Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: indiceindaco    06/01/2014    3 recensioni
Quando cala il sipario, ed il pubblico abbandona le poltroncine in velluto rosso, ed il brusio della gente si fa fioco, sempre più fioco, cosa succede dietro le quinte? Ad ormai quattro anni dall'uscita dell'ultimo libro, dall'ultima pagina voltata con emozione, aspettativa, malinconia, da quell'ultima frase che ha commosso tutti, nel bene e nel male. Il sipario è calato, il teatro è già stato ripulito, eppure no, non è finita qui.
Harry, Ron ed Hermione, ancora insieme si trovano ad affrontare la vita, quella vera, quella oltre le quinte di scena. E tanti cambiamenti si prospettano all'orizzonte. Scelte da prendere, scelte da rimandare, scelte in cui perdersi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius, Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XV. A piedi nudi
"E la cosa più sfortunata e pericolosa che m’è capitata
è la vita.
Che n’a vorta che nasci, giri, conosci, intrallazzi
Ma dalla vita, vivo nun ne esci. Uno solo ce l’ha fatta…
Ma era raccomandato.”
Mannarino
 
Il suo abito turchese la stava uccidendo.
Continuava a chiedersi come fosse riuscita ad entrarci, ed ad ogni respiro temeva di rovinare per sempre la sua reputazione, guadagnandosi una magrissima figura. Era stata tutta colpa di Ellis, le aveva dato il tormento per quel costume, praticamente costringendola a travestirsi da ninfa del lago. Ancora le risuonavano alle orecchie le parole dell’amica:
-Gin, il turchese è assolutamente il tuo colore! Si sposa benissimo con la tua carnagione!
Così l’aveva trascinata ad Hogsmade, ad affittare quel dannato costume che tentava –e con buonissime probabilità di successo- di soffocarla. La sua idea era di riciclare un vecchio costume da zucca della madre, ma non aveva nemmeno osato proporre l’idea a quella che era diventata la sua migliore amica.
Con il corpetto a comprimerle la cassa toracica e la gonna a palloncino in tulle che non ne voleva sapere di star giù, la più giovane tra i Weasley, quella sera, si era rassegnata a far il suo ingresso in Sala Grande. A nulla era valso il suo cattivo umore, né il morale sotto i piedi. Ad Ellis non si poteva dir di no.
La verità era che Ginny trovava stupido partecipare alla festa di Halloween, era una completa idiozia dover indossare un costume, e divertirsi, quando i suoi più cari amici non erano lì. Avrebbe di gran lunga preferito rimanere in dormitorio per tutta la sera, ma prima ancora che potesse proferir parola, Ellis l’aveva travolta con mille proposte, strappandole una promessa:
-Ginny Weasley! Ad Halloween tu farai vedere a tutti cosa voglia dire divertimento, è chiaro?
Inutile dire che Ginny non avrebbe rispettato quella promessa, neanche se l’avesse voluto davvero. I tacchi alti erano un attentato in piena regola al suo equilibrio, e si trovava davvero a disagio a camminarci sopra. In più non amava gli sguardi che, di tanto in tanto, erano lanciati alle sue gambe, e le sembrava che persino le sue ginocchia potessero arrossire. Così era rimasta, per tutta la sera, seduta ad uno dei numerosi tavoli sparsi ai lati della Sala Grande, mentre Ellis non faceva che scatenarsi al centro dell’enorme stanza, ballando.
All’inizio, Ginny, per disperazione, aveva cercato Neville con lo sguardo, ma dell’amico non c’era l’ombra. Aveva intravisto di sfuggita Luna, ma la ragazza sembrava troppo assorta e concentrata sui festoni, o su qualunque cosa lei potesse vederci sopra.
E mentre tutti gli studenti di Hogwarts si godevano la festa organizzata per quell’Halloween, la piccola Ginny tormentava una ciocca di capelli sfuggita al suo chignon.
