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Autore: Symphonia    08/01/2014    3 recensioni
Era un pacifico giorno come gli altri e Hiccup decide di andare a volare assieme a Sdentato. Tutto come al solito.
Tranne per due fattori un pò... strani.
Un particolare messaggero si dirige a casa sua e l'altro... Beh... Una strana corrente disturba il volo dei nostri due eroi e loro hanno tutta l'intenzione di seguire la sua scia, fino a scoprire che quello era niente di meno che...?
- Uhm... Era un'ideuzza che mi passava per la testa da un pò e volevo trascriverla, così, per divertimento. Non è una sottospecie di sequel mentale o roba simile (a quello ci penserà ben la DreamWorks!), ma volevo proprio togliermi lo sfizio... -
[STORIA INCOMPLETA]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Sdentato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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    Si era svegliato e al rumor di gocce è balzato in piedi preoccupato.
Questo fu il risveglio di Zephros in una caverna umida e tetra. Poteva sentire l’odore di fiamma spenta, tastava la roccia e la sabbia sotto di lui e sgranò gli occhi a ciò che si ritrovò proprio di fronte.
Due draghi stavano beatamente ronfando.
Suppose che fossero lì a fare la guardia a lui, ma non capiva perché non l’avessero sbranato subito. E quella fu solo la prima di una moltitudine di domande. Non riuscì a porsele tutte, già che la testa gli doleva nuovamente dal dolore. Si appoggiò su un ginocchio e si lasciò scappare un gemito.
“Ti fa tanto male?” domandò una voce maschile, entrando nella caverna.
Il suo volto s’alzò di scatto verso il ragazzo castano, che gli si stava avvicinando. Si chinò e gli tastò il ginocchio. Il moro trattenne un altro gemito, ma quando lo sconosciuto gli toccò lo stinco, non poté non lamentarsi dal dolore provocatogli.
“Fai piano!!” sbraitò, svegliando il drago nero, mentre quello colorato sbuffò e si voltò dall’altra parte.
“Hai preso una brutta botta.” sentenziò il castano.
Zephros non lo ascoltò. Era troppo preso a fissare il drago nero, di cui non riconosceva la forma. Lo sconosciuto lo osservò e poi posò lo sguardo su Sdentato.
“Tranquillo, non ti farà niente.
Il moro di nuovo non lo ascoltò. Era assorto nei suoi pensieri e quel ragazzo castano lo lasciò fare. Afferrò la sacca che Zephros aveva usato come cuscino e ne tirò fuori una boccetta di vetro con dentro del liquido giallastro, piuttosto appiccicoso.
“Arrotolati i pantaloni… se ci riesci.”
“Perché mi vuoi aiutare, se sono tuo prigioniero?”
Il castano sorrise.
“Se fossi mio prigioniero, primo non ti aiuterei e secondo ti avrei legato per bene.” mormorò serenamente.
Zephros lo guardò con fare dubbioso. In effetti, non era legato e non aveva certo paura di quel ragazzo mingherlino, ma ubbidì. Si tolse gli stivali e scoprì l’enorme chiazza rosso-violacea che evidenziava lo stinco. Quello sconosciuto castano era rimasto piuttosto stupito da quello spettacolo, mentre Zephros sbuffò senza badarci troppo.
“Devo aver sbattuto contro uno scoglio… Di nuovo.” borbottò.
Poi si ricordò per quale ragione si era provocato una simile ferita. Si era buttato dalla nave per cercare di salvare un uomo in mare.
“Dov’è? Dov’è Brunh??” domandò in preda al panico.
Si guardò attorno, ma del biondino minuto e lentigginoso che lo accompagnava nei suoi viaggi, non c’era nemmeno l’ombra.
“Sulla spiaggia abbiamo trovato solo te…” gli rispose un’altra voce dispiaciuta, questa volta femminile.
Era rientrata anche una ragazza, che mollò della legna da ardere vicino al piccolo falò spento. Si avvicinò e controllò anche lei lo stato della sua gamba.
“E’ ridotta male… Mettigliene un bel po’ di pomata, Hic, mi raccomando.”
Il mingherlino annuì pigramente, mentre Zephros li osservava vacuo. Era troppo preso a pensare alla fine del suo compagno per preoccuparsi di quella, che lui definiva una stupida ferita.
“Dove? Dove mi avete trovato?” chiese e con fare nervoso s’aggrappò alla spalla della ragazza.
Lei, stupita, non gli rispose subito, ma Hiccup lo fulminò con lo sguardo e si preoccupò bene di fargli mollare la presa. Lui gemette di nuovo e il castano fu costretto ad appoggiarlo al muro per farlo stare buono.
“Sulla spiaggia.” rispose secco. “Ma lo cercherai dopo, in queste condizioni non ti reggi nemmeno in piedi.”
