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Autore: olly_shady    06/01/2014    0 recensioni
Bisogna aspettare per vedere come tutto va a finire, a volte per veder cambiare la propria vita basta così poco: un sorriso, un gesto, un bacio di prima mattina, una persona.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo chiamato un taxi che non arrivava più, erano ormai 10 minuti che aspettavo. << Cosa ci fai ancora qui? >> la voce di Marshall << Aspetto il taxi. >> ha sorriso << Sali ti accompagno io. >> ho scosso la testa << Non c'è bisogno, veramente. >> << Guarda che ti posso prendere in braccio e farti salire con la forza. >> sorrido e quell'idea non mi dispiaceva proprio. << Grazie mille. >> sorrido e salgo. Gli dico l'indirizzo e arriviamo in fretta. << Grazie ancora, Buonanotte. >> mi sorride, era strano vederlo sorridere << Buonanotte Olivia, a domani. >> . Stavo ballando per la felicità e la mia amica anche. << Sei bellissima, quando sei tranquilla e felice. >> mi fermo di scatto << Problema … >> la mia amica mi guarda con sospetto << Non posso portarmelo a letto è il mio capo. >> lei sorride divertita << Quanto sei scema. >> ridiamo entrambe e poi mangiamo. Ero stanca anche se non avevo fatto quasi niente,ma ero stanca morta. Mi infilo nel letto e quella notte ho un incubo terribile. Mi sveglio più volte tutta sudata e spaventata. Il mattino seguente ero stanca e distratta, ma quando qualcuno aveva bisogno di qualcosa cercavo di essere più o meno attiva e scattante. << Ciao 50! >> già il giorno prima tutti mi avevano avvertita di dare del tu a tutti. Erano molto simpatici e amichevoli, si rideva molto e loro lavoravano molto. << Olivia, che ne pensi di questo pezzo? >> era un beat senza testo. << Mi piace, ma là dove ci sarà il ritornello credo che deve essere un po' più carico. >> mi ha sorriso << Gentilissima. >> poi se ne andato soddisfatto. A mezzo giorno tutti erano a pranzo. Ero da sola e mi sono seduta sul marciapiedi a mangiare il mio panino. << Cosa ci fai qui? >> era Marshall << Pranzo! >> ho sorriso << Da domani, mangi con me, chiaro? Non accetto alcun tipo di scusa. >> ho abbassato lo sguardo e ho mormorato un ok soffocato. Dopo pranzo nessuno aveva più voglia di lavorare e hanno iniziato a chiedere lezioni di svedese e italiano, abbiamo riso molto, tutto il pomeriggio. << Olivia, stasera usciamo tutti, ti va di venire con noi? >> era Kuniva << Certo. >> hanno sorriso e tutti sono andati a prepararsi << Dai ti accompagno io. >> mi ha sorriso Marshall. << Chiamavo un taxi. >> << Certo, così restavi un'altra vita qui fuori ad aspettare. >> sono diventata un peperone, cosa che a me succedeva poche volte. << Grazie, >> mi ha sorriso << Come credi di raggiungerci? >> ho fatto una smorfia << Taxi >> ha alzato gli occhi al cielo << Dai ti vengo a prendere io. >> ho annuito e ringraziato. << Cosa diavolo mi metto? >> urlavo per la casa facendo su e giù. La mia amica mi stava prendendo in giro << Non sei simpatica! >> << Esco con Edward stasera, fra poco sarà qui. >> << Ti ringrazio per l'informazione, ma questo non risolve il mio problema, >> . Poco dopo nel nostro salotto c'era un ragazzo alto e con due occhi stupendi. Era il terzo vestito che provavo, ma non mi piacevo. Mi stavo massaggiando le tempie seduta a gambe incrociate sul letto. Sento squillare il telefono , un messaggio “Sarò un po' in anticipo, fra 5 minuti sarò da te! Marshall ,” in quel istante ho iniziato a far venire giù tutti i santi della Bibbia e perfino inventati. << Che stai facendo? >> la mia amica era divertita << Un casino, Marshall sarà qui fra poco e io sono conciata peggio di un barbone. >>lei stava ridendo e il citofono si è messo a urlare. Mary mi ha mimato con la bocca che andava lei ad aprire. << Ciao! >> era lui, in camera mia. Ho alzato una mano e mosso due dita in sego di saluto << Ciao! >> poi ho fatto una smorfia << Problemi? >> ho annuito << Purtroppo... >> non mi aveva fatto finire la frase << Non sai cosa metterti? >> mi sono passata una mano tra i capelli << Già. >> stava ridendo, però io non capivo il perchè, cioè lo capivo ma non volevo renderlo così visibile.