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Autore: Lelusc    07/01/2014    2 recensioni
1940, Susan aiuta il padre l'ospedale e ha un paziente difficile e pauroso,cosa scoprirà di lui che farà?
TRATTO DALLA STORIA: “si avvicini”mi disse all'improvviso con una voce uscita dal profondo del suo corpo, voce trattenuta da molti giorni, strana, lieve e secca in un qualche modo, nata da una gola disidratata.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver deciso di scappare, lasciai i referti medici del giorno e una lettera per mio padre e sparii. Il mio bel vampiro mi portò a casa sua, una villa enorme fuori città.

Seduta su di un morbido divanetto mi guardai intorno, curiosa.

La sala era maestosa. Un elegante camino di marmo bianco rischiarava la grande sala e mi riscaldava con il suo fuoco allegro e scoppiettante, un bel mobile di mogano custodiva con cura libri voluminosi dalle copertine rigide e vecchie. Molti libri avevano un odore stantio e il solo guardarli ti dava la sensazione che ti si potessero sbriciolare davanti. Invece sui muri, c’erano molti quadri di natura. L’oceano, una bell’alba, il bosco e anche un grande ventaglio fatto a mano con disegni delicati e dalle leggere sfumature di blu. Invece su di un mobile in un angolo della sala vidi un bellissimo vaso cinese, forse dell’era Ming e sicuramente molto costoso.

Il divano marrone rossiccio dove stavo seduta era comodo e ormai era come se anch’io facessi parte dell’arredamento, poichè c’ero sprofondata. Il mio misterioso paziente di cui ancora non sapevo il nome era via e mi aveva lasciato ad attenderlo per alcuni minuti, che per me erano l’equivalente di anni, se fosse dipeso da me non mi sarei mai separata da lui, nemmeno per un secondo.

All’improvviso si aprì la doppia porta della sala. Mi voltai con un largo e sfavillante sorriso sul volto e rimasi a fissarlo senza fiato, attonita.  La luce artificiale gli colpiva perfettamente il viso, così riuscii a vederlo veramente bene.
La sua bellezza era incredibile, inumana, impossibile e ineguagliabile. Il viso era candido dai lineamenti delicati, i suoi occhi dolci erano di un verde erba, così chiaro da sembrare di colore dei germogli appena nati, ma per niente di un verde scialbo o insignificante, anzi, erano circondati da lunghe ciglia nere che li rendevano profondi e ammalianti.

 Le labbra che prima sul mio collo erano sembrate riarse, ormai erano carnose e delicate. Era come se fosse una scultura scolpita dagli angeli, diligentemente e con amore, in tutti i dettagli e rifiniture, anche se parlare di angeli è un azzardo, visto che i vampiri, a quanto ho capito, sono creature infernali. Rimasi a fissare la sua chioma scura, che grazie alla luce mi si presentò di un caldo marrone rossiccio, piena di onde seriche, lucide e scomposte. Mi venne una voglia irrefrenabile di affondare le mani sulla sua chioma morbida e di insinuare le dita in ogni suo boccolo perfetto, ero certa fossero morbidi e fini e anche i miei occhi ne erano certi.

“Che cosa c’è? Perché mi guardi così?” Mi chiese confuso.
“niente e che ora posso vederti bene”
Mi fece un mezzo sorriso “vuoi qualcosa da bere?”
Scossi lentamente il capo e battei con la mano sul posto accanto a me, per fargli capire che lo voglio vicino.
  Sorrise e mi raggiunse.

Una volta seduto, rimasi a fissarlo rapita.
“mi spieghi cosa ti succede?”
 “Sei una creatura incantevole”dissi estasiata.
Si afflisse all’istante. “Non proprio”disse distogliendo lo sguardo dal mio per fissare un punto qualsiasi della sala.
Gli presi il viso fra le mani e lo voltai verso di me.
“Tu sei una creatura bellissima e dolcissima e ringrazio il fatto di vivere in questo mondo e in questo tempo, perché ho potuto incontrarti e stare con te”dissi guardandolo intensamente in volto.
Posò le mani sulle mie che gli tenevo ancora sul suo viso e le trattenne chiudendo i suoi magnifici occhi.
“sono così felice che tu esista” mi disse portandosi il palmo di una mia mano alle labbra per posarvi un dolce e delicato bacio.
Sorrisi “questo dovrei dirlo io”ribattei facendogli scivolare le mani dal viso al collo per abbracciarlo stretto e posargli il capo sulla spalla.

