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Autore: Neera6    07/01/2014    10 recensioni
Ora che il tour mondiale è terminato, poche ore separano Harry Styles dalle persone che ama.
Harry si domanda quante cose sono cambiate ad Holmes Chapel da quando è partito: come stanno sua sorella e sua madre? I suoi amici che stanno facendo?
Ma, soprattutto, Nicole che fine ha fatto? Gli rivolgerà ancora la parola, dopo tanti mesi passati senza farsi sentire?
Harry non lo sa e non ha voglia di chiederselo: la sua vita è stata fin troppo piena di programmi ultimamente, ora vuole solo vivere...
*******Dalla storia*******
Nicole è lì, davanti a me. È esattamente come la ricordavo, con i suoi morbidi capelli neri che le incorniciano il viso, gli occhi luminosi che mi fissano con fierezza e le labbra carnose che mostrano un sorriso beffardo e strafottente. Ha le mani in tasca e indossa un cappello di lana che mi aveva rubato tempo fa.
La guardo come se dovesse sparire da un momento all’altro, cerco di memorizzare ogni dettaglio di lei. Dio, se mi è mancata. È qualcosa di straordinario. Non posso evitare di sciogliermi in un sorriso.
“Ciao Nicole”, dico.
Lei non si muove. Mi fissa e dice soltanto: “Ciao Styles. Ti va una passeggiata?”.
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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07_
_Moments.


 
È da poco passata l’ora di pranzo quando saluto Gemma e mia madre e mi fiondo in macchina.
Non ci è voluto molto per raccogliere quei quattro effetti personali che mi serviranno per il weekend, ormai nel fare i bagagli sono un professionista.
È passato tanto tempo dall’ultima volta che ho guidato, sento un po’ l’adrenalina del ritorno al volante… certo, avrei preferito di gran lunga poter prendere la mia Audi fiammante, ma dovrò scarrozzare in giro qualcuno dei ragazzi, quindi la scelta è caduta sul Range Rover.
“Meglio – penso – Così se finisco fuori strada ho qualche possibilità in più di restare intero”.
Appena parto, chiamo subito Liam in vivavoce.
Tu…
Tu…
Tu…
“Pronto, Haz?”
“Ciao Lee. Sto partendo ora da casa, dovrei essere da te tra poco più di un’ora”
“Magnifico. Hai fatto in fretta”
Colgo un tono divertito nella sua voce.
“Avevo paura che Paul mandasse i suoi sicari a recuperarmi”
“Lo temevamo tutti, Haz. Era nel panico più totale. Ci vediamo al solito posto?.
“Sì, bravo. Così non devo entrare in città e non perdo tempo, dato che dobbiamo anche recuperare la bionda in aeroporto”
Liam ride; è lui che ha iniziato a chiamare così Niall. “Speriamo non si stia portando dietro tutta la cucina di casa sua. A tra poco”
Fine della conversazione.
 
