Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Sariel    28/05/2008    7 recensioni
Mi chiamo Madeleine Leclerc e sono un vampiro. Sono un vampiro da ormai quasi 300 anni. [...] Esaudirò qualunque vostro desiderio. Ma siete pronti a perdere la vostra anima?
[SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO]
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
MADELEINE ~
{ Esaudirò qualunque vostro desiderio. Ma siete pronti a perdere la vostra anima? }
 
 
Nota al capitolo: eccomi qua, non riesco ancora a credere di essere all’ottavo capitolo.
Devo ringraziare ancora tutte voi, per le vostre recensioni che mi fa tantissimo piacere leggere.
Oggi rispondo ad un po’ di commenti xD
lady wolf grazie mille, mi fa davvero piacere vedere che segui la storia dall’inizio °ç°
comunque, devo ammetterlo, anch’io ho un debole per Pierre ^^
Jinevra devono succedere ancora taante cose xD
draco passion ma ciao! *_* grazie mille [= per ora posso solo dirti che Jeanne, dal punto di vista della trama, non è secondaria. Oddio, non so se farla riapparire ma diciamocelo, ha combinato un gran casino xD
Kayla_Ariev devo ammettere che ho letto la tua recensione per ben tre volte, non riuscivo a credere a quello che hai scritto. Sono davvero lusingata di leggere un commento del genere ^^ Grazie mille, sul serio. [e grazie per aver inserito back to life tra i preferiti ;)]
magnifica Malfoy certo, appena inserirò frasi in francese metterò le note ;) comunque penso che d’ora in poi ci sarà anche un po’ di tedesco °-°
Per questo capitolo sono andata a vedere la storia della Baviera ma, con la fortuna che ho, ho ambientato la fiction in un anno in cui non si sa bene cosa sia successo. Quindi, se siete appassionati di storia, vi chiedo scusa per aver scritto castronerie.
Vi lascio all’ottavo capitolo.
Come sempre buona lettura,
Sara
 
 
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
 
 
 
VIII
 
 
CAPITOLO OTTAVO
Une ténébreuse affaire.
 
 
I
l viaggio durò più di una settimana. La sete si fece sentire già durante il secondo giorno, quando stavamo attraversando la Lorena. Resistetti per un giorno ma alla fine divenne insopportabile. Ordinai a Bernard di fermarci nei pressi di un piccolo paesino in cima ad una collina, distante da altri villaggi o città. Le mura medievali circondavano la cittadina, ancora intatte. Il campanile della chiesa, bianco di stile gotico, si stagliava contro il cielo scuro della sera. Scesi dalla carrozza e mi guardai intorno. Le vie strette erano deserte, solo un leggero vocio arrivava dalla piazzetta di fronte alla chiesa, poco distante. Osservai incuriosita le figure che suonavano, danzavano e si divertivano insieme. Tentai di non farmi vedere, anche se con il vestito che indossavo era quasi impossibile. La larga gonna verde smeraldo che avevo indossato prima di partire era così vistosa in confronto agli abiti che indossavano le persone del paese, che qualcuno mi avrebbe senz’altro visto. E così fu.
Non appena incontrai i suoi occhi indietreggiai contro il muro. Pregai che non mi seguisse. Mi sporsi per sbirciare e me lo trovai di fronte.
Era un ragazzo giovane, sui 14 anni e sembrava un angioletto. I capelli biondi gli incorniciavano il viso paffuto e gli occhi erano due angoli di cielo. E il suo profumo era irresistibile, dannatamente irresistibile.
Lo fissai ad occhi spalancati, tentando di trattenermi. Non seguire l’istinto, mi ripetevo, non seguire l’istinto. Ma come potevo?
Quell’aria ingenua, quella fragranza deliziosa erano una tentazione troppo forte. Deglutii a fatica.
Era solo un ragazzino.
Mi guardò con i suoi occhioni azzurri pieni di curiosità.
«Madame?» la sua voce era squillante e vivace.
Mi allontanai di qualche passo ma mi seguì.
«Và via.» sussurrai.
Feci per andarmene ma si aggrappò alla mia gonna. Dannazione. Una lieve folata di vento fece diventare il suo profumo ancora più forte.
Non riuscivo a resistere.
E’ solo un ragazzino, pensai. Non potevo ucciderlo.
«Lasciami.» presi la sua mano e gli feci mollare la presa. Un’altra folata di vento ci colpì, facendogli muovere i capelli. Trattenni il respiro per qualche secondo ma alla fine il mio istinto ebbe la meglio.
Non ero più io. Cominciai a muovermi senza sapere cosa stessi facendo, lo portai lontano dalla piazza fino alla carrozza e ordinai a Bernard di partire.
Una parte di me, talmente piccola da risultare insignificante, urlava di smettere, di lasciarlo andare. Ma non era possibile. C’era qualcun’altro al mio posto, qualcuno che stava per mordere quel giovane ragazzo, qualcuno che lo avrebbe ucciso.
Quando sentii il sapore del suo nettare nella mia bocca tornai in me. La realtà dei fatti mi colpì come uno schiaffo. Il ragazzo era riverso accanto a me, con un rivolo si sangue fresco che gli scendeva dai due puntini sulla gola. Il lento dondolio della carrozza gli faceva muovere lentamente la testa, scuotendo la chioma dorata.
I suoi occhi inespressivi e vitrei, che fino a poco prima erano stati accessi e curiosi, erano fissi su di me.
Mi pulii le mani, le labbra, tutto quello che mi ero sporcata con il suo sangue innocente.
Ritornò lo stesso senso di colpa che mi aveva tormentato nella carrozza con Pierre, ma non dissi nulla. Rimasi a fissare quell’angelo caduto, gridando insulti a me stessa che solo io potevo sentire.
Respirai profondamente più volte, nel tentativo di calmarmi. Non avevo motivo di comportarmi così.
Dovevo accettare la situazione. Ma come potevo?
L’unico che poteva aiutarmi era a centinaia di chilometri di distanza, senza la possibilità di raggiungermi.
Feci fermare la carrozza. Chiesi a Bernard di occuparsi del ragazzo, pregandogli di seppellirlo degnamente. Non avendo a disposizione nulla per scavare la terra, Bernard posò il corpo in una cunetta naturale del terreno, a qualche chilometro dalla cittadina.
Immaginai che qualcuno lo stesse cercando. Doveva avere una famiglia, qualcuno che lo amasse.
Scacciai quei pensieri. Più rimanevo attaccata a quelle cose, meno potevo accettare di essere quello che ero. Non appena capii che Bernard aveva finito, ordinai di ripartire.
 