“Quando intendi farmi diventare come te?”
Gli chiesi e lo sentii irrigidirsi.
“Me l’hai promesso, voglio vivere per sempre con te, per l’eternità”.
Mi cinse dolcemente la vita e mi strinse a se, seno contro torace, vorrei rimanere così in eterno, pensai abbracciandolo stretto, lui era tutto per me, la mia vita e il mio futuro.
“Penso sia ancora presto”.
Alzai il capo e lo guardai “ma non ti preoccupare, ti farò diventare come me, non intendo perderti o lasciarti, tu sei tutta la mia vita”disse e avvicinò lentamente il viso al mio, sapevo che voleva fare e di certo non lo fermai. Le nostre labbra si sfiorarono e tutto passò in secondo piano, la morbidezza del divano su cui ero seduta, il fatto che ero in un posto che, effettivamente, non conoscevo, tutto, sparì con il tocco delle sue delicate e dolci labbra sulle mie, vorrei rimanere così per i prossimi mille anni, posso?

Ma tutte le cose belle prima o poi finiscono,infatti,si scostò da me mi rammaricai per questo.
Mi scrutò in volto e fece un delicato sorriso. “Noto dal tuo sguardo che disapprovi questo bacio”.
“disapprovo il fatto che sia stato così corto e di conseguenza sia finito subito”dico diretta e per niente timida.
“Capisco” mi prese per il polso e mi tirò di nuovo a se e mi baciò con ardore e passione, ma sempre delicato. Gli posai una mano sul capo intrecciando le dita nei suo magnifici e soffici capelli setosi e lo trattenni spingendogli il capo verso il mio viso, non voglio che questo bacio finisca così presto, non voglio.

All’improvviso suonò il telefono. Lo ignorammo, ma quando cominciò ad essere insistente, mi lasciò e andò a rispondere.

Rimasi di nuovo da sola in sala, mentre lui passava l’arco che lo portava in un’altra stanza e lo sentii parlare e capii nitidamente tutto ciò che diceva.
“Pronto”
“ora?”
“va bene”disse, riattaccò e ritornò da me.
“Qualcosa non va?”gli chiesi vedendo la sua espressione.
“Mi conosci davvero bene, sì qualcosa non va, ma niente che ti possa interessare o che tu debba sapere”disse sedendosi accanto a me e poggiando la schiena sullo schienale e il capo sul cuscino.
Sembra stanco, o sono io che m’immagino tutto?Mi chiesi.
“Capisco”dissi guardandomi le mani, triste. Possibile non voglia ancora rendermi partecipe dei suoi affari, infondo lo amo e  so tutto dei vampiri,che problemi ci sono? Mi sento esclusa.

“Susan, devo uscire”
“e dove…?Va bene, ti aspetto qui”dissi evitando di porgli una domanda a cui ero certa non mi avrebbe mai risposto o avrebbe fatto il vago evitandola accuratamente.
“Sicura? Infondo non conosci la casa”
“che altra opzione mi resta?”Chiesi guardandolo.
“hai ragione, ma mi farò perdonare, lo giuro”disse guardandomi dolcemente.
“sì, ma prima che tu vada via, me lo dici il tuo nome?”
Notai la sua insicurezza, ma poi parlò.
“Vittorio”
“Vittorio”ripetei stranamente per niente stupita, ma poi perché avrei dovuto stupirmi?
“ Sono Italiano”
“è un bellissimo nome, perché volevi tenerlo nascosto?”
“beh, perché è pomposo e poi tutti ormai mi chiamano solo con i sopranomi ”
“quali?”
“Beh, preferirei non dirteli”
“come vuoi, avrai i tuoi motivi”

Annuisce. “Ora vado, aspettami qui”disse uscendo.
Sentii la porta chiudersi rumorosamente e poi un immenso e quasi penetrante silenzio, era così pauroso e strano. Mi sedetti sul divano e presi da uno scaffale un libro e cercai d’ignorare il silenzio inquietante e cominciai a leggere.
Spalancai gli occhi e mi guardai intorno confusa e non appena ricordai tutto, mi misi  lentamente a sedere ancora assonnata. Mi ero addormentata, incredibile.
“Susan, ti sei svegliata”

Mi voltai di scatto e accanto a me, davanti all’arco della sala, vidi Vittorio.
 “sì, scusami, devo essermi addormentata”dissi alzando le mani per portarmele al volto, ma mi bloccai, c’era qualcosa. Mi guardai confusa il dorso della mano sinistra. Sull’anulare c’era un anello con una pietra grande quanto una nocciola e di un meraviglioso azzurro.

“è un’acqua marina”mi disse Vittorio. Mi guardai il dorso della mano e poi alzai lo sguardo su di lui che si era inchinato di fronte al divanetto dove ero seduta con le braccia appoggiate sul cuscino e mi guardava dolce.
“è per scusarmi di essere andato via in quel modo”mi spiegò.

