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Autore: Alexandra_ph    07/01/2014    5 recensioni
"... Il fatto è che non so spiegarti cos’è successo. Non razionalmente, almeno.”
“Spiegamelo, allora, alla tua maniera irrazionale.”.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-6-

(preparare le arringhe finali)

 

 

 

Fra meno di due ore sarai a Washington.
Ti ho mandato un sms col quale ti avvertivo di raggiungermi nel mio appartamento. Preparerò qualcosa per cena e sono più a mio agio farlo nella mia cucina. Poi proveremo a trovare una soluzione per ciò che ci è accaduto.
Abbiamo tutto il week-end per affrontare questo casino.
Stamattina ho come avuto la sensazione che stava cambiando qualcosa: il tuo corpo non mi trasmetteva più le tue sensazioni, non mi forniva più indicazioni tue, non mi dava più i tuoi comandi da eseguire… pareva guidato da me.
Forse la lotta estenuante tra la mia volontà e il tuo istinto corporale, combattuta ieri sera per resistere a Webb, deve aver avuto il sopravvento anche poi…
E se da un lato è come riappropriarmi finalmente dei comandi di un F14, dall’altro mi sembra di pilotare un aereo che non conosco.
Ed è strano.
Mi stavo abituando a percepire le tue emozioni e le tue sensazioni fisiche; inoltre m’incuriosiva scoprirne di nuove.
Sentire come il tuo corpo è sempre guidato dalla tua incredibile capacità interiore di sapere l’ora esatta in ogni momento; ascoltare come reagisce al desiderio e al piacere, ad una carezza, un bacio, un abbraccio… peccato solo che fossero l’abbraccio e il bacio di un altro uomo.
Questo essere nella tua pelle, come fossimo un’unica entità, mi ha concesso un’intimità con te e il tuo corpo che probabilmente non avrei avuto modo di sperimentare neppure se tu fossi la mia donna.
E lo stesso, quasi certamente, è accaduto a te.
E’ una fortuna che stamattina, quando mi sono accorto che sta cambiando qualcosa, non dovevamo passare in ufficio, ma eravamo impegnati per tutto il giorno con Ferrell.
Che buffo: continuo ad usare il “noi”, per definire il tuo corpo e la mia coscienza, quasi fossimo due persone in una. Ma mi piace pensare a questa strana entità che formiamo come qualcosa di “nostro”, un insieme che ci accomuna.
Da troppo tempo mi mancava lavorare assieme a te, così, in sintonia.
Ciò che ci sta accadendo sarà anche irreale, completamente al di là di ogni comprensione umana; tuttavia, così come sono convinto che ogni cosa che ci accade nella vita abbia uno scopo, un fine ben preciso, allo stesso modo penso che anche tutta questa situazione abbia un senso, un suo fine: innanzi tutto oramai sono certo che, malgrado tutto, l’uomo non si riduca ad essere solamente un involucro di carne, e neppure un solo ammasso di cellule, come razionalmente viene da pensare. Esiste certamente qualcosa d’altro. Una forza misteriosa, completamente dissociata dal corpo. Un qualcosa che si può definire anima… o “io pensante”. Un’energia che, com’è successo nel nostro caso quando ha lasciato i nostri rispettivi corpi per penetrare quello dell’altro, potrebbe lasciare il corpo di ognuno dopo la morte.
In quel caso, quale via prenderebbe?
E poi ho provato cosa significa essere al tuo posto, a vivere, su una pelle non mia ma che in questi giorni mi appartiene, emozioni e sensazioni come le vivi tu ogni giorno. E ora posso capire di te molte cose che prima mi erano incomprensibili.
Questa consapevolezza non avrei potuto acquisirla in nessun altro modo.
Benché non sappia dove tutto questo ci porterà, non posso negare d’esser contento di aver avuto l’opportunità di conoscerti meglio.
Ancora più nel profondo di quanto già sentivo di conoscerti.
E non posso neppure negare quanto questa situazione mi abbia fatto riflettere su tanti aspetti della mia vita, nonché della tua, sui quali non mi ero mai soffermato molto. Per non parlare di certi misteri… chissà se tutto questo è accaduto anche a te?
Un’esperienza, la nostra, indubbiamente fuori da ogni logica, ma che mi ha fatto comprendere, più d’ogni altra cosa, quanto ti amo e quanto voglio che tu sia mia.
Questa sera, tra le altre cose, parleremo anche di questo.
Non voglio più essere uno spettatore della tua vita. Non dopo averla persino vissuta nella tua pelle.
Se non cambierà qualcosa tra noi, credo che richiederò il trasferimento: Europa, Asia, Africa, Australia… uno dei due Poli… non importa dove e a fare cosa.
Oramai so con certezza di non poter assistere alla tua vita mentre la vivi con un altro, chiunque egli sia.
Preferisco, piuttosto, non doverti vedere mai più.

 

 

***

 

 

Sono davanti alla porta di casa tua, ma esito a suonare.
Mi sembra d’essere un groviglio di emozioni.
Che reazione avrò, quando aprirai, nel vedere il mio corpo e sapendo che al suo interno ci sei tu?
Solamente durante il viaggio di ritorno in elicottero ho realizzato che, per due giorni, esattamente come io ho potuto fare con te, anche tu mi avrai vista nuda; e che, se lo hai voluto, hai potuto toccare il mio corpo, svelarne quei segreti che fino all’altro giorno ti erano sconosciuti…
Il mio tatuaggio, ad esempio.
Questo pensiero, arrivato all’improvviso, mi ha imbarazzata. Forse perché sono arrivata persino a pensare che uno di noi, o addirittura entrambi, se solo lo avessimo voluto, avremmo potuto addirittura dare piacere al corpo in cui siamo rinchiusi, pur di soddisfare la curiosità di conoscere, caso più unico che raro, le sensazioni fisiche che può provare una persona del sesso opposto in un certo frangente.
Avrai avuto anche tu pensieri simili?
Forse è meglio che non me lo chieda… non riuscirei più a parlarti, altrimenti.
Già in questo momento sono confusa… in questi due giorni, a stretto contatto con te, ho definitivamente ammesso con me stessa di amarti e di non riuscire a dimenticarti con nessun altro uomo.
Ora non so che fare. Mesi fa ti ho detto cose che ti hanno ferito. Me ne sono resa conto dalla tua reazione successiva; sei rimasto arrabbiato con me per settimane, anche se continui a negarlo. L’incarico per la CIA non ti impediva di telefonarmi, ogni tanto, o semplicemente di rispondere ai miei messaggi, eppure non lo hai fatto. E anche dopo che sei tornato al Jag, la situazione non è granché migliorata. Lo dimostra la discussione che abbiamo avuto prima che partissi, solo due giorni fa. Una delle tante, ormai.
Credo, tuttavia, che questa strana situazione che stiamo vivendo abbia cambiato molte cose. Almeno per me.
Ma cosa accadrà, quando aprirai questa porta?

  
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