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Autore: Nemesis_Kali    06/01/2014    3 recensioni
Parliamo di Nimea Owens, una ragazza dal nome strano che si ritroverà a vivere un viaggio alla ricerca di se stessa. Ma non è finita qui, la sua migliore amica la seguirà per salvarla.
Da Chi?
Tratto dalla storia
Inizio a leggere, parla di tutti i tipi di creature esistenti e della loro creazione. Secoli or sono eravamo tutti uguali ma un giorno arrivò un uomo diverso, dalle orecchie appuntite. Diceva di essere figlio della terra. Tutti credevano di esserlo e quindi non c'erano problemi fino a che quell'essere non creò altre persone come lui e controllava la Natura stessa. Venne venerato come divinità e poi, col passare additato come creatura maligna. Allora l'uomo degli elementi dovette creare un luogo per lui ed i suoi simili divenuti sempre di più e diversi. Si rifugiarono in quel luogo, dove gli uomini non potevano andare. Ma la terra continuò a creare questi esseri e insieme a loro c'erano dei protettori. Li chiamarono draghi. Il loro compito era quello di salvare gli uomini degli elementi, detti elfi, e portarli nella loro vera dimensione.
P.S.: Siamo in un Universo alternativo e la storia è ambientata ai tempi nostri.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.B. Questo capitolo vi confonderà le idee, ma non preoccupatevi. Tutto quello all'interno del capitolo, più o meno, mi servirà per portare un progetto a cui penso da qualche mese dove collegherò sette dei miei personaggi di sette racconti diversi. So don't panic. Non vi serve aver letto nient'altro di mio. Ho perso il filo del discorso... Beh, buona lettura.


 

N.B. Del N.B di prima: Non riguarda Nimea da vicino, sarebbe una sorta di... Beh, non faccio SPOILER. Ciao :)


 

Capitolo 14: Visioni di un passato dimenticato e di un futuro sfuggente.

 

“C-che cosa?”domando esterrefatta. Non ha senso. Dan mi ha detto che Nimea aiutava il Primo, non devo mica sposarmelo questo qua, vero? Insomma lui è il Re ed io sarei questa 'Regina Perduta'. Anche se all'inizio pensavo fosse la Sibilla, che sembra essere Nimea, ovvero io stessa. Ah... Le cose si stanno facendo complicate e molto confuse.

Nel frattempo i cortigiani, vestiti in modo assurdo con colori sgargianti e altri cupi, mi si avvicinano e mi stringono la mano, mi danno baci sulle guance, si presentano ma non li ascolto. Mi sento in balia di tante emozioni che si confondono con i colori della realtà. Non capisco. Non riesco a seguire ciò che sta succedendo. Il mio sguardo resta legato a quello di Daniel. Lui mi trasmette tutta la sua compassione e cerca di confortarmi ma io mi sento persa.

Perdo ogni contatto con la realtà mentre un urlo mi fa voltare di scatto. Il tempo è fermo nonostante veda le immagini nelle vetrate muoversi. La spada penetra nel corpo della donna. Ad ogni colpo sento una fitta al cuore, per questo avvicino meccanicamente la mano al cuore e stringo la stoffa della mia camicetta rossa. Sento un dolore inimmaginabile gravarmi sul petto. La ragazza raffigurata nel rosone sembra uscire dal disegno e compare davanti ai miei occhi attoniti. Lei sorride nella sua armatura nera mentre mi porge un guanto. Non so perché ma lo infilo e mi calza a pennello. In quella stessa mano si materializza una spada dalla lama nera e bianca con l'impugnatura tempestata di pietre preziose. Come se nulla fosse me la rigiro tra le mani. È ben bilanciata, mi sembra di averla sempre avuta tra le mani.

“Cosa significa?” sussurro a me stessa. Lei scuote la testa ed i suoi capelli volteggiano leggeri per ricadere morbidi sulle sue spalle. Mi si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia. Le sue labbra sono gelate. Un brivido mi corre lungo la schiena.

