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Autore: Moonlight_Pleasure    08/01/2014    4 recensioni
Dal capitolo 1
E fu proprio durante quei mesi in cui non aveva niente di meglio da fare che osservare nel profondo le persone che aveva sempre avuto accanto a sé che notò una luce diversa in una persona in particolare.
Hermione.
Una ricerca, una missione e un nuovo personaggio. Una mia idea di cosa sarebbe successo dopo la morte di Voldemort, tra passione e scandali!
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 3: That man
 
I’m in a little bit of trouble
And I’m in real deep
From the beginning to the end
He was no more than a friend to me
The thought is makin’ me hazy
I think I better sit down
Cause like the sweetest serenade
Bet he knows he’s got it made with me
Twisting round on a carousel
This speeds’ too much to stop
One second I’m thinkin’ I’m feeling the lust
And then I feel a lot
That man is like a flame
And ooh that man plays me like a game
My only sin is I can’t win..
Ooh that man is on my list
And ooh that man I wanna kiss…
And it feels a little wrong, who cares?
That man – Caro Esmerald
 
Il paesaggio correva veloce davanti agli occhi di Hermione, che curiosa osservava il mondo attorno a lei dalla finestra del suo scompartimento sull’Hogwarts Express. L’estate era finalmente arrivata, e si metteva in mostra con tutta la sua vivacità. Alberi in fiore, prati verdi disseminati di mille colori, animali che scorrazzavano felici in mezzo a quell’esplosione di vita.
Con un sorriso, Hermione pensava a come poteva essere stare lì in mezzo, a gioire della natura e abbandonarsi all’estasi del tempo infinito. Nello scompartimento del treno, insieme a lei, c’erano Ginny Weasley, seduta al suo fianco intenta a capire come girare il Cavillo per poter leggere l’incantesimo “anti-Gorgosprizzo” con espressione concentrata, e di fronte a loro c’erano Neville e Luna.
Alla fine della battaglia, Neville, inconsapevole del ruolo di così alto rilievo che aveva occupato nella sconfitta di Voldemort, realizzò che era tempo di mettere da parte la paura che lo bloccava per andare avanti. Era sempre stato timoroso di sbagliare, ma ora non era più quel ragazzino. Era un uomo e  aveva deciso di mettere da parte il terrore conseguente alle sue decisioni, aveva deciso di camminare a testa alta portando in alto il nome dei Paciock. Non voleva più che la paura di sbagliare minasse nelle sue scelte ancor prima di effettuarle, voleva prendere la sua vita in mano e rischiare ogni pezzo di sé pur di seguire il cuore. Non ci fu decisione migliore, realizzò in quel momento sul treno. La testa della sua amata Luna era poggiata sulla sua spalla e da lì osservava quella cascata di capelli dorati che si illuminavano, a ciocca a ciocca, quando un raggio di sole si avvicinava.
Come ad aver captato i suoi pensieri, il viso di Luna si voltò verso il suo, osservandolo con degli occhi che avevano già compreso da un pezzo ciò che gli passava in mente. Quello sguardo blu intenso che gli suscitava una tempesta dentro di sé. Sorrise, sfiorandole la guancia con il dito e baciandole la punta del naso.
Ripensò all’anno appena trascorso, a come decise di tornare a frequentare l’ultimo anno e di come, in quell’ultimo anno, si innamorò perdutamente della follia in persona. Passarono ogni attimo che potevano riservarsi, insieme. Tra una lezione e l’altra, dal tramonto la sera all’alba della mattina successiva. I baci all’inizio dolci e poi sempre più desiderati e ricercati, sempre più spinti. Le mani di lui addosso la schiena luminosa di lei, bianca sotto la luce soffusa della luna, che la stringeva più forte che poteva per non lasciarla andare via. La cascata dorata sul suo viso, che si apriva per fargli scoprire il mare negli occhi di lei. Il profumo del suo collo mentre la baciava, profumava di vaniglia. I loro corpi che si completavano e lei che pronunciava più volte il suo nome “Neville”. Sorrise, ripensando a quei momenti, gli attimi di vita che appartenevano solo a loro.
Tornò a guardarla con intensità, dimenticando di essere con qualcuno, di essere su quel treno e, addirittura, dimenticando di trovarsi attratto alla terra per la forza di gravità, convinto che tutto ciò che poteva legarlo alla vita fosse il piccolo angelo che abbracciava.
