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Autore: Tomocchi    07/01/2014    9 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 11
Parole giuste

 
 

 

Provincia di Dublino, Casa di Niklas, Venerdì notte

Una serata a dir poco sfibrante. 
Jackie era praticamente fradicia di sudore e Niklas non era da meno; all’Academy c’era una marea di caldo e tutte quelle persone li avevano praticamente soffocati. 
Avevano aspettato un po’ e si erano coperti ben bene prima di uscire, per evitare di ammalarsi. 
La priorità era stata la salute di Jackie. Non avrebbe bevuto il suo sangue infetto, per quello! 
Avevano preso il primo autobus e si erano seduti sui sedili: lei con la rosa in mano e lui che fissava fuori dal finestrino, pensieroso. 
“ Ma… Hai da cambiarti, poi?” domandò il ragazzo, fissandola con aria critica. Non avrebbe permesso che Jackie inzuppasse di sudore le sue lenzuola del letto della camera degli ospiti. Se Rogan si fosse fermata a dormire da lui voleva essere perfetto. Avvenimento improbabile, ma era stato anche improbabile essere scoperto da una bimbaminkia. Insomma, non si poteva mai sapere. 
“Ti pare? Mica ho un cambio sempre dietro!”, ribatté lei, rigirandosi il fiore tra le dita, senza guardarlo.
“E cosa tieni in quella borsa?” domandò lui basito, indicando l’enorme sporta.
“Ho comprato un po’ di gadget degli One Dì! Insomma, mica potevo lasciarmeli sfuggire, sei pazzo? Ho speso un sacco ma ne è valsa la pena… guarda che carino questo pupazzetto di Niall, il nostro conn…conne…con na...” 
“Connazionale?”, suggerì, divertito dalla sua ignoranza. Era tante piccole vittore in fondo, vederla in difficoltà era gratificante. Doveva considerarsi un sadico?
“Sì, quella roba lì! È il nostro orgoglio.”, cinguettò, tirandolo fuori e strusciando la guancia contro il peluche, entusiasta. 
Niklas sospirò. Miseria, era troppo imbarazzante, doveva far finta di non conoscerla…

Arrivati a casa, la squadrò da testa a piedi.
“Tu. Vai a farti una doccia, subito.”, ordinò, perentorio. La puzza di sudore e di rosa canina era terrificante! 
“Non posso! La farei se potessi, ma non ho un cambio, cavoli!”
“ Ti dò una mia vecchia felpa e pantaloncini, basta che vai a lavarti, accidenti!” Il vampiro si tappò il naso, stizzito. Ancora un po’ e sveniva. 
Lui era messo un po’ meglio. Doveva giusto mettere in lavatrice i vestiti non tanto perché aveva sudato, ma perché ragazzette sudate gli erano venute addosso.

