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Autore: Pakyarmi    08/01/2014    1 recensioni
Da quando ho iniziato a leggere Naruto, mi sono subito affezionata ai vari personaggi... Tutti mi hanno colpito, chi più, chi meno, ma ce n'è uno che adoro particolarmente: Sasori. Dopo lo scontro che ha avuto con Sakura e sua nonna ho iniziato ad amare questo personaggio; un uomo che decide di sacrificare sè stesso, il suo corpo e le sue emozioni, per diventare una marionetta... Mi sono chiesta: perchè? Che cosa ha fatto in modo che lui cambiasse radicalmente da bambino, affezionato ai genitori e desideroso d'affetto, a marionetta umana, killer senza emozioni o sentimenti? Ho immaginato che nel periodo della sua "sparizione" lui incontrasse una persona molto speciale... Una bambina che rapidamente riesce ad entrare nel suo cuore e che, altrettanto rapidamente, muore, abbandonando ancora una volta il povero Sasori ad un destino di solitudine e rimpianti...
Che altro posso dire? E' la prima storia che scrivo e il titolo fa decisamente pena... bhe, spero di non fare troppi errori di ortografia e che vi piaccia... buona lettura ;)
P.S. mi scuso se sono andata a capo più volte quando non serviva, ma avevo problemi con Word e sono stata costretta ad usare il blocco note...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akasuna no Sasori
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sole iniziava calare inesorabilmente. Sasori era ancora lì, nella medesima posizione in cui Suna l'aveva lasciato... Sorrise. Aveva capito che era solo una scusa per poter scappare via da lui e salvare la pelle; mise le mani dietro la nuca e si accostò ad Hiruko, pronto per infilarcisi dentro ma, prima di riuscire a toccare il suo amato strumento, venne travolto da qualcosa, che gli fece perdere l'equilibrio e lo scaraventò a terra. Stava pensando che quella fosse un'imboscata ma sentì qualcuno singhiozzare... Si accorse solo dopo che quella cosa che lo aveva gettato a terra in malomodo era in realtà la bambina di quella mattina, che ora lo stava abbracciando, nascondendo il viso tra la veste scura e aggrappandosi a lui con tutte le sue forze. "..." Rimase immobile a fissarla mentre piangeva "... Cosa è successo?" "Hanno preso Sabaku!" "... Chi?" "Sabaku! Te l'ho presentato stamattina!" "Non mi riferivo a Sabaku... lo so chi è... Dicevo, chi l'ha preso?" "Hikari e Sanda" "Chi?" "Sono gemelli, hanno due anni più di me e sono appena entrati in accademia" "..." Suna abbandonò la presa da Sasori; ora il giovane riusciva a vedere il volto sconvolto e segnato dalle lacrime della piccola. "Perchè mai vieni a dirlo a me? Neanche mi conosci! E poi..." abbassò lo sguardo "io sono..." "Tu sei mio amico!" urlò Suna, piangendo e singhiozzando. Sasori riprese a fissarla, sorpreso e infastidito dalla dichiarazione di quella bambina... "Cosa?" "Tu... tu sei... mio amico" "E da quando?" "Da quando mi hai sorriso stamattina" Gli occhi color nocciola del ragazzo si spalancarono... Da quando le ho sorriso? Quando le avrei sorriso? Questa mattina? Non me ne sono neanche reso conto... Squadrò ancora la piccola... Piangeva ancora... Perchè piangeva? Già... per la sua amata bambola... un fantoccio orrendo che... che aveva costruito con sua madre... Fu un attimo... Ora era lui a stringerla, ad occhi chiusi, per provare... a sentire qualcosa... lui voleva sentire ancora il calore ed il conforto che solo un abbraccio può dare... ripensò a sua madre e suo padre... le marionette che lui stesso muoveva per poter ritornare ad abbracciare i suoi genitori... "Grazie..." La voce di Suna lo riportò alla realtà... Tornò a fissarla... "Di cosa?" "Di aver