“Coff, coff”  la voce di Ginny distrasse Neville dai suoi pensieri e, a malincuore, abbandonò lo sguardo del suo amore per girarsi verso la rossa. “ Se volete, io ed Herm togliamo il disturbo! L’atmosfera tra voi due si fa calda e non vogliamo rovinarvi il divertimento!” concluse con un occhiolino diretto a un più che imbarazzato Neville, il quale boccheggiò senza dire una parola.
Fu Luna a toglierlo dall’imbarazzo ribattendo con un sorriso e l’aria di chi sapeva tutto: -“ Oh, no Ginny, vogliamo stare con voi due. E specialmente con te. Penso che dopo che vedrai Harry, vi daranno per dispersi per almeno un anno!”
Ora era Ginny ad infuocarsi. Neville, nel mentre, si era ripreso e infilò ancora di più il coltello nella piaga:-“ Da quando non vi vedete per le vostre speciali riunioni? Da Natale?” disse ridendo per quella frecciatina.
Ginny, la cui faccia fece sparire l’espressione spavalda di due minuti prima e sostituendola con uno sguardo di sfida e quasi di fierezza ( come la chiamava Hermione la faccia “Penso solo a te, Harry”) rispose con tranquillità alle provocazione :- “Avete ragione, non sapete poi quando mi rivedrete!”
La rossa pensò all’ultima volta che aveva stretto il Prescelto, che lo aveva baciato. Era passata un’infinità di tempo. Quella storia a distanza aveva messo il suo temperamento, già vivace di suo, ancora di più alla prova. Ripensò all’ultima volta che sospiravano all’unisono, nella sua stanza alla Tana. Era Natale e dalle finestre congelate non si vedeva nient’altro che ghiaccio e neve. Quale migliore occasione per accoccolarsi sotto una coperta con l’amore della sua vita? Si vedevano solo durante le festività; gli impegni di Harry e lo stress delle mille lezioni da Auror  non gli permettevano di trascorrere altro tempo con Ginevra. Tutta la famiglia comprese come mai, durante tutte le vacanze di Natale, li videro solo durante i pranzi e il giorno di Natale e assecondò la volontà dei giovani innamorati, senza far mancare qualche battuta da parte di Fred e George ovviamente. Ricordò come la notte della Vigilia, prese per mano il ragazzo dai capelli scompigliati e, sussurandogli “Seguimi e non fare domande”, lo trascinò nel pollaio dei Weasley dove, per l’occasione, erano stati sistemati almeno 20 cuscini, sistemati in modo da sembrare un letto. Neanche il tempo di farlo entrare e lo spinse su quell’appoggio morbido, cominciando a baciarlo con foga. Aveva aspettato tanto da quando si erano separati all’inizio della scuola e ora non voleva lasciare perdere neanche un secondo. Salì a cavalcioni su un Harry piacevolmente sorpreso e cominciò a baciargli il collo, sentendo sotto la bocca il respiro di lui che accelerava. Scorse la lingua sulla carotide e mordicchiò di tanto in tanto, ridendo sotto i baffi. Diciamolo, ormai conosceva piuttosto bene i suoi punti deboli. Fece scivolare l’indice sul petto, a mano a mano che gli sbottonava la camicia a quadri blu. Il suo petto era liscio, poco delineato e senza peluria. Buttò la camicia in un angolo buio del pollaio pensando che non sarebbe servita in quella fase, ma anzi sarebbe stata solo d’intralcio. Baciò il petto, scese con la lingua pian piano fino all’ombelico e  Harry trattenne il fiato e sospiro, preso da un piacere sempre più impellente. Gli sbottonò i pantaloni e tirò giù la zip, continuando a baciarlo sul basso ventre. Il respiro si fece sempre più affannoso, il piacere sempre più intenso. Harry voleva sempre di più. Quella donna sapeva come farlo ruggire e come aizzarlo.
