Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: BlackRose96    08/01/2014    5 recensioni
Siamo noi a scegliere chi amare o è l'amore a scegliere noi?
A tentar di risolvere questo dilemma è proprio Draco Malfoy, da sempre abituato a non provare sentimenti per nessuno, che costretto ad affrontare una maledizione scagliata contro la sua famiglia secoli fa, capisce che la sua unica ancora di salvezza è lei: la lurida mezzosangue.
Dal prologo:
"Guardai la luna, l’unica compagnia che avevo durante la prigionia, oltre ai miei carnefici. Era pallida, circondata dagli astri e dalle costellazioni. I miei occhi ne scorsero una in particolare. La costellazione del drago. Un momento di lucidità. Le sue azioni non potevano restare impunite. Mi sarei vendicata, non m'importava se quando sarebbe successo il mio corpo sarebbe diventato cenere da secoli o da millenni. Me l’avrebbe pagata, in un modo o nell’altro.
Eravamo arrivati sul patibolo, centinaia di persone mi guardavano, ma non m’importava, il mio sguardo era concentrato solo su uno. Draco Malfoy. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
               Capitolo 10

Mi scuso in anticipo per la poca ricchezza dei contenuti, se così la vogliamo chiamare, ma questo è solo un capitolo di transizione....tra poco inizierà la storia vera e propria quindi spero che continuerete a sentirla :*
Un grazie  alle 51 persone che hanno inserito la storia tra le seguite e alle 11che l'hanno messa tra le preferite e un bacione a chi recensisce e mi da motivo di continuare. Vi adoro <3


«Una giratempo. Permette di andare indietro nel tempo. In qualsiasi momento storico. Potremmo tornare al momento della maledizione e capire come spezzarla.» spiegò sbrigativa Hermione.
«Non potremmo impedirla e basta? Magari obliviando la strega…» optò invece Draco, che da brava serpe, cercava sempre la scorciatoia.
«Assolutamente no.  Gravi cose accadono ai maghi che si intromettono nel tempo. Non capisci? Non potremo farci vedere. Dovremo agire nell’ombra, è una delle regole infrangibili del mondo magico.»
«Non farmi ridere, mezzosangue! Cosa potrebbe mai accadere se convincessi la strega a non maledirmi?»
«Di tutto, Draco. Non puoi saperlo. Dobbiamo andare da Silente e chiedere un suo parere.»
«Pensi che il vecchio ci permetterò di andare?»
Hermione gli diede un cazzotto, stavolta sul braccio e molto più leggero
«Non chiamarlo così. Silente è il più grande mago di tutti i tempi. Dai andiamo!» sentenziò la grifondoro, tirandolo per un braccio.
«Mezzosangue…» la ammonì il biondo arrestandosi, facendo fermare anche lei.
«Riflettiamoci meglio…se non dovesse venirci in mente nulla, andremo a parlare con lui domani.
Ora rientriamo, sta facendo buio.»


«Credi che quei due alla fine si metteranno insieme?» chiese Ginny al suo ragazzo, accoccolata tra le sue braccia.
«Di chi stai parlando?» mormorò Harry tra i capelli della sua ragazza.
«Hermione e Draco.»
«Nah. Quei due si sono sempre odiati, Ginny. E poi Herm sta con Cedric.»
«Non stanno davvero insieme. Si stanno appena frequentando. E poi non hai visto come vanno d’accordo ultimamente lei e Draco? Ti dico che tra non molto saranno ufficialmente una coppia.»
«Mhm spero per lei che non succeda. Piuttosto…perché non parliamo di noi due?» chiese Harry Potter diventando del colore dei capelli di Ginny.
«Cosa c’è da dire? Siamo perfetti.» gli sorrise la piccola di casa Weasley.
«Pensavo di più a un “dire” “senza dire”…» le rispose Harry, facendola rimanere a bocca aperta.
Infatti, di solito, era sempre lei a prendere l’iniziativa.
Lei invece di rispondere si avvicinò lentamente al viso del suo ragazzo mentre gli passava un braccio intorno al collo e con l’altra mano iniziò ad accarezzargli i capelli. Lui nel frattempo aveva allacciato le braccia intorno alla sua vita e aveva posato le proprie labbra sulle sue, mordicchiandole dolcemente.
«Andiamo nella mia stanza? Ron è con Lavanda e gli altri non saliranno prima dello scoccare del coprifuoco…»
Ginny avvampò ma poi si lasciò trasportare dal suo ragazzo che prendendola per mano la stava guidando per le scale del dormitorio maschile.

