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Autore: Fire Human Guts    07/01/2014    14 recensioni
Amava i clown, dalle loro parrucche alle loro enormi scarpe colorate.
Ad Abigail piacevano anche le farfalle, ma non quelle che volavano nel suo stomaco, però.
Quelle le facevano venire la nausea, oppure era veder Louis Tomlinson baciare la biondina di turno? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certa.
Amava Louis Tomlinson.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abigail si guardò allo specchio per l'ultima volta e sospirando si strofinò l'occhio sinistro.
Aveva bisogno di un insetticida.
Per la mosca che ronzava fastidiosamente nella sua stanza da letto e per le farfalle che svolazzavano nel suo stomaco.
Abigail, evitava sempre di dire il suo cognome perché lo riteneva strano, aveva diciotto anni di pura spensieratezza ed era un metro e sessantasette di puro squilibrio.
“Sei una fifona!” Le ripeteva sempre suo fratello per prenderla in giro, ed Abigail annuiva perché aveva ragione.
Afferrò al volo lo zaino sulla scrivania e scese a grandi passi le scale del condominio, non c'era più nessuno in casa, era in ritardo.
La madre lavorava come segretaria in un ufficio di cui non ricordava il nome ed il fratello maggiore era ad accompagnare sua sorella, Dakota di sei anni, a scuola.
Non appena fu fuori dal portoncino l'aria fresca delle otto passate la colpì in pieno viso, facendola rabbrividire, nonostante il cappotto verde bottiglia che indossava d'inverno.
“Finalmente.” Borbottò Mallory alzando gli occhi al cielo, la sua migliore amica o meglio l'unica amica che aveva.
“Scusami.”Alzò gli angoli delle labbra in un sorriso di circostanza e rispose controvoglia. Non le piaceva parlare al mattino, riteneva la sua voce fastidiosa, quasi stridula.
Abigail non era esattamente il prototipo di ragazza normale, anzi era tutto il contrario.
Tutti le puntavano il dito contro e la soprannominavano strana, ma ormai lei ci era abituata e non le importava più di tanto, perché lo sapeva che era strana e infondo, le stava bene così.
“Meglio strana che noiosa!” Ripeteva sempre a Mallory che annuiva d'accordo.
Abigail odiava esattamente dieci cose, perché dieci era il suo numero fortunato.
Odiava il fumo e le sigarette di Mallory.
Odiava i maglioni di lana lavorata che le pizzicavano il collo.
Odiava gli anelli alle dita.
Odiava quando qualcuno pronunciava il suo nome perché i suoi occhi, involontariamente, si chiudevano in modo irritante.
Odiava il disordine.
Odiava i fumetti.
Odiava i graffiti.
Odiava il caffè.
Odiava i cappelli in generale.
Ed odiava tutto ciò che riguardasse l'elettronica, soprattutto i cellulari, per questo motivo non ne possedeva uno.
Si fermò fuori i cancelli di scuola e fece esattamente due giravolte su sé stessa, lo faceva spesso quando era nervosa, tesa o sotto pressione. Un paio di ragazzi la guardarono scoppiando a ridere, Abigail li ignorò.
Già, non sopportava la scuola. Ma non l'avrebbe mai detto, semplicemente perché lo ripetevano in troppi e lei non sopportava essere come gli altri. Abigail era strana, no?
Fortunatamente quello era il suo ultimo anno scolastico.
“Sbrigati o farai tardi a lezione di matematica ed io a quella di arte!” Protestò Mallory afferrando Abigail per un braccio e trascinandola davanti al suo armadietto. “Mi raccomando, prendi il tuo libro e corri dalla professoressa Brown.”
Nell'udire il nome della sua docente di aritmetica, la bionda storse il naso ed annuì distratta, non sopportava la matematica anzi ne aveva quasi paura, forse del tutto.
Abigail aveva paura esattamente di dieci cose, dieci era il suo numero fortunato.
Aveva paura della matematica e di tutti quei numeri che si mescolavano tra loro facendola uscire fuori di testa.