Fu il turno di Harry prendere in mano la situazione. Prese Ginny per i fianchi e la poggiò con la schiena sui cuscini, mettendosi sopra di lei, con il bacino tra le sue gambe. Ormai non resisteva. La voleva, la voleva così tanto. Strinse i capelli rossi con una mano e li tirò indietro, per farle scoprire il collo, dove cominciò a baciarla con furore sotto i gemiti di lei. Comprese con il tempo che adorava l’uomo che la prendeva con mano forte e sicura. Scese lungo il collo, arrivando sul petto, e scostò con la mano la parte destra della camicia e infilò la mano sotto il reggiseno, stringendo tra le sue dita il seno morbido e caldo, proprio dove lì sotto il cuore accelerava il passo. Ginny prese ad ansimare forte, spingendolo ad eccedere ancora di più e ancora una volta. Le sue labbra si fermarono sul suo petto, mentre una mano scivolava sotto la gonna e cominciava ad accarezzare tra le cosce. Il contatto della mano fredda con la zona calda fece sobbalzare Ginny, facendole capire ciò che desiderava stava per accadere e invitandolo a proseguire allargando le gambe. Gli accarezzò l’intimo, provocandole un brivido lungo la schiena e gemiti sempre più frequenti. Infilò, poi, la mano sotto le mutandine e entrò in contatto più profondo, infilando due dita e muovendole dentro di lei sempre più velocemente. Il piacere di lei divenne estasi. “Si, Harry..continua” esclamava più e più volte. Ma l’apice avvenne quando lui entrò dentro di lei, trasferendogli tutto l’amore possibile, tenendola stretta a lui con le mani poggiate sui fianchi. Dopo un’ora di passione, si buttarono sul letto improvvisato stanchi ma pieni di energia e soprattutto non staccando più gli occhi l’uno dall’altra. Rimasero così per ore, prima di accorgersi che era l’alba del Natale. “ Buon Natale, Harry”
“Buon Natale, Amore”
Doveva avere proprio una faccia da ebete, dato  lo sguardo che Hermione rivolgeva all’amica. “Ginny, tutto bene?”. Aveva lo sguardo perso, gli occhi sognanti nel vuoto e mancava poco che ad essi si aggiungesse anche la bava alla bocca. Ok, lo ammetteva. L’astinenza faceva schifo, specialmente l’astinenza dall’amore. “Si, bene Herm, stavo giusto pensando a come sarà tornare alla Tana.” Disse la rossa cambiando rapidamente argomento “Ci stanno aspettando proprio tutti sai, mamma, papà, Fred, George, quel traditore di Ron ….”
Hermione si irrigidì di scatto. Delle parole che uscirono dalla bocca di Ginevra captò solo i due nomi che in un modo o nell’altro le avevano dato sensazioni più forti dell’amicizia. Lei, Ron e Fred nella stessa casa per almeno una settimana? Era stata proprio un genio ad accettare di sedersi comodamente sulla trappola per topi. Pensava a cosa gli era passato per la testa quando aveva detto di si alla richiesta di Ginny. Certo, da un po’ di tempo cominciò a ripensare a Fred e al suo conforto in quel letto di ospedale. Non lo vedeva dallo scorso Natale. Come non vedeva Ron, d’altronde. Era felice che Ginny sapesse solo del suo lato traditore e non di tutta la storia; Fred mantenne la sua parola e non disse niente a nessuno, perfino a George, e di questo gliene fu grato. Tuttavia, tutti in famiglia seppero della sua superficiale scusa detta ad Hermione, per potersi portare a letto tutte le ragazze che circondavano la sua aura di celebrità e per questo lo giudicarono male. Hermione, che nonostante tutto voleva ancora molto bene a Ron, poiché un bene come il loro, portato avanti da anni, non si sotterra per qualche malinteso o lite; comunque era più che intenzionata a non volerci riprovare con lui. Aveva realizzato che non erano fatti per stare insieme; che, nonostante l’affetto forse forte sia da parte di lui che da parte di lei, erano troppo diversi per combaciare.
