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Autore: OfeliaMontgomery    06/01/2014    1 recensioni
Le due fate Nettle (femmina) e Fire (maschio) erano alla ricerca della figlia - Chiara, una delle fate più potenti nel nuovo ‘800 - di un uomo scappato alle grinfie di una delle streghe più potenti, Serafina Salem. Lei pensando di essere umana scopre per la prima volta il mondo di Wizard e insieme a Nettle e Fire cercheranno di scoprire i loschi piani di Serafina e sconfiggerla.
Scusate, non sono molto brava con le trame.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Witches and Fairies.'
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Nettle aveva accompagnato Chiara nella sua camera da letto, essendo che la stanza per la ragazza ancora non era pronta. Chiara si guardava in giro spaesata, – Se vuoi sederti fai pure – disse indicando una poltrona messa nell’angolo vicino alla finestra, la ragazza annuì e andò a sedersi, per poi fare un lungo respiro. – Come ti senti? – chiese gentilmente Nettle, Chiara alzò lo sguardo e una lacrima percorse dolcemente la guancia. Stava piangendo e lei non poté fare a meno di guardare quegli occhi cosi tristi, voleva abbracciarla e cosi fece. L’abbracciò per fargli capire che le era vicina e che cercava di darle un po’ della sua forza, voleva rassicurarla. La ragazza tirò su con il naso e poi ricambiò l’abbraccio mettendo le braccia dietro la schiena di Nettle e la strinse a sé. Restarono così fin quando Chiara non si calmò. – Stai meglio ora? – chiese la fata accarezzando la schiena alla sua amica che annuì.
Le due ragazze si misero sul letto fin quando non caddero in un sonno profondo.
 
