Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: sakura182blast    27/05/2008    4 recensioni
Sono ormai passati anni dalla loro dichiarazione,ormai ventunenni,i nostri protagonisti non sono più insieme,anzi,tutt’altro. Sakura si sta preparando per il suo matrimonio e Shaoran è tornato in Cina dopo averle spezzato il cuore,ma un desiderio di redenzione ricondurrà il bel cinese a Tomoeda,in quella città colma di ricordi. Ma il suo ritorno,naturalmente,non sarà privo di conseguenze...leggermente cross-over con xxxHolic.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lee Shaoran, Sakura Kinomoto, Un pò tutti
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Konbanwa minna! Lo so che sono mooooolto regolare con gli aggiornamenti! (A dire il vero è tutto l’opposto… =.=’’).
XDXD a parte gli scherzi, devo terminare questa FF per due motivi validi!
Punto 1: è da Gennaio che vi tengo in ballo e sono sicura che non ne potrete più delle continue seghe mentali di Sakura! XDXD
Punto 2: con questa FF devo dire ufficialmente addio al periodo del romanticismo, ma questa è una cosa che si capirà in seguito XDXD
Ora vi lascio al terzultimo capitolo, buona lettura!



TEARS AND LOVE LETTERS



 “Ehilà Sakura, sveglia!” esclamò una voce squillante.
La ragazza a poco a poco aprì gli occhi e mise a fuoco ciò che la circondava.
C’era Tomoyo nella sua stanza, i capelli già ben pettinati, il vestito da damigella ancora da indossare era fra le sue braccia.
“Buongiorno Tomoyo!” esclamò Sakura abozzando un sorriso.
Finalmente, con una bella dormita, la grande indecisione di ieri sera non c’era più… o meglio c’era ma stava accantonata in un angolino del suo cuore e lei aveva diplomaticamente deciso di non darle retta.
“Bene Sakura! Vedo che stamattina sei un po’ più radiosa di ieri sera. Keisuke sarà felice di saperlo.” Constatò Tomoyo sorridendole.
Kinomoto scattò in piedi con un salto ed incominciò svelta ad infilarsi i primi vestiti che trovava, si sarebbe cambiata meglio in chiesa.
“Forza Sakura! Ti sposi esattamente fra tre ore e devo ancora farti il trucco, vestirti e pettinarti! Se non ci sbrighiamo faremo tardi e non possiamo fare tardi proprio il giorno del tuo matrimonio!” dichiarò Daidouji afferrandola per un braccio non appena l’amica fu tutta vestita.
Al piano di sotto la sua famiglia si stava ancora preparando; loro avrebbero raggiunto Sakura e Tomoyo più tardi.
Non appena entrambe furono scese, Fujitaka fece le sue più sentite congratulazioni alla figlia per quel giorno tanto importante, infine le due si congedarono e corsero nella macchina di Daidouji, che le portò subito in chiesa.
Una volta arrivate, le due uscirono dall’auto e si avviarono verso il grande ingresso dell’edificio, cominciando a percorrere uno stretto corridoio.
 “Bene Sakura, andiamo subito nella stanza dove ho portato i vestiti che dobbiamo darci una mossa!” disse Tomoyo entusiasta cominciando a trascinare l’amica per un braccio.
Quando infine furono all’interno della stanzetta, lontane da occhi indiscreti, la mora si cancellò quel sorrisetto sornione dalla faccia e guardò Sakura dritta negli occhi.