Fred, d’altro canto, era diverso dal fratello. L’aveva sempre considerato solo un amico, una piccola peste che doveva essere tenuta a distanza per non rischiare di incappare in qualche scherzo stupido o pericoloso. Ma l’estate scorsa divenne una spalla su cui piangere, un uomo più che un bambino, capace di farla sentire tanto debole da aver bisogno della sua protezione. Lui riusciva a guardare aldilà delle semplici apparenze, guardava affondo una persona, la guardava dentro e ne scopriva i segreti più nascosti. Ma erano amici da troppo per poter stare insieme. Erano cresciuti insieme. E poi quel bacio, così inaspettato. Inaspettato non per il bacio in sé, ma perché a darglielo era stato lui. Non era sicura di cosa passasse nella sua mente, ma era sicura del fatto che Fred la vedesse come una piccola pulce autoritaria, niente di più. Pensò in un secondo momento di averle fatto pietà, di averle fatto compassione; magari questo poteva giustificare quel bacio. Ma se ne scappò troppo presto da quella stanza per poterlo scoprire a fondo e, col senno di poi, se ne pentì. Il natale precedente si comportò come se nulla fosse, dando per scontato la sua teoria sul bacio per compassione e ritornando a mantenerlo a distanza controllata, mentre lui la guardava di sottecchi cercando di comprendere i meandri della sua mente. Scherzarono come due semplici amici e, per la fine delle vacanze, si convinse davvero che quel bacio non fu nient’altro che un bacio, giacché si comportò come se non ci fosse mai stato. Non parlarono dell’avvenimento, comunque. Non ne ebbero l’occasione. Erano sempre stipati in stanze affollate o sotto lo sguardo vigile di Ron, pronto a cogliere qualche atto omicida o qualunque altra reazione da parte di Hermione. Notò un particolare: George e Ginny sembravano particolarmente interessati a fissare lei e Fred, scambiando poi qualche commento sotto voce. “Mi stavo perdendo qualcosa? Beh, poco importa. Era l’anno dei M.A.G.O. e nessuna chioma rossa mi avrebbe distratto dal mio obiettivo!” pensò.
Il treno arrivò a Londra e, ad aspettarle ci furono il signor Weasley, la signora Weasley ed Harry. Per il momento aveva evitato la trappola. Non appena Ginny vide  Harry, mollò tutto ciò che aveva in mano e gli saltò al collo, dandogli un bacio ardente e passionale. Il signor Weasley, assieme alla moglie, guardò beato la scena, pensando già a quale sarebbe stato il prossimo matrimonio da organizzare e poi corse a raccogliere ciò che la figlia aveva lasciato per terra vicino l’ingresso del binario 9 e ¾.
“Oh, ragazze mi siete mancate tanto!” urlò Molly, stringendole in uno dei suoi classici abbracci soffocanti e pieni di amore
“Andiamo, la macchina che ci hanno dato al ministero ci sta aspettando. E’ la prima volta che veniamo a prendere solo due persone, vero tesoro?” disse ridacchiando il signor Weasley, pulendosi gli occhiali lanciando uno sguardo complice all’amata.
La macchina del ministero, nera e grande, le stava aspettando in un parcheggio appena vicino all’entrata della stazione, con un autista in giacca e cravatta dall’aria professionale. Dopo aver caricato i due bauli, la gabbia di Leo e la cesta di Grattastinchi, Hermione, Harry e Ginny si sistemarono sul sedile posteriore, che riusciva ad ospitare un’altra persona per quanto era largo. Su quello anteriore, affianco all’autista, si sistemarono comodamente Molly ed Arthur. Il viaggio verso casa fu tranquillo e rilassante, costellato di qualche chiacchiera e ovviamente domande sull’esame che le due ragazze avevano appena svolto.
La tana era sempre la stessa, sarebbe stato un sacrilegio cambiarla. Tutti, Harry ed Hermione compresi, l’adoravano così com’era. I piani posti apparentemente a caso l’uno sull’altro, il giardino incolto disseminato di scarponi e gnomi fuggiaschi e le galline che pascolavano placide, beccando alla ricerca di cibo.
“Gli altri dove sono, mamma?” chiese Ginny, notando che dalle finestre dei gemelli non proveniva nessuna esplosione e che la casa era stranamente troppo silenziosa.
“A lavoro, tesoro. Charlie è passato stamattina per salutarmi e ha detto che viene a cena stasera, assieme a Bill e Fleur; tuo fratello Ron ha lezione e Fred e George sono al negozio” rispose la signora Weasley, felice all’idea di una cena con tutti i componenti della sua famiglia. “Tesoro” aggiunse, rivolta al signor Weasley “Pensaci tu ai bagagli, io inizio a preparare il pranzo e qualcosa per la cena, sarà fantastico!” e terminò, guardando le ragazze “Ginny, Hermione cara, se volete farvi un bagno rilassante ho già preparato tutto l’occorrente. Li troverete sui vostri letti!”.