***

Jackie sbuffò sonoramente, andando nel bagno del vampiro. 
Non era enorme, andava bene per una persona. Perciò, dopo aver chiuso bene la porta girò la manopola per l’acqua della doccia e si spogliò. 
Al contrario di Niklas, lei era dimagrita solo di tre chili. Non era molto in verità e la cosa un po’ la scocciava; sua madre comunque l’aveva rassicurata dicendo che era un gran risultato e che non doveva preoccuparsi.
In effetti, non si era mai impensierita sul suo peso: aveva sempre giustificato la sua costituzione robusta con il metabolismo pigro o perché “di famiglia”. Solo in quel momento aveva iniziato a pensare di volersi migliorare, di apparire più bella, forse perché in fondo aveva trovato qualcuno da guardare…
Scacciò quel pensiero e si infilò nel box, cominciando a lavarsi ben bene: era rilassante, rigenerante, sarebbe stata sotto l’acqua per ore dato che l’aiutava a pensare, a mettere in ordine le sue idee. 
Niklas era venuto fuori bene, come se lo era immaginato. Era proprio contenta che quella perla fosse stata scoperta ma allo stesso tempo era arrabbiata; lei lo aveva scoperto, lei lo aveva tirato fuori da quella casa e da quell’anonimato in cui si rotolava ogni giorno. 
Avrebbe dovuto ricevere un premio, un encomio per quello che aveva fatto! Lo chiamava alle tre di notte per mandarlo a fare jogging, lo aveva costretto a fare nuoto, gli aveva ritirato gli occhiali, comprato dei vestiti nuovi e adatti, chiamato Leenane per tagliargli i capelli; insomma lei lo aveva reso bellis…
“Ti appoggio i vestiti qua!” esclamò il ragazzo, battendo una mano su quella che doveva essere la lavatrice.
Jackie sobbalzò; quasi ebbe un infarto nel sentire la voce della persona a cui stava pensando. Diamine, che paura!
“D-d’accordo!”, pigolò, cercando di recuperare fiato. Come mai le era uscita quella vocina acuta? 
Non sentì risposta: forse l’altro non l’aveva sentita. Meno male…
A fine doccia uscì, si asciugò con una salvietta da bagno e poi prese in mano i vestiti: una felpa rossa bella larga e con il segno del Biohazard in nero proprio al centro – quello del rischio biologico, non del gruppo musicale! – e dei pantaloncini corti neri, che le stavano a pennello. 
Erano comodi, morbidi e confortanti. Non avevano alcun odore perché i vampiri non emettevano odori… però sapeva che erano di Niklas e tanto bastava a farla arrossire ancora. Che rottura!
Uscì e trovò l’austriaco sul divano, con il portatile sulle gambe, intento a giocare a quello stupido Zombie Hunter. Niente da fare: in quello non sarebbe cambiato mai, e questo le fece sfuggire un sorriso. Si avvicinò a lui, silenziosa.
“ Ho finito.”, sussurrò al suo orecchio, divertita, facendo sobbalzare l’amico.
“Non venirmi più così alle spalle, è inquietante! Se ti ritrovi con i miei denti nel tuo collo, sono cavoli tuoi poi!”, esclamò il ragazzo, in imbarazzo.
“ Fallo.”, soffiò Jackie, incrociando e braccia e appoggiandosi sul divano.
“Eh?”
Era uscito così spontaneo, senza nemmeno pensarci. Dopo un mese, era più bendisposta verso di lui.
E poi, glielo aveva promesso: casa lo avrebbe nutrito un po’. 
La rosa giaceva sul tavolo in cucina, perciò era completamente alla mercé del vampiro. Il moro la fissò con uno sguardo indecifrabile. 
“ Non essere scema, dammi il dito e basta, ci manca solo sentirti strillare all’una di notte per un morso sul collo che poi non puoi spiegare a nessuno.”, sibilò, scocciato. Sembrava irritato, come se fosse stato offeso. 
Che paranoico, lei parlava sul serio! Bah, valli a capire i maschi vampiri! Non che potesse fare paragoni, ma Niklas era davvero una piaga a volte, roba da dargli quattro sberle in faccia. 
Lo raggiunse sul divano, sedendosi con uno sbuffo, e porse l’indice, pungendolo con uno spillo come al solito per far fuoriuscire il sangue. 
Il compagno si attaccò ad esso come un cucciolo troppo cresciuto che cercava di cibarsi del latte della madre. 
Era quasi carino in quei frangenti. Non era ancora abituata a vederlo sfamarsi dei barboni – quello era ancora troppo per lei – ma questo era più soft e le dava modo di “farci il callo”, ecco.

***

Solo il sangue di Jackie era così dolce? O quello delle ragazze giovani in generale? Avrebbe voluto provare anche quello di Rogan per esserne sicuro. 
Ne era quasi assuefatto: almeno una volta alla settimana sentiva di doverlo bere, lo bramava da matti. 
L’unica cosa di Jackie che gli piacesse, doveva ammetterlo. Oltre al suo ammirevole impegno per le cause inutili, ovviamente.
A fine spuntino, entrambi si abbandonarono sul divano, stravolti, per circa mezz’ora. 
“Andiamo a letto?”, domandò lei, debole, con una mano sugli occhi. 
“Ok. Riesci ad alzarti?” 
“No.”
“ Aspetta.” Niklas si avvicinò e provò a prenderla in braccio, ma fu una pessima, pessima, pessima idea!
Ok, i vampiri erano dotati di una forza sovrannaturale, ne era consapevole, ma Jackie pesava troppo anche per lui! Con uno sbuffo la rimise giù, ansante e senza fiato. Forse qualche ora di jogging alla settimana anche per lei le avrebbe fatto bene.
“Dov’è la straordinaria forza delle creature della notte?”, bofonchiò la bruna, con un sorrisetto strafottente. Lui sbuffò ancora, invitandola a sorreggersi grazie al suo aiuto ma senza travolgerlo. 
Barcollanti, riuscirono ad arrivare in camera perciò lui la adagiò sul letto. 
“ Ti porto qualcosa da bere, che non mi svieni qui!”, borbottò, recandosi in cucina a prendere dei succhi di frutta. Giusto un paio per fare almeno mezzo litro, com’era consigliato nei volantini che aveva. 
Ne aveva presi da quelle associazioni che chiedevano donazioni di sangue, in modo da non far collassare qualcuna delle sue vittime. 
Era sempre rimasto anonimo, solitario, nell’ombra e gli era sempre stata comoda questa condizione; da quando era arrivata Jackie le cose erano un po’ cambiate, ma ciò non toglieva che lui al momento era ancora al sicuro… 
Le lasciò i succhi – che lei bevve subito e con calma – e poi andò a dormire, nel suo caro letto a baldacchino…