La campagna che abbraccia le strade del Cheshire scorre veloce davanti a me.
Tengo gli occhi puntati sulla strada, ma ogni tanto osservo distrattamente quello che ho intorno.
Prato, prato, prato, fattoria, prato, campo, spaventapasseri…
È tutto così calmo, così tranquillo.
Prato, fattoria, campo, campo, prato, bosco…
Pronuncio nella mia testa il nome di ogni singola cosa che vedo: non voglio pensare, voglio tenere la mente occupata. Fermarmi significa permettere al cervello di immaginare come sarebbe stato se fossi rimasto a casa, con Nicole. A quest’ora probabilmente sarei da lei.
Non so a fare cosa, ma sarei da lei.
Prato, campo, campo, fattoria, campo, spaventapasseri…
Le nuvole sono basse e cupe, minacciano pioggia; il cielo non si vede, come sempre in questa stagione. Il cielo riflette un po’ il mio umore di oggi.
Stamattina era una bella giornata: c’era il sole, ero felice, ero con lei. Rido, pensando alla sua faccia ricoperta di farina.
Poi è bastata una telefonata per interrompere quel quadro perfetto: fulmine a ciel sereno. Il solito impegno che arriva all’improvviso a scombinarmi tutti i piani. Un po’ come quei temporali estivi che tutto d’un tratto scoppiano per rovinarti il pic nic.
Sì, un temporale estivo. Solo che ora siamo a novembre.
E questo non è un temporale, è solo l’ennesima rottura di palle.
Se soltanto potessi avere questa vita anche un solo giorno in più… 
Stringo le mani sul volante per cercare di calmarmi.
Magari un po’ di musica mi aiuta a distendere i nervi, così accendo la radio.
Dalle casse esce a tutto volume un suono di tromba che per poco non mi perfora un timpano. Jazz a cento decibel, fantastico.Abbasso volume e cambio stazione.
Musica anni ’50, notiziario, pubblicità, canzone death metal, Radio Maria… “Cosa?”, esclamo, sorpreso. È proprio Radio Maria. Stanno davvero pregando alla radio. Andiamo avanti.
Pubblicità, notizie, la mia voce (“Per carità, mi basta sentirmi sotto la doccia!”), di nuovo jazz.
“Ma possibile che non ci sia niente di decente?”, urlo, quasi incazzato.
Mi sono appena detto che la mia musica è indecente, o sbaglio?
Mi rassegno e faccio partire una playlist dal mio cellulare: Dio benedica chi ha inventato il modo per collegare telefono e automobile.
Le prime note che sento sono un arpeggio di chitarra che conosco bene.
Misguided Ghosts, dei Paramore.*
Il primo istinto è quello di cambiare canzone: non è esattamente il genere di musica adatto a non pensare. Ma poi…
 
…Sto andando via per un po’,ma tornerò indietro.
Non seguitemi, perché sarò di ritorno il prima possibile…
 
Già, era quello che avevo tentato di fare in quei pochi giorni di “stacco”: andare via per un po’, allontanarmi da quel caos che è diventato la mia vita negli ultimi mesi. Non volevo andare via per sempre, solo qualche giorno, per avere del tempo per me.
 
…Vedi, sto cercando di trovare il posto a cui appartengo,
potrebbe non essere questo il luogo in cui mi sento al sicuro…
 
E io a che posto appartengo? Qual è casa mia, ormai? Davvero posso chiamare Holmes Chapel “casa”? Non mi è nemmeno passato per la testa di telefonare ai miei vecchi amici.
E poi ho sempre paura di allontanarmi troppo dalla mia nuova vita, dal mio sogno: vivo costantemente diviso a metà, tra la voglia di cantare e quella di essere “normale”.
 
…noi tutti impariamo a commettere errori…
 
E io sono il principe degli errori. Ci fosse una volta in cui non sbaglio, in cui non ferisco le persone a cui tengo.
 
…e corro via da loro, da loro, senza alcuna direzione
correremo via da loro, da loro, senza alcuna sicurezza…
 
Forse davvero in questi giorni ho tentato di fuggire.
 
…perché io sono solo uno di quei fantasmi che viaggiano senza sosta…

Un fantasma che viaggia senza sosta. Sì, così mi sento alcune volte. Siamo solo degli “idoli” che viaggiano, che lavorano. Perché noi ci divertiamo, è vero, ma il nostro è un lavoro. Dov’è finito il mio tempo vero, quello che potevo dedicare a me? Dov’è finita la mia vita?
Il tempo mi sfugge dalle mani.
 
…non ho bisogno di strade, anzi, sono loro a seguire me.
E semplicemente giriamo in tondo…
 
A cosa potrebbero servirmi le strade, i programmi, se poi sono gli altri a decidere al mio posto?
Io tento di scappare dalla mia vita, ma loro mi ritrovano sempre.
…Ora mi è stato detto che la vita è così
e che il dolore è solo un semplice compromesso
per ottenere ciò che vogliamo da lei…

“Questa è la vita che hai scelto, Harry”: sì, questo mi continuano a ripetere. “Se vuoi la fama, se vuoi seguire il tuo sogno di cantare, devi sacrificare qualcosa”.

