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Autore: Pakyarmi    07/01/2014    2 recensioni
Da quando ho iniziato a leggere Naruto, mi sono subito affezionata ai vari personaggi... Tutti mi hanno colpito, chi più, chi meno, ma ce n'è uno che adoro particolarmente: Sasori. Dopo lo scontro che ha avuto con Sakura e sua nonna ho iniziato ad amare questo personaggio; un uomo che decide di sacrificare sè stesso, il suo corpo e le sue emozioni, per diventare una marionetta... Mi sono chiesta: perchè? Che cosa ha fatto in modo che lui cambiasse radicalmente da bambino, affezionato ai genitori e desideroso d'affetto, a marionetta umana, killer senza emozioni o sentimenti? Ho immaginato che nel periodo della sua "sparizione" lui incontrasse una persona molto speciale... Una bambina che rapidamente riesce ad entrare nel suo cuore e che, altrettanto rapidamente, muore, abbandonando ancora una volta il povero Sasori ad un destino di solitudine e rimpianti...
Che altro posso dire? E' la prima storia che scrivo e il titolo fa decisamente pena... bhe, spero di non fare troppi errori di ortografia e che vi piaccia... buona lettura ;)
P.S. mi scuso se sono andata a capo più volte quando non serviva, ma avevo problemi con Word e sono stata costretta ad usare il blocco note...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akasuna no Sasori
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Da quando Orochimaru aveva abbandonato l'Akatsuki, Sasori aveva molto più tempo per sè stesso... troppo tempo...
Pensava che forse era stata una cattiva idea quella di convertire il suo corpo in quello di una marionetta e 
a volte si pentiva di aver scelto di diventare immortale in quella maniera... Intanto sistemava rotoli e controllava 
che le sue "opere" fossero in ordine... In fondo, non era ancora arrivato il momento di entrare in azione; 
l'Akatsuki a quel tempo era ancora una piccola organizzazione, poco conosciuta, o meglio, conosciuta solo 
dai suoi membri e da chi, a suo malgrado, aveva perso la vita entrando in contatto con queste persone...
Erano giorni ormai che non succedeva niente e la noia iniziava a farsi sentire; anche se di solito 
adorava stare per ore a guardare l'ordine perfetto in cui aveva sistemato i suoi strumenti di guerra, 
Sasori prese un paio di pergamene, si passò una mano tra i capelli rossi ed entrò in Hiruko, deciso ad uscire...
Magari respirare un pò d'aria fresca l'avrebbe fatto stare meglio... Già, respirare... Da quanto tempo non sentiva 
la calda aria del deserto sul viso. Ora era solo una marionetta, rintanata in una marionetta, intenta a costruire e 
ordinare marionette. Decise di fare un salto veloce ad un'oasi poco distante da dove si trovava; un posto tranquillo, 
riparato dal sole e dagli sguardi indiscreti della gente. Nessuno lo avrebbe disturbato lì...
O almeno così pensava... 
Arrivato all'oasi, uscì dal ventre di Hiruko e si stese vicino il piccolo lago d'acqua dolce a guardare il cielo. 
Era notte fonda e anche se non era stanco fisicamente, dato che era un pezzo di legno, avvertiva un tremendo 
mal di testa... Chiuse gli occhi per un interminabile minuto e si mise a pensare... Ai suoi genitori, a sua nonna, 
all'Akatsuki ed a tutto quello che gli era capitato da quando aveva deciso di non mettere più piede a Suna... 
Suna... Che ricordi! Quasi gli venne nostalgia di casa...
Aprì gli occhi che s'era fatto mattino e rimase ancorà un pò in quella posizione, sdraiato sull'erba con le mani 
dietro la nuca. Guardò Hiruko, quasi aspettasse che lui iniziasse una conversazione con lui... Chiuse ancora gli
occhi...
"Ciao, chi sei?"
Una voce lo fece sobbalzare. Una vocina fievole, di bambina, nascosta nell'ombra... Chissà da quanto tempo era lì, 
lui non se n'era neanche accorto.
"Perchè non rispondi? Non hai la lingua, per caso?"
Alla nuova domanda si alzò, poggiandosi sui gomiti, per scrutare i dintorni e cercare la proprietaria di quella voce.
