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Autore: Bloode    06/01/2014    1 recensioni
Cameron è il primo grande amico di Ariel, si conoscono da quando Ariel è nata e hanno giocato insieme fino all'età di sette anni. poi un giorno Cameron e la sua famiglia svaniscono nel nulla. Ariel crede che si siano trasferiti e la sua vita continua anche senza Cameron. dieci anni dopo Ariel sembra una ragazza come tante altre e cerca di vivere una vita normale, ma lei in realtà custodisce un grande segreto: appartiene alla grande famiglia delle Fate. tuttavia riesce a conciliare le due vite senza troppi intralci. un giorno però nella vita di Ariel arriva un ragazzo nuovo dal quale lei dovrebbe star lontana perchè è venuto per darle la caccia. ma c'è qualcosa negli occhi di questo ragazzo che attrae irrimediabilmente Ariel. e questo potrebbe creare un grande problema sia per il mondo delle Fate, quello di Ariel che per la setta dei Cacciatori: la nuova famiglia di Cameron, o per come lo conoscerà Ariel... Blake.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le quattro e mezzo circa, Ariel se ne stava coi capelli bagnati e indosso solo la biancheria intima a gironzolare per la sua stanza. Fra una mezz’oretta scarsa sarebbe dovuta andare in biblioteca con Blake per iniziare il progetto di letteratura. La musica dei Blink 182 invadeva la stanza e lei stava scegliendo cosa indossare. Non era un appuntamento ma, senza alcun motivo particolare desiderava vestirsi con cura e non indossare i soliti maglioni larghi e i jeans sotto. Voleva sembrare carina. Dal piano di sotto arrivavano i rumori tipici che sua madre faceva quando si dava alle abitudinarie pulizie del sabato pomeriggio. Ariel sbuffò, si legò i capelli e prese la busta attaccata dietro la porta; conteneva i capi che sua madre le aveva acquistato due giorni prima. Non aveva avuto occasione di guardare cosa ci fosse dentro, visti gli avvenimenti degli ultimi due giorni. Forse avrebbe trovato qualcosa di carino, qualcosa di adatto all’occasione. Un paio di jeans chiari con dei brillantini dorati e leggermente più slavati al centro delle cosce. Guardò la taglia: una 44, dovevano andare,li mise da parte e continuò ad esaminare il contenuto della busta nera; una gonna rosa con dei fiori leggermente più scuri e le balze sotto. Nuovamente Ariel controllò la taglia: 42.. avrebbe dovuto cambiarla; infine un golfino aderente di un colore neutro, abbinato alla gonna. provò la gonna. le calzava perfetta sui fianchi, doveva ricredersi,per una volta sua madre non le aveva preso delle taglie assurde. Decise di mettere delle calze nere, il golfino che le aveva preso la madre. Sopra un cardigan e la gonna sotto. Completò il tutto con degli stivaletti neutri. Dopodiché andò verso il bagno saltellando e si asciugò i capelli e poi mise un po’ di crema idratante e basta, visto che aveva ancora i graffi sul viso. mise un po’ di burro di cacao e del mascara, poi andò in camera sua, prese la tracolla con dentro i libri e infilò gli stivaletti invernali; scese le scale, urlò alla mamma che usciva e aprì la porta
“Hei.. andavi da qualche parte?”
“Trent! Oh emh si.. in biblioteca”
“Se vai da sola posso accompagnarti io”
Fece Trent sorridendo e alzando le chiavi del fuoristrada e facendole tintinnare
“Emh.. veramente vado a fare un lavoro con un ragazzo della mia classe di letteratura”
“Chi è? Cioè.. insomma lo conosco?”
“No, si è appena trasferito da non so dove, si chiama Blake”
“Ok.. sta attenta però, ok?”
“Certo! Sta tranquillo, ora devo proprio andare Trent.. mi spiace”
Ariel gli diede un leggero bacio sulla guancia e scappò via verso lo scooter parcheggiato di fronte casa sua; infilò il casco e partì. Durante la strada dovette concentrarsi più volte per non perdere la concentrazione. Sentiva il cervello pulsare e il cuore battere fortissimo. Non appena arrivò davanti alla biblioteca e spense il motore, si tolse il casco e prese un bel respiro. Entrò in biblioteca salendo i gradini uno alla volta e contandoli. Entrò in sala studio e lo trovò lì, seduto sulla sedia che leggeva assorto un libro che Ariel non riusciva a distinguere. I capelli gli cadevano sugli occhi e le mani voltavano le pagine quasi accarezzandole. Ariel si avvicinò alla sua schiena e lui non si mosse, era come se fosse sprofondato in un mondo tutto suo. Era dannatamente bello.
“Ciao”
“Oh.. ciao”
Disse Blake alzando gli occhi di scatto dal libro non appena sentì la voce di Ariel. Poi si girò e la guardò, squadrandola da capo a piedi, poi con un cenno del capo indicò la sedia di fronte a lui
“Coraggio, siediti e iniziamo a studiare. Abbiamo un sacco di roba da leggere, commentare e interpretare”
Ariel si sedette e prese il suo tascabile, Blake intanto si alzò e andò allo scaffale della letteratura inglese e prese un paio di libri abbastanza pesanti, il peso dei libri faceva flettere i suoi bicipiti sotto la stoffa sottile della felpa grigia. Posò i libri sul tavolo e Ariel guardò i suoi avambracci coperti di piccole cicatrici, chissà come se le era procurate; poi alzò gli occhi e vide che Blake la stava guardando, arrossì di colpo e abbassò gli occhi sul libro. Blake sorrise e si sedette aprendo a sua volta una copia del libro. Dopo quindici minuti di lettura e trascrizione dei punti salienti, Ariel alzò gli occhi e vide Blake con i gomiti poggiati sul tavolo e la testa appoggiata sulle mani, leggermente sporto in avanti, che la guardava. Abbassò di nuovo gli occhi sul libro e continuò a leggere e riscrivere; dieci minuti dopo rialzò gli occhi, Blake era ancora nella stessa posizione.
