Una ragazza camminava lentamente,
la testa china,
indifferente alle macchine che le sfrecciavano accanto. I lunghi
capelli neri
erano sciolti nonostante il caldo mattino di settembre, e un grande
rosario
viola le avvolgeva il polso sinistro.
La cartella in spalla ed una divisa la
identificavano come una studentessa di qualche scuola superiore.
Quel giorno non se la sentiva
proprio di ricominciare
un nuovo anno di scuola, ma sua madre era stata irremovibile, era
passata
l'anno prima per il rotto della cuffia agli esami e ora doveva iniziare
a darsi
da fare, visto che non aveva più impegni "dall'altra parte
del
pozzo".
Già, erano passati sei
mesi dal suo addio
definitivo a quel mondo, sei mesi in cui non riusciva più a
essere la stessa
ragazzina spensierata di un tempo. La sua allegria se ne era andata
quel
giorno, insieme a lui.
Un forte chiacchierio la distolse
dai suoi pensieri,
era arrivata alla
scuola che la avrebbe
ospitata per i prossimi tre anni. Un alto edificio grigio, pieno di
finestre e
con un grande orologio tra il primo ed il secondo piano scandiva le
8.25, tra
cinque minuti sarebbero iniziate le lezioni e le conveniva sbrigarsi,
non aveva
intenzione di farsi sgridare il primo giorno.
Accellerò il passo,
sbattendo contro qualcuno e
ritrovandosi a terra subito dopo.
- Ehi, guarda dove vai stupida!-
Quella voce familiare le fece
sgranare gli occhi,
che alzò di scatto.
Davanti a lei una ragazzo la
guardava confuso
dalla sua occhiata. Capelli castani leggermente lunghi e quegli occhi.
Quanto
li aveva guardati quegli occhi, quanto li aveva sognati in questi sei
mesi, i
Suoi stessi occhi. Occhi d'ambra.
- Tutto bene?- le chiese il
ragazzo, lievemente
scocciato.
- Inu ti muovi?- una voce,
altrettanto familiare,
la distolse dai suoi pensieri. Un altro ragazzo si era fermato appena
dietro a
lui, capelli neri corti, tre orecchini al lobo sinistro e occhi blu
come il
mare.
La copia esatta di Miroku.
- Avanti o faremo tardi, suona tra
due minuti, e
devo ancora cercare la mia classe- una terza voce, stavolta femminile,
intimò i
due ragazzi di sbrigarsi.
Capelli lunghi castani, legati in
una coda per il
caldo estivo, e iridi color caffè. Anche lei, la copia di
Sango.
-Arriviamo Sayuri, sempre che il
caro Inu-chan si
stacchi dalla ragazza- una risposta ironica e provocatoria, anche il
tono era
quello di Miroku.
- Quante volte di devo dire di non
chiamarmi
Inu-chan!!!!???????? Stavo solo aspettando che questa qui si
ripigliasse per
farmi fare delle scuse decenti-
Era troppo scioccata per
controbattere e non lo
fece.
- E che te frega? Sbrighiamoci o i
prof
inizieranno a rompere già il primo giorno-
- Muoviti Inuki, siamo in ritardo
per colpa tua-
continuò la ragazza.
- Ok, arrivo- e si allontanarono
correndo verso
la scuola.
Kagome non riusciva a crederci, li aveva incontrati tutti e tre nella sua epoca.
Ringrazio molto Ryanforever e Mikamey per aver commentato questa fic e anche tutti quelli che hanno avuto il coraggio di leggerla.
Spero che la fine vi piaccia e vi rallegri un po' il morale.
Horus