×××
 
Monaco, Baviera. Una delle città più belle d’Europa. In quegli anni, dopo il dominio asburgico, la città aveva ripreso a crescere, nuovi palazzi venivano costruiti e l’aria che si respirava prometteva progresso e tranquillità.
Mentre la carrozza procedeva tra le strade, osservai estasiata la città, così diversa da Parigi, dove avevo sempre vissuto. Non potevo credere di essermi allontanata così tanto da casa.
Solo quando ci fermammo cominciai a preoccuparmi. La carrozza si fermò davanti al cancello di un maestoso palazzo, che Bernard mi disse chiamarsi Älteres Palais-Royal, e attendemmo che qualcuno lo aprisse. Una figura avvolta in un mantello e incappucciata ci venne incontro e aprì l’inferriata per poi sedersi accanto a Bernard dopo averla richiusa.
Dal viale era impossibile vedere il palazzo. Gli alberi folti riempivano la maggior parte del giardino e il viale era in ombra. Quando scesi dalla carrozza rimasi stupita dalla bellezza dell’edificio che avevo di fronte.
Non aveva nulla a che fare con la villa di Pierre, assolutamente nulla. Lo stile era diverso, il palazzo era in stile rococò. Un gioco di volute rendeva la facciata sobria rispetto ai palazzi barocchi che avevo visto fino a quel momento. Le decorazioni erano tante ma delicate e non disturbavano l’effetto finale.
Avanzai lentamente ed entrai, sempre osservando i particolari di quel luogo.
La voce della figura incappucciata mi destò.
«Il padrone la sta aspettando.» mi riferì, con forte accento tedesco, indicandomi la scalinata di marmo che portava al piano superiore.
Gli feci un cenno e cominciai a salire. A differenza del palazzo di Parigi, questo doveva essere deserto. Mentre salivo, non sentii nessun bisbiglio e nessun vocio.
Arrivata al primo piano, l’uomo mi fece strada. Salutai velocemente con un gesto della mano Bernard, che era rimasto in fondo alla scalinata.
Allungai il passo per raggiungere lo sconosciuto e ci fermammo entrambi davanti ad una porta.
Bussò tre volte e la porta si aprì. Mormorò qualcosa che non capii in tedesco alla persona all’interno della stanza, facendomi cenno di entrare.
In quel momento un senso di paura mi bloccò. Per tutto il viaggio avevo evitato di pensare a quello che avrei trovato a Monaco. Ma ora dovevo affrontarlo, qualunque cosa fosse.
La vampira mi voleva morta? Mi aveva affidato a qualcuno più crudele di lei?
Entrai piano nella stanza, sperando che le mie risposte ottenessero finalmente una risposta.
Una figura maschile stava in piedi di fronte a me, dandomi le spalle.
«Geh weg.»* sussurrò, e la misteriosa persona dietro di me sparì, chiudendo la porta.
Rimase voltato e parlò.
«Benvenuta.» mi disse, in perfetto francese.
Fissai la sua schiena, irritata e senza parlare. Almeno potrebbe girarsi, pensai.
«Mi dispiace madame, ma preferisco di no.»
Mi mancò il fiato per qualche secondo. Aveva, aveva appena-?
«Sì, madame. Le posso leggere nella mente.» disse, rispondendo alla mia domanda silenziosa.
«Potrei sapere perché non vuole girarsi? E’ maleducato non voltarsi in presenza di una donna.» dissi tutto d’un fiato, sapendo di suonare maleducata.
Rise.
«Se proprio insiste…»
Si voltò e mi fissò dritto negli occhi, lasciandomi senza fiato.
La paura che avevo prima di entrare crebbe all’improvviso. I suoi occhi erano rossi, di un rosso talmente acceso da sembrare sangue. I lineamenti del suo viso erano perfetti, non trovai altro modo per definirli. Le sue labbra, piccole e carnose, risaltavano sul pallore del suo volto.
Sulle sue labbra apparve un sorriso compiaciuto, mentre lo fissavo.
Mi squadrò senza dire una parola.
«Jeanne aveva ragione.» le sue labbra si incresparono in un altro sorriso. «Sarai perfetta come compagna.»
Sgranai gli occhi.
«Com-compagna?» chiesi incredula, con voce spezzata.

*geh weg=và via
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Sariel