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Autore: Bloodwriter98    06/01/2014    4 recensioni
Logan ha diciassette anni. Figlio di un'importante famiglia di Elythra, è destinato a diventare guardiano di uno dei quattro elementi.
Eve, invece, è una ragazza umana di diciassette anni che ama stare da sola e non ha amici.
Quando questi due ragazzi, apparentemente molto diversi, si ritroveranno catapultati in un altro mondo nel quale saranno costretti a lottare per sopravvivere, si accorgeranno di avere molte più cose in comune di quante credevano.
Dal testo:
Mi guardò negli occhi sorridendo teneramente.
-Non sei ciò che gli altri dicono tu sia, ma ciò che scegli di essere-
Nonostante il momento critico non potei fare a meno di sorridere.
-E queste frasi sagge dove l'hai lette, su internet?-
Lui scoppiò a ridere.
-Sai, a volte so essere molto poetico - rispose facendo un sorriso sornione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2 - Hopes


In questo capitolo ho inserito un piccolo spaccato (tra la parte secondo il punto di vista di Logan e la parte secondo quello di Eve) scritto in terza persona che servirà poi per capire delle cose negli altri capitoli. Buona lettura :)


Logan
 
Percorsi il lungo corridoio fino a trovarmi nell’aula sopra la presidenza. Chiusi la porta a chiave e contai tredici passi dal muro, mi inginocchiai a terra e riscaldai la lastra del pavimento.
Quando la colla sui bordi si fu sciolta completamente infilai le dita tra le fessure e tirai fuori il pannello. Lo appoggiai con delicatezza a terra e mi misi comodo.
Per caso avevo scoperto che in quel punto si riusciva a sentire tutto quello che veniva detto nella presidenza perciò ogni volta che c’erano novità non dovevo far altro che togliere la lastra dal pavimento e rimanere in ascolto.
Dal piano di sotto si sentivano i passi nervosi del preside.
- Noa siamo nei guai- cominciò l’uomo agitato. Si capiva dal fatto che avesse iniziato a singhiozzare.
- Senza il sigillo non possiamo eleggere i guardiani-
-Calmati Connor - disse la Morris cercando di tranquillizzarlo – Abbiamo ancora gli altri tre sigilli-
-Amara ha ragione, non dobbiamo perderci d’animo. Faremo comunque la cerimonia con quelli che abbiamo- rispose il professor Miller.
-Ma non possiamo eleggere solo tre guardiani- ribatté l’uomo – Gli anziani andranno su tutte le furie quando lo scopriranno -
Era abbastanza vecchio e tutta quella agitazione non gli faceva bene.
-Continueremo come abbiamo programmato e quando ritroveremo l’ultimo sigillo eleggeremo anche il guardiano- concluse la donna - Ora però bisogna raccontare l’accaduto agli anziani per decidere sul da farsi-.
-Va bene – rispose il vecchio rassegnato - Riferirò personalmente il fatto agli anziani ma mi raccomando che la notizia non si sparga, sarebbe un disastro- continuò isterico.
Feci un sorrisetto divertito.
Tra meno di sei ore tutto l’istituto l’avrebbe saputo.
Quando sentii la porta della presidenza sbattere, ripresi il pannello e lo rimisi al suo posto mettendo un po’ di colla suoi bordi per fermarlo.
Da quando avevo scoperto quel posto ne portavo sempre un tubetto dietro.
Uscii dalla stanza e scesi velocemente le scale. Mi sentivo quasi un po’ sollevato e speravo con tutto me stesso che il sigillo perso fosse il mio.
 
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Il ragazzo aprì la pesante porta di legno ed entrò nella biblioteca della villa.  
Nonostante avesse ventitré anni ne dimostrava molti di meno.
Il Signore Oscuro stava seduto sulla sua poltrona e osservava annoiato la sfera sul tavolo.
-Mio Signore, le porto buone notizie – cominciò il ragazzo facendo un inchino.
Nei suoi occhi azzurri brillava una strana luce.
-Finalmente Vins, cominciavo ad annoiarmi- rispose l’uomo alzandosi dalla sedia e passeggiando per la sala.
-I tuoi informatori hanno riferito che uno dei quattro sigilli è scomparso-
-E così quei vecchi hanno fallito- fece l’uomo soddisfatto.
-In realtà, mio signore, faranno lo stesso la cerimonia e appena troveranno l’ultimo sigillo completeranno il cerchio dei guardiani-
Si sentì un ringhio soffocato poi il Signore Oscuro fece un sospiro. -Chi sono i prescelti?-
- I guardiani sono Logan Visser, fuoco, Nadia Olsson, aria, Ariana Russel, terra, e Axel Haugen, acqua-
-E così il figlio dei Visser diventerà un guardiano – disse l’uomo con un ghigno – Ci sarà da divertirsi –
-Il suo informatore ci ha avvertiti poi che gli anziani sospettano che l’ultimo sigillo si trovi in un'altra dimensione, su un pianeta chiamato Terra-
-Manda i miei Demoni Ombra a cercarlo – disse l’uomo avvicinandosi alla finestra – Voglio quel sigillo-
-Sarà fatto, mio signore- disse l’altro facendo una riverenza e chiudendosi la porta alle spalle.

