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Autore: Fantfree    06/01/2014    3 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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Ciao a tutti e bentornati! Oh, beh, che dire... Reggetevi forte perchè da qui la trama diventa davvero seria. Non si scherza più, preparatevi a cose forti.
Per quanto riguarda il titolo, non l'ho scelto casualmente, bensì unendo insieme due parole: Atlantis ed Apocalype. Perchè da come si è potuto capire dal capitolo precedente, la Terra è profondamente cambiata e l'umanità che vi abita quasi del tutto sterminata. L'altro motivo allude allo sprofondamento di Atlantide, quindi all'"apocalisse" del continente stesso...
Ora vado, ma vi avverto: reggetevi davvero forte!

In quel momento Dean entrò nella sala reale, scortato da moltissime guardie.

<< Parlate! >> Disse la regina. << Perchè volevate vedermi? >>

<< Devo dirvi una cosa importante sulla mia padrona. >> Rispose cercando di essere il più naturale possibile.

<< Vi ascolto! >> Rispose la donna. Forse in fondo poteva essere un buon modo per richiamare suo figlio e farlo tornare sano e salvo a casa senza alcun incidente. Ma siccome non sapeva nessuno che il principe era partito, mandò via le sue guardie: tragico errore.

<< Ma prima, vostra altezza, >> Disse il ragazzo inchinandosi e porgendole un bicchiere pieno di liquido bluastro << vi porgo i miei omaggi. Questo è un'offerta che viene direttamente dalla mia terra, in segno di assoluta benevolenza nei vostri confronti. >>

La regina sorrise, un falso sorriso, e lo prese fra le mani. Forse avrebbe dovuto controllarlo prima di berlo, ma l'agitazione e la preoccupazione per tutto quello che era successo e la sua ingenuità le fecero credere che fosse tutto a posto. E poi, un essere umano non poteva nuocere in alcun modo, no?

Dean sorrise, mentre vide la regina bere ed aspettò giusto sette secondi.

<< Che cosa mi dovete dire? >> Domandò lei.

<< Ve lo dirò molto presto, godetevi la bibita. >> Rispose il ragazzo sorridendo.

In quel momento la sovrana si sentì girare la testa. << Che cosa succede? >> Domandò.

<< Oh, nulla, state solo morendo! >>

<< Voi! >> Urlò. << Siete pazzo! Voi e quella Cora! Figlio mio! >> Urlò ancora più forte. << Figlio mio rivendica questo trono! Il tuo momento è giunto! >> Le sue parole riecheggiarono nella sala, ma purtroppo il principe non la sentì.

Dean non volle scappare, non ancora. Voleva solo che la sua vendetta si esaurisse per bene su quella dannata donna, poi l'avrebbe sperimentata anche su coloro che avevano causato la sua ira: Cora, Blake ed il principe.

<< No! >> Urlò la regina. Fece un incantesimo, il suo ultimo incantesimo, immobilizzando il suo malvagio assassino dentro ad una gabbia di diamante, il materiale più resistente che esista.

<< Figlio mio, >> Disse. << Io non volevo che capitasse questo, perdonami. Ma ora ti lascio la corona e devi farcela da solo. Ricordati il tuo nome come me lo ricordo io, sarà sempre nel mio cuore. E scusa se non ho dubitato degli umani. Avevi ragione. E quella Cora sta complottando con loro. Torneranno. La mia barriera non resisterà più. E quando salirai al trono, sarà ormai troppo tardi. Vinci questa battaglia una volta per tutte. Sii il sovrano che volevi essere, colui che cambierà la storia di Atlantide per sempre. Addio, figlio mio! >> La sua voce si spense ed i suoi occhi si chiusero.

In quel momento entrarono delle guardie, sorprese dalle urla della sovrana. La trovarono a terra già morta.

<< No! >> Urlarono.

<< Stupido umano! >> Dissero. << C'era da aspettarselo! >>

Dean sorrise, senza sapere bene il danno che aveva fatto.

<< Lo uccideremo. >>

<< No. Abbiamo un nuovo sovrano da incoronare. >>

<< Già, ma dov'è? >>

<< Cerchiamolo. Il regno ha bisogno di lui. >>

 

Nel frattempo, Ernest stava ancora parlando con i due uomini delle colonie marziane e lunari.