“Twinkle twinkle little girl, how he wondered where you were*.” canticchia per tornare nella vetrata e lasciare che il tempo ricominci a scorrere. Mi riscuoto da quel torpore. Mi sento cadere, anche se delle braccia mi sostengono. Non capisco cosa stia succedendo. Mi sento in una sorta di trance. Una voce possente risuona in lontananza.

“Portatela nelle sue stanze. Sir Leion, resti con la sua protetta.”

Non ricordo cosa è successo dopo, ho solo dei brevi flash su grandi giardini curati e ordinati, dei giardini all'inglese oserei dire, ed enormi stanze e lunghi corridoi luminosi. L'improvviso impatto con un qualcosa di morbido fa calare le mie palpebre e scivolo lentamente in un lungo sonno.

“Dormi, elfetta.” sussurra Daniel al mio orecchio. Chiudo gli occhi e perdo la cognizione del tempo.

Il mio sonno non è esattamente tranquillo, anzi. È tutto un susseguirsi di immagini di morti, umani che combattono, draghi dai mille colori in volo. Non ha senso tutto questo. Colori sfocati, è tutto così strano e incomprensibile... L'ultimo frammento, però, è nitido e si incide nella mia memoria. Mi trovo in uno cortile. Il sole illumina i fiori che mi circondano e una leggera brezza mi scompiglia i capelli. Però non mi sento felice, nonostante quel luogo che mi ricorda un locus amoenus. Anzi mi sembra di essere sull'orlo delle lacrime. Abbasso lo sguardo sul terreno di fronte a me. Inorridisco. C'è una lapide ricoperta di muschio. Una. Grande. Cattiva. Lapide. Non va bene, no. Mi accovaccio per leggere il nome inciso, strofino la mano sulla superficie per togliere il muschio. Poche lettere sono visibili e leggibili. La lapide è cosparsa di fiori appassiti. Sono quattro piante diverse, una rosa rossa, un giacinto, un croco viola, un iris.

“Nemesis.” dice una voce alle mie spalle. Mi volto verso la fonte e vedo una figura incappucciata. Il lungo mantello verde smeraldo copre la sua figura lasciando visibili solo la bocca, incrinata in un sorriso amareggiato, ed un paio di occhi luminosi che sembrano ardere come il Sole. Si inginocchia davanti alla tomba e vi pone un ramo di calicanto. Poi si rialza e rimane. Resta lì, immobile come una statua. Il capo chino e le mani giunte, credo lo siano le maniche larghe e ariose mi impediscono di esserne certa. Non pronuncia una sola parola. Dopo qualche minuto annuisce, come se rispondesse ad una domanda. Alza la testa e si toglie il cappuccio. Daniel. Cerco di attirare la sua attenzione, e gli sono pure davanti, ma lui non mi vede. La mia voce si è spenta, provo a chiamarlo a confortarlo ma non esisto per lui. Il volto è deformato in una smorfia di dolore acuto. Si passa una mano sul volto e si crea una maschera d'argento assolutamente inespressiva. Lentamente la maschera viene assorbita dalla pelle del volto e la sua espressione si adegua a quella della maschera. Le labbra leggermente socchiuse gli occhi fissi e aperti. Non muove un muscolo. Ad un certo punto, ovvero quando la maschera si è unita completamente al viso, la pelle assume una sfumatura argentea per pochi secondi, ritorna abbastanza pallida.

“Addio, Nemesis. Ci vediamo nella tua prossima vita.” dice semplicemente. L'uomo si gira, un venticello gli scompiglia i capelli e lui scompare nel nulla. Mi guardo attorno abbastanza sconvolta. Insomma che accidenti sta succedendo? Dove sono?