Zephros non lo ascoltò neanche e gli dimostrò il contrario, alzandosi. Guardò la coppia di vichinghi con aria gelida e, esibendo un affascinante sorriso, fece un galante inchino. Dopodiché si diresse verso l’uscita della grotta zoppicando.
“E’ una follia, fermati!” cercò di fermarlo la ragazza.
Quello non le diede retta, ma sapeva che aveva ragione. Aveva la gamba in condizioni se non pessime, perlomeno indecenti per un simile sforzo. Gli doleva ad ogni singolo movimento, ma non se la sentiva di rimanere fermo a non fare nulla.
Ben presto, inciampò. Però, al posto di sentire il suo tonfo e la terra che si appiccicava sul corpo umido, sentì qualcosa di ruvido e caldo sorreggerlo. Quando aprì gli occhi, venne attratto dal muso nero del drago, che lo stava sorreggendo.
Occhi neri fissavano il nero.
Tuttavia non provava paura, perché scoprì che si trattava di una creatura che già conosceva.
“Luminosa?”

    Hiccup si meravigliò a sentire quel nome. Rimase a fissarlo a bocca aperta con la pomata sulla mano, pronto a spalmarla sulla gamba di quello sconosciuto. Poi si rese conto che aveva scambiato le due Furie, una per l’altra.
“No, lui si chiama Sdentato. Te lo già detto: non ti farà del male.” disse, anche se sentiva che non ce n’era bisogno.
“Lo so.” rispose il moro, guardandolo fiducioso.
Sdentato lo fece sedere per terra, in modo che potessero finalmente curarlo. Hic si trattenne dal fare altre domande. Gli si avvicinò e gli spalmò l’intruglio giallognolo sulla ferita. Astrid invece, armeggiava con la sacca alla ricerca di qualcosa.
“Come fai a conoscere Luminosa?” chiese alla fine il castano.
La curiosità di Hiccup era troppo grande per trattenere quella domanda. Lo guardò negli occhi di profondo oceano scuro e vi trovò un sentimento che non riconobbe. Ma ben presto svanì e gli occhi tornarono ad essere più gelidi del ghiaccio nero.
“Tu come fai a conoscerla!” ringhiò, infastidito.
“Una ragazza di nome Aura è venuta poco fa sulla nostra isola…” spiegò la bionda secca, portando delle bende e un fazzoletto.
“Berk!” la interruppe il moro. “Siete… vichinghi?” chiese piuttosto scettico.
“Perché ti stupisci tanto?” domandò in tutta risposta Astrid.
“Credevo che i vichinghi odiassero i draghi…”
“E’ una lunga storia.” liquidò l’argomento la ragazza.
“Credo che abbiamo tutto il tempo, signorina.” proferì con tono caldo lo sconosciuto.
“E non chiamarmi signorina!”
“Non mi hai detto il tuo nome.”
“Se è per questo, neanche tu ti sei presentato.” borbottò Hic scocciato.
Il moro lo squadrò e sorrise malizioso, già pronto alla loro reazione per quando si sarebbe presentato.
“Io sono Zephros, capitano della nave pirata Niflheimr, e viaggio alla ricerca di nuove terre da scoprire assieme alla mia ciurma.”
“Un pirata.” concluse il castano per nulla sbalordito.
Hiccup lo squadrava dalla testa ai piedi con scetticismo, mentre Astrid sembrava interessata, quasi emozionata da quell’informazione. Non aveva mai incontrato un vero pirata in vita sua. Ne aveva solo sentito parlare nelle vecchie storie di suo nonno.
Zephros la osservava, divertito dal risultato ottenuto e con un sorriso irriverente, posò il suo sguardo su Hiccup.
“Amico, se quella è la tua ragazza, dovresti fare in modo che non fissi altri ragazzi a parte te.” sussurrò eloquente.
Il castano sobbalzò e lo guardò ancora più infastidito di prima. Lo detestava proprio e non se ne preoccupava a nasconderlo. Non era solo per l’interesse di Astrid nei suoi confronti, ma era il suo atteggiamento così sfacciatamente irriverente a dargli fastidio.
“Io sono Astrid e lui è Hiccup. Dimmi, come sei finito qui?”
“Stavo venendo giustappunto a Berk, ma ho perso uno dei miei uomini in mare e mi sono tuffato per salvarlo… O almeno così mi auguravo.”
“Capisco…”
“E che ci andavi a fare a Berk?”
“Vacanza.”
“Sì, anche Aura mi ha risposto così, anche se dubito che i pirati vadano in vacanza.”
Il moro rise e si passò una mano tra i capelli bagnati. Un ciuffo gli ricadde davanti e notò che era color rame. Si guardò le dita e sbuffò.