<< Sapete, l'interno della terra è costituita da una stella pulsante, la quale alterna periodi più caldi e luminosi a più freddi, una sorta di giorno e “notte” se così si può chiamare. >>

<< Davvero impressionante. >> Rispose Ernest meravigliato.

In quel momento, vicino all'uomo della colonia lunare apparve un soldato che urlava: << Ultime notizie! La barriera è stata disattivata! >>

<< Come? >> Domandò quello della colonia marziana incredulo.

<< Sembra incredibile anche a noi, ma abbiamo campo libero. È come se qualcuno abbia ucciso la sovrana. >>

<< Il destino ci è favorevole. >>

<< Sì! >> Disse Ernest. << Questa è la vendetta che da tempo l'umanità sta preparando, da allorra sono passati ben duecento anni ed in questo lasso di tempo la tecnologia è molto progredita, immagino. >>

<< Sicuro, signor Gage. >> Rispose l'uomo della base lunare.

<< Ma ci serve un uomo che conosca il pianeta Terra meglio di chiunque altro. >>

<< Non starete affidandomi un incarico così importante? >> Domandò il ragazzo confuso.

<< Sì. >>

<< Ma avete dimenticato che da allora la faccia della Terra è cambiata davvero tantissimo? Io non saprei che cosa fare! >>

<< Signor Gage, nessuno conosce meglio di lei la Terra. Voi sapete come muovervi abbiamo bisogno di lei. >>

<< Ma io sono un soldato semplice! >>

<< Le nostre navette stanno già partendo verso la Terra, tempo alcune ore e vi avranno raggiunto. >> Disse l'uomo della colonia lunare. << Questa è un'occasione da cogliere al volo e voi fate al caso nostro. >>

<< Non mi affidate una responsabilità del genere! >> Disse il ragazzo.

<< Non possiamo neanche obbligare una persona a non voler fare una cosa, ma sappiate che se lo farete, comunque andrà, passerete alla storia. >>

<< Io avevo una vita, di passare alla storia non mi interessa. Voglio vivermi la mia meritata vita come è giusto che sia. Ne ho basta di scoppi ed esplosioni. Voi non sapete neanche che cosa sia la guerra! La guerra fra creature magiche ed esseri tecnologicamente avanzati! Stiamo andando verso una direzione molto pericolosa. Signori miei, io non sarei capace di condurvi da nessuna parte. Non fui neanche capace di sopravvivere. È stato grazie ad un incantesimo se sono “tornato” in vita. Non ne sarei capace, credetemi. >>

<< E sia. >>

 

Cora guardò come il vento modellasse continuamente quelle dune dorate e poi guardò il sole. Stava tramontando. << Si è fatto tardi. >> Disse. << Dobbiamo cercarlo. >>

<< Aspettiamo ancora un po'. >> Cercò di calmarla Blake.

<< No invece! >> Poi, con tono arrabbiato, aggiunse: << TU NON VUOI CHE IO VADA A CERCARLO PERCHÈ TU SEI GELOSO! DIMMI LA VERITÀ: TU SEI GELOSO! >>

<< I-io... >> Balbettò il ragazzo. Era confuso, molto confuso. Se da un lato voleva davvero molto bene a Cora, dall'altro tutto quello che aveva visto lo stava facendo un po' allontanare da lei.

<< Sì, sei geloso! >> Urlò. << E sai che ti dico? >>

<< Che cosa? >> Domandò Blake.

Vi fu un grande silenzio, solo il vento che modellava le dune era l'unico rumore che sentivano.

Poi ad un tratto, videro una figura, una figura bianca avvicinarsi pian piano proveniente da dietro una duna. Era maestoso e bellissimo ed era solo. Cora lo riconobbe subito: lui era il principe di Thera. Confusa e sorpresa, gli corse incontro: << Principe! >> Urlò.