Si chiedeva cosa stesse facendo il suo Harry, se fosse con suo fratello ed Hermione. Ripensava alla lettera che l’amica le aveva mandato, in cui la informava del suo tanto aspettato fidanzamento con Ron, e le faceva riportava notizie di Harry, dato che lui non sembrava prendersi la briga di farlo. Dentro di lei, Ginny, sapeva che qualcosa non andava, e lo stava lentamente ammettendo anche a se stessa. Senza però rinunciare alla convinzione che, una volta rivisto Harry durante le vacanze di Natale, tutto si sarebbe sistemato. S’era confidata con Herm, e  aveva ricevuto solo rassicurazioni, ma poco convincenti. Sospettava che la ragazza non le dicesse tutto, ma l’unica possibilità di sapere qualcosa in più era parlarle faccia a faccia, il che era veramente impossibile. Ginny, inavvertitamente, sospirò affranta. Non era una stupida, anzi era perfettamente consapevole della difficoltà di una relazione a distanza, ma finché aveva avuto Harry al suo fianco non ci aveva dato peso. Nessuno le aveva detto che sarebbe stato così difficile.
Con lo sguardo perso nel vuoto ed una mano sulla guancia, Ginny non si accorse della persona che prese posto accanto a lei, immersa in quei suoi sospiri.
-Guarda un po’…che spreco!
Ginny trasalì sentendo quella voce suadente a pochi centimetri dal suo orecchio. Si voltò di scatto e si ritrovò di fronte un ragazzo alto, travestito da…
Lo sconosciuto doveva aver letto il disappunto negli occhi di Ginny, quando rispose:
-Niente paura! Sono solo un vampiro!- disse il ragazzo mettendo le mani guantate avanti, per poi aggiungere: -Ma bevo solo succo di zucca, giuro!
A Ginny scappò un sorriso, spontaneo.
Era alto, dai capelli scuri che incorniciavano un volto dalla carnagione resa quasi lattea per via del travestimento. Aveva labbra esangui, anche quelle un artificio scenico, che sorridevano sincere, ed occhi scuri e penetranti che per un attimo disorientarono Ginny.
-Ehm…scusami ero d-distratta. Cosa dicevi?- disse Ginny con voce tremula. Il ragazzo per tutta risposta fece un mezzo inchino e si accomodò sulla sedia accanto a lei.
-Dicevo, signorina, che è un vero spreco.- disse, sfilandosi i guanti bianchi dalle mani, con fare indignato.
-Non ti seguo, mi sa…
Il ragazzo non smetteva di sorriderle, forse per metterla a suo agio, e a guardarla in viso, ma da quello che le disse poco dopo, Ginny ebbe tutt’altra impressione:
-Veder una così bella ninfa, seduta qui da sola. Non trovi anche tu sia uno spreco?
Ginny arrossì violentemente, ma per fortuna l’interlocutore, date le luci soffuse della Sala non se ne accorse. Ma il suo desistere dal rispondere nell’immediato la tradì ugualmente.
-Spero non ti diano fastidio i complimenti degli sconosciuti. In tal caso, piacere, Robert! Settimo anno, Corvonero.
Ginny si decise a porgergli la mano, contagiata dalla spontaneità del ragazzo, e sorridendo a sua volta, disse:
-Piacere mio. Io sono Ginny, settimo anno, Grifondoro.
Peccato che si ritrovò ancora una volta nell’imbarazzo più assoluto: invece di stringerle il palmo, infatti, quel Robert, aveva deciso di farle un elegantissimo baciamano.
Ginny non avrebbe mai pensato che l’espressione “andare a fuoco” potesse essere più che una semplice metafora.
 
***
 
-Già, Parkinson, perché non ci spieghi, mmh?- disse Hermione, portando le braccia al petto e alzando il mento, con aria di sfida.
Harry colse l’antifona e si preparò ad affiancare l’amica, mentre la Parkinson continuava a sorridere innocente, di fronte a Draco.
