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Autore: icered jellyfish    08/01/2014    7 recensioni
[ THE BIG FOUR Hogwarts!verse | CROSSOVER – Rise of the Guardian/Tangled/How to train your dragon/The brave ]
• | Capitolo O7 | «Oh Merida» biascicò nuovamente lui, ricoprendo un ruolo da protagonista bello e dannato all'interno del discorso, «sei davvero simpatica quando te ne esci con queste stupidate».
Merida non poté credere alle sue orecchie, se solo avesse avuto a portata di mano il suo amato arco e le sue frecce, era certa non si sarebbe tirata indietro nello scoccargliene una dritta sulla caviglia ma, prima ancora che la sua rabbia fuoriuscisse dalla sua bocca con qualche disarticolata frase di rimando, Jack continuò quella che sembrava essere la conclusione al suo discorso.
«Io non ho paura di niente».
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Feraverto







C A P I T O L O   II

Feraverto







Il binario 9¾ della stazione londinese King's Cross era nuovamente vuoto, mentre l'espresso che prima sostava su di esso sfrecciava ormai in un paesaggio che aveva iniziato a scorrere velocemente, visto da dietro un finestrino, riproponendo montagne e rigogliose distese di verde da un lato, e un immenso specchio d'acqua dall'altro – il riflesso del cielo era trattenuto in esso, così come i colori della natura che lo circondava, costringendo la sua sconfinata estensione in una forma tondeggiante.
Prontamente si portò un fazzoletto di stoffa bianca al naso; quegli ultimi giorni erano dannatamente fastidiosi per via di quel raffreddore che, ci scommetteva, aveva solo lui al mondo in quel periodo dell'anno, ma in quel momento certamente il suo naso intasato e i continui starnuti erano un pensiero secondario davanti alla necessità di trovare un posto a sedere – e non riusciva davvero a spiegarsi come tutte le cabine potessero essere completamente occupate.
Erano ormai diversi minuti che vagava senza ottenere successo e aveva attraversato almeno undici dei quindici vagoni che componevano il treno  – anche se in tutta sincerità aveva addirittura perso il conto, sapeva solo che ben presto sarebbe finito alla carrozza della locomotiva senza risultati apparenti.
Con la stessa mano con cui impugnava, senza un reale motivo, la sua bacchetta nuova di zecca, continuò a trascinarsi dietro la sua immensa valigia di pelle un po' consumata – pesante e grande probabilmente più di lui – finché la sua pazienza non emigrò definitivamente, decidendo così di abbandonarsi senza ritegno lì dov’era nel corridoio, accasciandosi sul suo bagaglio e arrivando alla conclusione che non avrebbe più continuato quella ricerca impossibile. Il viaggio in piedi poteva addirittura essere divertente – o almeno stava cercando di convincersene.
Guardando distrattamente il soffitto si lasciò scappare un sonoro quanto annoiato sbuffo, illudendosi, per un istante, che bastasse quello per liberarsi della fastidiosa e snervante consapevolezza che tutto fosse cominciato nel peggiore dei modi – in fondo sperava che il viaggio verso Hogwarts potesse essere un pretesto per fare qualche amicizia, finalmente, ma il vento non sembrava voler gonfiare le sue vele.
Non si era reso conto del rumore che aveva provocato con quel suo stravaccarsi in modo tanto spudorato e improvviso, ma una folta chioma riccia e indomabile, del fuoco vivo e ribelle, fece capolino da dietro la sua porta poche posizioni più in là, incuriosita sul cosa stesse accadendo appena fuori dalle cabine. Iridi cerulee risaltavano su un viso tondo e leggermente più rosato del dovuto, e la linea delle sue labbra si incurvò in un sorriso caldo almeno quanto lo sembravano i suoi capelli.
Improvvisamente gli fece cenno di avvicinarsi in sua direzione, per poi sparire nuovamente e, lui, seppur un po' perplesso, cercò di tirarsi su e di ricomporre la sua postura, accingendosi dunque verso la sua cabina ed entrandovi. Non poteva crederci, ma era completamente vuota, con solo lei al suo interno – e le sue valige sparpagliate un po' ovunque, disordinatamente.
«Posso, posso sedermi qui? Tutte le cabine sono completamente occupate» le domandò, con la sua solita espressione rassegnata alle infinite sfortune che gli pesavano sulle spalle – o quantomeno che lasciava intendere la sua abitudine ad accettare che le cose non andassero mai come lui voleva.
Nel ritrovarselo lì, il volto della coetanea si illuminò e venne nuovamente predominato da un allegro sorriso. Chiuse di scatto il libro che aveva sulle gambe, allungandolo poi con entrambe le mani verso di lui e rivelandogli il titolo – con sguardo ardente e pieno di soddisfazione, e non capiva perché fosse tanto esaltata.
Inclinando leggermente la schiena all’indietro, sgranò appena di più gli occhi, confuso e impreparato davanti a quell'azione inaspettata e che non sapeva come interpretare.
«I–imparare a conoscere i draghi» lesse ad alta voce, continuando a non capire, ma non voleva di certo smorzare l'entusiasmo di quella che sarebbe stata la sua compagna di viaggio per le prossime otto ore, «wow... Sembra, sembra fantastic
».
«Io trovo che i draghi siano stupendi! Non credi anche tu?» scattò poi sul posto, squillante e piena di entusiasmo – e non lasciandogli nemmeno il tempo di finire la frase.
Incomprensibile ed effervescente; furono queste le prime impressioni che ebbe modo di farsi su di lei. Il suo sguardo color cielo era pieno di luce e fiamme e continuava a guardarlo in trepidante attesa di una risposta a quella domanda che, non riusciva davvero a spiegarsene il motivo, per lei pareva rappresentare tutto.
Draghi. Sorrise interiormente al solo ripetere quella parola nella sua mente; aveva passato una bella fetta della sua infanzia a cercarne qualcuno, convinto che si aggirassero nei boschi attorno casa sua ma, tutto quello che era riuscito ad ottenere, furono solo numerose strigliate da parte di suo padre per via dei casini in cui puntualmente si cacciava, ma lui voleva assolutamente trovarne uno, voleva vederlo, toccarlo, così tanto che aveva addirittura provato a padroneggiare un incantesimo apparentemente semplice, anche se nelle mani di un bambino era risultato tutt'altro – specie se effettuato con una bacchetta non sua, oltretutto.
«Oh sì, i draghi, io li adoro» le rispose allora, angosciato dal riaffiorare nella sua mente le sue esperienze a riguardo. «Una volta ho provato a trasformare una delle nostre pecore in un drago. Ti risparmio i trascendentali risvolti di questa vicenda».
Non ebbe nemmeno il tempo di concludere la frase che la sentì immediatamente scoppiare in una cristallina risata – accompagnata addirittura dal suo trattenersi la pancia tra le braccia. Era davvero così divertente, quel che aveva appena detto?
Più la guardava e più gli sembrava imprevedibile e caratterialmente inafferrabile. Non che gli dispiacesse, in fondo aveva quello strano potere di farlo sentire a suo agio nonostante tutto, ma era assolutamente strana e così tanto diversa che non sapeva come interpretarla o cosa aspettarsi da lei – da quel poco che aveva avuto modo di vedere, nella sua testa poteva esserci davvero di tutto.
«Una volta ho trasformato mia madre in un orso!» gli si rivolse poi, destandolo da quei ragionamenti e ricatturando la sua attenzione. «E' stato... Traaagico» continuò, rimarcando una maggiore enfasi sulla prima vocale della parola e roteando occhi e testa senza però abbandonare mai il sorriso. Era come se si fosse appena ricordata un qualcosa di catastrofico ma che per lei non aveva mai avuto davvero peso, perché facilmente ovviabile. Sebbene non la conoscesse e non avesse basi per poter avere la pretesa di dire che la sapeva comprendere, avrebbe voluto sentirsi anche lui un minimo in grado di prendere con leggerezza ogni cosa.
Rimase per diversi secondi di silenzio con lo sguardo incollato nel suo ma non sembrava attendere nulla; semplicemente, lo stava guardando, lo stava guardando così come avrebbe guardato un quadro, un paesaggio o un oggetto interessante. Interessante, possibile che reputasse lui interessante? Era assurdamente fuori da ogni cognizione umana quell'idea, eppure, non riuscì a fare a meno di provare la confortevole sensazione di conoscerla da sempre.
«Mi chiamo Merida» si presentò poi, aspettando con il suo sguardo fiero che ricambiasse.
«H–Hiccup» tentennò appena, abbozzando però finalmente anche lui un piccolo – anche se incerto – sorriso. Non era abituato a sorridere, erano più i casi che lo facevano essere in disaccordo con la mentalità generale del mondo, che quelli che lo facevano sentire in vena di compiere un gesto d’allegria simile.
Prese successivamente posto a sedere accanto a lei, iniziando a pensare cosa poter dire per iniziare una conversazione.