…Qualcuno vorrà  mai nascondere i nostri cuori spezzati le nostre menti stravolte?
Così potrò trovare qualcuno su cui contare…
 
Trovare qualcuno che mi voglia custodire, che mi voglia bene per quello che sono. Qualcuno che non voglia mostrare le mie ferite al mondo, ma voglia curarle…
 
…e correre verso di loro, verso di loro alla massima velocità…

Devo tornare a casa presto, sono un inutile idiota.
 
…oh, tu non sei inutile.
Noi siamo solo fantasmi fuorviati che viaggiano senza sosta.
Le persone in cui credevamo di più ci hanno spinto troppo lontano


…Cazzo, se è vero…
 
…non c’è un'unica strada. Noi non dovremmo essere tutti uguali.
 
Noi dovremmo essere ricordati per le nostre singolarità, dovremmo poter scegliere il nostro cammino.
 
Ma io sono solo un fantasma,
e loro ancora me lo ripetono… me lo ripetono ancora, circondandomi.
 
Sono davvero in trappola.
 
 
Avrò ascoltato quel pezzo almeno dieci di volte di fila. Mi ha aiutato a pensare, e mi è servito.
Quando arrivo nei dintorni di Birmingham mi rendo conto di avere anche pianto. Fantastico.
Spengo lo stereo e cerco di tornare alla mia faccia normale. Da una parte mi sento anche meglio, forse avevo bisogno di sfogarmi.
Imbocco la strada su cui devo incontrare Lee, ma non riesco a vederlo: strano, perché lui è molto puntuale.
In quel momento suona il mio cellulare. È Liam.
“Lee, ma dove sei?”
“Haz, ascoltami – dice in un sussurro – Io ti vedo, sono nella banca alla tua destra”
Mi volto e vedo il mio amico, seminascosto dietro una tenda.
“Perché ti stai arrotolando dentro la tenda di una banca?”
“Guarda cosa c’è dietro di te”
Mi volto e mi si gela il sangue nelle vene. C’è una scuola superiore, e lì davanti è pieno di gente.
Merda.
“Ah”
“Già. Mi sono accorto troppo tardi che questo è l’orario dei rientri pomeridiani.”
“Facciamo così – dico – Se non sbaglio, in fondo alla strada c’è una rotonda. Faccio il giro e ti prendo al volo, ok?”
“No, perdiamo tempo. Poi dovresti comunque passare davanti alla scuola e se ci vedono è la fine. Niall potrebbe diventerebbe vecchio in aeroporto. Credo sia meglio che tu sblocchi le portiere dietro, io mi lancio in macchina e tu parti sgasando”.
“Molto Fast & Furious. Ok. Fatto”.
Guardo Lee che scompare dietro la tenda, e poco dopo la porta scorrevole della banca si apre.
Solo che, in quel preciso istante, tre ragazze passano proprio lì davanti.
E lanciano un urlo agghiacciante.
Lee diventa bianco e resta immobile, mentre le tre aquile danno fondo a tutta la loro voce, attirando l’attenzione del resto della scuola.
Liam è paralizzato, sembra sotto shock.
Abbasso il finestrino e inizio a urlare: “LEE, CAZZO, MUOVITI”
“MA QUELLO è HARRY STYLES!”, grida un’altra ragazza, indicandomi.
Una dozzina di persone inizia a correre verso di noi.
Merda, merda, merda.
Lee intanto si è ripreso e si è lanciato per strada. Io accendo il motore, mentre Liam schiva una bicicletta, con le tre ragazze al suo inseguimento.
Per fortuna lui è veloce, apre la portiera posteriore, si lancia dentro con tutto il borsone e io parto a tutta velocità, senza quasi dargli il tempo di chiudere lo sportello.
In lontananza, sentiamo delle voci femminili che somigliano ad ultrasuoni.
Sto tremando per l’adrenalina e sudo freddo. Lee è bianco come un cencio, mi fissa dal sedile posteriore con gli occhi sbarrati. Ci è mancato davvero poco.
“Perché non ci sono mai le telecamere, quando servirebbero?”, dice poi.
La tensione si scioglie in una fragorosa risata.
 