-Ehm…veramente io preferirei di no, se fosse possibile sapete, io…- cercò di dire Ron.
Hermione per poco non lo incenerì con lo sguardo, salvo poi dipingere sul proprio viso un’espressione di puro stupore, una volta sentite le parole di Zabini:
-Mi trovo d’accordo con Weasley. Perché non torniamo di là?- disse il ragazzo, con tono pacato : -Gli ospiti di Potter si staranno chiedendo dove siamo finiti…
-Si fottano gli ospiti di Potter!- sbottò malamente Malfoy.
Pansy di scatto venne oltrepassata dall’ex-Serpeverde, che adesso fronteggiava Blaise.
-Non si potrebbe evitare che qualcuno fotta chiunque altro?- disse piagnucolando Ron. Hermione, impressionata dalla diplomazia di Blaise, alzò gli occhi al cielo, sperando che il suo ragazzo mostrasse un briciolo di maturità, mentre Pansy tornava alla carica, affiancando Malfoy, nel disperato tentativo di calmarlo.
Harry, impassibile, assisteva alla surreale scena, incapace di proferir parola. Non riusciva a spiegarsi cosa stesse succedendo, e soprattutto cosa avesse spinto quei quattro a irrompere in cucina. Si trattava sicuramente di un’insinuazione malevola della Parkinson, ma non era da Hermione raccogliere una provocazione gratuita e, per quel poco che sapeva di lui, non sembrava nello stile di Zabini spettegolare. Su cosa poi? Si ridestò solo quando si sentì chiamare in causa:
-Qualsiasi cosa stiate tramando, voi due…- stava dicendo Malfoy, -sappiate che io con quello là non voglio averci niente a che fare. E fareste bene a piantarla prima che…
Malfoy non poté concludere la sua minaccia, perché Harry infastidito esplose:
-“Quello là” ha un nome.
Malfoy lo fulminò con lo sguardo, facendogli intendere che non sarebbe sorto nessuno scrupolo alla propria coscienza se, per caso, ad Harry fosse successo qualcosa di spiacevole.
-Nessuno ti ha interpellato, mi pare.- rispose velenoso.
-Sei stato tu a tirarmi in ballo, Malfoy, mi pare!
Prima che quel battibecco potesse sfociare in qualcosa di doloroso per entrambi, Blaise si sentì d’intervenire.
-Ragazzi, non mi sembra il caso di saltarsi addosso, forza…- disse accondiscendente.
-Sono d’accordo con Zabini, eviterei volentieri questo spettacolo anch’io!- proruppe Ron, rabbrividendo e con un’espressione orripilata negli occhi. La sua infelice uscita gli fece guadagnare un risolino soffocato di Pansy ed una sonora gomitata da parte di Hermione.
- Weasley, giuro su Morgana…- incominciò Malfoy.
-Oh, per l’amor di Salazar, smettiamola con insulse insinuazioni e stupide minacce. Pansy ha semplicemente dato voce ad un proprio pensiero.- s’intromise perentorio Blaise – Ci siamo lasciati coinvolgere dalle sue parole. È evidente che non si tratta di nulla di fondato.
Malfoy, sentito il tono dell’amico sembrò calmarsi un po’, mentre Harry lo guardava con rabbia, non capacitandosi della sua reazione e delle sue risposte. Lo irritava all’inverosimile quel suo modo di fare altalenante, quella sua faccia da schiaffi e quell’espressione così diversa rispetto a prima…Prima, ad Harry era parso di vedere un altro Malfoy, anzi ne era sicuro. Ma adesso sembrava essere tornato lo stronzo che da sempre conosceva. E in quel momento, il calore che ancora tormentava la sua mano, avrebbe voluto scaraventarglielo in faccia, dandogli un pugno.