Mi allontano quando altre tre figure mi si avvicinano. Dan sembrava non avermi vista quindi neanche questi potevano. Per l'appunto loro si dirigono verso la tomba. Incuriosita da loro mi riavvicino e li osservo farsi il segno della croce e poi inginocchiarsi, il tutto in una perfetta sincronizzazione.

“Claudia. Nerissa. Cordelia.” dicono all'unisono. Va bene, la situazione inizia a farsi inquietante. Improvvisamente i tre si voltano nella mia direzione. Sbianco quando si avvicinano a me e mi prendono le braccia. Cerco di ribellarmi ma mi buttano davanti alla lapide, mi obbligano ad inginocchiarmi e a tenere la testa alta per osservare la lapide. Rimaniamo fermi a lungo. Io con gli occhi incollati alla lapide, loro chinati a impedirmi di muovermi.

“Tutto questo è colpa tua, Nemesis. Tutto quanto. Un giorno saprai. Un giorno tutto questo ti sarà svelato. Ma prima dovrai morire e nascere altre volte.” sussurrano all'unisono.

Sono inquietanti. Provo ad usare i miei poteri ma non funzionano. Uno si abbassa all'altezza della mia testa.

“Non puoi fare nulla qui. In questo luogo la tua anima riposa da molto tempo. Voi avrete ancora tre volte per riscattarvi. L'ultima sarete uno spirito. Il tempo non vi è amico, fate attenzione.” sussurra. I suoi due compari mi lasciano. Mi rialzo, vorrei picchiarli, va bene voglio darmela a gambe levate in realtà, ma non riesco a muovermi. Il tizio nel mezzo prende la parola.

“Quando hai abbandonato la tua anima, ella si è incarnata. Non potrai mai trovarla, non è il tuo destino. Ora vi rimangono due vite. Scegliete con saggezza la vostra via.” dice mentre al terzo compare una macchina fotografica tra le mani. Mi scatta una foto e la fa sparire.

“A che diavolo di gioco state giocando? Chi siete? Dove sono?” domando, finalmente ho recuperato la voce. Il primo riprende la parola.

“Sei qui.” Risponde semplicemente mentre la sua mano si poggia all'altezza del mio cuore. I tre scompaiono e io rimango sola. In lontananza scorgo altre tre donne sedute sotto un albero. Mi avvicino a loro. Sono abbigliate in una maniera strana. Una ha un vestito un po' troppo pomposo per i miei gusti, una sembra coperta di stracci e un'altra sembra Lara Croft, un po' più vestita.

“Potreste aiutarmi? Devo andare a casa mia. Non posso stare qui.” chiedo mentre i loro sguardi si illuminano. Una delle tre, una dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi azzurri e limpidi sogghigna, quella con gli abiti pomposi tanto per capirci.

“Questa qui? Sul serio? Dove ha perso la furia guerriera? Dove si trova il suo senso di responsabilità?” chiede. Una volta in piedi mi si avvicina e mi fissa. Mi fa un giro attorno e poi mi prende per il mento. Mi costringe a fissarla negli occhi. Nel fondo di quei due cristalli vedono delle ombre muoversi fino a che l'intera retina non è nera.

“Non va bene. Dobbiamo aspettare ancora. E io che credevo di ritrovarmi un po'. Insomma Cordelia è stata molto più aggressiva quando è arrivata qua.”

“Per non parlare di te, Nerissa. Tu hai tentato di uccidermi.” la rossa sorride e si allontana. Si volta verso quella che l'ha rimproverata e che ha i vestiti di stracci.

“Comunque tutto questo è colpa tua, se una a caso non avesse lanciato una maledizione sarei con il mio Nigel.” questa tizia, Nerissa a quanto ho capito, ha un bel caratterino. Guardo l'altra, lei la osserva con ostilità.