Casa di Niklas, Sabato pomeriggio tardi

Era da tempo che non riposava così bene e così tanto. Un mese e mezzo ormai. 
Aveva dormito quasi 16 ore… chissà se Jackie era già sveglia, ma ne dubitava. Come minimo avrebbe dovuto essere venuta a svegliarlo con quella stupida canzone What Makes You Beautiful di quei suoi adorati “One Direction” .
Oppure l’altra boiata, Beauty and Beat del ragazzino/ragazzina Justin e di una culona rifatta. La compagna gli aveva fatto vedere il video e lui ne era rimasto orripilato. Sì, Jackie aveva dei gusti musicali molto, molto discutibili.
Si mise seduto e si stropicciò gli occhi prima di andare nella camera degli ospiti dove albergava la ragazza e sbirciò dentro con cautela: dormiva ancora. 
Con un ghigno, tornò in camera propria, prese una chiave da sotto il letto e aprì il suo famoso baule per tirare fuori una custodia: essa conteneva un violino di ottima fattura. Uno Stainer, del terzo periodo dell’artista, regalatogli dal padre ancora trecento anni or sono. Lentamente, andò di nuovo nella camera degli ospiti. Eseguì prima una dolce nenia, osservando il volto rilassato dell’altra, prima di steccare di brutto proprio vicino alla testa di Jackie. 
La ragazza si svegliò di soprassalto, con occhi sgranati. Lui scoppiò a ridere di gusto, prima di andare a rimettere il violino al suo posto. 
“ Cos… Che è successo?” domandò spaesata, con la voce impastata dal sonno. Si mise seduta sul letto, appoggiata allo schienale. 
“Niente, ti ho solo svegliato alla mia maniera.”, rivelò beffardo: “Sono le 18, a che ora è a festa?”, domandò poi, dando un occhio all’orologio sul comodino. 
Sembrava che un’ape l’avesse punta tanto lei saltò su. “Cavoli, è già così tardi?!” esclamò, cercando le proprie scarpe.
“Tu fila a vestirti!”, ordinò, perentoria come suo solito, indicando la maglietta e i pantaloni della tuta che era solito indossare per andare a dormire :”Io vado a casa a cambiarmi, la festa è alle 20.30, ci ritroviamo qui a casa tua che finisco di sistemarti!” e se ne andò praticamente alla velocità della luce, senza dargli il tempo di ribattere. 
Era accaduto tutto molto in fretta.
Niklas si strinse nelle spalle e andò a vestirsi come ordinato; per fortuna aveva molti cambi e non solo la roba che aveva messo a lavare la sera prima… in quel caso, Jackie aveva avuto ragione a comprarne molti di più e la cosa gli rodeva. 
Alle otto circa la brunetta era di nuovo a casa sua, vestita con un abito nero dal colletto a ciambella e collant pesanti di colore viola, con ai piedi delle ballerine nere piene di strass. Voleva cavarsi gli occhi da tanto quelle robe luccicavano. 
Velocemente, la compagna lo sistemò per bene, gli mise a posto capelli e il colletto della camicia;  infine gli spruzzò profumo da capo a piedi, cosa che lo fece tossire per cinque minuti buoni, rischio soffocamento.
“ Andiamo, andiamo, che siamo quasi in ritardo!”, sbottò lei, trascinandolo fuori con forza. Ebbe giusto il tempo di prendere il giubbotto e il regalo per Rogan al volo.