-Esatto…è tutta colpa mia. Mi sono lasciata provocare come una stupida.- disse Hermione, mettendo una mano sul braccio di Harry, accanto a lei, cercando di tranquillizzarlo.
- Sì, Draco. È colpa della Granger! Il mio voleva solo essere uno scherzo innocente!- disse Pansy, gettandosi tra le braccia di Draco, non senza aver colto lo sguardo allibito di Hermione.
Blaise finalmente si permise di sorridere e rivolgendosi ad Harry disse:
-Potter, dal momento che tutto sembra essersi chiarito, proprorrei di…
Ma Harry non lo lasciò finire, e sgarbatamente, prima di abbandonare la cucina sbattendo la porta, disse:
-Tornare da quei fottuti ospiti, certo.
 
***
 
-Mi chiedo perché voi donne vi ostiniate a torturarvi così, sai?- le stava dicendo Robert, mentre lei non poteva far a meno di ridere.
-O, forse, si tratta un astuto modo di farmi intendere che non accetteresti di ballare con me, per nulla al mondo!
Ginny si lasciò prendere dall’ennesima risata, ed asciugandosi una lacrima sfuggita alle sue ciglia disse:
-No, no! Ho male a i piedi sul serio!
Fu il turno di Robert di ridacchiare.
-Togliti le scarpe, no?- propose il ragazzo con un occhiolino.
A Ginny faceva male la pancia per il troppo ridere. Non erano tanto le parole di Robert a divertirla, ma quel suo tono particolare, fuori dagli schemi, il modo di scegliere le parole. Sembrava non preoccuparsi minimamente di ciò che la gente pensasse di lui, né tanto meno delle apparenze. La sua spontaneità era fuori dal comune, ed aveva dei modi affabili, caratteristiche che contagiarono Ginny. La ragazza non s’era stancata un attimo di sentirlo parlare, anzi più gli argomenti diventavano assurdi e astratti, più Ginny sarebbe stata ad ascoltare le sue battute. Più di una volta aveva spiato il profilo del ragazzo al suo fianco, che con una faccia buffissima si guardava intorno mentre parlava e analizzava l’ambiente circostante. Ginny non aveva potuto far a meno di notare quanto fossero profondi ed intensi i suoi occhi, quando guardandola, avanzava l’ennesima e assurda teoria o proposta.
-Ma ti pare? Non posso togliermi le scarpe e ballare scalza!- disse lei, portandosi una mano alle labbra, mentre con l’altra si teneva l’addome, ormai dimentica dell’eventuale esplosione del suo abito.
-No? E chi l’ha detto?- disse Robert, come fosse sorpreso dalla rivelazione, -Mai sentito niente del genere! Anzi, semmai il contrario: non ci sono feste senza ballerini scalzi, oggigiorno! 
Ginny nascose il viso fra le mani, ridendo a più non posso. Poi, d’improvviso, le mani del ragazzo raggiunsero le sue, per scostarle. Ginny vide il suo interlocutore spiare il proprio viso, adesso libero dalle mani.
-Non nascondere la tua risata! È così bella!- aveva detto lui, le mani di Ginny ancora tra le sue.
La ragazza sentì una fitta alla bocca dello stomaco e il sorriso non poté far a meno di rifiorire sulle sue labbra, cancellando l’istante di disappunto.
Un pensiero fulmineo la colse, doloroso: quand’era stata l’ultima volta che Harry l’aveva sentita ridere?
 
***
 
Harry cercò di tornar padrone di se stesso, sorridendo forzatamente a Dean e Seamus che gli fecero un cenno, mentre chiacchieravano con Jay e Nisson.
