Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Sara_Lau21    06/01/2014    8 recensioni
Gaia ha undici anni e vive con il fratello di ventotto anni ormai da anni, neppure si ricorda che faccia abbiano i suoi genitori.
Un giorno come tanti va a scuola e al suo ritorno a casa il suo supplente d'inglese l'attacca.
Una nuova vita si prospetta per Gaia, dei poteri tutto fuorchè umani è una missione da portare a termine assieme ad altri tre ragazzi.
La storia di una diretta discendente di uno degli elementali durante un periodo che rischia di portare due mondi completamente diversi alla rovina, due universi alla più completa devastazione.
[La storia è sempre sotto costante rivisitazione per via dei possibili errori grammaticali, non per il contenuto -che rimarrà sempre invariato- quindi, se in una recensione troverete che mi indicano degli errori non presenti nel capitolo è perché ho modificato usando quei suggerimenti :) ]
Genere: Azione, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1° capitolo: Un inizio movimentato.

 

Gaia si stropicciò gli occhi e si stirò, sbadigliando.

Con una mano spense la sveglia che aveva sul comodino e si alzò dal letto, scendendo e infilandosi le ciabatte.

I suoi lunghi capelli castani leggermente mossi erano ancora spettinati, ma Gaia non ci diede nessuna importanza, tanto doveva ancora lavarsi e prepararsi per bene.

Dopo aver aperto la finestra Gaia aprì l'armadio e tirò fuori un paio di jeans, una maglietta a mezze maniche, un giacchetto e la biancheria intima, quindi, uscì dalla stanza prendendo un paio di scarpe da ginnastica, per poi dirigersi al bagno che si trovava al piano terra della villetta a schiera dove viveva.

Gaia si buttò quasi subito sotto l'acqua della doccia, lavandosi e svegliandosi per bene, quindi, uscì e si vestì con tutto ciò che aveva portato da camera sua, per poi andare a specchiarsi e a pettinarsi.

I suoi capelli le arrivavano al seno ed erano davvero lucenti, mentre i suoi occhi erano color nocciola ed esprimevano tutta la sua ingenuità e purezza, visti i suoi undici anni. Il fisico per essere di una ragazzina era robusto, forte e leggermente tozzo, essendo Gaia alta sì e no un metro e cinquanta e destinata a crescere ancora poco.

Dopo essersi specchiata uscì dal bagno e tornò al piano di sopra a prendere la cartella di scuola, il portafoglio e il cellulare, per poi controllare l'ora e correre fuori di casa.

Erano le 07:30 e lei doveva ancora fare colazione e poi, prendere l'autobus.

Gaia attraversò la strada di corsa ed entrò della pasticceria che avava davanti casa, la quale, come ogni mattina era molto affollata, per via del suo prestigio in tutta Firenze.

-Ciao Gaia- la salutarono alcuni dei clienti abituali, sia ragazzi che adulti.

Lei ricambiò tutti con un veloce sorriso e un cenno della mano, per poi avviarsi al bancone, dove fu accolta dal proprietario della pasticceria che si occupava anche di servire.

-Ti preparo la stessa cosa di sempre?- chiese il giovane uomo, un tipo di ventotto anni che Gaia conosceva molto bene.

Lei annuì e si mise ad aspettare.

Il giovane aveva dei corti capelli castani con qualche sfumatura di grigio, delle leggere basette, degli occhi azzurri come il cielo, un fisico asciutto, longilineo e una statura abbastanza elevata, sul metro e ottanta.

Nessuno avrebbe mai sospettato la stretta parentela che c'era tra lui e Gaia, il loro essere fratelli.

-Ale, riuscirò a mangiare prima che arrivi l'autobus?- Gaia richiamò l'attenzione di Alessio su di sé e il fratello la guardò sospirando, per poi arrivare con il solito cornetto al cioccolato e il solito cappuccino che la minore voleva tutte le mattine.

-E ringrazia il cielo che questo posto è mio e non devi pagare- Gaia sorrise a quell'affermazione, iniziando a mangiare, ben consapevole dell'enorme fortuna che aveva nel non dover pagare, tanto i soldi erano sempre quelli del fratello.

Dopo aver mangiato la ragazzina salutò Alessio e tutti i suoi conoscenti, quindi uscì di corsa e si avviò a passo spedito verso la fermata dell'autobus che si trovava a meno di cento metri.

L'auttobus stava arrivando e lei era di corsa, ma per fortuna dei ragazzi fermarono l'autobus prima di lei e lei riuscì a salire, anche se aveva ancora il fiatone.

Erano le 07:45 e in meno di dieci minuti sarebbe giunta nei pressi della scuola che frequentava.

Appena Gaia scese dall'autobus si diresse verso scuola a passo spedito, salutando alcune persone, per lo più dei ragazzini di scuola sua, per poi entrare dentor l'edificio costruito su due piani e dirigersi nella sua classe, la I C.