confermato di essere mio amico..." Sasori la guardava con aria interrogativa..."Mi hai abbracciata... è stato bello..." "..." "E' da tanto che non abbraccio il mio papà e la mamma non può consolarmi perchè ha sempre da fare..." "E' per questo motivo che tieni così tanto a Sabaku?" Lei annuì affondando ancora di più in quell'abbraccio. Rimasero così fino a quando il sole non sconparve del tutto all'orizzonte... Lei si era calmata e Sasori ne approfittò per chiederle della cena a cui aveva accennato. "Ah, sì!" Fece un salto e si scostò dal suo nuovo amico "Se non ci sbrighiamo, non faremo mai in tempo!" "..." Il ragazzo dopo aver visto la reazione della bambina alla sua domanda, non potè trattenere una risata "dici che non faremo in tempo?" "No, se non ci diamo una mossa!" "Dove abiti?" "Nel lato Est del villaggio, pochi isolati dopo la porta d'entrata..." Sasori si avvicinò ad Hiruko. "Mi sa che anche per stasera resti inutilizzato" Detto questo, tirò fuori una pergamena da una tasca interna al suo vestito e dopo alcune posizioni delle mani, Hiruko scomparve, sigillato temporaneamente nella pergamena, sotto gli occhi stupiti di Suna. "Sali sulle mie spalle" "Cosa?" "Mi hai detto dove abiti, no? Forza, sali... ma solo per questa volta..." In un lampo furono al villaggio; entrata est, poche guardie... facile eludere la sorveglianza... Ora avanzavano a passo lento... Da quanto tempo non vedeva il suo villaggio! Non era cambiato granchè da quando se n'era andato... "Ecco! E' quella! Quella con le lenzuola ancora stese è casa mia! E quella che le sta mettendo nel cesto è la mia mamma!" "..." "Mamma!" La piccola balzò giù dalle spalle di Sasori e corse incontro alla donna che, nel vederla, fece cadere a terra il cesto con le lenzuola pulite. "Suna! Guarda cosa mi hai fatto combinare! Che pasticcio... Mi tocca rifare il bucato... Lo sai che l'acqua scarseggia! Perchè continui a farmi spaventare così?" La donna doveva avere all'incirca trent'anni; anche lei aveva un abito vecchio e logoro e anche lei aveva i lunghissimi capelli neri raccolti in una treccia che le arrivava al ginocchio... "Scusami mamma..." La donna, che fino a qualche momento prima guardava la bambina con aria severa, cambiò di colpo espressione e le sorrise "Tranquilla, non è niente. Basta che tu non lo faccia più" le mise una mano sul capo e con l'altra le pizzicò una guancia. "Ahia! Mamma, mi hai fatto male!" "E' lui il tuo nuovo amico?" Il suo sguardo ora era ricaduto su Sasori, che era rimasto a guardare la scena. "Si!" "Piacere di conoscerti! Sono Netsu, la madre di questo terremoto vivente! E tu sei?" "I-io sono..." "Lui si chiama Ren!" "Cos...?" "Ren saluta la mamma!" "Piacere Ren, non sei un pò troppo grande per giocare con Suna?" "E-ecco io..." "Su entra, e non fare complimenti" "Si dai Sas... ehm Ren! Entriamo in casa, così ti faccio vedere la mia camera!" "M-ma... Ecco..." "Suvvia, non fare il timido; se non vuoi che io dica in giro che giochi con mia figlia nonostante la tua età, basta dirlo!" Suna si fiondò dentro la piccola abitazione "Sbrigati! O la prossima volta non ti invito proprio!" Il ragazzo strinse gli occhi e sorrise... Sorrise ancora una volta... Incredibile; erano anni che neanche pensava di abbozzare un sorriso... ed ora! Era tutto il giorno che s'era stampato in faccia quell'espressione. Per colpa di chi? Di una bambina di cinque anni! La cosa non gli dava fastidio, anzi! Si sentiva stranamente felice all'idea di essere stato invitato a cena... "Allora Ren, non entri?" Netsu gli fece cenno d'entrare. Anche lei sorrideva. Non era stata una cattiva giornata dopotutto...
  
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