Aveva paura di tagliare i capelli, per quel motivo erano così lunghi, ma a lei piacevano anche così.
Aveva paura dell'acqua.
Aveva paura di andare in bicicletta, era caduta così tante volte da perdere il conto.
Aveva paura di fare dei tatuaggi, anche se le sarebbe piaciuto farne uno.
Aveva paura di guardare un film horror, non ne aveva mai visto uno e non aveva intenzione di farlo.
Aveva paura di Zayn Malik, il ragazzo che frequentava il suo stesso corso di storia dell'arte. Sembrava così cattivo.
Aveva paura dei vermi, anche se più che altro le facevano schifo.
Aveva paura delle altezze.
Aveva paura delle tigri. Era una paura un po' stramba, infondo non aveva mai visto quell'animale se non in TV, ma già da li sentiva il sangue gelarsi.
Abigail si guardò intorno, il corridoio era quasi deserto e lanciò un occhiata verso l'uscita di sicurezza che spuntava su un giardino leggermente incolto ma molto accogliente e assolato.
Le piaceva molto e quando aveva voglia di saltare l'ora di matematica, come quel giorno, si rifugiava lì, isolata completamente da tutto e da tutti.
Nessuno, infatti, usciva mai fuori quel giardino, solo un paio di ragazzi che durante l'ora di pranzo uscivano ad inquinare l'ambiente con le loro puzzolenti sigarette.
In un attimo fu fuori dalla scuola.
Osservò attentamente i pochi alberi di pesco che contornavano il giardino e si avvicinò lentamente, pronta per sdraiarsi all'ombra.
Le piaceva quel silenzio, faceva da sottofondo al cinguettio degli uccellini appollaiati sugli alberi e alle farfalline che svolazzavano indisturbate sulle margherite profumate.
Abigail amava esattamente dieci cose, perché le piaceva il numero dieci.
Amava i sorrisi sinceri e gli sbuffi divertiti delle persone a cui voleva bene.
Amava i girasoli, i suoi fiori preferiti.
Amava i suoi capelli, forse l'unica cosa che le piaceva di sé stessa.
Amava scattare le fotografie, con la macchina fotografica che le aveva regalato suo padre prima di morire.
Amava i suoi anfibi rovinati.
Amava il caldo, qualsiasi cosa fosse calda.
Amava le torte, soprattutto quelle alla crema.
Amava le giostre, quelle gonfiabili, quelle dove ci si poteva rimbalzare all'infinito.
Ed amava i clown, dalle loro parrucche alle loro enormi scarpe colorate.
Ad Abigail piacevano anche le farfalle, ma non quelle che volavano nel suo stomaco, però.
Quelle le facevano venire la nausea, oppure era veder Louis Tomlinson baciare la biondina di turno? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certa.
Amava Louis Tomlinson.

 

-Buonasera.

Non posso crederci di aver postato questa storia!
Allora, se siete arrivate fin qui, vuol dire che avete letto il testo qui sopra.
Grazie davvero e spero vi sia piaciuto.
La storia durerà più o meno undici, dodici capitoli incluso questo prologo e l'epilogo, in ognuno la protagonista, Abigail, affronterà una paura, ciò che ama e ciò che odia. E' un'idea un po' stramba e non so fino a che punto potrà piacervi, quindi fatemi sapere, se ne avete voglia.
Come avete potuto capire anche dal banner il protagonista sarà Louis, gli altri saranno lasciati un po' in secondo piano, però ognuno di loro avrà un piccolo ruolo nella storia.
Tengo particolarmente a questa Fan Fiction quindi vi chiedo di farmi sapere davvero cosa ne pensate, siate sincere, accetto qualsiasi critica.
Prima che mi dilunghi troppo, volevo anche informarvi che non scriverò molti angoli autrice, mi limiterò ai ringraziamenti se ce ne sarà bisogno, io spero di si.
Fatemi sapere anche cosa ne pensate del banner, l'ho creato io e sono alle prime armi. :)
Al prossimo aggiornamento.
E n n E.

   
 
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