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Autore: IsabellaLight    06/01/2014    0 recensioni
Non credevo che potesse bastare un Natale a cambiare la mia vita, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Ciao ragazzi, una nuova storia nata di getto. Spero vi piaccia :3
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 1
25/12/12 ore 8:05
Aprire gli occhi ed accorgersi che è Natale solo grazie alla mia cara sorellina che saltella sul mio letto e che dice, anzi che grida che Babbo Natale è arrivato, è abbastanza irritante. È così che inizia la giornata; con una peste adorabile attaccata al mio piumone ed il mio braccio martoriato dalla nana.                                                  
Alice che fai?le chiedo.
 E’ arrivato Babbo Natale!dice mentre saltella e i suoi capelli ricci come molle vanno su e giù con lei.
 Lo so. E perché sei ancora qui? le chiedo seriamente curiosa.
Vai a scartare i regali  le dico con un sorriso.
 Volevo aprirli con te  dice e mi guarda con i suoi occhi da cucciola, verdi come quelli della mamma.
 Va bene. Ma tu inizia a scendere che io mi preparo e poi scendo a fare colazione con te, Daniel, la mamma e il papà  le rispondo.
 Ma giù, a fare colazione con noi, c’è anche Ant … .
 La colazione è pronta!  la interrompe mia madre .
 Ok, piccola, inizia a scendere  
 Ok 
Volto il viso verso il comodino, dove giacciono i resti della mia sveglia, e noto che sono le otto e cinque. Irritata a morte con quella peste per avermi svegliata così presto proprio il giorno di Natale, mi alzo dal mio caldo ed invitante letto e mi dirigo verso il bagno. Appena apro la porta di quest’ultimo, vengo investita da una folata calda ed umida e, dalle mattonelle bagnate posso capire che il mio fratellone si sia già svegliato. Strano, davvero molto strano. Di solito non si sveglia prima delle undici, soprattutto oggi. E visto che il bagno lo condivido solo con lui, è impossibile che siano stati i miei genitori. Accantono un attimo questo pensiero e mi addentro in quell’aroma delizioso di bagnoschiuma. Mi volto verso lo specchio e quello che vedo mi fa imprecare. È mai possibile che i miei capelli siano una balla di fieno?! Mentre tento di sistemarli in una coda alta, mi soffermo ad ispezionare il mio viso. Occhi di un insignificante marrone, naso abbastanza piccolo, labbra carnose ma con il difetto di avere quello superiore leggermente più pieno di quello inferiore, viso ovale, con l’attaccatura dei capelli a punta, quasi da far sembrare il volto a forma di cuore e i capelli ricci di un color mogano lunghi quasi fino al sedere. Dopo esser riuscita nel mio intento, acconcio i capelli in modo da avere uno chignon ed inizio a spogliarmi. Entro nel box della doccia e, facendo in modo da non bagnarmi  i capelli, inizio ad insaponarmi energicamente. Quando arrivo alle gambe, e mi chino per arrivare gin alle caviglie, la mia attenzione viene catturata da un luccichio tra la schiuma. Vi immergo la mano e dopo averlo preso, mi accorgo che è un braccialetto d’oro bianco con una targhetta con su scritto una frase molto bella, ma abbastanza enigmatica. “We all have light and dark inside of us A. W.” Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Tutti possiamo essere sia buoni che cattivi, senza essere etichettati come uno o come l’altro. Ma quelle iniziali … quelle iniziali mi chiedevo cosa significassero. Non facendoci caso, uscii dal box della doccia e, riposto il bracciale sul mobile, inizio ad asciugarmi ed a sciogliermi i capelli, rimanendo così solo la coda. In accappatoio, vado verso camera mia dove inizio a vestirmi. Indosso un paio di calze nere, molto coprenti, una gonnellina di raso dorata che arriva fin sopra l’ombelico, ma che scende morbida e con un fiocco in vita, una camicetta bordeaux con una giacca nera e delle ballerine bordeaux. Dopo essermi truccata un po’, prendo il braccialetto e scendo giù in cucina a fare colazione. Appena arrivo all’ultimo gradino, sento un aroma di pancake, che mi manda in estasi. Nel momento in cui varco la soglia della cucina, davanti mi si presenta una scena che mi fa mancare il respiro.  
  
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