Ginny guardò Harry con uno sguardo di intesa e poi si rivolse ad Hermione :-” Herm, se vuoi puoi iniziare ad andare, io andrò dopo” disse cominciando a stuzzicare il maglione di Harry, rivolgendole un occhiolino e trascinando il giovane Harry su per le scale fino alla camera che apparteneva a Bill e Charlie. Hermione scosse la testa e decise di farsi il bagno, aveva bisogno di allentare tutta quella tensione. Sul letto, la signora Weasley le aveva preparato due asciugamani di spugna e un bagnoschiuma fatto in casa, all’odore di lavanda. Cominciò a spogliarsi, slacciandosi la lampo dei pantaloni e facendoli cadere per terra; poi prese la maglia per i bordi e la tirò su, sfilandola dalle braccia.
Toc, toc, toc
“Ginny, riguardo a ciò che avevamo deciso …” Fred Weasley si bloccò alla vista di ciò che vide. Il corpo della ragazza nudo, coperto solo da un reggiseno e una mutandina di pizzo bianca. Si poggiò sulla porta con le braccia conserte sulla porta e con un sorriso malizioso stette ad osservare la ragazza “ Beh, direi che posso sempre aspettare Ginny, non posso interrompere lo show!”.
Hermione, che era rimasta a bocca aperta, pensando di essere in un sogno, alla battuta di Fred arrossì e prese la prima cosa che gli passò per le mani (il bagnoschiuma alla lavanda) e gliela lanciò con tutta la forza che aveva e urlò:-“Esci da qui, Weasley!”
“Va bene, va bene. Non serve essere così bruschi!” esclamò, uscendo e chiudendo la porta dentro di sé.
Hermione, ancora sconvolta e imbarazzata per l’accaduto pensò che in quel momento era salita sulla trappola. E che trappola ben congegnata, se l’era creata da sola! Furente come non lo era mai stata, si cacciò i calzini e a passo rabbioso si infilò sotto la doccia, lasciando che il getto di acqua calda lavasse via la vergogna che aveva provato in quella stanza e lo sguardo di lui sul suo corpo. Le sue guancie avvamparono e si disse che era una stupida. Ah, ma l’avrebbe sentita quello sciocco di un Weasley! Poggiò i piedi sul pavimento, mentre si avvolgeva nell’asciugamano e si tamponò i capelli, per far andare via l’acqua in eccesso. Vi vestì e, con i capelli ancora umidi, corse al piano di sotto in cerca di Fred, gli occhi scintillanti e che lanciavano saette. Lo trovò mentre spiegava alla madre che era venuto per prendere uno scatolone di merce per il negozio che si era scordato in mattinata. Non appena vide la ragazza, si volto con uno sguardo innocente e disse :-“ E’ stata piacevole la doccia?” trattenendo le risate davanti la madre.
Hermione non ebbe il coraggio di ribattere di fronte alla signora Weasley, la quale avrebbe sicuramente captato nella situazione qualcosa di nuovo, così si limitò a fare spallucce e ad assumere un’espressione di indifferenza e nonchalance : -“ Si, ottima” tuttavia con gli occhi che lampeggiavano pericolosamente.
“Beh, mamma, raggiungo George. Penso che qui non ci sia più bisogno di me. A dopo” E con un bacio sulla guancia della madre e ammiccando a Hermione si smaterializzò.
Ah quell’uomo era indomabile e pericoloso,era come un fuoco! Forse era meglio per Hermione se non pensasse a paragonarlo in quel modo, insomma era solo un fastidio, si divertiva a vederla in imbarazzo e minava alla sua serietà e alle sue regole. La stravolgeva, anche con un semplice sguardo.
Il pranzo passò tranquillo e nel pomeriggio, sul tardi, li raggiunse tutto il restante della famiglia. Fred e Ron compresi. Gli occhi di Ron cercarono il più possibile di evitare i suoi, memori dell’atto che aveva fatto; nonostante ciò se si trovava costretto a dovergli parlare, per rispondere a qualche sua domanda su come stava andando il corso di addestramento, lo faceva, cercando di essere il più tranquillo possibile. Hermione comprese che quell’atto fatto non era stato esagerato dall’alcol e mettiamola così, non gliene fece una grande colpa. Capita anche ai più grandi di commettere un errore, la differenza sta nel rimorso. E gli occhi di Ron in quel momento, si, descrivevano proprio rimorso.