Senza fermarsi a parlare con loro, Harry si diresse verso il tavolo e addentò con rabbia una delle tartine. Aveva i nervi a fior di pelle, e sapeva di dover darsi una calmata, ma più pensava all’accaduto, più gli veniva voglia di buttar fuori di lì tutta quella gente, compresa Hermione che lo aveva messo in quel casino, e che gli aveva dato il tormento per quella dannata festa. Ripensò al tono di Malfoy e sentì la rabbia montare: quando era da solo con lui, sfoderava quella sua voce di velluto, faceva il simpatico e sembrava quasi sopportabile. Gli aveva persino proposto, tempo prima, di collaborare, di essere i migliori…insieme! Ma era bastato che Zabini e la Parkinson mettessero piede in cucina, per assistere alla sua trasformazione in principino spocchioso.
Sua Eccellenza il Re degli Stronzi, pensò imperioso Harry, mandando giù un bicchiere di ponce.
-Harry, amico…t-tutto bene?- disse Ron mettendogli una mano sulla spalla.
Harry avrebbe volentieri sbraitato contro anche a lui, ma sapeva che Ron non c’entrava assolutamente nulla, anzi sembrava essere il più estraneo alla situazione, quasi ne fosse stato nauseato. A quel punto Harry, facendo mente locale, si chiese come mai Ron non avesse preso le sue difese. Sembrava piuttosto che fosse stato in un angolo a pregare che quella storia si concludesse in fretta.
-Si può sapere che diavolo vi è preso?- sbottò Harry.
-Oh, Harry…quella stupida della Parkinson, s’è messa a dire delle robe…io non ci volevo credere!- stava gesticolando animatamente Ron. Harry intuì che, se voleva capirci qualcosa, avrebbe fatto meglio a non interromperlo.
-Ma cerca di capire…Quella lì ha detto qualcosa su… Insomma Hermione sembrava talmente indignata, come se si sentisse una scema. Aveva la stessa faccia, giuro, uguale. Sai no? Quella che le veniva quando qualcuno otteneva un voto più alto del suo in qualcosa. E sembrava proprio che la Parkinson avesse avuto un voto più alto in…in…Beh, come se la Parkinson sapesse e lei no. E quindi Herm, sai com’è fatta, è come impaz…-
-Sapesse cosa, Ron? Cosa cazzo ha detto quell’idiota?- sbottò Harry, stanco dell’arrotolarsi dell’amico in quel vortice di parole.
-No, Harry, non hai capito! Hermione non è idiota…ho detto che deve essersi sentita idiota…- stava cominciando Ron, difendendo a spada tratta la sua ragazza.
-La Parkinson, Ron!- sbraitò Harry, fuori di sé: -Cosa diavolo ha detto la Parkinson!
-Aaaah, quell’idiota, sì!- sembrò illuminarsi Ron, per poi seppellire il proprio sguardo nelle scarpe. Harry picchiettò con le dita sul bicchiere, nervosamente.
-Ha detto che tra te e Malfoy…- cominciò Ron, incapace di continuare.
Harry inarcò un sopracciglio, fissando il suo migliore amico, e sperando che Ron non lo portasse a renderlo il suo ex-migliore amico.
-Tra me e Malfoy, COSA?- lo incalzò furiosamente Harry.
-Oh, ti prego…non farmelo dire. È stato già abbastanza orribile, sai?- piagnucolò Ron.
-Ha detto che tra te e Malfoy c’è qualcosa. E non alludeva a due amici per la pelle.
La voce di Hermione giunse alle sue orecchie, pietrificandolo.
 
***
E così aveva ballato, scalza, perché forse Robert un po’ di ragione l’aveva. Per una volta, una volta sola, Ginny decise di fregarsene degli sguardi di disappunto, del rossore delle sue guance. Persino della voce di Ellis che poco distante la incitava.
Robert s’era chinato a prenderle la mano e l’aveva trascinata al centro della sala, non appena lei aveva dato segno di un minimo cedimento.
Aveva ballato una canzone, così come aveva detto:
-Ok, un solo ballo però…
E poi ce n’era stata un altro ed un altro ancora.