<< Cora! Vi ho trovata! >> Disse lui abbracciandola. << M-ma che cosa è successo? >>

<< Principe, è una storia lunga. >> Rispose lei lasciando la presa. << Ma che cosa ci fate qui tutto solo? >>

<< Vi stavo cercando. Dovete tornare a Thera. Il regno ha bisogno di voi. Voi siete legata alla silfide. >> Le disse sorridendo. Eppure la sua maschera non lasciava trasparire alcuna espressione, alcun volto.

<< Principe, non posso. >> Rispose lei con aria devastata.

<< Perchè? >> Domandò lui porgendole la mano.

Si portò una mano alla testa e guardò Blake: che cosa dovevano fare? La sua espressione sembrava dire: “Torniamo con lui.”

“Ed il ragazzo?”

“Starà bene, ne sono sicuro.”

<< No, niente. >> Rispose. << Verremo con voi. >>

<< Bene. >> Rispose deliziato della notizia. << Porgetemi la mano, voi ed il vostro amico. Si torna a Thera! >>

Cora tradusse: << Blake, se vuoi tornare a Thera devi porgergli la mano. >>

<< Non mi fido di lui. >>

<< E lui non si fida di te. Però io mi fido di te e di lui. Vieni, prima che me ne penta. >>

<< E va bene. >> Rispose il ragazzo dando la mano a quel bellissimo guanto vellutato che stava indossando il principe.

Vi fu una luce bianca attorno a loro, ed in un lampo si ritrovarono a Thera, ignari di ciò che fosse successo.

Ciò che notarono da subito fu una certa agitazione.

<< Non sappiamo dove sia finito! >> Disse una guardia.

<< Sì, ma dobbiamo assolutamente trovarlo! >> Rispose un'altra.

Il principe capì che si stava parlando di lui e si fece avanti: << Ditemi guardie, chi state cercando? Mia madre mi manda a cercare? >>

<< Vostra altezza, suprema maestà. >> Si inginocchiarono le due guardie al suo cospetto.

<< Perchè mi chiamate così? Che cosa è successo? >> Domandò lui un po' inquieto.

<< La regina è morta per mano di un losco traditore. Il potere ora spetta a voi. >>

Il principe si portò le mani alla bocca e non disse nulla. Probabilmente stava piangendo.

Cora lo osservò in silenzio, mentre Blake aveva già capito in parte che cosa fosse successo.

Ma poi si decise: << Se questo compito spetta a me, lo farò. >> Rispose cercando di mostrarsi fiero. Avrebbe dovuto togliere per sempre quella maschera, maschera che adesso gli sarebbe stata utile. Non era pronto a farsi conoscere al mondo, non ora, ma doveva farlo. Il destino del suo impero adesso dipendevano solo da lui.

<< La cerimonia d'incoronazione è già pronta, non c'è tempo! >> Dissero esortandolo a seguirlo.

Il ragazzo rivolse il suo sguardo a Cora e la invitò a seguirlo, a prendere posto alla sua cerimonia solenne. Ora l'avrebbe conosciuto. Non avrebbe mai voluto rivelarsi così, ma purtroppo era un'emergenza.

<< Condannerò coloro che hanno ucciso mia madre e ristabilirò la pace nel regno di Atlantide ed in tutto l'impero! >> Urlò solennemente.

In quel momento Cora e Blake furono separati dal principe e furono invitati a sedersi in mezzo a tantissimi altri sudditi che erano lì per assistere alla cerimonia che avrebbe fatto un nuovo re, un nuovo protettore.

<< Non capisco... >> Disse Cora. << Come è potuto accadere? Chi l'ha fatto? >>

<< Quello che è certo è che gli umani stanno preparando la propria nemesi e non c'è tempo da perdere. Qualcosa mi dice che noi qui non dovevamo capitare. >>

<< O forse sì. >> Rispose Cora ricordando le parole della donna che aveva incontrato nella foresta quella stessa sera che Clark si era sacrificato per lei.

Suonarono le trombe e rullarono i tamburi. In fondo alla sala, seguito da tantissimi cortigiani e sacerdoti, c'era una figura incappucciata e bianca. Non si vedeva nulla della sua pelle, perchè era tutto coperto dalla stoffa e la parte del volto era oscurata.

La figura giunse alla fine della immensa sala e salì alcuni grandini, per giungere ad un sontuoso trono rosso.