Facendo un po’ di acrobazia, Lee si è spostato sul sedile avanti e armeggia con la radio.
“Haz, perché diamine hai Radio Maria tra i canali preferiti?”
“Me lo domando da due ore, credimi. Per questo ho collegato il telefono. Scegli pure da lì”.
Liam prende in mano il cellulare e inizia a scorrere la playlist, ma…
“Chiamata in arrivo – mi dice – È una certa Nicole… Aspetta, è quella Nicole?”
Annuisco: “Devo rispondere”.
“Se vuoi mi tappo le orecchie”
Faccio cenno di no con la testa.
“Ciao bellissima, dimmi”
“Ehi, come va il viaggio?”
“Prosegue quasi senza intoppi. Ho appena recuperato Lee, che a quanto pare ha deciso di fare un corso per stuntman ultimamente”.
Liam annuisce con convinzione: “Ciao Nicole! Piacere di conoscerti”
“Uh…ehm… ciao Liam. Piacere mio. Non volevo disturbare la rimpatriata, mi dispiace”
“Nessun disturbo, bella, tranquilla”, rispondo.
“Per te no di sicuro, Styles. So benissimo che tu mi adori
Liam scoppia a ridere: “Inizio ad adorarti anche io, Nicole”
“Ma quale adorarla, è una stronza!”, esclamo.
“Grazie. A tutti e due”
Io e Lee ci scambiamo uno sguardo di intesa: il mio amico è molto divertito da come vengo trattato.
“Comunque ho chiamato solo per dire che ho impacchettato tutti i biscotti e sto andando alla festa, poi ti farò sapere se il tuo impegno è servito a qualcosa. Buona serata, ragazzi”
 “Grazie, Nic. Ci sentiamo presto, ok? Ti scrivo appena arrivo a Londra”
“Se non ci fosse Liam in macchina ti direi che puoi anche evitare, sai quanto me ne frega – , risponde lei, ridendo – Ovviamente sto scherzando Lee, non sono così cattiva col tuo amico”.
“Se lo fossi per davvero penso che ti chiederei di sposarmi”, replica Lee.
“Ehi, sono indignato!”, ribatto.
“Ma piantala, Styles. Lee, guarda che me lo segno. Ora devo scappare! Buona rimpatriata”, e mette giù.
“Mi avevi accennato a un caratterino indomabile, ma non avrei mai creduto fino a questo punto”, mi dice il mio amico.
“Credimi, non hai idea di ciò che è capace di dire. E di fare”
“Dovrai raccontarmi un po’ di cose, allora…”
Lo guardo e mi rendo conto che ha appena assunto il suo ruolo di confidente: una parte che gli calza a pennello. Lee è sempre stato un ragazzo molto riservato e riflessivo, capace di ascoltare senza sparare sentenze non richieste. Se ho un problema o un dubbio, è sempre lui quello a cui chiedo consigli. Certo, oltre che a Louis. Ma Louis è il mio migliore amico, a volte è troppo di parte.
Così inizio a raccontargli tutto: di Nicole, del nostro passato in bilico, del nostro presente così incerto, del nostro futuro improbabile, che non so nemmeno se desidero davvero…
Parlo per quella che sembra un’eternità, Lee mi fa domande, mi chiede come sto, sa capire esattamente quello che intendo. È come parlare con una parte di me, ma più razionale.
È non mi dà consigli, perché sa che voglio sempre la libertà di sbagliare da solo.
Quando finisco di raccontare, siamo ormai all’aeroporto di Londra.
“Provo a chiamare la bionda”, mi dice.
Ma nemmeno finisce di comporre il numero, che la portiera posteriore sinistra del mio Range Rover si spalanca e la bionda si fionda dentro come una furia.
“Porca puttana, Niall! Ma ti sembra il modo?”, urla Liam, di nuovo bianco per lo spavento. Lui non l’ha visto arrivare, probabilmente temeva un altro attacco di fan imbufalite.
“Anche per me è bello rivederti, Lee! – rispondo lui – Ciao Haz!”
“Ciao bionda”, replico. Lui fa una smorfia disgustata: non è particolarmente soddisfatto del suo soprannome.
Metto in moto e parto.
“Sono stato bravissimo a trovarvi subito, vero? – esclama l’irlandese, entusiasta – Sapevo che vi avrei sorpreso!”
“Bravissimo, quando arriviamo a casa lo diciamo a Zayn e ti darà uno zuccherino”, borbotta Lee.
“Meno male che me l’hai ricordato! Mi ha detto Zayn di chiamarlo partendo dall’aeroporto, così si fanno trovare direttamente sotto casa di Haz”
“C’è anche Lou?”, domando.
La bionda annuisce, con l’orecchio attaccato al telefono.
“Ehi, Malik. Aspetta, ti metto in vivavoce – HO DETTO ASPETTA. Ecco, parla pure”
“Vas happenin, ragazzi?”
“Ehi Zayn, tutto bene. – rispondo – Tra mezz’ora al massimo siamo a casa”.
“Perfetto. Dicevo alla patata che io e Tommo vi raggiungiamo verso le 7 con le pizze, ok?”
“Alla grande! – esclama Niall – Per me una diavola! Anzi, due!”
“Per te niente pizza, solo insalata – borbotta Zayn – A dopo”.
 