***

Provincia di Dublino, Casa Macklemore, Sabato sera, ore 20.45

C’era molta gente per casa: ragazzi e ragazzi della Fitzgerald school, vecchie amiche d’infanzia, qualche cugino di un paio d’anni più grande e Ryan, il suo ragazzo. 
Rogan era molto soddisfatta del fatto che fossero venute così tante persone, anche se quelle che le premeva incontrare non erano ancora arrivate.
Si stava chiedendo dove fossero quando sentì suonare il campanello.
La ragazza andò alla porta, dando una spallata a Daniel Hill – che ci faceva lì? Chi lo aveva invitato? – e la aprì, trovandosi davanti proprio Niklas e Jackie. 
Sempre insieme, quei due! La festa sarebbe stata l’occasione per scoprire qualcosa di più su di loro. 
Il pensiero passò in secondo piano quando vide Niklas.
Era un ragazzo molto bello ora.
Negli ultimi due mesi era cambiato moltissimo nell’aspetto, a stento riconosceva quel ragazzo seduto al banco nell’angolo dell’aula a scuola, mal tenuto e …beh, era meglio fermarsi o avrebbe finito per l’insultarlo mentalmente. 
“ Siete venuti! Entra pure, Niklas, e anche tu, Jackie!” Rogan li invitò con un sorrisino, facendosi da parte per farli passare. La coppia entrò, guardandosi intorno con curiosità.
Era la prima volta che venivano a casa sua: si era ben guardata dall’invitarli prima, non li credeva adatti a lei e che potessero avere qualcosa in comune. Lo pensava tutt’ora, ma questi ultimi cambiamenti l’avevano incuriosita, soprattutto il legame che avevano, a parer suo, senza né capo né coda. 
“ Ehm… Il regalo… lo do a te oppure..?” Era stato Niklas a parlare, un po’ imbarazzato, quasi a disagio, forse per la musica alta o perché non era abituato alle feste. 
“ Dai pure a me, lo apro sul momento.” ridacchiò la festeggiata, divertita, prendendo poi la borsina che conteneva quello che era… un libro. Sulla danza. 
Rimase a bocca aperta. Non se lo era minimamente aspettato: a quanto pareva, Niklas la conosceva molto più di quello che pensava. Alzò la testa per guardarlo negli occhi, scoprendo che questi erano blu, con qualche sprazzo grigiastro, perdendocisi per un attimo. Incredibile. 
Si era aspettata un pensierino, come un banale braccialetto o addirittura nulla, ma questo l’aveva decisamente spiazzata. 
“Oh, anche io ne ho uno per te!”, cinguettò Jackie, sventolando la propria mano. Rogan si riscosse, voltando la testa verso la bruna e prendendo il suo pacchetto rosa shocking. 
“Oh, trucchi.”, mormorò, non appena vide la scatola nera con le lettere argentate della marca di cosmetici. Si sforzò di sorridere per non dare a vedere che quel regalo, in confronto a quello di Niklas, non era il massimo. I trucchi glieli aveva regalati anche Ryan, solo di un colore diverso. Che tristezza. 
“Grazie a tutti e due, sono bellissimi.”, soffiò, stringendoseli al petto con un sorriso: “ Bevete, mangiate, fate come se foste a casa vostra!”
“Fossi a casa mia starei al pc a giocare.”, sentì borbottare l’austriaco, ma si limitò a sorridere ancora, trovando la battutina molto divertente. 
Mentre andava in cucina a posare i regali insieme agli altri, alzò ancora un po’ il volume della musica, e la voce di Taylor Swift risuonò con maggior insistenza in tutta casa. 
“Piccola, è finita la birra!”, la avvisò Ryan, avvicinandosi per darle un bacio. Lei si scostò, voltando il capo di lato: odiava quando beveva e la puzza la disturbava non poco. “In frigo, amore.”, lo indirizzò, indicandogli la stanza da cui era uscita da poco. 
Sospirò e tornò a cercare Niklas e Jackie, decisa a parlare con loro. Purtroppo un’infinità di gente la ostacolava: chi per farle gli auguri, per ballare, per chiederle dove fosse il bagno o altro cibo, e chi salutava perché doveva già andare via. 