Un uomo vestito di bianco cominciò a parlare, parlare in un linguaggio che Blake conosceva bene: << Ehi, ma questo è latino! >> Disse a bassa voce.

<< Perchè? >> Domandò Cora.

<< Posso ipotizzare che vi siano state alcune influenze col mondo successivo alla caduta di Atlantide tramite degli incantesimi, ma non ne sono sicuro con certezza. >>

<< Il tuo acume è insuperabile! >> Rispose Cora a bassa voce.

Dopo una lunga serie di parole solenni, la strana figura bianca si alzò e si diresse verso l'altare.

<< Principe. Ora siete re. >> Disse l'uomo vestito di bianco. << Il vostro popolo attende di conoscere il vostro volto ed il vostro nome. La corona che portate sotto il cappuccio vi ha riconosciuto, è giunto il momento di rivelare chi siete davvero. >>

Il ragazzo fu colto da un attimo di panico: stava aspettando da tutta la vita quel momento, ed adesso che era giunto, si sentiva strano, molto strano.

Ma poi decise che tutto ciò andava fatto, che il suo popolo aveva bisogno di lui e gridò fieramente: << Lauto popolo, il mio nome è Thersander! >> E con quelle precise parole si tolse il cappuccio. Il suo volto andava mostrato, lui era il nuovo sovrano e protettore di quell'impero, era nato proprio per quello!

Cora rimase stupita dal volto chiaro ed aureo del ragazzo: sull'altare c'era un bellissimo ragazzo biondo e con due occhi blu acquamarina che si vedevano da una certa distanza. Il suo chiaro volto emanava profonda gioia davanti a tutte quelle persone che lo acclamavano, ma poi il suo sguardo si spostò verso Cora. Sentì il cuore battergli come non mai, capì di essersene innamorato davvero. Sorrise. La ragazza invece arrossì e, vedendo lo sguardo timido del nuovo re, abbassò il suo. Capì di amarlo, ma di non poter essere ricambiata, perchè lui era già promesso.

<< Carissimo popolo. >> Disse solennemente. << Purtroppo mia madre è morta per causa di mani a me ancora ignote, ma presto sarà fatta giustizia. Dal profondo del mio cuore le ho fatto una promessa: il regno di Atlantide trionferà ancora. >>

In quel momento si sentì un certo mormorio di fondo.

<< Purtroppo, noi sovrani, abbiamo dovuto mantenere il segreto per tutto questo tempo, ma adesso non mi è più possibile ed allora lo riferirò a tutti voi. >>

La gente iniziò a mormorare più forte.

<< La tecnologia umana, che noi credevamo estinta del tutto, esiste ancora e si è evoluta. Sebbene vi abbiano fatto credere che gli uomini fossero quasi estinti ed usati come schiavi, sappiate che in parte è vero. >>

<< In parte? >> Domandò qualcuno dal popolo.

<< In parte. Purtroppo il cielo li ha conservati. >>

<< Che cosa intendete dire? >> Gli domandarono.

<< Ora gli uomini abitano lassù, sulla Luna, ed anche più in là, su Marte. E lì la loro tecnologia si evolse. E la loro vendetta non si placò mai, anzi, aumentò di anno in anno. >>

<< E allora perchè non hanno provato a tornare sulla loro amata Terra? >> Domandò qualcuno del popolo.

<< Perchè noi sovrani costruimmo una barriera protettiva attorno al pianeta: più niente poteva passare e più niente poteva uscire. Barriera che durava con la carica di un sovrano, per questo i miei antenati furono costretti ad abdicare prima di morire. Ma questa volta è diverso. Qualcuno ha ucciso mia madre prima che io potessi saperlo. >>

I sudditi iniziarono ad entrare nel panico.

<< NO, SUDDITI A ME FEDELI, NON VI FATE CONTAGIARE DALLA PAURA E RICORDATEVI PER CHE COSA COMBATTERETE! >> Urlò Thersander. << IN GIOCO VI SONO LE SORTI DELLA VOSTRA AMATA TERRA, QUELLA TERRA CHE GLI UOMINI, VILI TRADITORI, CI SOTTRASSERO! >> Poi proseguì. << LA NOSTRA MAGIA POTRÀ BATTERLI NUOVAMENTE, ABBIAMO VINTO UNA VOLTA E LO FAREMO ANCORA! >>

<< Sì!>> Urlò il popolo. Adesso l'agitazione era diventata carisma ed amor di patria, amore nel difendere la propria terra.