"Allora?"
"Se non esci allo scoperto come faccio a capire se posso fidarmi e dirti il mio nome? E poi, non lo sai 
che è maleducazione chiedere il nome senza prima presentarsi?"
Una figura esile spuntò da dietro un cespuglio. I capelli lunghi, neri come la pece, erano raccolti in una treccia 
che ricadeva morbida sulla spalla della bambina. I vestiti, logori e decisamente troppo grandi per lei, erano 
parzialmente nascosti dalla lunga sciarpa che portava al collo ed i piedi scalzi erano così sporchi e neri 
da sembrare coperti da delle calze scure... Aveva tra le mani una bambola di feltro, senza capelli e vesti; solo 
una bocca disegnata con un pastello e due cuciture per occhi... 
"Mi chiamo Suna, come il mio villaggio. Ho cinque anni, e questo è Sabaku. Molto piacere"
Detto questo sorrise e mostrò contenta la bambola a Sasori.
"Anche Sabaku è felice di conoscerti! Sai, l'ho costruito ieri insieme alla mamma!"
Sasori si lasciò scappare un sorriso.
"Molto piacere Suna, felice di conoscere anche te Sabaku... Il mio nome è Sasori e quello" indicando la marionetta 
che giaceva poco distante da lui " è Hiruko, la mia marionetta"
"Quel Sasori? Sasori della sabbia rossa?"
"Proprio quello... Cosa c'è, sei spaventata?" questa volta il sorriso di Sasori somigliava molto di più ad un ghigno.
"Affatto! Sono emozionata invece!" 
Così dicendo, aveva stretto a sè la bambola, ed ora sorrideva ancora di più di prima. A vedere la sua reazione, 
tutt'altro che normale, il ragazzo si mise a sedere sulla sabbia e fissò lo sguardo su quella strana ragazzina...
"Sicura di non aver paura?"
"No!"
Si alzò in piedi e si avvicinò a lei... Si inginocchiò per guardarla negli occhi. 
Era davvero minuta; non arrivava neanche all'altezza del suo stomaco...
"Sei assolutamente sicura di non aver paura di me?" 
"Certo che sono sicura!"
Sasori era un pò scosso... Guardava negli occhi quella bambina... Occhi sorridenti... Nonostante le presenza di uno... 
Uno come lui, insomma!
"Perchè?"
"Che cosa perchè?"
"Perchè non hai paura? Perchè sorridi? Perchè?"
"Perchè..." Suna strinse ancora di più la bambola "Perchè non sembri cattivo..."
Lui la guardava stralunato.
"Non... Non sembri cattivo... Mi sembri solo un pò triste. Ecco tutto. Volevo solo vedere un tuo sorriso..."
"Un mio... Sorriso?"
"Sì... La mamma mi dice sempre che un giorno passato con il broncio è un giorno da buttare, mentre un giorno 
passato a sorridere non si dimentica e fa sorridere anche chi ti sta intorno!"
"Dici?"
"Certo!"
"..."
"Sasori della sabbia rossa..." disse chinando il capo
"Sì?"
"Ora devo andare o faccio tardi per il pranzo e la mamma si arrabbia. E' stato un piacere conoscerti."
"Anche per me" Sorrise.
"Vedi? quando sorridi sembri ancora più bello di quanto tu non sia già!"
"..."
"Sasori della sabbia rossa?"
"Sì? Che c'è?"
"Posso invitarti a cena da noi questa sera?"
"..."
"Ti prego... Cucineremo del ramen... Papà è in missione da un paio di giorni ma la mamma cucina benissimo..."
"Come mai mi inviti?"
"Voglio vederti sorridere ancora..."
"Come, scusa?"
"Non mi piace che qualcuno sia triste... Prometto che se vieni a cena da noi non te ne pentirai!"
"..."
"Ora vado o la mamma si infuria..."
Iniziò a correre verso casa urlando "Passo a prenderti oggi pomeriggio! Fatti trovare qui!"
La guardò correre via... Quella bambina gli aveva sul serio chiesto di...? Mha... Forse era una trappola... 
No... Era troppo piccola anche solo per pensare ad una cosa simile... Restò in piedi, immobile, a pensare sul da farsi...
  
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