“Se non fosse per me voi non sareste nemmeno nate. Cordelia manda via Nimea. Tanto l'anima l'ha già persa.” la terza, quella che non ha mai parlato si alza e mi pone le mani sul cuore e sulla fronte. “Ci rivedremo quando tutto sarà finito. Il tuo frammento arriverà alla fine dei giorni e...” viene interrotta dalla rossa che le dà uno scappellotto. Cordelia protesta con mugolii e sguardi furiosi rivolti alla rossa.

“Non devi dirle nulla. Lei non l'ha fatto con me, io non l'ho fatto con te e tu devi cucirti la bocca. Ciao, Nimea.” lancia uno sguardo glaciale alla Lara Croft. Lei sbuffa e mi tocca il cuore.

“Alla prossima.” Dà un leggero colpetto al cuore e mi sento scaraventata da qualche parte.

Riapro gli occhi e ansimo. Ma che diavolo è successo? Che cosa era quella sorta di... visione è il termine che mi sembra più adatto. Mi guardo attorno e vedo Dan al mio fianco, addormentato. Mi alzo senza svegliarlo ed esco. Mentre cammino lungo un corridoio molto luminoso mi rendo conto di avere un passo malfermo. Dopo aver seguito il mio cammino senza meta mi appoggio un attimo ad una colonna che reggeva delle travi in legno del soffitto. Respiro un attimo. Mi sento abbastanza scombussolata, ma come mi è venuto in mente di andare in giro? Scema che non sei altro.


 

Samantha pov

Mi risveglio sotto ad un albero tra le braccia di Neal. A giudicare dalla posizione del Sole direi che è l'alba. Neal tiene lo sguardo fisso sull'orizzonte. Gli sfioro il mento con le labbra, lui distoglie l'attenzione dal paesaggio e si concentra su di me.

“Ti avevo detto di svegliarmi per il mio turno di guardia.” lo rimprovero bonaria. Lui sospira e mi fissa.

“Lo so.” risponde sorridente.

“E ti avevo anche detto che dovevamo partire prima dell'alba.”

“So anche questo.” replica come se nulla fosse. Io, vagamente scocciata, lo fisso storto e sbuffo.

“Allora come mai non mi hai svegliata né per la guardia né per la partenza?” domando. Lui mi dà un leggero bacio per poi alzarsi. Si sistema i vestiti mimetici e mi porge una mano per alzarmi. La afferro e mi tira su.

“Eri semplicemente troppo bella e rilassata per essere disturbata.” risponde tranquillo mentre si prepara per andare a caccia di qualcosa da mangiare. Alzo le braccia al cielo e le lascio ricadere lungo i fianchi.

“Sei un caso clinico...” commento mentre mi preparo per andare anche io a caccia. Lui mi vede e mi mette una mano sul braccio.

“Tu resti qua, io vado a caccia e tu cerchi legna.” ordina. Mi altero.

“Ascoltami, dolcezza. Io non sono una donna che ha bisogno di protezione, semmai sei tu quello che dovrebbe riposare visti gli ultimi avvenimenti. Quindi ora resta qui all'accampamento, io vado a caccia e tu prova a pensare a qualche modo per ritrovare Nim. Capito il piano?” Annuisce, a volte sembro un generale dell'esercito. Prendo una daga, l'arco e le frecce. Noi Cacciatori siamo sempre ben armati.

Gli faccio un cenno e mi allontano verso centro di quella foresta. Ci sarà sicuramente qualcosa da mangiare, se non carne almeno erbe commestibili, no?

Mentre mi aggiro per la zona sconosciuta sento un rumore, mi getto a terra, riparata da alcune rocce abbastanza grandi e coperte di muschio. Mi alzo quel tanto da poter cercare la fonte del rumore. All'inizio non vedo nulla se non pietre, alberi grossi e sottili, radici che si rialzano e creano intrecci sul terreno, foglie cadute qua e là, qualche fiore, edera da tutte le parti ma nessuna traccia di animale. Sbuffo frustrata, so che non è facile trovare una preda al primo colpo e sopratutto così presto. Mi rialzo e riprendo a camminare, ogni tanto faccio qualche segno sugli alberi per ritrovare la strada più facilmente. Continua a camminare ma non trovo tracce animali.