Maledetto traffico di Londra, non mi sei mancato per niente. Ci mettiamo quasi quaranta minuti per arrivare a destinazione, quaranta minuti in cui Niall non fa altro che parlare, parlare, parlare e ancora parlare. Ma va a batterie? Quando si spegne?
Ma, alla fine, eccoci a destinazione.
Magari non sarà il mio posto nel mondo, ma senza dubbio questa è la mia casa.
E così annuncio con fierezza:“Ben arrivati a casa Styles, Lansdowne Crescent, Londra”.
 
 
 Moments: http://www.youtube.com/watch?v=1QRj23CYh3U
 

*Misguided Ghosts - Paramore: http://www.youtube.com/watch?v=MxbS1kFBmMo
 

*Piccolo angolo dell'autrice*
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui, a martoriarvi la vita con la mia storiella sul nostro ricciolo preferito ;)
Ci ho messo un po' più del previsto perchè purtroppo mi sono ammalata e non volevo scrivere in uno stato di semi-incoscienza xD
Questo capitolo è un po' diverso dal solito, non so quanto vi piacerà: sentivo il bisogno di descrivere un po' meglio i sentimenti di Harry per questa sua vita "senza meta". Ho scelto una canzone dei Paramore per diversi motivi: calzava a pennello rispetto al mio scopo narrativo, è una canzone meravigliosa e io amo i Paramore. SE non la conoscete, vi ho lasciato il link qui sopra, così potete (DOVETE! AHAHA) ascoltarla.
Ultima cosa: l'indirizzo di casa di Harry non è scelto a caso: mi sono immaginata un appartamento grande, luminoso, in una zona tranquilla della città, possibilmente vicino a Hyde Park (che, nella mia storia, lui ama particolarmente); così ho cercato su internet qualche indicazione e il destino ha voluto che io trovassi la casa che vi lascio in descrizione, così potrete capire meglio come mi immagino il luogo.

http://www.domusnova.com/properties/buy/932/5-bedroom-flat-kensington-chelsea-notting-hill-lansdowne-crescent-w11-richard-hywel-evans-architects/
Un bacione a tutte/i e grazie ancora per aver letto, siete troppo gentili!
Neera

PS: sono molto felice quando mi scrivete per avere consigli sulle vostre FF, quindi non esitate a contattarmi per farmi leggere i vostri lavori!
  
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