“Dove sei stata ieri Sakura?” le domandò fissandola con sguardo serio.
Kinomoto non capiva l’espressione che l’amica aveva assunto.
“A casa Tomoyo. Avevo bisogno di stare un po’ da sola, tutto qui.” Dichiarò sicura Sakura sorridendo.
“Non dire balle Sakura!” sbottò Daidouji arrabbiandosi. “Ho chiamato a casa tua ieri mattina e mi ha risposto Kero. Mi ha detto dove eri andata e cosa eri andata a fare!”
la ragazza sbiancò al sentire l’amica parlarle così.
“Senti Tomoyo, non sono affari tuoi! Io ho fatto solo ciò che ritenevo giusto!” urlò Sakura un poco alterata per quell’uscita della ragazza.
“E che cosa è successo? Sei riuscita nel tuo intento? Hai dimenticato Shaoran come volevi?”
“Se proprio ci tieni a saperlo NO! Non ce l’ho fatta! E lo vuoi sapere perché? Perché ciò che provo per lui è vero amore ma non mi interessa saperlo! Tutto andrà avanti come era stato stabilito sin dal principio. Non voglio stare con Shaoran! Lo amo ma mi farà soffrire, quindi no! Non vog...”
Non potè finire il suo discorso. Tomoyo le si era velocemente avvicinata e le aveva tirato un violento schiaffo in pieno volto.
“TU… tu… sei davvero un’idiota...” mormorò Daidouji scoppiando a piangere. “Hai la possibilità di stare con la persona che ami da una vita e la getti via così? Sei solamente una stupida Sakura. Non dirmi cazzate del tipo non voglio più soffrire, non capisci che se ti allontani da lui poi soffrirai ancora di più? Sakura, la ripiangerai per il resto della tua vita questa occasione...” disse afferrandola per le spalle; in fondo lei parlava così perché sapeva cosa significava amare una persona e non aver occasione di poterglielo dimostrare.
Sakura fissava Tomoyo basita, questa era la prima volta che la ragazza le si dimostrava così sensibile ed emotiva.
Negare a sé stessa i propri sentimenti… mentire spudoratamente agli altri… che cosa le era successo? Lei non era mai stata così…
Improvvisamente si rese conto che si stava davvero comportando come un’emerita cretina.
“Tomoyo...” mormorò tra le lacrime. “Che cosa devo fare allora?”
“Corri da lui!” esclamò Daidouji aprendosi finalmente in un sorriso. “Vai! Sbrigati!” le incitò aprendole la porta della stanzetta.
Sakura sorrise e stava per correre via, correre da lui dopo tante lacrime e tanta sofferenza, ma ancora qualcosa la tratteneva.
“M-ma Tomoyo… il cuttering… il matrimonio… il vestito… Keisuke?” domandò la ragazza bloccandosi sotto lo stipite della porta.
“Oddio Sakura… ma io dico : e chissene frega?! Corri dai muoviti! Altrimenti ti tiro un’altra sberla, parola mia!” scherzò Daidouji.
Kinomoto sorrise un’altra volta,infine sparì dall’ingresso della chiesa rischiando di investire due uomini vestiti molto eleganti, probabilmente erano entrambi invitati al matrimonio.
Tomoyo scoppiò a ridere nel pensare che quei due si erano vestiti da pinguini proprio per niente.
Ora, però, sarebbe toccato a lei dare la notizia che il matrimonio era annullato.
Beh, pazienza, per la sua Sakura questo ed altro.
 