 Fred li osservava da un angolo quando parlavano, il mostro della gelosia assopito dentro di lui. Con il tempo era riuscito a perdonare il fratello, sangue del suo sangue; beh, diciamo che non era proprio un vero perdono quanto più un mettere da parte e dargli una seconda possibilità. Nonostante tutto, si irrigidiva non appena la ragazza del suo cuore si avvicinava a lui, voleva tenerla ancora tra le sue braccia come in quei giorni di giugno. Ma il piano prevedeva una modalità “piedi di piombo”. Alla fine sarebbe stata lei a correre da Fred, se tutto andava bene. Doveva solo portare pazienza, tanta, troppa pazienza. Con un enorme sorriso si rivolse verso Ginny
“Sorellina, oggi ero tornato a casa per parlarti; mi dispiace averti disturbato mentre … beh, hai capito!” affermò non sapendo se ridere o assumere il ruolo di fratello maggiore: era adulta, ormai, ma rimaneva sempre la sua piccola sorellina e aprire la porta della stanza degli ospiti e trovarla.. ok, forse doveva imparare a bussare prima di entrare!
“Si, purtroppo” rispose Ginny, le cui guancie divennero dello stesso colore dei suoi capelli “ Cosa volevi? Riguarda il piano B ?”
“Il piano B? Ovvero?” si intromise Harry, stringendo la vita di Ginny, incuriosito
“Lo capirai a tempo debito, tesoro!” lo zittì Ginevra, tornando a guardare il fratello con una strana luce negli occhi.
“Si, sorellina. Ne ho parlato oggi con George, è tutto pronto. Hai cercato di capire quando dobbiamo partire con il piano?”
“Tra una settimana, Freddie. Anche io sono pronta, mancano gli ultimi dettagli ma ci sono! Non me lo perderei per niente al mondo” sorrise e guardò un interrogativo Harry.
“Capirai tra qualche sera, non ti crucciare!”
“Tranquillo, Harry. Ti divertirai, e parecchio!” aggiunse un allegro Fred, e questo non fece altro che allarmare Harry ancora di più.
“La cena è pronta!!” Urlò dalla cucina la signora Weasley, seguita dall’odore dei suoi prelibati piatti che li invitavano ad entrare nella stanza da cui proveniva. Hermione si sedette tra Harry e Fleur, che dondolava la  piccola Victoir nel passeggino accanto a lei, tentando di farla addormentare. Bill guardò con amore indescrivibile le sue due donne e si sedette accanto alla moglie, davanti una bella bistecca al sangue.  Affianco a lui, il signor Weasley e Charlie discutevano sull’utilità dei tappeti volanti nelle lunghe traversate degli oceani. Il primo era convinto che i tappeti magici, pur se banditi, offrivano un viaggio senza paragoni, dove potevi goderti il panorama attorno; il  secondo, d’altra parte, rimaneva saldamente ancorato alla rapidità della Smaterializzazione, pericolosa ma efficiente!
La signora Weasley stava versando una mestolata generosa di stufato nel piatto di Ron, passando poi a Fred e George e al resto della tavolata. Fu una cena gustosa e piacevole, come sempre, che si concluse con una fetta di torta alla melassa ( che rendeva sempre felice Harry).
I giorni successivi alla Tana furono tranquilli e rilassanti; quando la famiglia si riuniva al completo si organizzavano attività di gruppo. La più quotata fu sicuramente la partita di Quidditch, ora che avevano a disposizione anche il leggendario Charlie Weasley in campo. Si schierarono da un lato Fred, Ginny e Charlie e dall’altro Harry, George e Ron. Le due squadre si fronteggiarono impegnandosi al massimo, sotto le urla e il tifo degli altri che erano rimasti a guardare. Ginny, con impeto, segnò la prima rete, la seconda e la terza, deviando con abilità il muro che Ron cercava di porre. Poi fu il turno di Harry, in veste di cacciatore a segnare. La partita andò avanti tra piccoli falli e scherzi fin quando non vinse la squadra di Ginny con un netto vantaggio di cento punti. Giocarono agli scacchi magici, si rilassavano al sole, correvano dietro gli gnomi. Insomma, una beata settimana estiva.