La prima ad alzarsi fu Nettle, che cercando di non fare rumore scese dal letto per poi uscire dalla stanza della ragazza. Si stiracchiò un po’, Fire era lì che l’aspettava, sembrava molto arrabbiato - anzi era sicuramente arrabbiato -. Nettle gli fece un piccolo sorriso in cambio il ragazzo sbuffò e incrociò le braccia portandole al petto – Sei arrabbiato con me? – chiese la fata sussurrando, il ragazzo annuì – Sì, sai quanto mi sono preoccupato per te? Perché hai fatto tutta da sola? Potevo aiutarti – disse Fire con tono calmo. La ragazza sospirò – Lo so, sono davvero dispiaciuta, ma appena ho avuto quell’idea, ho preso un cavallo e sono andata alla festa, non ho pensato a niente, l’ho fatto e basta – il ragazzo scosse la testa – Lo so, tu sei fatta cosi, quando ti viene un’idea la devi per forza provare anche a costo della tua vita –.
La ragazza abbassò la testa, non sapeva come ribattere, aveva ragione lui, lei provava a fare le cose anche se pericolose e molte volte rischiava di morire. La fata stava cercando di ricacciare in dietro le lacrime, ma ormai erano già uscite e le stavano bagnando le guancie. Tirò su con il naso e poi scappò, in lontananza si sentiva Fire che le urlava di fermarsi.
Uscì correndo dal castello e si diresse verso il bosco, senza un preciso motivo, sentiva il cuore che pompava velocemente, il respiro farsi sempre più affannoso e i muscoli che le bruciavano. Mentre correva rimase impigliata spesso nei rami bassi degli alberi e rischiò di scivolare un paio di volte per via della neve mischiata alla terra fangosa.
Corse talmente tanto che non si accorse di essersi allontana troppo, adesso il bosco era tetro, oscuro, sinistro così come i suoi rumori e le sue ombre. La luce della luna filtrava attraverso le foglie degli alberi, i rami bassi sembravano delle mani scheletriche, si guardava intorno cercando di capire dove si trovasse. Il rumore di un grillo la fece sussultare. Si fermò all'improvviso, deglutì rumorosamente mentre ascoltava il suo cuore battere quasi pronto ad uscire dal petto, sentiva la paura scorrerle nelle vene, mentre le orecchie si facevano sensibili ad ogni tipo di rumore. Si incamminò di nuovo con passo lento, scrutando davanti e ai lati di se stessa. Il terreno era umido, c'erano sassi e neve mischiata al fango.
Il vento muoveva le foglie e creava rumori spettrali. Poteva guardare davanti, a destra e a sinistra, ma non poteva contemporaneamente guardare alle sue spalle e questa cosa la terrorizzava. Continuava a girarsi per controllare che non ci fosse qualcuno o qualcosa. Chissà cosa si nascondeva in quel bosco, magari c'erano degli orchi oppure dei demoni dietro ai cespugli, magari insetti velenosi o chissà cos’altro….scosse la testa per scacciare quei pensieri, ma ormai la paura si era impossessata di lei.
Iniziò a guardarsi in giro, girava su se stessa per controllare che non ci fosse nessuno alle sue spalle, il suo cuore batteva fortissimo sembra stesse per scoppiarli da un momento all’altro.
Si incamminò verso un piccolo sentiero che si trovava alla sua sinistra, si era alzata la nebbia che non le permetteva di procedere in fretta come avrebbe voluto. Nonostante la foschia, a passi lenti, riuscì ad andare avanti seguendo il sentiero. Camminava con il cuore in gola, speranzosa che avrebbe trovato subito una via d’uscita. A terra, le radici e il fango ostacolavano il suo passaggio sul terreno leggermente in discesa, sarebbe potuta cadere da un momento all'altro. Per sbaglio urtò un ramo e prese una bella botta in testa. Il ramo produsse un leggero rumore. Nel giro di un secondo, mentre si guardava intorno, un’ombra velocissima le tagliò la strada attraversando il sentiero e scomparendo dalla parte opposta da cui era venuta. Era talmente spaventata che riuscì solo a udire un ringhio brutale che uscì dalla cosa che le era passata davanti. Accelerò il passo, il battito del cuore aumentò, le gambe cominciarono a muoversi più velocemente. Arrivò in un punto in cui la nebbia non le permetteva di vedere di niente. Più procedevo in avanti più il suo battito aumentava, Rallentò il passo, solo per riprendere il fiato, fino a che non riuscì a scorgere un tronco rovesciato. Stava morendo dalla paura ma comunque seguì l’istinto e non fece altro che sedersi sul tronco per riposare un po’. Di colpo la nebbia sparì e al suo posto subentrò Freya Cerridwen, la strega dell’est, - conoscitrice di tutte le erbe, con cui preparava pozioni magiche -. Era anche in grado di cambiare forma a piacere, infatti, era per quel motivo che aveva sentito ringhiare, la strega si era mutata in un lupo. Freya Cerridwen era una delle streghe più belle mai vissute, nella sua vita aveva avuto tanti mariti e moltissimi spasimanti da fare concorrenza con chiunque. Aveva un viso ovale, la pelle bianca come il latte, i capelli leggermente arruffati color grano che splendevano alla luce della luna, gli occhi blu come lo zaffiro, le labbra sottili e ben disegnate, delle guance rosse come il sangue e un piccolo naso alla francese.
– Nettle mia cara non volevo spaventarvi – disse la strega avvicinandosi alla fata.
Se Freya era qui significava soltanto che si trovava ai confini a est di Wizard, nella città di Blueville detta anche la città blu perché era vicina a una miniera di gemme preziose, la gemma blu per eccellenza era lo zaffiro. Di un blu meno intenso c’erano il topazio, lo zircone e l’acquamarina. Venivano usate per creare i gioielli e anche per i castelli delle fate e delle streghe più potenti. Wizard veniva anche chiamata la città gialla per via delle miniere di gemme gialle-dorate tra cui il quarzo citrino che era la più diffusa, lo zaffiro giallo che era più pregiato e il più ricercato e poi c’erano il berillo giallo e il crisoberillo.
Nettle scosse la testa – Sono a Blueville? – chiese la fata, la strega ridacchiò e si sedette vicino a lei sul tronco annuendo. – Come mai da queste parti? – chiese Freya inspirando una boccata d’aria mentre la fata guardava la luna con sguardo assente, – Nettle state bene? – chiese ancora la strega toccando la spalla della ragazza riportando l’attenzione della fata su di sé, la fata annuì – Diciamo di sì, sono scappata e a forza di correre mi sono ritrovata qui – disse Nettle riportando il suo sguardo verso la luna che splendeva nel cielo. La strega sospirò – Come mai scappavate? – chiese creando dei cerchi colorati nell’aria usando la magia, – Ho litigato con Fire, tutto qui – rispose voltandosi verso la strega e spostando una ciocca di capelli ribelle dal viso.
– Forse è meglio che tornate a casa, saranno tutti preoccupati per voi, spero di incontrarvi ancora – disse Freya alzandosi dal tronco, quando fu in piedi si mise apposto la gonna e voltandosi verso Nettle le sorrise per poi sparire nel nulla lasciando dietro di sé una leggera nebbiolina.
La ragazza stava entrando nel castello quando le arrivò incontro Fire che l’abbracciò alzandola da terra. – Ero così preoccupato per te, dove diavolo sei andata? – le chiese tenendola stretta fra le braccia, – Mi ero persa nel bosco, ma poi ho incontrato Freya Cerridwen e abbiamo parlato e alla fine mi ha detto di tornare a casa perché voi sareste stati in pensiero per me – disse Nettle appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo. Fire tenendola stretta fra le braccia le accarezzava la schiena – Sì, eravamo tutti in pensiero per te, menomale che stai bene, mi hai fatto morire di paura – la ragazza sospirò – Scusami davvero – le due fate alzarono la testa contemporaneamente e si fissarono negli occhi, marrone come la terra che andava a scontrarsi con blu come il ghiaccio. Fire le toccò una guancia prima con le punte delle dita e poi visto che non si era spostata le accarezzò la guancia dolcemente. Il cuore della ragazza batteva fortissimo come anche quello di ragazzo. La pelle di lei era caldissima contro quella di lui. Le scostò leggermente i capelli dagli occhi e si guardarono ancora, prima che lui si chinò in avanti e premere la sua bocca contro quella morbida della ragazza, Nettle mise le braccia attorno al collo di lui per avvicinarlo di più a lei. Approfondirono il bacio dischiudendo le bocche e lasciando che le loro lingue si incontrassero. Quando si staccarono erano senza fiato ed entrambi con le gote rosse.
La ragazza abbassò lo sguardo staccandosi da Fire – Non avremmo dovuto farlo – disse Nettle prima di correre e chiudersi in camera sua. Lasciando lì il ragazzo scioccato e sconvolto per quello che era appena accaduto.


 
  
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