Passarono quasi due ore prima che riuscisse a individuarli: stavano davanti al tavolino allestito come buffet a parlare fitto fitto, l’uno nell’orecchio dell’altra, trovando la cosa molto maleducata. Insomma, che andassero a fare i piccioncini altrove! 
“ Ehi! Ecco dov’eravate finiti, vi stavo cercando. Allora, come trovate la festa, tutto bene?”, domandò congiungendo le mani e rivolgendo loro un gran sorriso finto. 
“ Oh, ceeeerto! Niky, io vi lascio soli che laggiù c’è un ragazzo che assomiglia troppo a Justin Bieber!”, esclamò Jackie dando una gomitata al moro, che incassò e restituì con un’occhiataccia. Mah. Che strano rapporto. 
“Sì, bella… bella festa, musica un po’ troppo alta, ma posso sopportare…” mugugnò lui, con una mano in tasca e l’altra con un bicchiere di quello che pareva essere tè tra le dita. 
“ Mi fa piacere. E così… siete arrivati insieme.”, indagò lei, cercando di avere un tono casuale, senza far intendere che gli interessasse davvero. 
“ Sì… mi ha aiutato a vestirmi, cioè… è … so che potrebbe sembrare un rapporto fraintendibile, ma credimi, tra me e quella pazza non c’è nulla: so solo che ha iniziato a rompermi dicendo che potevo migliorare e… ho provato a darle retta.”, spiegò il ragazzo, un po’ impacciato, fissando con interesse il bicchiere di plastica rossa. 
“ A migliorare… in effetti sei migliorato, stai molto bene così, te lo avevo già detto… era un peccato nascondersi in quel modo!”, disse lei, avvicinandosi e mettendosi al suo fianco per poter conversare meglio. 
“Beh, devo sempre stare attento, dopotutto ho quella malattia…”, brontolò lui, prima di buttare giù il liquido con un sorso. 
“ Certo, certo… comunque… come mai hai accettato di farti diciamo… migliorare? Per Jackie?”, domandò ancora, insistente. A quella frase, Niklas si soffocò con il tè, sbrodolandosi un po’.
“ Oddio, scusami, scusami!”, esclamò Rogan, porgendogli subito un fazzoletto che lui usò per pulirsi e asciugarsi la bocca e il mento. 
“A dire la verità… per te.” Sussurrò l’altro, ma lo disse così vicino che la ragazza sentì benissimo. 
Per… lei?
Alzò la testa per guardarlo negli occhi, come a cercare la verità nelle parole che le diceva, come a capire le sue reali intenzioni. 
Quando Niklas ricambiò il suo sguardo, tutta la festa parve come scomparire, inesistente. Trovò la sincerità proprio nel suoi occhi. 
Occhi pieni di desiderio, rivolto a lei. Arrossì, distogliendo immediatamente la vista come a nascondere quella sua emozione di pochi attimi. 
Diamine, si era sentita così nei primi mesi con cui usciva con Ryan. Da tempo la routine aveva un po’ offuscato e calato quel sentimento sincero che c’era all’inizio. Si sentì nuovamente desiderata e per nulla scontata. Come la protagonista di quel film, Twilight. Forse Jackie non aveva avuto una così brutta idea a farlo vedere, anche se era andata via dopo dieci minuti perché non lo credeva il suo genere. 
Ecco, Niklas pareva uno di quei vampiri tanto affascinanti. 
“ Io… credo che… insomma… mi chiamano!”, se ne uscì, confusa; i pensieri che aveva non erano di certo casti e puri, anzi. Se non fosse stata già impegnata, accidenti! E aveva pure un ragazzo niente male! 
Ma Niklas pareva conoscerla di più, sentiva che lui la voleva, sentiva…
Si riscosse andando a ballare con qualche sua amica nella enorme sala, per buttarsi alle spalle i problemi e di godersi la serata, come da copione. 
Si era sbagliata del tutto. 
Jackie e Niklas insieme… come aveva solo potuto pensarlo?