La sera prima della partenza di Hermione per la sua missione in Australia, alla ricerca dei genitori, la signora Weasley la aiutò a sistemare la valigia e la borsa, dopodiché scesero in salotto per un bicchiere di Whiskey Incendiario per augurare buona fortuna alla ragazza. Nel salotto, ad aspettarle, c’erano il signor Weasley, Fred, George, Harry, Ginny e Ron.
Il signor Weasley sollevò il bicchiere e disse:” Alla ricerca dei signori Granger! Cin cin!”
E ognuno bevve dal proprio bicchiere, riscaldandosi immediatamente dopo il primo sorso.
“Bene, ora che siamo tutti più carichi, vorremmo fare un annuncio” disse Fred, guardando il fratello complice e si alzò
“Niente esplosioni e niente prigione, tranquilla mamma” aggiunse George, osservando lo sguardo sospettoso della madre
“Pensavamo che..” iniziò Fred
“… dato che gli affari sono andati a gonfie vele per tre anni..” continuò George
“… ci meritavamo una vacanza…”
“ ..e cosa c’è di più bello di una vacanza tra amici?...”
“… Perciò, abbiamo deciso di seguire Hermione in Australia, l’aiuteremo a trovare i genitori..”
“.. e intanto ci faremo un po’ di mare, non vi pare una splendida idea?”
Tutti, eccetto Ginny, li guardarono sconcertati. Più di tutti Hermione. Non si era aspettata di avere compagnie in quel viaggio, ma non aveva nemmeno realizzato che stesse per partire da sola. Pensò, tra sé e sé che un po’ di compagnia non poteva farle male, a meno che questa includeva Fred e George. Deglutì, era in trappola eccome! Non poteva rifiutare il loro aiuto, sarebbe parso sospetto agli occhi della signora Weasley, soprattutto poiché non era una missione suicida. Anche Ginny si alzò e, sulla stessa scia dei fratelli, esclamò:
“Vado anch’io con loro, e viene anche Harry!”. Quest’ultimo, non appena sentì il suo nome lo guardò come se fosse una pazza. Scosse la testa quando realizzò che non poteva opporsi in nessun modo di fronte a quel tornado, con un carattere che andava alle sfumature di rabbia della signora Weasley al diabolico e contorto cervello dei gemelli. Sarebbe stato un suicidio, opporsi. E comunque non gli avevano chiesto di resuscitare e uccidere Voldemort nuovamente. Una vacanza, giorni di svago e mare, in cui poteva stare con il suo amore e la sua famiglia preferita, nonché i suoi migliori amici. Si voltò con lo sguardo verso Ronald aspettandosi che fosse il prossimo a scattare in piedi, tuttavia fu più spaesato di quanto non fosse stato lui. “Questa cosa non mi torna” pensò Harry, cercando di collegare e dare un senso a quello che aveva davanti. La sua diabolica ragazza stava progettando qualcosa, assieme ai suoi altrettanto diabolici fratelli. “Anche Hermione era a conoscenza del motivo di quella scenetta, oppure no?” No, decisamente no. Il suo sguardo sconvolto gli diede la conferma che ne sapeva quanto lui. Girò la testa verso Ginny e l’attraverso con uno sguardo di preoccupazione, che venne ben captato dalla rossa la quale gli sussurrò, sottovoce: -“ Ti spiegherò tutto più tardi, non preoccuparti!” e gli diede un bacio sulla guancia.
Sia la signora Weasley che il marito approvarono l’intenzione di partire insieme ad Hermione, soprattutto furono sollevati dal fatto che non partisse da sola. Dopo aver lavato i piatti e sistemato la cucina, ognuno si diresse verso la sua stanza. Ginny anche quella sera, decise di dormire nella stanza di Bill e di Charlie, ormai etichettata come stanza degli ospiti, per poter stare con Harry. Per cui Hermione salì da sola le scale, diretta verso la camera della ragazza; non fece in tempo ad aprire la porta che sul letto dell’amica vide un sorridente e rilassato Fred, che stava disteso con le mani sotto la testa. La scrutò con sguardo malizioso, ma dalla sua bocca le parole uscirono con tono indifferente.
“ Ehilà Granger, è l’ora per un secondo show?” ammiccò il ragazzo all’espressione arrabbiata della ragazza.