C O N T I N U A




    » N O T E    A U T R I C E ;

Ecco qui il secondo capitolo della raccolta! Come anticipato in qualche risposta alle recensioni dello scorso – vi amo tutti, grazie! – i protagonisti questa volta sono stati Hiccup e Merida. Ora che ho finito tutte le presentazioni dei protagonisti potrò FINALMENTE riferirmi a loro per nome – ho preferito introdurli prima con delle descrizioni, lo trovavo più mistico. (?).
Personalmente trovo questi due personaggi deliziosi assieme – e anche singolarmente – ed è stato particolarmente piacevole scrivere di loro, cercando di mantenerli IC quanto più possibile – spero abbiate apprezzato i rifacimenti alle loro basi originali. c:
Hiccup mi viene assai facile da gestire e devo dire che mi trovo assurdamente a mio agio a impersonarlo – il ché non so se sia positivo o negativo dato che è praticamente il più 'sfigato' di tutti hahaha, passatemi il termine, ma io lo amo e continuerò ad amarlo per questo! Adoro il suo umorismo e adoro il suo carattere così svogliatamente in attesa di tutto. Lo voglio sul mio comodino, ecco.
Ah, per quanto riguarda la lunghezza del treno... Non ho assolutamente idea di quanti vagoni possa avere l'espresso per Hogwarts, quindi ho sparato il numero che più mi sembrava ragionevole a contenere tutti gli studenti di tutte le case di tutti gli anni. Mi avvalgo della licenza poetica. (?).
Concludendo, vorrei ringraziare immensamente P h o e, Ucha e kuma_cla per aver commentato la scorsa uscita, e grazie anche a coloro che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite! Questo vuol dire davvero tanto per me e io sono estremamente motivata nella stesura dei capitoli – sono già arrivata al capitolo 8, tipo x° – quindi boh, aspettatevi mazzi di rose rosse sotto casa hahaha.
Come sempre, grazie anche a chi ha solo letto e alla prossima settimana!



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