uscita posteriore aperta, dove si intravedono persone che fumano.
Alla fine Eleonore mi aveva convinta ad andare in discoteca.

Respiro l'aria notturna, fresca, e mi guardo intorno. Odio le discoteche, odio i festaioli, odio tutta questa merda. Noto in un angolo una ragazzina tutta sola che non potrebbe avere più di tredici o quattordici anni, pallida in volto. Ha una mano appoggiata sul muro davanti a sé, e vomita l'anima sul pavimento.
"Troppo alcool." penso.
Mi avvicino, e la aiuto, tirandole indietro i capelli per evitare che se li sporchi. Dopo quasi un minuto, la ragazzina finisce finalmente di vomitare.
-Tutto a posto?- le chiedo, gentilmente.
-S-sì... Io... Grazie mille...- balbetta imbarazzata, guardando schifata il suo vomito sul cemento.
Le sorrido e mi volto, notando solo ora che Eleonore mi fissa compiaciuta.
-Ho pensato che fossi uscita per fumare una sigaretta e ti trovo qui ad aiutare una bambinetta? Che animo gentile che hai!- esclama con un sorrisetto divertito.
Alzo gli occhi al cielo e rientro in discoteca affiancata dalla mia amica.

Andiamo verso il bancone e ci sediamo sugli alti sgabelli rossi. Eleonore ordina due Jack Daniel's, uno per lei e l'altro... beh, sempre per lei, dato che io non bevo. Ingurgita con gli occhi chiusi i due alcolici, e mi guarda sorridendo con lo sguardo lucido. Biascica qualcosa che pare un "che bella questa canzone" e chiude gli occhi, ondeggiando il viso a ritmo di musica.
-Ragazze... Pensavano che qui ci fossero solo racchie, ma voi siete davvero carine... Come vi chiamate?- urla una voce maschile, dietro di noi.
Ci giriamo e vediamo due ragazzi molto carini con dei ridicoli sorrisi stampati in faccia.
-Io sono Eleonore e lei è Chelsea!- risponde subito la mia amica ridendo come una fottuta oca.
-Vieni spesso qui?- dice uno dei due ragazzi rivolgendosi ad Eleonore.
Piego la testa di lato e mi appoggio sul bancone con il braccio, guardandoli parlare.
"Che noia." penso inevitabilmente, notando per l'ennesima volta tutta l'attenzione verso la mia amica. Meglio così, in fondo.

Scorgo a qualche metro di distanza dai due sconosciuti un ragazzo dai capelli scuri che si avvicina.
-Hola!- esclama, affiancandosi ai due ragazzi che parlavano con Eleonore.
Noto che è strafatto. Da acido, molto probabilmente. Indossa dei pantaloni larghi neri pieni zeppi di catene, e una semplice t-shirt grigia.
Posa lo sguardo su Eleonore, aggrottando leggermente le sopracciglia. Poi posa lo sguardo su di me. Ci guardiamo per una decina di secondi, mi sento in soggezione; distolgo imbarazzata lo sguardo, abbassando la mia visuale al pavimento piastrellato del locale.
-Cinque vodka!- urla il ragazzo in questione.
Mi volto verso il barista che aveva appena annuito per l'ordine e gli dico "quattro vodka, non cinque.". Ritorno a guardare disinteressata Eleonore e i suoi nuovi tre 'amichetti'. Il ragazzo che aveva precedentemente ordinato mi guarda interrogativo.
-Non bevo.- mi limito a dire.
Lo vedo sorridere teneramente.
-Capisco... Come ti chiami?- mi fa lui, stavolta fissandomi serio.
-Chelsea...-
-Piacere, Logan.-
***
-Chelsea...-
Corrucciai la fronte e mi tirai il piumone fin sopra la testa.
-Chelsea!-  ripeté nuovamente la voce.
Ero in un stato di dormiveglia, ma avevo troppo sonno per aprire gli occhi.
-Chelsea!!-
Mi strofinai involontariamente gli occhi, mentre il caldo piumone mi fu strappato via, facendomi avere brividi a causa del freddo.
-Scusa, ho fatto una cazzata, ora hai freddo!- esclamò la voce.
Mi sentii di nuovo al calduccio. Chiunque fosse stato a parlare ora se n'era andato.
 