«Dove si sarà cacciato Draco?» chiese Blaise sbuffando. Il moro stava comodamente seduto con le gambe stese sul tavolino della sala comune.
«Sarà ancora con la Granger. E non penso per parlare.» ghignò maligno Theo mentre spegneva distrattamente la sua sigaretta ormai finita nel posacenere nero adagiato accanto ai piedi di Blaise.
«Ma figurati. Non la toccherebbe neanche con un dito. Piuttosto mi chiedo come faccia quel tasso. Com’è che si chiama? Diggory?»
«E voi da quand’è che siete così pettegoli?» chiese di rimando Pansy Parkinson, spuntata dal nulla, sedendosi in mezzo ai due.
«La noia fa fare tante cose, Parkinson. Hai un modo migliore per impiegare il nostro tempo?»
«Potreste fare i compiti di pozioni, per esempio. Sempre meglio di parlare di una sanguesporco.»
«Veramente…» le sussurrò Theo all’orecchio, cingendole le spalle con un braccio « Pensavo a qualcosa di più piacevole. Non so se mi spiego.»
«Sogna Nott.» rispose secca Pansy, scrollandoselo di dosso.
I tre serpeverde risero di gusto, ormai abituati a quegli scambi di battute.
«Comunque…tornando al discorso di prima…» fece Blaise tornando serio «davvero non so cosa ci veda Diggory in quella mezzosangue. E’ migliorata parecchio rispetto agli anni precedenti, d’accordo, ma non dimentichiamoci che oltre a essere una sanguesporco è anche una grifondoro e amica di Potter. Tre su tre!» continuò imperterrito Blaise orripilato.
«A parte gli scherzi, credete che tra lei e Draco ci sia qualcosa? Avete visto come ha interrotto oggi la lezione di Piton, alla quale tra l’altro non si era neanche presentata, per parlare con lui?» chiese Pansy a metà tra l’incuriosito e lo schifato.
«No, non penso. Draco al massimo se la porterà a letto, niente di più.» opinò Theodor deciso.
«Ma va! Neanche! La illuderà fin quando farà comodo a lui ma non si abbasserà ad andare a letto con lei.»
obiettò Blaise contrariato.
«Sei così convinto di ciò che dici da scommetterci su?» lo sfidò Theodor con un ghigno, porgendogli la mano.
«Tutto quello che vuoi amico!» rispose Blaise a tono, stringendogli a sua volta la mano con rigore.
«Pansy è testimone. Prendi la bacchetta, Parkinson!»
«Prima dovete stabilire cosa scommettere.» li mise in guardia la serpe, divertita.
«Bene. Se vinco io, Zabini, tu ci provi con la Granger.»
Blaise annuì, disgustato, per poi ribattere:
«Se vinco io invece tu dovrai provarci con Piton.» rispose Zabini ghignando, da vera serpe.
«Affare fatto. Dai Pansy, ora puoi sigillare la scommessa.»
«A questo punto posso scommettere anch’io?»
«Mhm, il gioco inizia a farsi interessante. Cosa scommetti tu, Parkinson?»
«Io dico che quei due si metteranno insieme. Se vinco io, entrambi dovrete pagare i vostri pegni e in più farmi i compiti di storia della magia e portarmi i libri in classe per un mese.»
«Va bene, tanto non succederà. Se vincerà uno di noi dovrai andare a letto con Potter o con il suo amico Lenticchia.» rispose ridendo Blaise, con il consenso di Theodor.
Pansy arricciò il naso disgustata ma alla fine annuì, prendendo la bacchetta e pronunciando l’incantesimo che avrebbe reso la scommessa infrangibile.
«Ora scendiamo a cena, ho fame!»
E detto ciò le tre serpi si alzarono in sincronia, lasciando la sala comune dei serpeverde vuota.