<< Dai ti aiuto io! >> ho sgranato gli occhi. Marshall Bruce Mathers la grande rapstar aiutava me, un povera ragazza assistente nello suo studio a cercare cosa mettersi, era inconcepibile. Si è messo a ridere << L'armadio è lì. >> mi sorride e lo apre << Complimenti! >> ringrazio con un ceno della testa e vado vicino a lui a frugare nel armadio. Prende un paio di vestiti, ma gli boccio subito, una gonna che non sapevo manco di avere e vedendo la mia faccia schifata ride molto forte. Prendo una camicetta e lui dei pantaloncini. L'idea non era male, bisognava abbinare bene le scarpe e accessori. Mi trucco velocemente per non farlo attendere e mi vesto altrettanto. <> mi studia un pochino e poi sorride << Siamo in anticipo, c'è tempo. >> nel frattempo ha messo un po' di musica. Era Infinite il suo album. << Hai buon gusto musicale. Ho visto alcuni album di Tupac. >> sorrido << Quest'album non è poi così famoso!>> annuisco <> lui mi sorride <> gli poso la custodia del CD e un pennarello. << Non posso, ma ti prometto che sarai la prima ad avere il mio album che uscirà tra poco. >> faccio una smorfia, ma sembra che lui non mi dia tanta importanza. In salotto ho anche una specie di disco d'oro per MMLP. Sorride << Simpatica questa cosa anche perché un disco d'oro per questo CD non l'ho mai avuto. >> << Lo so, ma ho sprecato mezzo stipendio per quello. >> sgrana gli occhi << Tu sei pazza >> << Lo so. >> <>dice e usciamo insieme. Dopo circa mezz'ora di viaggio siamo davanti ad un piccolo bar. Durante tutto il tragitto non abbiamo aperto bocca. Marshall mi guarda un'alta volta è molto calmo e mi invita ad entrare. Dentro ci sono già tutti << Ciao ragazzi! >> sono sorridenti tutti << Sei uno schianto, dovresti essere un po' più scura. >> dice Bizzare da dietro una nuvola di fumo. << Cercherò di stare di più al sole. >> ci mettiamo a ridere e arriva una cameriera. << Cosa prende signorina? >> è molto graziosa, mora e occhi azzurri << Un Bacardi, grazie. >> lei mi sorride e se ne va. Stranamente Marshall aveva in mano già un bicchiere. Tutti discutono e io me ne sto in disparte. << Tutto bene? >> << Certo, solo che... >> << Ti senti fuori posto. >> << Già. >> come faceva ad avere sempre le parole giuste da dire, mi sorride e si gira a parlare con uno dei ragazzi. Sentivo il bisogno di prendere una boccata d'aria, sentivo che la stanza si stava facendo sempre più piccola. Mi alzo ed esco velocemente. Di nuovo quel senso di non appartenenza e quel buco che non riuscivo a colmare. Resto fuori circa 5-10 minuti. La strada è quasi deserta e fuori dal bar ci sono solo io. Mi stavo mordicchiando il labbro e ho sentito come il bisogno di scappare da quel mondo che non era il mio. Ho preso il telefono e composto il numero del taxi, ma mi ero resa conto che non sapevo il numero della strada. << Tutto bene? >> una voce maschile mi ha fatto spaventare<< sì … sì! >> ho detto velocemente. Era Marshall << Scusa non volevo spaventarti. >> << Non fa niente. >> toglie la sua felpa e la mette sulle mie spalle << Non c'era bisogno. Pensavo di rientrare e prendere il mio giubbotto e poi tornare a casa. >> mi guarda con aria di rimprovero. << Non riesco proprio a capirti. >> mi dice lui << Quello là dentro non è il mio mondo. >> sorride e mi stringe le spalle e quel suo tocco, mi fa venire i brividi ancora di più . << Dai ti accompagno a casa. >> mi dice lui facendo cadere le braccia lungo il corpo.
  
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