Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Rejected    07/01/2014    1 recensioni
Si sarebbero incontrate anche per un altro motivo: dovevano andare ad un concerto insieme. [...] Ad un certo punto, proprio nel mezzo della loro conversazione, qualcuno sbatté contro Sophie che già era in ansia per il concerto, ergo nessuno doveva farla innervosire.
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter Nine

Image and video hosting by TinyPic
Il tour era ormai finito e, visto che la storia tra Zacky e Andreea andava a gonfie vele, le due ragazze si trasferirono a casa di lui.
Sophie ancora stava male, non riusciva a superare la rottura con Brian.
Da giorni rimaneva rinchiusa nella camera che Zacky le aveva assegnato, usciva giusto per qualche spuntino e per pulire qualcosa. Non voleva né essere d'intralcio, né d'impiccio, per questo cucinava per la coppietta ad ogni pasto.
Riuscire a non pensare a Brian era troppo difficile, praticamente impossibile. Il suo cuore si era ormai gelato, non riusciva più ad essere la solita dolce ragazza di sempre.
Dopo quel brutto litigio non si erano mai più rivolti la parola e onestamente a lui non sembrava interessare.
Ma lei provava ad apparire felice davanti agli altri, erano tutti contenti per le rispettive situazioni e non voleva rovinare nessun momento.
Nemmeno Andreea, che da sempre riusciva a capire anche solo con uno sguardo che la sua amica non stava bene, se n'era accorta. Non perché pensasse troppo a Zacky, ma perché Sophie era veramente riuscita a non lasciar sfuggire niente.
E il ventitré dicembre, quando i due avevano deciso di uscire per andare a fare shopping natalizio, la mora trovò finalmente un po' di pace.
Si sdraiò sul letto, con le cuffie nelle orecchie e l'ipod in rigorosa riproduzione casuale. E, naturalmente, l'ultima canzone che sperava di ascoltare fu la prima a capitare: So Far Away.
Tanto conosciuta quanto triste, la canzone che aveva dedicato al suo migliore amico poco dopo la sua scomparsa. Come non pensare a lui?
In questo momento lui potrebbe esserci stato, se una fottutissima malattia non l'avesse portato via.
“Perché lui?”
Quella era la domanda che lei si era sempre posta.
Lui c'era sempre stato, non aveva fatto nulla di male. Quando lei era triste, riusciva a tirarla su di morale anche solo con una frase. Era pieno di vita, gioioso, trasmetteva felicità.
Lei era riuscita a trovare un altro ragazzo che riusciva a strapparle un sorriso in ogni momento, ancora più di quanto il suo migliore amico riusciva a fare.
Un giorno troverai qualcuno che ti farà stare meglio di quanto io possa fare, quel qualcuno sarà quello giusto per te. E tu non dovrai fartelo scappare.” le disse durante una delle loro frequenti conversazioni.
Quel ragazzo l'aveva già incontrato e l'aveva a un paio di chilometri da sé. Quel ragazzo era Brian.
Non era troppo tardi per chiarire, poteva ancora fare qualcosa.
Si asciugò le lacrime che ormai le avevano inzuppato il viso e prese il cellulare, componendo il numero di lui.
Uno, due, tre, quattro, cinque e passa squilli. Nessuna risposta.
Forse, Brian neanche voleva sentirla.
La situazione non migliorò, si buttò nuovamente sul letto, ma questa volta senza musica perché neanche quella l'avrebbe tirata su di morale.
Stette probabilmente un paio d'ore nella solita posizione, finché non sentì bussare alla porta della stanza.
A quel punto non le importava più neanche di non fare notare ciò che le stava succedendo alla sua amica o a Zacky, si sentiva sola e non ce la faceva più.
Mormorò un “avanti” e sentì un cigolio dalla porta. Non si mosse da quella posizione, continuò a rimanere rannicchiata sul fianco destro, verso la parete opposta alla porta.
Sentì un corpo abbastanza pesante appoggiarsi su una sponda del letto, da lì capì che doveva essere Vee.
“Scusa, non ce l'ho più fatta a trattenermi, sono arrivata al limite. Al capolinea della mia tristezza e rabbia interiore. Non volevo farlo notare a te e Andreea, siete così felici che mi sembrava da egoista interrompere il vostro momento. Ma oggi ho ascoltato una vostra canzone, quella che dedicaste a Jimmy. Beh, l'avevo dedicata a mia volta al mio migliore amico, morì nel 2011, a lui piaceva tanto. Lui mi disse che quando avrei trovato il ragazzo che mi avrebbe fatto stare meglio di lui, allora avrei finito la mia ricerca. Diceva che quel ragazzo sarebbe stato di più che un semplice amico, sarebbe nato qualcosa di più: l'amore. Feci fatica a credere che un giorno l'avrei incontrato e invece l'ho fatto. Ma, naturalmente, sono riuscita a mandare tutto a puttane per un po' di gelosia. Sai, lui non sarebbe fiero di me per questo. Beh...avrebbe ragione, perché io provo qualcosa di grande per Brian e lui neanche lo sa. Probabilmente sarà con Michelle, anzi, sicuramente. Sto male, mi sento sola. Zacky, aiutami. Mi manca da morire.”