Sentii la sveglia del mio telefono suonare inferocita. Aprii lentamente gli occhi e sentii qualcosa muoversi leggermente nel letto, dietro di me. Mi svegliai del tutto.
Ma che cazzo?
Logan era nel mio letto, sotto le mie coperte, abbracciato a me. Sentivo una sua gamba infilata tra le mie; le sue braccia mi avvolgevano il petto e percepivo il suo respiro sulla mia clavicola.
Mi allontanai di una decina di centimetri e mi sedetti, guardando dubbiosa mio 'fratello' dormire.
Gli toccai un braccio con il dito, ma non accennava a svegliarsi.
Lo chiamai un paio di volte a bassa voce, e finalmente si svegliò.
-Buongiorno...-
-Buongiorno?- esclamai, sempre a bassa voce -che ci fai qui?-.
-Non ti ricordi?- mi disse lui, sorridendo.
-Che cosa dovrei ricordare, scusa?- chiedo, corrugando la fronte, in un'espressione dubbiosa.
Logan mi guardò sorpreso e poi scoppiò a ridere. Cominciai a fissarlo malamente, cercando di ricordare. Subito dopo la cena, il giorno prima, ero andata subito a dormire. Non avevo fumato né bevuto. Allora com'era possibile che mi fossi appena svegliata abbracciata a Logan?
Quando il ragazzo finì di ridere, riappoggiò la testa sul cuscino, guardando l'alto soffitto della mia camera.

-Ieri, quando ti ho vista in veranda, ho avuto l'impressione di averti già conosciuta...- iniziò a dire, cambiando argomento e fissando il vuoto.
Mi voltai verso di lui, inarcando un sopracciglio. Anche io avevo trovato qualcosa di familiare in lui, ma non ci avevo dato molto caso.
-...Poi mi sono ricordato di una volta in cui avevo conosciuto una ragazza in un locale, al NeverMind forse. E questa ragazza aveva i dreadlocks, il septum, il tuo viso e i tuoi modi di fare... Eri tu...- continuò poi, con aria pensierosa.
Riflettei per un bel po', constatando che al NeverMind c'ero stata una sola volta in tutta la mia vita.
-Con chi ero?- gli chiesi, curiosa di sapere se la ragazza in questione fossi davvero io.
-Con una tua amica, una mora, piena di piercings...- mi rispose Logan -... Eri tu, ne sono più che certo-.
Una mia amica mora e piena di piercings...
-Sì, ero decisamente io-. gli dissi, sorridendo e annuendo con il capo.
Logan ricambiò il mio sorriso e si alzò dal mio letto, passandosi una mano tra i capelli, senza staccare lo sguardo da me. Tirò fuori dalla tasca posteriore dei suoi jeans un pacchetto da venti sigarette di Camel, e se ne portò una tra le labbra.
"Tra le sue bellissime labbra" pensai inevitabilmente. Mi ricoricai sotto le coperte, dando la schiena a Logan, che intanto si era già acceso la sigaretta. Cominciai a fissare il muro, aspettando solo che lui se ne andasse dalla camera. Mi stava veramente cominciando a piacere un festaiolo come lui?

Sbuffai involontariamente, procurando l'attenzione di Logan su di me.
-Scusa, forse ti dà fastidio che io fumi in camera tua?- mi chiese, premuroso.
-No, continua pure, l'importante è che poi tua madre non si arrabbi per la puzza di fumo...-  risposi, voltandomi leggermente, per poterlo vedere in faccia.
-Nah, non dirà niente, stai tranquilla...- .
Detto questo, fece per andarsene, poi però si girò e mi guardò.
-... e comunque mi hai trovato sotto il letto perchè, mezz'oretta fa, te hai fatto la sonnambula del cazzo, tirandomi sotto le coperte assieme a te, e abbracciandomi come fossi un pupazzo.- mi disse, con un sorrisetto storto.