Guardai di nuovo l’anello, sorrisi e lo abbracciai con slancio tanto che cademmo entrambi sul tappeto. Mi ritrovai sopra di lui che era sdraiato supino. Feci leva con le mani sul pavimento per alzarmi un poco e lo guardai felice.
La mano e il dito volevano dire qualcosa.
“Certo che ti accontenti di poco”mi disse Vittorio alzando una mano e sfiorandomi una guancia, quando le riabbassò, feci per alzarmi ma mi prese per mano e mi tirò su di se per poi abbracciarmi stretta. Sentivo le sue braccia intorno alla vita stringermi dolcemente mentre il mio viso era premuto sui suoi capelli.
Non so quanto rimanemmo così, ma fu lui poi ad alzarsi e a porgermi la mano per aiutarmi a mettermi in piedi.
“Susan, sono addolorato, ma fra poco dovrò riuscire”.

Lo guardai in volto, e poiché sono molto espressiva, ovvero, un libro aperto, capì che gli volevo chiedere tantissimo,perché e dove andasse, così continuò a parlare rispondendo alle mie domande.
“devo mangiare”
“ah, capisco”e tutto ciò che dissi.
Restammo seduti sul divanetto abbracciati a parlare fino a che giunse il momento per lui di mangiare,anche se era quasi mattina,ma chi sono io per dirgli quando deve farlo?
“Allora ci vediamo fra poco”disse davanti alla porta d’entrata.
  “Va bene”dissi guardandolo tranquilla.

Mi diede le spalle e face un passo avanti, posò la mano sulla maniglia ma stranamente ci ripensò e si voltò verso di me. Mi sorprese. Mi posò le mani sulle palle e mi guardò fisso.
“non aprire a nessuno e non uscire per favore”disse stringendomi un po’ le spalle,ma non dolorosamente,giusto per accentuare le sue parole.
Guardai le sue mani sulle mie spalle, sorpresa.
“scusami”disse togliendomi le mani di dosso e lasciandole ricadere lungo i fianchi “ma ti prego, dammi retta”.

“Va bene, tranquillo”dissi, stranamente mi sentii a disagio dai suoi modi di fare e le sue parole, nei suoi occhi seri lessi anche preoccupazione e timore, perché? Cosa succede?”
Mi accarezzò una guancia guardandomi in una maniera che mi fece sciogliere e disse.
“ci vediamo fra qualche minuto”e uscì.
Rimansi a fissarlo attonita con dentro di me tante sentimenti contrastanti, di cosa aveva paura?Bo?
Comunque raccolsi da terra il libro che avevo fatto cadere, per rimettermi a leggere, ma nemmeno il tempo di posare gli occhi sulla pagina che qualcuno suonò alla porta.

Mi voltai di scatto e la fissai. Vittorio mi aveva detto di non aprire a nessuno e di non uscire, allora era meglio fare finta che non ci fosse nessuno a casa, così stetti in silenzio cerando si non fare alcun rumore.

“è inutile signorina, sappiamo che è in casa”.
Il cuore cominciò a battermi velocemente. Chi è costui?Mi chiesi. Come fa a sapere di me?”
“non si preoccupi, non intendiamo farle del male signorina, ma apra”

Non mi mossi di un millimetro e strinsi forte i braccioli del divano continuando a guardare fissa la porta.
“l’abbiamo vista con lui, ma lei è umana, sentiamo che lo è, sentiamo il suo respiro alterato e sappiamo che ora sta fissando la porta piena di terrore, ma glielo detto, vogliamo solo entrare e parlare con lei, non le faremo alcun male”.

“Sono spiacente signori, ma non posso farvi entrare, non è casa mia, non conosco la vostra persona, quindi vi pregherei di andare ora, Vittorio sarà di ritorno a momenti e
non credo che gli farà piacere vedere che mi state importunando, buona notte o quello che è”dissi sicura di me, loro erano fuori ed io dentro e poi non sono proprio il tipo che si arrende alla paura o nel panico,sono fatta così.

“La prego signorina, lei deve conosce Vittorio, non sa nulla di noi, vedrà che quando assisterà ciò che vogliamo mostrale cambierà idea e tornerà a casa, non è adatta a stare con quelli della nostra specie”.

“Non è affar vostro e non credo siate voi quelli che devono decidere con chi devo o non devo stare, so decidere da me, quindi arrivederci”.
“Allora lasci solo che le mostriamo quello che ora il suo dolce Vittorio sta facendo, vedrà che cambierà idea, ma è normale che non si fidi di noi, porti pure con sé quello che ritiene più opportuno per la sua difesa, io le consigliere qualcosa d’argento se ne trova, ci fa piuttosto male, oppure veda lei.

Ero curiosa, ma non volevo disubbidire a Vittorio, l’espressione che aveva quando mi ha pregato di non uscire…

Cosa devo fare? Mi chiese, ma poi decisi e sperai fosse la decisione giusta e che Vittorio non me ne volesse.

    
  
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