Lei entrò e si sedette, salutando la sua compagna di banco e tutit gli altri suoi compagni di classe, quindi entrò un insegnante per lei del tutto nuovo, doveva essere il supplente d'inglese, visto che la loro professoressa era andata in maternità per sei mesi.

L'uomo era un normale professore di trent'anni, niente di strano, ma Gaia sentiva che qualcosa non quadrava e la cosa non le piaceva affatto.

Alla fine lasciò perdere i suoi mille pensieri e seguì -o almeno ci provò- la lezione di matematica, ascoltando il nuovo insegnante, il quale ogni tanto la guardava.

Qualcosa non quadra... no” pensò, anche se poi lasciò che la mattinata procedesse come sempre: Noiosa.

Gaia era una ragazzina allegra ed era abituata ad uscire spesso, andava a parlare con le sue amiche delle altre classi e a giocare a qualche gioco a caso, così, tanto per non stare in classe.

La mattina andò avanti così, con lei che spesso usciva, che seguiva le lezioni solo lo stretto necessario e che a ricreazione andò in giardino per divertirsi un po', correndo, giocando e parlando con i suoi amici.

A fine mattina Gaia prese l'autobus per tornare a casa sua e per tutto il tragitto ascoltò un po' di musica tramite gli auricolari.

Quando dovette scendere si ritrovò poco distante da casa sua e s'incamminò.

-Gaia, giusto?- una voce stramnamente familiare, maschile e adulta la chiamò, facendola voltare di scatto.

Il suo nuovo supplente.

-Buon giorno. Scusi, ma starei rincasando- lui le sorrise divertito.

-Puoi venire con me un secondo? Ti devo parlare- Gaia essendo ancora piuttosto piccola pur sentendo una certa aura strana intorno a quell'uomo pensò di seguirlo, dopo tutto che cosa poteva mai farle di male?

Nei suoi undici anni di vita non le erano mai successe cose estremamente strane e quindi si fidava abbastanza degli adulti.

-Va bene, la seguo- i due si allontanarono e raggiunsero un vicoletto cieco e lì Gaia comprese di doversi preoccupare.

C'era qualcosa che non quadrava.

Per miracolo Gaia schivò un pugnale che avrebbe dovuto colpirla e rimase shockata da tale comportamento da parte del suo supplente.

-C-che...?- l'uomo non le rispose, i suoi occhi presero il colore del fuoco e l'attaccò di nuovo.

Lei schivò l'attacco e tentò di scappare, ma l'uomo le si mise davanti.

Era fregata, sentiva di non avere vie di fuga.

Un pugnale stava per essere lanciato nella sua direzione e Gaia appena vide di essere sotto attacco, addirittura vicina alla morte, incorciò le braccia ad X come per difendersi, chiudendo gli occhi e per meno di un minuto davanto a lei apparve come una ragnatela di foglie e di piccoli arbusti, come se lei stessa l'avesse creata.

Gaia riaprì gli occhi e vide tale ragnatela scomparire proprio dinanzi ai suoi occhi e in quel momento l'uomo si voltò di scatto, dandole improvvisamente le spalle e mutando la propria forma.

Uno strano essere con un corpo squamoso e lungo circa tre metri, quattro zampe con cinque dita e con degli artigli lunghi almeno cinque centimetri e molto duri, possenti e spessi, una coda anch'essa squamosa e con degli spunzoni che sembravano dei chiodi enormi, un paio d'ali squamose e un muso allungato con una lingua biforcuta e delle fauci impressionanti dava le spalle a Gaia e osservava il suo nuovo nemico, Alessio.

Il fratello di Gaia era davanti all'essere e mise le mani dinanzi a sé, senza neppure guardare la minore.

Una sfera d'acqua e poi una sfera di terra, in risultato fu molto fango e l'essere sputò del fuoco, ma Alessio schivò abilmente l'attacco, andando da Gaia, la quale stava letteralmente perdendo i sensi dallo shock.

Poco prima di svenire Gaia sentì il fratello prenderla in braccio e poi senti un vuoto improvviso intorno a lei, per poi perdere del tutto i sensi.

 

Angolo autrice:

 

Sì, mi sono data al fantasy e vorrei un vostro parere al riguardo.

Vorrei sapere se mi devo dare all'ippica o posso continuare a scrivere in tale categoria senza essere linciata.

Questo è il primo capitolo e spero che vi sia piaciuto, se vi è piaciuto una recensioncina non vi costa nulla, solo il 5x1000 del vostro tempo :) se non vi è piaciuta e volete criticarmi, be', se avete qualcosa di costruttivo da dire (per esempio, se avete notato degli errori/ripetizioni che io non ho notato etcc) siete liberissimi di recensire, se invece volete criticare in modo gratuito, offendendo pure, be', quella è la strada per andare cortesemente a quel paese :)

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Sara_Lau21