***

Non poteva crederci, quel mostro era venuto davvero.
Daniel aveva passato un ottimo mese di addestramento insieme ai suoi due nuovi compagni: dopo aver finalmente imparato ad intagliare un paletto come si doveva, si era istruito studiando formule latine cristiane per poter immobilizzare il soggetto ostile; aveva comprato acqua santa e imparato a lanciarla più lontano possibile per centrare il bersaglio anche a grandi distanze; infine, aveva comprato dell’aglio per ogni evenienza. 
Si era imbucato alla festa di Rogan perché sapeva che quella bestia e Jackie la vampirofila sarebbero venuti lì, invitati da Rogan stessa… ah, quella stolta e ingenua ragazza! Non immaginava di aver messo a repentaglio la sua vita.  
I suoi maestri glielo avevano sconsigliato, ma lui sentiva di dover combattere quella stessa notte. 
Certo: sarebbe stato più vulnerabile di giorno, ma non se la sentiva di entrare in casa sua o di attaccarlo a scuola davanti a tutti… no, avrebbe aspettato che andasse via dalla festa e lo avrebbe ucciso proprio nella strada deserta del paese! Sì, lo avrebbe fatto fuori così. 
Tenne d’occhio Niklas per tutta la sera, seguendolo furtivo. Appena uscì con Jackie, lo pedinò fino a trovarsi lontano da occhi indiscreti. 
“ Niklas!”, chiamò a gran voce, fermandosi a cinque metri da loro, con le braccia rigide e appena tremanti lungo i fianchi.
Il suo primo combattimento. Diamine, sentiva le mani sudare e un calore incredibile. Ce la avrebbe fatta? Si sentiva pronto fino a qualche minuto prima, ma ora non ne era più tanto sicuro. 
Deglutì a vuoto, mentre il vampiro e la sua amica si giravano per vedere chi avesse urlato. 
“ Oh, Daniel, ciao!”, cinguettò Jackie, agitando la mano. 
“ Ecco, Niky, vedi? È lui che mi ha detto che sei un vampiro! È solo grazie a lui se ora sei così.”, miagolò, con le mani strette al petto e con un’aria sognante. 
Ma era scema? Stava per ribattere che aveva ben poco da ringraziarlo quando sentì lo sguardo pieno d’odio del moro. 
Lo stava fissando malissimo a denti scoperti, probabilmente pronto ad attaccare!
Senza perdersi d’animo, tirò fuori una croce di legno e un paletto, puntandoli verso di lui. 
“ Ah! Sei bloccato, vero? Fai un altro passo e sei morto!”, urlò, con tutto il fiato che aveva. 
Niklas si bloccò.
Ehi, funzionavano davvero! Sorrise, raggiante, immaginandosi ricoperto di gloria…
“ No, ma sei serio? Credi davvero che una croce abbia effetto? Che la religione cristiana possa fare qualcosa?”, domandò il vampiro con un sorriso divertito e la voce strozzata. A momenti si piegava in due. 
Ma, come..?
“ Idiota, quelle cose non vanno un cavolo! Informati meglio prima di fare figuracce!”, esclamò Niklas, passandosi una mano sulla faccia. Ma con che diritto lo trattava così? 
“E basta urlare, voi! C’è gente che vuole dormire! Andatevene subito o chiamo la polizia per denunciarvi..!”
I tre alzarono lo sguardo, notando una signora anzianotta con una vestaglia e dei bigodini sulla testa. 
Ops. 
“Ci scusi!”, rispose subito Jackie, preoccupata, prima che la signora sbraitasse ancora: “ Zitta, oca! Vai via, prima che chiami davvero qualcuno! “
Daniel si rimise goffamente in tasca le proprie cose, sconfitto. Dannazione, doveva avvisare i suoi maestri che queste cose non funzionavano! Doveva essere una creatura più potente di quanto pensasse…
Osservò la schiena di Niklas scomparire nell’oscurità, senza preoccuparsi minimamente di lui.

 

 

AskAnotherWay

Note Finali: Messo a posto la grandezza del carattere… non so perché da un po’ di tempo si era ridotto °_° Nuovo capitoletto, inizio a introdurre di più Rogan… si sente che è un personaggio che non mi piace? È una persona un po’ falsetta, quella buona per convenienza, non so come spiegarlo… oltretutto è stata creata interamente da mia sorella, quindi non la sento propriamente mia, è come scrivere di un estraneo, e questa cosa è nuova per me. Nonostante tutto, spero vi piaccia lo stesso, e anche la parentesi di Daniel xD
Ringrazio Jenniferpintuss per aver messo la storia tra le seguite, e PinkyRosie, lovelymangaka, Mojita_Blue e Kleis per le recensioni *_* e tutte quelle e quelli che fanno le domande sull’Ask della storia, domani risponderemo a tutte, promesso! xD
Posto questo capitolo oggi perché…beh, diciamo che non ho saputo dire di no a Pinky xD


 

 

   
 
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