Hermione, ricordando che ora poteva finalmente vendicarsi dell’imbarazzo che le aveva causato nel pomeriggio, essendo da soli, non diede a vedere l’imbarazzo anche nella sua voce che cresceva piano, ma mantenne un tono di voce autoritario e fermo
“Weasley, lo show non sarà mai diretto a te. Non, almeno, per mia volontà!”
“Lingua tagliente, la ragazzina.” Pensò Fred, che decise di abbassare per il momento il velo di spavalderia che copriva il suo viso per dare il via al piano. Passo uno: mostrargli quanto lui ci tenesse a lei. Si alzò dal letto e si avvicinò con passo sicuro ad Hermione, fermandosi a qualche centimetro di distanza. Prese il suo viso tra le mani e la guardò con degli occhi magnetici e da cui era impossibile staccarsi. Il respiro di Hermione si bloccò, mentre il suo cuore prese a correre. Fred si accorse di questo particolare, sorrise felice.
“Hermione” e pronunciò il suo nome con una carica e con forza  “ Abbiamo deciso di venire con te per supportarti, per starti vicino. Perché io voglio starti vicino.” Sottolineando quell’ “io” con particolare enfasi.
La ragazza che avvampò di colpo, la sua mente che affogava in quegli occhi verdi e nel tono sicuro di lui. Non era mai rimasta senza fiato davanti a qualcuno. Evidentemente doveva esserci una prima volta anche per quello. Cercò di tirare fuori un briciolo di forza e di orgoglio e rispose:-“ Grazie, ma..”
Non riusciva a trovare nessun seguito al suo “ma” nella sua mente. Come faceva a scacciare qualcuno che voleva starle vicino? Lui, voleva proteggerla, lui voleva stare con lei, lui era perfetto. Si rese conto di essere finalmente nei guai, e di esserci fino in fondo. Da quando scoprì il mondo che si celava dietro le sua capacità ad ora, lui non era stato nient’altro che un amico per lei. Ma ora.. il pensiero si stava confondendo.
“Ma… ?” incalzò lui.
“Niente, pensavo che magari vi sareste annoiati a girare di città in città, seguendo la vaga scia che Kingsley mi ha lasciato” affermò, rimediando in calcio d’angolo il suo errore.
“ Non di certo, piccola Granger. Noi, e dovresti saperlo bene, difficilmente ci annoiamo!” si avvicinò ancora di più al viso di Hermione, le loro labbra erano vicine e lei riusciva a sentire il respiro caldo e invitante di lui. Vide che abbozzò un sorriso malizioso all’espressione di lei. Che ora bramava quelle labbra, così vicine.
D’improvviso l’incantesimo svanì, e la corrente di calde promesse si allontanò. Spalancando gli occhi Hermione vide che era davanti la porta e con un saluto, disse :” Dormi bene Granger, domani ci aspetta un lungo viaggio!” e le lanciò un occhiolino.
Hermione, rimasta bloccata dove era prima, si scongelò e mille idee cominciavano ad entrarle nella testa. Che stava cercando di fare Fred? Proteggerla come diceva? Prenderla in giro? Non ne aveva idea. Sapeva solo che bramava quelle labbra che le erano state così facilmente rubate. Solo lui riusciva a lasciare Hermione in quello stato di confusione, solo lui riusciva a fare di lei quello che voleva. Ma la questione doveva cambiare. E sarebbe cambiata a partire dal viaggio. Un piano di vendetta si formò nella mente di Hermione; non aveva intenzione di rendergli la vita più facile. La sua brama di lui doveva essere messa da parte, anche se aveva una voglia disperata di baciarlo, quell’uomo!
 
Note dell’autore:
Un piano più grande si sta preparando (Muahauhah – risata maligna)
Comunque giorno!!! ecco a voi il terzo capitolo. I prossimi tuttavia, li pubblicherò tra un po’ di giorni, causa sessione invernale! Ho deciso di dare un spazio anche alla coppia Neville/Luna, giusto per non lasciarli indietro (Carini loro, si si!). Questo capitolo sperò renderà felici i fan di Harry/Ginny..per la Fremione Hot bisogna attendere ancora un po’.
Detto questo, spero vi piaccia e grazie a tutti.
Kisses ( expecially to Fred),
Fede
  
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