Non so di certo che espressione assunsi, ma fui sicura al cento per cento che divenni viola dall'imbarazzo. "Mio dio, che stupida che sono!" pensai.
Abbassai lo sguardo dalla vergogna, e percepii uno spostamento d'aria, verso di me. Rialzai lo sguardo e mi ritrovai Logan che mi fissava sorridendo compiaciuto, con la sigaretta in mano.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- mi chiese, avvicinandosi con un ghigno in faccia.
-Beh, scusa, non era mica mia intenzione trascinarti nel letto. E comunque vaffanculo.- sputai infastidita dalla sua aria "I'm sexy and I know it".
-Non ho detto che non mi è piaciuto dormire con te- mi disse maliziosamente, avvicinandosi di più.
Affondai le mani tra le coperte e strinsi i pugni fino a sbiancare le nocche, mentre continuò ad avanzare verso il letto. Si sedette affianco a me, dandomi le spalle. Fissò con sguardo perso il pavimento davanti a lui, poi posò lo sguardo su di me. Mi sentì vacillare, ma coraggiosamente sostenni lo sguardo; mi guardò le labbra e si avvicinò pericolosamente a me. Socchiusi gli occhi, mentre sentivo le sue fredde dita seguire la linea della mia spina dorsale, sopra il leggero tessuto bianco della mia canottiera; inarcai involontariamente la schiena, a causa del contatto così freddo. Con la stessa mano mi spinse più vicino a lui, abbastanza da sentire il suo fiato sulla mia bocca. Non ci vidi più, mi sporsi ancora quel poco che mancava e appoggiai le labbra alle sue, dolcemente. Logan ricambiò subito, con più foga, e mi strinse a se.

In quel momento mi resi conto di quanto facesse male il vuoto dentro di me, insaziabile com'era; in quel momento mi resi conto di quanto mi avrebbe fatto bene colmarlo.
***
-Questo sarebbe il treno che dovremmo prendere?- sussurrai negativamente sorpresa.
Mi voltai verso Logan, che impugnava ancora il mio ombrello nero con la quale ci stavamo coprendo dalla pioggia incessante.
Mi rivolse un sorriso divertito e annuì, scrollando le spalle.
-Ormai ci ho fatto l'abitudine a questo schifo di trasporti pubblici.- disse semplicemente.
Quello che avevamo davanti era un treno abbastanza vecchio da non avere i bagni, i tavolini, i cestini, i poggia braccia, e altri tremila oggetti e confort.
-Quanto tempo abbiamo prima che parta?- gli chiesi.
Guardò il suo orologio da polso.
-Dieci minuti... Vuoi fumare una sigaretta?- mi rispose, spostando l'ombrello nell'altra mano.
Annuii mentre sfilavo dal mio pacchetto due sigarette, offrendogliene una, che accettò molto volentieri, sorridendo.

Mi sentivo decisamente agitata al suo fianco. Cercai di non farglielo capire, fumando senza dire una parola, con lo sguardo fisso sulla porta aperta del vagone. Nonostante ciò sentivo il suo sguardo fisso sul mio viso.
Mi voltai.
-Hai finito?- esordì.
-Di fare cosa?- mi chiese, alzando un sopracciglio e fingendo di non capire.
-Di fissarmi. Mi dà fastidio, cazzo!- sibilai.
Lo vidi sorridere, esattamente come avevo fatto mesi prima in quel locale da quattro soldi. Un sorriso sghembo, ma allo stesso tempo dolce.
Sussurrai un "vaffanculo" a bassa voce, lanciai il mozzicone nella pozzanghera a sinistra e mi diressi frettolosamente dentro l'anticamera del treno, dalla quale si poteva accedere ai due vagoni ai lati. Guardai con disprezzo Logan, che continuava a sorridermi in quel modo.
Sbuffai, mentre chiudeva l'ombrello ancora con la sigaretta in mano. Lo poggiò disinvolto sulla parete affianco a lui, ed entrò mi si avvicinò.
-Non puoi fumare dentro il treno, Logan.-
-Non puoi mandarmi a fanculo per ben due volte in poche ore, Chelsea. Sono il tuo fratellone in fondo...- mi soffiò sulle labbra.
-Non sei mio fratello, stronz...- ebbi il tempo di dire, prima che, per la seconda volta in una mattina, Logan si fiondasse sulla mia bocca.



Angolo Autrice:
Scusate per il ritardo!!
Alla fine ce l'ho fatta, ho pubblicato la continuazione della storia... Mi dispiace così tanto per l'abominevole ritardo.
Lasciatemi una recensione per capire se vi è piaciuto o non vi è piaciuto questo capitolo, ne sarei veramente felice.
Vi prometto che continuerò al più presto!
Mary.
  
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