Appena fuori dalla chiesa si era lanciata nel primo taxi che le era capitato. Era seduta sul sedile posteriore e muoveva nervosamente le mani mangiucchiandosi il labbro inferiore.
Una volta che sarebbe stata al cospetto di Shaoran che cosa gli avrebbe detto? Scusami se ci siamo spupazzati così, però dovevo far chiarezza sui miei sentimenti?
Dannazione! Il cuore le batteva tanto forte che lo poteva perfino sentire nelle orecchie.
“Siamo arrivati.” disse ad un certo punto il tassista.
Pagò l’importo e si fiondò fuori dal veicolo raggiungendo il portone del palazzo dove abitava Shaoran.
Pigiò lo stesso tasto dell’altra volta ma nessuno rispose. Lo premette di nuovo e poi un’altra volta ancora ma Li non le dava risposta.
Che stia ancora dormendo?” pensò innocentemente.
Notò dalla porta a vetri che una signora stava scendendo le scale, sicuramente stava per uscire; infatti la donna aprì il portone dell’ingresso squadrando un po’ male Sakura.
“Ehm… mi scusi… io dovrei salire da un mio amico… non potrebbe… ?” balbettò Sakura cercando di chiedere alla signora di lasciarle la porta aperta.
La donna nemmeno la guardò, ma almeno non le chiuse il portone in faccia.
Sakura corse dentro al palazzo e salì i gradini a quattro a quattro raggiungendo il piano dove stava l’appartamento di Shaoran.
Arrivata davanti alla grande porta di ebano bussò insistentemente facendosi anche un po’ male alle nocche delle dita, ancora nessuno però le rispose.
Fissò la porta con sguardo perplesso ed infine decise di andare a bussare dal vicino di casa di Shaoran che abitava nella porta di fronte.
Bussò insistentemente per un lasso di tempo interminabile ed arrivò ad aprirle un uomo un po’ tracagnotto e mezzo pelato.
“Senta lei… sa percaso quando è uscito Shaoran?” domandò lei in preda al panico.
“Chi?” chiese quello grattandosi il capo.
“Shaoran... il suo vicino… quello che abita qui davanti…” balbettò lei portandosi le mani nei capelli.
“Ah sì quel ragazzo. Ah mi spiace ma arrivi tardi, se né andato un’ oretta fa con la valigia in mano.”
“C-come? Un valigia in mano? Ma dove…” Balbettò sconnessamente la ragazza, portandosi le mani alla bocca.
L’uomo si grattò un secondo la testa, come se stesse cercando di ricordare un dettaglio importante.
“Un secondo… quel ragazzo… mi aveva chiesto di dare una cosa ad una certa Sakuba… Yakura…” proferì con un indice portato al mento.
“Sakura?!” sbottò Kinomoto ormai completamente senza pazienza.
“Sì! Esattamente, Sakura!”
“Io sono Sakura! Che cos’ha lasciato Shaoran?!” la sua voce si era fatta stridula; era davvero agitata.
L’uomo si frugò nella tasca posteriore dei pantaloni intanto che spiegava a Sakura la situazione.
“Quel ragazzo mi aveva detto che probabilmente non saresti passata, ma in ogni caso me l’ha lasciata. << Se non passa entro una settimana >> , mi ha detto, << La butti pure via. >>”
Detto questo estrasse dalla tasca una lettera un po’ spiegazzata e la lasciò cadere nelle mani di Sakura, poi chiuse la porta di casa ed abbandonò la giovane su quel pianerottolo.
Kinomoto si sedette sugli scalini ed aprì la busta con mani tremanti, dalla calligrafia dura e perfetta si capiva subito che la lettera era stata scritta da Shaoran.
Se scrivo questa lettera significa solo che sono un cretino. È per te Sakura. Naturalmente tu non la leggerai mai perché figurati se ti verrà mai voglia di venirmi a cercare di nuovo, ma io la lascio lo stesso. La lascio qui, al mio vicino. La lascio in Giappone, insieme al mio cuore.
Ti amo Sakura, da sempre, ma quando ti avevo tutta per me sono stato davvero un imbecille e ti ho lasciata perchè avevo troppa paura di ciò che c’era tra noi. Poi eccomi di nuovo, sbuco qui a Tomoeda dopo la bellezza di sette anni ed ho nel cuore gli stessi sentimenti di quando l’ho lasciata, solo che stavolta al posto della paura di impegnarmi c’è la paura che tu possa non avermi perdonato, la paura che tu possa avermi dimenticato, la paura che tu possa aver trovato un altro al posto mio che si meriti di starti accanto.
Quel timore alla fine era fondato... non posso spiegarti quanto diavolo ho sofferto il giorno in cui ho conosciuto Keisuke… lui che ti guardava con quegli occhi, tutti i suoi gesti gentili... questo mi ha fatto impazzire di gelosia.
Poi quelle due volte che sei stata di nuovo mia, anche solo per una notte, ho sfiorato ancora il cielo con un dito perché c’eri tu di nuovo accanto a me al mio risveglio e ciò mi rendeva immensamente felice.
Sono contento di averti potuto incontrare di nuovo, un’ultima volta, di averti potuto baciare ancora e stringere fra le mie braccia.
Un’ultima volta.
Ora torno in Cina ,Sakura, io non posso venire al tuo matrimonio, non posso vederti una sola volta di più con lui, mi farebbe troppo male...
Spero che tu e Keisuke siate felici insieme. Ricordati però che io ti amo, ti ho sempre amata tanto, più di quanto ora non riesca ad esprimere.
Chissà che fine farà questa lettera.. .e chissà che fine farà il mio cuore.
Ti amerò sempre Sakura,
                                                                                                                       Shaoran.
 

Strinse quel foglio bianco fra le mani come se avesse dovuto stritolarlo. I suoi occhi iniziarono a piangere senza il suo consenso.
“N-non è possibile… Shaoran…” mormorò lei iniziando a singhiozzare.
“Non puoi avermi abbandonata di nuovo…” allentò un poco la presa su quella lettera.
“Non ora… io ti amo…” si abbandonò ad un pianto disperato nascondendo il viso nella lettera scritta da Shaoran chissà quanto tempo prima.
Ormai era tutto perduto, non poteva farci più niente. Lui se n’era andato anche stavolta, portandosi nuovamente con sé il suo cuore.


Muhahaha, quanto ti sta bene Sakura! Così t’impari a lasciare andare Shaoran U.U… sfigata!! XDXDXD non so se si è notato, ma la ODIO in questa FF… poveretta, gliene faccio passare di ogni! Cmq, ringrazio molto velocemente chi ha recensito lo scorso capitolo!
Mille grazie a:
Sakura93thebest
Ferula_91
Ichigo_91
Sakura Bethovina
Al prossimo capitolo: “Time To go
Sayonara!

MoKO_cHAn!
   
 
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