“E se ti aiutassi io al posto di Zacky?” la mora si sentì gelare il sangue nelle vene quando sentì la SUA voce.
Si sedette, voltandosi verso la figura affianco a sé: Syn.
Asciugandosi le lacrime, inizio a sentirsi in imbarazzo per quello che aveva appena detto.
“Sono patetica, lo so, ma-”
Il ragazzo le poggiò l'indice sulle labbra, zittendola. Si avvicinò e dolcemente la baciò, calmando così i battiti accelerati di lei.
Sophie iniziò a singhiozzare, si aggrappò a lui come se fosse la sua ancora di salvezza, finendo sdraiati. Affondò la testa nel suo petto e pianse, ma quelle lacrime erano quasi di gioia dato che lui era lì.
Le accarezzò la schiena, lasciandole dei piccoli baci sul capo, cercando di calmarla.
“Sono qui, non ti lascerò mai sola, te lo prometto”
Lei alzò lo sguardo e capì che non le stava mentendo, era sincero.
“E Michelle?”
“Stiamo divorziando”
“Che cosa?” rimase sorpresa la mora.
“Non potevamo più andare avanti così, tradendoci a vicenda. Ma non è questo il motivo principale per cui personalmente ho deciso di lasciarla”
“E quale sarebbe?”
“Io…” balbettò.
“Tu?”
Brian si passò una mano tra i capelli, segno evidente di nervosismo.
“Io ti amo.”
Sophie perse un battito al suono di quelle due parole che pensavano fossero impronunciabili da uno come lui.
Lo osservava attentamente, voleva capire se lo stesse dicendo con il cuore, ma le bastò incrociare il suo sguardo. Lo baciò e tutto quel freddo che si era formato dentro il cuore di lei, iniziò a sciogliersi; sentì un grande calore dentro di sé.
Le pause tra i loro baci erano veramente brevi, avevano bisogno di sentire l’uno il sapore dell’altro, la sensazione ineguagliabile che provavano non appena le loro lingue si incontravano.
Lui le alzò la felpa sfilandogliela via, facendo rimanere la ragazza in reggiseno. Poco dopo successe lo stesso con i leggings e presto Sophie si ritrovò in intimo sotto il corpo di Brian.
Il ragazzo si prese qualche secondo per guardare il corpo su cui era a cavalcioni; esile a tal punto che aveva paura di farle male, la pelle era più pallida del solito. Le labbra erano un poco arrossate e le guance pure, ciò che risaltava ancora erano gli occhi. Lui ne era sempre rimasto incantato da quello sguardo color smeraldo sempre truccato, poteva leggere nella testa di Sophie attraverso di esso. Ma in quel momento non era neanche truccata, erano contornati da una linea rossa, segno evidente di stanchezza. In poche parole, si poteva notare quando si fosse trascurata nell’ultimo mese.
Per Brian, però, rimaneva comunque bella. Gli piaceva guardarla anche in quelle condizioni, sarebbe rimasto così per sempre.
Adesso l’avrebbe curata, perché lei stava male e tutto per colpa sua, lui sarebbe stato la sua unica medicina per tutto ciò.
“A cosa stai pensando?” gli chiese la ragazza notando uno strano sorriso nel volto di lui.
“Perdonami per averti fatta stare così, giuro che cambierò”
“Non voglio che tu cambi neanche di una virgola, io amo Brian Haner Junior aka Synyster Gates, colui che anche se può sembrare uno stronzo di prima categoria in realtà è la persona più dolce di questo fottuto mondo”
Lo vide arrossire e cacciare un sorriso, per poi tornare sulle labbra di lei.
Sophie gli tolse la maglia e gli slacciò la cintura, ma ci pensò lui a sfilare ciò che rimaneva addosso ad entrambi.
Questa volta, la mora non fu l’unica a percepire qualcosa di più in quel gesto che inizialmente doveva essere solo sesso, anche Brian capì che quella volta non c’era solo piacere ma anche quell’emozione che da anni non provava più: l’amore.
Nonostante le spinte fossero decise e forti, la dolcezza si poteva quasi toccare.
E al culmine del piacere, i due si guardarono intensamente.
“Ti amo, Brian”
“E io amo te, Sophie”
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Rejected