“Non ha più senso stare qui allora. Andiamo, va.” sussurro rimettendo la freccia a posto. Mentre mi sto girando sento un fruscio tra le foglie di un cespuglio. Coniglio! Ecco il mio primo pensiero, senza neanche pensarci lancio una freccia diretta al mio obiettivo no proprio visibile. Sento un lamento e un leggero tonfo sordo.

“Finalmente qualcosa di commestibile.” commento mentre mi avvicino alla preda e cerco di vedere cos'è. Arrivata trovo una lepre agonizzante. La tiro su per le orecchie. Sembra che voglia ancora combattere, così tiro fuori il pugnale e le squarcio la gola. Mi dispiace ma la sopravvivenza prima di tutto. La poggio a terra, prendo la freccia e la rimetto nella faretra. Riprendo la preda tra le mani e torno indietro.

Lo so, sarei potuta rimanere in giro per cercare della selvaggina più abbondante ma se ho già fatto un sacco di strada per un coniglio quanta ne dovrei mai fare per un qualcosa di più sostanzioso? Non posso correre rischi inutili qui. Già ho lasciato Neal solo, per carità è un cacciatore più esperto di me ma in questo mondo nessuno dei due ha la più pallida idea di dove andare. Seguo i segni lasciati in precedenza fino ad arrivare all'accampamento improvvisato, ovvero un giaciglio di foglie sotto ad un albero, alcuni arbusti con cui accendiamo del fuoco per scaldarci la notte. Aspetteremo domani, così controllerò la ferita di Neal e partiremo. Siamo arrivati ieri e già sono alla strenua ricerca di una città, un villaggio semi deserto o chissà che altro di abitato ma non trovo nulla. Mentre torno dall'altro cacciatore mi sento spesso osservata, mi volto ma non vedo mai nessuno.

“Gli alberi hanno occhi ovunque.” lo diceva sempre Nim. Le piaceva stare nei boschi a giocare quando eravamo bambine. Adorava starsene ore ed ore alla ricerca di un modo sempre più efficace per salire sugli alberi. Sorrido a tutte le volte che cadeva.

“Dove sei finita, Nim?” mi domando con un filo d'angoscia. Nel frattempo sono tornata da Neal, mentre lui scuoia l'animale io vado al ruscello vicino a noi a recuperare dell'acqua.

 

Angolino mio.

*Si nasconde.* So che sono cinque mesi che non aggiorno ma negli ultimi tempi me ne sono capitate di tutti i colori. Ne ho fatte di cotte e di crude e... Beh, non avevo la minima idea di che scrivere. Iniziamo con i chiarimenti.

  1. Sam e Neal sono caduti da un'altra parte. Sono lontani da Alia per questo Sam dice che non trova uno straccio di villaggio da nessuna parte.

  2. Il sogno/visione/quello che era serve a me per legare questi sette personaggi, quattro dei quali sono nominati, il quinto è Nim e gli altri due li vedrete. Nerissa è uno dei personaggi della quale sto scrivendo la storia su EFP. (La storia si chiama La cacciatrice di anime, se vi va leggetela.) Tutto questo casino serve per dare un senso anche alla storia dell'anima di Nim che se ne va nell'Averno e compagnia.

  3. Da qualche parte c'è un asterisco e si riferisce ad un mio rifacimento alla canzoncina Twinkle twinkle little star.

  4. Non mi viene in mente altro da spiegare.

 

Quindi Buon Natale, Buon anno in ritardo e Buona Epifania a tutti! Ci vediamo al prossimo aggiornamento, spero di riuscire ad aggiornare una volta ogni due settimane, spero.

 

Nim <3

 
   
 
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