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Autore: Kylu    06/01/2014    3 recensioni
“Ci sono” esclama in quel momento Potter l’Idiota.
“Se non riesci a finire il giro o se ci metti secoli… dovrai baciarmi!”
Improvvisamente scoppio in quello che è un incrocio tra un attacco di tosse e una risata isterica. Alice mi batte affettuosamente sulla schiena mentre tutti gli altri scoppiano a ridere.
“Io COSA? Potter, ti sei completamente rincogli…”
“Paura, Evans?” mi interrompe lui.
Io mi riprendo, mi rimetto in equilibrio sulla scopa, gli lancio un’occhiataccia al cianuro degna della McGrannit.
“Ti piacerebbe…”
“Allora è fatta” sorride lui. “Se riesci a fare un giro del campo in volo puoi schiantarmi. Se non ci riesci, dovrai baciarmi”.
Una stupida scommessa.
Una stupida scommessa e inizia tutto.
Una stupida scommessa tra l'arrogante James Potter e l'orgogliosa Lily Evans.
E tra Mangiamorte pronti all'azione, misteri e paure, ma anche risate, avventure e appuntamenti, il gioco è fatto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Posso uscire?”
“No, signorina Evans”
“Perché?”
“Perché ha ancora bisogno di cura e riposo”
“Ma io sto benissimo”
“Infatti uscirà già questa sera”
“Io voglio uscire adesso”
“Temo che ciò che vuole o non vuole non importi più di tanto”
 “Okay. Posso uscire ora?”
“No, signorina Evans”
“E ora?”
“No”
“…Ora?”
“Signorina Evans, le dirò io quando potrà uscire di qui, ora mi lasci lavorare!”
“Ma non posso proprio?”
“No”
“E se le chiedo per piacere?”
“BASTA!”
 
Ovviamente l’ho lasciata in pace solo dal momento in cui ha minacciato di chiamare la McGrannit se non avessi smesso di tartassarla.
Che colpo basso. E che persona noiosa. Mi ha fatto perdere tutta la domenica mattina, e ora vuole tenermi rinchiusa fino a questa sera. Ma quanti gorgosprizzi ha in testa quella?
In questo momento entrano Mary ed Emmeline. Sorrido vedendo che entrambe trasportano qualcosa tra le braccia, ma la mia espressione gioiosa svanisce non appena realizzo che quel qualcosa altro non è che la montagna di compiti che mi toccherà sbrigare oggi.
Bella combinazione, compiti ed infermeria. Non chiedevo di più dalla vita.
“Ei Lils, che è quella faccia?” mi chiede Mary, buttandosi senza tanti complimenti sul letto accanto a me, affondando tranquillamente le scarpe infangate nelle lenzuola candide.
Lei è sempre così... spontanea, a differenza mia.
“Ti passi due giornate di completo riposo e ancora ti lamenti?” mi dice imbronciandosi per finta. Emmeline intanto prende una sedia e la trascina vicino a noi, schioccandomi poi un veloce bacio sulla guancia in segno di saluto.
“Odio l’infermeria” rispondo intanto io.
Le due grifondoro si scambiano un’occhiata comprensiva. Loro e Alice sono le uniche a conoscenza dei miei brutti ricordi legati ai posti come quello.
“Beh, pensa positivo” cerca di tirarmi su Emmeline. “Hai una giustificazione valida per tutti i compiti di domani! Noi te li abbiamo portati nel caso la brava studentessa diligente che c’è in te volesse studiare anche in queste condizioni, ma non possono pretendere seriamente che tu li faccia”
Il resto della mattinata passa tra i nostri soliti discorsi insensati e le conseguenti risate.
Verso l’una ci raggiunge Alice portando diversi vassoi per il pranzo. Sono felice di vederla, fino a quando non mi accorgo che la mia carissima amica si è portata dietro quella mandria di idioti dei Malandrini.
L’unico di quel gruppo con cui mi trovo davvero bene è Remus, il mio migliore amico. E’ anche l’unico tra loro con almeno un briciolo di cervello, se è per questo.
“Come sta oggi il mio bellissimo piccolo giglio?”
Ho bisogno di dire chi è? Solo una persona al mondo è così Idiota da chiamarmi piccolo giglio.
Si, avete capito bene: Idiota, non idiota, scritto proprio con la “i” maiuscola, tanto elevato è il suo grado di idiozia.
“Stavo bene fino a trenta secondi fa, Potter” dico.
Lui si siede vicino a me, dal lato opposto rispetto a Mary ed Emmeline, e passa mi un braccio attorno alle spalle. Io sto per scrollarmelo di dosso, quando mi ricordo della scommessa.
Resto ferma, limitandomi ad un’espressione schifata che fa sbellicare gli altri dalle risate.
In occasioni ordinarie Madama Chips non tollererebbe sette visitatori in contemporanea. Ma oggi sono l’unica ricoverata, e in più c’è il suo tesorino Potter, perciò ci lascia fare.
Verso le tre del pomeriggio resto di nuovo sola.
Provo a scrivere qualche riga del tema di pozioni, ma niente da fare. Prendo la bacchetta e cerco di esercitarmi con qualche incantesimo e trasfigurazione, ma ottengo solo risultati disastrosi. L’infermeria mi fa sempre questo brutto effetto.
Finisco per addormentarmi di nuovo, accogliendo il sonno che riesce ad affievolire i brutti pensieri.
 