<< PREPARIAMOCI A COMBATTERE! >> Urlò forte.

I sudditi esultarono, mentre alcuni schiavi umani stavano già sperando nei loro pari provenienti dalle basi marziane e lunari, perchè per tutto quel tempo anche loro erano stati ignari di quel segreto, perchè gli abitanti di Atlantide avevano cancellato loro i ricordi.

<< Ma prima... >> Disse. << Voglio vedere la faccia del traditore, di colui che ha ucciso mia madre! Costui merita solo morte! >>

<< Morte! >> Replicò il popolo.

Al suo cospetto, in catene, fu portato un ragazzo dalla faccia stanca ma malvagia. Sollevò lo sguardo e sorrise: << Maestà. Questo mondo mi ha portato via tutto quello che io avevo di più caro, tutto ciò che mi era rimasto. Ed ora io farò lo stesso con voi! >> Urlò forte cercando di liberarsi dalla presa delle guardie.

Il re lo riconobbe: << Voi! >> Urlò. << Che vile traditore! Un umano! C'era da immaginarselo! Tutti voi umani meritate solo morte, nient'altro! Siete degli emeriti bugiardi! >>

Il ragazzo non rispose.

Anche Blake lo riconobbe: in fondo Dean era il suo migliore amico.

Salì i gradini ed urlò: << Dean! Come hai potuto! >>

<< State indietro! >> Disse re Thersander. << Potrebbe farvi del male. >>

<< Lui non mi farebbe mai del male, è il mio migliore amico! >> Ora capiva le parole del sovrano, perchè la magia dentro alla corona conferiva al sovrano il potere di parlare tutte le lingue del mondo. Si avvicinò a lui e gli domandò: << Perchè? Perchè Dean? >>

<< Tu non sai del dolore che si prova a perdere qualcuno! >>

<< Zitto tu! >> Disse Thersander. << Certo che lo so. >>

<< Ditemi, fa male? >>

Il re non rispose. Aveva un dolore immenso dentro al cuore, un dolore devastante.

<< Ora sapete come mi sento. >>

<< Dean pentiti subito di ciò che hai fatto! >> Disse Blake.

<< Non me ne pentirò mai. E finchè non vi avrò uccisi tutti uno ad uno non avrò pace! >>

<< Dean... >> Blake notò che il suo amico era profondamente cambiato, capì che la sua mente non era riuscita a sopportare quella dura realtà.

<< Tu sarai il primo! >> Gridò forte.

<< NO! >>

<< E allora vattene! >>

<< Non me ne vado! >>

<< Vattene, ho detto! >> Ripetè. Siccome il suo amico non si stava allontanando, iniziò a sbraitare e poi successe: gli sputò in faccia.

<< Ma come? >> Domandò Blake. << Noi eravamo amici! >>

<< Eravamo. Io ti odio. >> Rispose con una grande rabbia dentro. << Odio te e Cora e voi, Maestà. E appena sarò libero vi ucciderò. >>

Il re lo guardò inorridito e poi disse: << Basta, Blake. >> Lo allontanò con una mano. << Costui riceverà la punizione che si merita. >>

<< NO! >> Urlò Blake più forte che potè, trattenuto dalle guardie che erano giunte lì per bloccarlo.

Con uno sguardo profondamente triste, il re alzò il suo braccio e disse: << Costui verrà accusato di grave omicidio. Deve pagare con la sua stessa vita! >>

<< A morte! >> Urlò il popolo.

Il re ritrasse indietro il suo braccio e poi con uno scatto fulmineo lo mandò in avanti, mentre dal suo corpo si librarono i poteri dei cinque elementi: acqua, aria, fuoco, fulmine e terra. Vi fu una luce devastante e poi più nulla. Al suolo giaceva un mucchio di cenere.

Thersander guardò le sue mani allibito da ci che aveva fatto. Aveva ucciso una persona che altrimenti avrebbe fatto lo stesso. Era questione di vita o di morte, e capì di avere in mano un grandissimo potere, più grande di quello che si immaginasse.