Pov Draco

Che diamine mi stava succedendo? Da quando assecondavo la mezzosangue? Ciò che era certo, era che se fosse capitato prima non l’avrei mai seguita fuori dalla classe facendo perdere punti alla mia casa.
Che stessi perdendo colpi e non me ne stessi accorgengo?
Respirai lentamente, mentre cercavo di trovare delle risposte. A quali domande, ancora non lo sapevo.
Iniziamo dalle cose più semplici, Draco. Dunque…la mezzosangue voleva usare una giratempo.
Inoltre, secondo lei, non avremmo dovuto farci vedere. La piccola cervellona non ha pensato che sarebbe stato un tantino complicato?
Perché il suo profumo mi da alla testa? E’ sempre lo stesso, eppure…
Mi tirai da solo un ceffone come reazione alla piega che stavano prendendo i miei pensieri.
 Stavo pensando alla mezzosangue, dannazione! Alla mezzosangue! Dovevo rinsavire, e subito.
Mi passai disperato una mano tra i capelli, senza riuscire a venire a capo di nulla.
Eppure non potevo non ammettere che stavo rivalutando la mezzosangue, da ogni punto di vista.
Feci un piccolo resoconto di ciò che stava succedendo nell’ultimo periodo.
Anche se cercavo di ignorare quella vocina che mi diceva che mi stavo affezionando a lei e iniziavo a vederla come donna, non potevo non ammettere almeno con me stesso la sua enorme bontà.
Stava facendo ciò che molti purosangue non avrebbero fatto, non senza aver nulla in cambio.
Forse neanche i miei genitori si stavano dando da fare come stava facendo lei. Non era forse stata mia madre a dirmi di farmi salvare il culo da lei, lavandosene poi le mani? A parte la simpatica visita di mio padre non avevo ricevuto nessuna lettera, nessun segnale che mi stessero stando vicino.
In questo dovevo esserle riconoscente. Nessuno avrebbe fatto per me ciò che stava facendo lei.
Nessuno.
Insomma, stava dando l’anima per me, nonostante i precedenti, aveva persino rinunciato a rivedere la sua famiglia durante le vacanze di natale per aiutarmi e aveva perdonato l’imperdonabile. Non solo i vecchi rancori, ma anche i recenti. E io cosa le davo in cambio? Solo profondo disprezzo e opportunismo celati da finta cordialità. In cuor mio sapevo che la mezzosangue non meritava questo, e nell’inconscio stavo disprezzando me stesso. Non potevo non vederla come il mio angelo custode, quello che mi stava salvando da morte certa. Eppure sapevo che non potevo avere angeli, non me lo meritavo. Gli angeli erano riservati alle persone buone, a quelli come lei. Mi chiesi, sorpreso, se un giorno avrei potuto ricoprire io quel ruolo, se avessi potuto vegliare su di lei e proteggerla da quelli come me.
Un giorno, mi dissi, quando tutto questo sarà finito. Quando lei mi avrà salvato.
Accettai i sentimenti che piano piano si stavano facendo largo dentro di me. Non era amore, certo ,ma mi sentivo sicuramente attratto da lei per non parlare della profonda gratitudine che provavo.
Decisi che il suo sangue non contava poi così tanto, se poi valeva più di mille purosangue messi insieme.
Risi tra me e scossi la testa, mentre mi rendevo conto dell’assurdità dei miei pensieri.


«Una giratempo eh?» chiese Silente passandosi le dita tra i lunghi baffi bianchi e guardava prima l’uno poi l’altra.
«Questa era l’idea, si. Sempre con il vostro consenso, ovviamente.» confermò Hermione, non distogliendo la sguardo da lui. Sembrava una vera leonessa.
«E come intende tornare indietro, dopo 500 anni, Signorina Granger?»
Hermione sbiancò visibilmente. A quello non ci aveva pensato. Strinse i denti e abbassò lo sguardò sul pavimento, come una leonessa ferita. Si sentiva in colpa, dandosi della stupida per non aver pensato a un dettaglio così importante. Le giratempo permettevano di andare nel passato, ma non di tornare nel presente. Per questo si facevano “viaggi” di poche ore, non sarebbe stato un problema aspettare il presente per poche ore. Ma per secoli si. Sarebbero morti nel passato. A quel punto, la loro “missione” avrebbe avuto un senso?
«Siete fortunati. Anzi, lei è fortunato, signor Malfoy.» sorrise il vecchio preside.
Draco alzò lo sguardo su di lui, stupefatto. In quella manciata di secondi aveva perso le poche speranze che gli erano rimaste e si era sentito ormai sull’orlo del precipizio.
«Si da il caso» continuò il preside «che al ministero ci siano delle giratempo che vanno indietro di anni, e altre di secoli. Sono un po’ più grandi, ma questo dovrebbe essere il male minore.
Queste giratempo, permettono di tornare nello stesso posto e nello stesso istante in cui eravate presente al momento in cui avete girato le lancette…il che sarebbe la soluzione perfetta, per voi.
Tuttavia devo informarvi che non è facile ottenerle, ma potreste sempre…prenderle in prestito.»
«Professor Silente» mormorò Draco shockato «lei ci sta dicendo di rubare un oggetto di proprietà del ministero?»
«Certo che no, suvvia!» rise di gusto il preside «Vi sto dicendo di prenderle in prestito. Poi le restituirete.
Non significa tuttavia che sia una questione della massima importanza, e spesso il fine giustifica i mezzi.
Rifletteteci mentre tornate ognuno nei rispettivi dormitori…e, signorina Granger? Ottima idea, come sempre.» le sorrise Silente mentre li congedava.


 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: BlackRose96