Poche ore dopo vengo svegliata da una carezza sul viso.
Non appena apro gli occhi e realizzo a chi appartiene quella mano, salto giù dal  letto buttando le lenzuola all’aria.
“E’ un incubo, vero?” dico, sconcertata.
Potter l’Idiota mi fissa dispiaciuto. “Scusa, non volevo svegliarti” dice.
“Non volevi svegliarmi? E cosa volevi fare di preciso, per Merlino?”
“Niente. Sei così bella quando dormi. Cioè, bella lo sei sempre. Ma con quell’espressione per una volta dolce e tranquilla lo sei ancora di più”.
Arrossisco mio malgrado. Le sa usare bene le parole Potter, in fondo.
“Non sparare scemenze” ribatto, giusto per onorare la mia fama di ragazza acida, però non lo guardo negli occhi.
Lui sospira scuotendo la testa e si passa una mano tra i capelli nel suo gesto consueto, come a dire che sono un caso perso.
“Ho chiesto a Madama Chips, ha detto che ora puoi uscire, se ti accompagno io” dice, ben attento a sottolineare le ultime quattro parole.
“Dove sono Mary e le altre? Non potevano venire loro?” chiedo io, indispettita.
“Se… Se vuoi vado a chiamare loro” dice lui, e improvvisamente ha un’aria da cane bastonato.
Per la prima volta in vita mia mi sento… Possibile? Mi sento in colpa per aver fatto rimanere male Potter.
Non mi piace questa cosa. Potter è uno stupido essere problematico, un’ameba sociopatica decerebrata, e come tale va trattato.
Provo comunque a rimediare. “Ehm, no, lascia stare. Ormai sei qui tu e… non voglio spendere altro tempo in questo posto ad aspettare le altre. Portami via di qui, ti prego” dico.
Lui sembra la personificazione di M’illumino d’immenso. Ha proprio un’aria da ebete. Cioè, più del solito.
Raccoglie la mia borsa dei libri, mi prende per mano –bleah!- e dopo aver salutato l’infermiera mi conduce fuori per i corridoi.
Aria. Finalmente.
Fortuna che in giro non c’è praticamente nessuno a vedermi in queste condizioni. Tra la caduta con la scopa e tutte le ore passate a letto ho un viso cadaverico circondato da capelli talmente aggrovigliati da formare una capigliatura in stile afro. E poi sono ancora tenuta per mano da Potter. Mi ucciderei, piuttosto che farmi vedere così.
Non credo di stare benissimo.
Non lo ammetterei neanche sotto tortura, sia mai che rivogliano spedirmi ad ammuffire da madama Chips. Preferirei una “T” in pozioni. Però mi gira parecchio la testa, e mi sento malferma sulle gambe.
Stringo la mano a Potter senza rendermi conto di quello che sto facendo. Lui ricambia la stretta, sorpreso per quello che ha evidentemente scambiato per il primo gesto affettuoso che abbia mai compiuto nei suoi confronti.
Solo diversi minuti dopo mi accorgo che non ci stiamo dirigendo verso la torre di Grifondoro.
“Dove stiamo andando, per Merlino?” chiedo, fermandomi di colpo.
“Pensavo ti facesse piacere fare quattro passi prima di tornare in Sala Comune” dice lui, nuovamente mortificato.
“No… io… no che non voglio fare quattro passi con te” comincio in modo confuso. “Portami subito in dormitorio dalle altre… io…”
Non finisco la frase. Improvvisamente sento le gambe cedere, e cadrei se le braccia forti di Potter non fossero pronte a sorreggermi.
I miei occhi appannati registrano l’immagine del suo viso tesissimo e preoccupato.
Mi sento sollevare, capisco che mi ha presa in braccio. Normalmente la cosa mi darebbe un immenso fastidio. Mi sento chiamare, ma la sua voce mi giunge come da un posto molto lontano.
“Non in infermeria… Non in infermeria..” riesco solo a mormorare. Poi lascio che il bianco mi avvolga.
Lo avverto camminare e poi fermarsi nuovamente. Si muove per tre volte avanti e indietro, sussurrando parole che non afferro.
Riesco a socchiudere gli occhi e vedo materializzarsi una porta.
Finalmente comprendo: siamo al settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità.
Ancora qualche passo, io sempre sorretta da Potter, la testa appoggiata al suo petto, le mie mani fredde unite dietro al suo collo.
La porta si chiude alle nostre spalle con un fruscio.
 


ANGOLO AUTRICE
Ciaaao bella gente (:
Scusatemi, scusatemi, scusatemi. Tra fine scuola, feste varie e vacanze, ho continuato a rimandare l’aggiornamento. Mi perdonate se vi dico che ho già scritto gran parte dei prossimo due e che quindi sarò più rapida ad aggiornare di Severus Piton di fronte ad uno Shampoo?
Voi recensite, mi raccomando. Datemi idee se vi va, consigli, critiche, qualunque cosa.
Un abbraccio, alla prossima.
Kylu
 
Ps: Per chi seguisse anche le altre mie fanfiction, ho quasi finito il nuovo capitolo di Cervello babbano, cuore da strega, e questa volta sarà densissimo di nuovi avvenimenti! Mentre per Divided but united ho paura che ci sia da aspettare qualche altro giorno, sono momentaneamente a corto di idee.
  
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