Si voltò verso il ragazzo, mentre i suoi occhi emanavano un'espressione tristissima: << In quanto a voi, Blake, subirete la stessa sorte. >>

<< Come? >> Domandò il ragazzo sorpreso.

Udite quelle parole, Cora decise di alzarsi, ed ancora tramortita per quello che era successo disse: << E lui che cosa c'entra? >>

<< Cora, state indietro, oppure sarò costretto a giustiziare anche voi. >>

<< Ma non potete! >>

<< Per quanto ne sapete anche lui potrebbe aver partecipato al complotto. Sono umani, Cora. Sono inaffidabili. >>

<< Ma Blake non c'entra nulla! Ve lo posso assicurare! >>

Il re non rispose e si voltò: << A morte! >> Disse indicandolo.

<< Voi non potete farlo! >>

<< Osate forse obiettare del mio giudizio? >>

<< Non potete giudicare male una persona solo perchè non è una di noi. Dovete provare la sua innocenza. >>

<< Lo farei. Ma è un umano e gli umani vanno sterminati. >>

<< No! >> Urlò Cora.

Nel volto di Thersander si formò un'espressione dolorosa, lui l'amava, eppure ora era il sovrano e la sua responsabilità era una cosa più grande dell'amore.

Alzò il braccio, proprio come prima ed urlò: << A morte! >>

<< A morte! >> Replicò il popolo.

In quel momento Cora sentì una grande rabbia ed un'energia strana pervaderle il corpo, un'energia così grande da volerla liberare tutta.

<< NOOO! >> Urlò più forte ancora sollevando due colonne di terra che liberarono Blake dalla presa delle sue guardie.

<< Cora, ma che cosa...? >> Domandò lui incredulo.

<< Blake scappa! >> Disse lei alzando un muro di terra attorno a lui, permettendogli di scappare.

<< Inseguitelo! >> Ordinò il re. Poi, si voltò verso la ragazza e le disse: << Cora, perchè? >>

<< Perchè io ho cominciato questa avventura insieme a lui. >>

<< Cora, voi state tradendo la vostra patria. >> Rispose lui guardandola negli occhi, quei bellissimi occhi verdi. << Vorrei fare qualcosa per voi, ma ormai non mi è più possibile. Preserverò la vostra vita, ma sarete rinchiusa per sempre nelle prigioni. >> I suoi occhi si misero a lacrimare. Stava provando dolore. La capiva, la capiva benissimo. Perdere qualcuno che si ama non è mai bello, ma lui era il sovrano adesso e doveva mantenere la sua promessa.

<< Perchè? >> Domandò Cora.

<< Rinchiudetela nelle prigioni. E portatemi qui Blake. >> Poi si rivolse al popolo: << POPOLO, PREPARATEVI A COMBATTERE! >>

 

Blake correva e correva, ma le sue forze gli stavano per cedere. Che cosa sarebbe successo a Cora adesso? Sapeva che non poteva resistere ancora a lungo e che la sua sorte era già segnata.

Le sue speranze divennero vane quando finì in un vicolo cieco: era in trappola! Chiuse gli occhi e disse: << Addio. Io ci ho provato. Beh, Clark, a quanto pare è giunto il momento di rivederci. >>

Sentì le lance iniziare a pungergli la carne, ma non gli entrarono in profondità, anzi, non gli stavano facendo niente! Vide i soldati ritrarsi e nel mentre si domandava il perchè, si accorse di stare fluttuando a mezz'aria, avvolto da una strana luce. Pian piano iniziò a salire vero il cielo, finchè una porta metallica si aprì sopra di lui.   

Purtroppo il capitolo termina qui, mentre molti interrogativi si aprono: che cosa succederà a Cora? E a Blake? Abbiamo lasciato anche in sospeso la "storia" di Ernest, ma non preoccupatevi, le loro vite sono destinate ad incontrarsi di nuovo. Per quanto riguarda lo scontro fra uomini ed abitanti di Atlantide, voi da che parte state? Fatemelo sapere ;) Ora vado, ciaooo ;)


 
  
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