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Eve
 
Quando tornai a casa mia madre mi fece la solita ramanzina e io mi chiusi in camera mia. Odiavo quando mi trattava come una bambina che non sapeva badare a se stessa.
Mi infilai gli auricolari e lasciai che le note di My Immortal degli Evanescence mi entrassero nella testa.
Mi stesi sul letto e cacciai dalla tasca il medaglione. 
Ora che l’osservavo meglio notai che i bordi inferiori erano leggermente zigzagati. Non era rovinato, sembrava uno di quei medaglioni a incastro. Lo girai e vidi che sul retro era incisa una parola.
Aer. Aria in latino. 
Avevo studiato quella lingua nell’anno trascorso in Italia.
Magari era uno di quei medaglioni strani che davano poteri a chi lo indossava. Sorrisi pensando a quanto fossi suggestionabile. Mi stavo facendo tante paranoie per uno stupido medaglione trovato per terra. Appoggiai il ciondolo sul comodino e chiusi gli occhi. Ero esausta.
 
Quella mattina mi sentivo stranamente carica. Mi ero svegliata di buon umore ed ero uscita di casa prima del solito. Avevo attribuito tutta quella positività al ciondolo trovato il giorno prima così lo ribattezzai come mio portafortuna.
Invece dei miei soliti vestiti neri, quella mattina avevo indossato una maglia di cotone azzurra con dei jeans blu scuro e, al posto della solita linea nera spessa intorno agli occhi, misi solo un po’ di mascara.
Scesi velocemente le scale che portavano alla metropolitana e sentii il ciondolo sbattere contro il mio petto ogni volta che saltano i gradini.
Quando arrivai a scuola c’erano già tante persone. Risi pensando che, a qualunque ora fossi uscita di casa, sarei riuscita ad arrivare comunque ritardo.
Tutti i ragazzi nei corridoi mi guardavano disorientati e a dire il vero anch’io ero sorpresa del mio umore. Di solito ero sempre scontrosa e camminavo a testa bassa mentre oggi stavo addirittura sorridendo.
Agli altri ragazzi la cosa non sembrò dar fastidio e iniziarono a sorridermi a loro volta.
Forse questa era la volta buona che sarei riuscita ad andare d’accordo con qualcuno.
Così mia madre non mi avrebbe più stressato.
Percorsi i corridoi dell’edificio e mi diressi al mio armadietto. Odiavo l’ora di ginnastica perché il professore era completamente matto e ci faceva correre intorno alla pista di atletica per tutta l’ora ma quel giorno era diverso. Dopo tanti anni mi sentivo di nuovo viva.
Grazie stupido medaglione bizzarro, pensai portandomi una mano al collo.
Presi la sacca con la tuta e andai negli spogliatoi. Indossai un paio di pantaloncini corti con una maglietta bianca e legai i capelli castano cenere con un elastico.
Quando uscii dagli spogliatoi trovai il resto degli alunni che già avevano iniziato a correre.
Il professore mi si avvicinò e mi guardò con un aria strana.
-Simons come mai hai deciso di onorarci della tua presenza?- fece brusco.
Se l’era presa per tutte quelle volte che avevo saltato la sua lezione.
-Oggi mi sento in forma, prof- risposi sorridendo. Non era però uno di quei sorrisi forzati che avevo imparato a fare con gli anni. Era un sorriso vero.
Il professore sembrò soddisfatto della risposta e mi fece segno di raggiungere gli altri.
Comincia a correre e mi sentii libera. Il vento mi soffiava contro e chiusi gli occhi per assaporare quel momento.
-Guardate, la sfigata è venuta a lezione oggi- disse un voce così squillante che mi diede sui nervi.
Aprii gli occhi e vidi che quella che aveva parlato era Cyntia Evans. Era un’oca che frequentava molti dei miei stessi corsi e accanto a lei c’erano le sue amichette, Amber e Jade.
Sospirai pensando a dove potesse arrivare la stupidità delle persone e accelerai il passo.
Quello era il mio giorno perfetto e nessun oca viziata me l’avrebbe rovinato.
Quando l’ora finì ero sfinita ma soddisfatta. Mi diressi verso gli spogliatoi quando qualcuno mi venne addosso facendomi finire a terra. Alzai lo sguardo e vidi Cyntia che mi guardava divertita.
-Come sono sbadata oggi- fece ridacchiando – E’ solo che non sono abituata a vederti in giro. Perchè ti sei disturbata a venire? Forse i tuoi genitori ti hanno abbandonata di nuovo - disse con cattiveria.
Mi alzai furiosa. Aveva rovinato il mio giorno. La guardai con gli occhi iniettati di odio.
-Stammi lontana Evans -
Sembrò intimorita dal mio tono perché il suo sorrisetto scomparve e cominciò ad indietreggiare.
Ero talmente arrabbiata che non mi ero accorta che il vento si era alzato moltissimo e il professore ci stava urlando di rientrare nell’edificio. Io però non riuscivo a muovermi. Sentivo solo una grande rabbia dentro e il bisogno di sfogarmi.
Il vento si alzò così tanto che Cyntia fu spinta a terra ma io rimasi impassibile al mio posto. Sembrava quasi che la folata d’aria fredda mi girasse attorno, come uno scoglio nel mare.
Feci un lungo respiro e riuscii a calmarmi. Quando riaprii gli occhi vidi che il vento era cessato di colpo. Guardai un’ultima volta Cyntia che mi osservava terrorizzata e corsi via.


Note dell’autore:
Ciao a tutti :) Ecco il secondo capitolo ^.^ Volevo pubblicarlo ieri ma mi sono ridota a fare i compiti l’ultimo giorno xD così ho deciso di farlo oggi. Che ne pensate?
Volevo ringraziare Prillashock99 e Sana_jasm97 per aver inserito la storia tra le preferite e Arya373, RayaFee e Sun_Rise93 per averla inserita tra le seguite. Non sapete quanto si importante per me.
Un bacione e a presto :)

 
  
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