“Hai intenzione di fissarmi tutto il tempo? O vuoi anche studiare?”
“Pensavo avessi insistito tanto per lavorare insieme solamente per farmi qualche domanda su di me e sul mio passato, me ne sono accorto che ti interessa la mia storia..”
“E invece ti ho detto di venire a studiare per studiare! Nessun doppio fine, ora potresti studiare per favore?”
“Sei nata qui?”
“Cosa c’entra adesso dove sono nata?”
“Niente. Devo saperlo”
“Devi?!”
“Si. Devo. Sei nata qui?”
“Si. Ora però tocca a me fare una domanda.”
“Scordatelo. I tuoi sono di qui?”
“Pensi che ti risponda? No! Anche io voglio fare domande se tu hai intenzione di farmele!”
“Ti facevo più timida e silenziosa, sai?”
“Dove ti sei procurato quelle cicatrici?”
“Quali delle tante?”
“Tutte quelle sugli avambracci e sulle mani”
“Oh.. inconvenienti del mestiere”
Ariel lo guardò, ma prima che potesse controbattere con un’altra domanda, Blake si alzò in piedi e andò a prendere un altro volume. Non appena si risedette di fronte a lei Ariel continuò
“Inconvenienti del mestiere?”
Ripeté un po’ stupita, poi si legò i capelli con una matita e aspettò che Blake spiegasse, lui però la guardò sorridendo leggermente e inclinando un po’ la testa.
“Ma una via di mezzo no eh? O ti comporti da secchiona timida e tutta sulle sue oppure diventi più curiosa di una giornalista di gossip. Comunque non devi sapere niente di me. È meglio per te, fidati.”
“Ma cosa..”
“Ora, vuoi studiare? O rimaniamo qui senza combinare nulla fino alle otto di stasera? Io non avrei nemmeno nulla da fare, ma dubito che tu voglia passare il sabato sera in biblioteca”
“Si vede che non mi conosci..”
Concluse Ariel e poi si rimise a studiare, Blake fece lo stesso e dopo un’oretta finirono di buttare giù le relazioni. Ariel fece su le sue cose e fece per andarsene, ma appena passò di fianco a Blake, lui le prese il polso fermandola. Ariel si girò stupita e lui con l’altra mano prese il squadernino rosso che si era dimenticata sul tavolo, poi la guardò negli occhi e avvicinò la mano libera alla sua testa e afferrò la matita che aveva fra i capelli
“Non vorrai uscire con questa in testa?”
“No.. voglio solo uscire, lasciami andare per piacere.”
“Perché?”
“Non mi sento troppo bene. Voglio solo tornare a casa..”
“E pensi di guidare uno scooter se non ti senti troppo bene?”
“Mi verranno a prendere appunto. Ora chiamo”
“Ti riporto io se vuoi..”
Negli occhi di Blake c’era una luce nuova,qualcosa di.. aggressivo, Ariel se ne accorse e si liberò dalla sua presa, lui le riafferrò il braccio e strinse più forte, lei provò a divincolarsi ma lui non se la lasciò scappare
“Mi stai facendo male.. lasciami andare Blake, per favore”
“Non posso lasciarti andare.. non dopo quello che avete fatto alla mia famiglia!”
Blake era strano, la mano gli tremava, le pupille erano dilatate, stava sudando e sembrava febbricitante, come se dentro di lui stesse avvenendo una guerra.
“Blake.. che stai dicendo? Non ti conosco, non ho fatto nulla alla tua famiglia”
D’un tratto mollò la presa sul braccio di Ariel e si strinse la testa fra le mani;i suoi occhi tornarono normali e guardò Ariel stupito e confuso, poi sul suo volto si dipinse la paura e riuscì solo a sussurrare
“Non.. ti ho fatto.. del male, vero?”
Ariel scosse la testa ancora spaventata, e intanto inviò un messaggio a Trent, scritto alla meno peggio
“biblioteca. Vieni. Urgente.”
Poi Blake si guardò intorno, confuso, lasciò in terra la borsa con i libri e guardò Ariel un’ultima volta
“Non volevo.. devo.. devo andarmene! Prima che.. l’effetto ricominci. Stammi lontana! Verrò io.. devo andare via!”
Ariel rimase ammutolita, a guardarlo mentre si allontanava barcollando sulle gambe malferme. Per quanto Ariel fosse sensibile ai problemi altrui e aiutasse sempre chi stava male, in quel momento non riuscì a muovere un solo passo verso Blake, che intanto era sparito dal suo campo visivo.
Trent arrivò come una furia e prese Ariel fra le braccia
“Stai bene? Cos’è successo?”
“Si.. sto bene.. “
“Cosa è successo Ari? Dimmelo!”
“Blake.. il ragazzo.. è cambiato.. era strano.. mi ha fatto paura, poi se n’è andato dicendo che doveva allontanarsi prima che ‘l’effetto ricominciasse’ e io credo sia un cacciatore.. forse quello che mi ha aggredita l’altra notte”
“Sta lontana da lui. E la mattina ti porto io a scuola; ti verrò anche a riprendere ok? Mi informerò su di lui e ti farò sapere ma cerca di evitarlo per quanto puoi”
Ariel annuì e Trent le circondò le spalle con un braccio
“Dai Ari, andiamo a casa”
 
  
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