Robert sembrava farla volteggiare, leggera, attirando gli sguardi invidiosi di più di una ragazza, e quelli sognanti di qualche ragazzo. Certe volte lui si avvicinava e le sussurrava all’orecchio, con referenza:
-Sei bellissima.
Ginny ne era lusingata. Si era lasciata andare, tra le braccia del ragazzo, ridendo senza più nascondersi, divertendosi come non ricordava di aver mai fatto, dimenticando qualsiasi schema precostituito, lasciandosi cullare dalla spontaneità di quel Corvonero brillante, che sembrava anticipare ogni suo passo. Ogni tanto, quando il suo sguardo incontrava quello intenso del ragazzo, e quella piacevole morsa alla bocca dello stomaco tornava a farsi sentire, indugiava timidamente. Ma la voce profonda e sicura di Robert la raggiungeva:
-Non pensare, lasciati andare. Non c’è nessuno. Ci siamo solo io e te.
E Ginny seguiva quella voce, dimenticando tutto quello che non fosse tra lei e quel ragazzo, distaccando per una volta dal mondo che la circondava.
Si sentiva leggera, svuotata da ogni pensiero come per magia, una di quelle che non avrebbe mai imparato e che risiedeva tutta in quel vorticare e inseguirsi, dietro alle note. Non le sembrava nemmeno di sentir cambiare la musica, aveva l’impressione di poter continuare all’infinito senza stancarsene. Desiderava non far ritorno al mondo in cui si trovava solo un attimo prima, o forse erano anni prima? Non importava. Nemmeno il tempo riusciva ad intaccare quell’attimo di perfezione. Guardava Robert, che le sorrideva con gli occhi, e le pareva di non aver mai sognato altro che qualcuno che le insegnasse un esistenza che non esistesse. Era come se, improvvisamente, si fosse trasformata nella creatura che il suo costume aveva forgiato in lei: una ninfa delle acque, sinuosa e leggiadra, che come acqua scorreva al tatto, che guizzava argentea. Bramò di sentirsi esattamente a quel modo, in ogni istante della sua vita, sperò ardentemente che potesse davvero essere così: intensa, vibrante, piacevolmente sfiancante. Chiuse gli occhi e lasciò che anche l’ultimo refilo di razionalità fluisse al di fuori di lei, abbandonò il proprio corpo e la propria coscienza e abbracciò con tutta se stessa quella sensazione di assoluta ed inebriante libertà.
Poi, all’improvviso… sentì qualcosa di soffice sulle labbra.
Il sorriso di Robert, radioso, s’era poggiato al suo.
Tutto s’infranse: lei tornò ad essere dolorosamente Ginny.  
Il freddo del pavimento sembrò per un attimo più freddo, sotto ai suoi piedi nudi.

 
Note:
 
Buonsalve, viandanti!
Intanto, prima di perdermi in chiacchiere, voglio ufficialmente ringraziare chiunque mi stia ancora seguendo in questo azzardatissimo percorso! Una su tutti, la mia pazientissima Tassorosso del <3: Wing.
Se un vecchio e malvagio serpentello come me torna a farsi vivo, temo sia proprio merito/colpa sua! Detto ciò ringrazio anche chiunque si limiti a leggere, chi ha aggiunto la storia alle seguite (38 anime pie) e chi invece la ritiene degna di stare tra le preferite!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e…ok, lo so. C’è Ginny. Ragazzi, su…non fate quelle facce, non è morto nessuno!
Mi dicono dalla regia che è il caso di defilarsi e di concludere con un appello:
Tu, sì. Tu che stai leggendo, so che ci sei. Sìsì, furbacchione…guarda che laggiù a due scorrimenti di mouse c’è uno spazietto rettangolare. Non serve che ti spieghi qual è la sua funzione, vero?
Ecco bravo, ero sicuro che avresti capito.
Bye!
Alla prossima ;)
PS: auguri alle nostre befan…streghette! Volevo dire streghette! ;)
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: indiceindaco