“Devo togliermi questa roba… A quanti metri è il mare?”
“Venti, forse trenta metri da qui.”
“Dovrei farcela.”
Zephros si rialzò e cominciò a zoppicare verso l’uscita. Sdentato lo seguiva con lo sguardo, mentre Tempestosa eseguiva qualcosa che doveva essere uno sbadiglio. Anche Astrid e Hiccup lo osservarono, la prima preoccupata e l’altro indifferente, tanto che si preoccupò di più di chiudere quella pomata così puzzolente e appiccicosa.
“Hiccup, aiutalo!” lo rimproverò Astrid.
“E va bene… Almeno così mi lavo le mani.” brontolò lui.
Il ragazzo si alzò pesantemente e uscì pigramente dalla grotta. Sdentato lo seguì finché non vide il padroncino raggiungere lo sconosciuto. Zephros si faceva strada tra le rocce e, nonostante la gamba artificiale, Hiccup fu più svelto di lui. Lo sorresse mettendogli il braccio destro intorno alla sua spalla e lo portò verso il bagnasciuga.
“Oh, la tua ragazza ti costringe ad aiutarmi?”
“Sembrerebbe sia così.”
“Povero     Hiccup Horrendus Haddock III…”
Hiccup sobbalzò e mollò accidentalmente la presa. Zephros perse l’equilibrio, ma riuscì ad affondare i piedi nella sabbia. Scosse la testa divertito e si diede una ripulita.
Si tolse il gilet nero e la camicia blu notte, facendo vedere al mingherlino una schiena piuttosto ben scolpita, anche se con qualche cicatrice. Hiccup si dovette trattenere da quella che definì una “pura esibizione di egocentrismo” e ringraziò Thor di essere lui lì e non Astrid.
Che la gelosia si stesse lentamente trasformando in invidia? Non lo sapeva nemmeno lui.
In realtà, si chiedeva di più come mai un estraneo, per lo più un pirata, lo conoscesse così bene. Non ebbe il tempo di chiederglielo ad alta voce, che quello si immerse.
Quando risalì il nero scivolava via dai capelli come pece. I suoi occhi neri erano coperti da una folta chioma color rame e dalle punte di gialla fiamma d’orata. Era decisamente un bel ragazzo, nonostante la cicatrice sullo zigomo sinistro e i vari tagli sulla schiena. Notò anche che dimostrava non solo una stazza maggiore della sua, ma anche la maturità dell’età, che suppose, forse attorno ai diciotto.
Zephros sorrideva eloquente, come per dirgli che ora non aveva più niente da nascondergli. Il castano ci mise un po’ per capirlo, ma quando sgranò gli occhi il pirata scoppiò a ridere.
“Ci sei arrivato finalmente!”
“S-Siegfried?! Sei… sei davvero tu?”
“Già! Sono Siegfried Ærnmund Øzenturblenter II, futuro capo della tribù dei Guerrieri Spelakkiati, che governa la penisola dei Picchi Nordici.”
Il castano lo guardava sbalordito.
Caspita se lo conosceva quell’antipatico! Era alla Riunione dei Tribali ogni sacro benedettissimo anno di Thor e si era sempre dimostrato un ragazzo disattento a quel evento, sebbene avesse risolutezza da vendere come futuro capo. Era sempre stato il più promettente tra quelli che aveva conosciuto - perché non tutti sempre partecipavano -. Ed ora era lì, a presentarsi e a parlargli come se fosse un vecchio amico.
“Senti… Sai per caso dove posso trovare gli ingredienti per l’intruglio nero? Sai, io non li conosco…”
“A dire il vero, nemmeno io. Come diavolo hai fatto a tingerteli di nero?”
“E’ Aura che di solito me lo fa. Beh, a quanto pare, dovrò ritornare veramente da lei, alla fin fine.”
“Come??”
“Ah, già non te l’ho detto. Tutto questo dovrebbe essere un segreto! Per cui puoi…”
Hiccup non riusciva più a proferire parola. Conosceva Aura e si comportava come se fosse in una normalissima situazione. Non se ne rendeva conto? Era un vichingo! I vichinghi non utilizzavano le navi come i pirati! Erano diversi! Come poteva gironzolare qui e là come se fosse un passatempo?
“No! Non ti reggerò la farsa. Mai!! Sei un vichingo, non un pirata!”
“E tu sei un vichingo, ma non uccidi i draghi.”
“Cosa diavolo c’entra?!” sbottò il castano, infastidito da tutte quelle bugie.
“C’entra, perché se vorrai salvare il tuo amico alato, allora dovrai portarmi da Aura immediatamente. Siete in pericolo.” spiegò Siegfried con tono serio e lo sguardo cupo.
“Di che cosa stai blaterando?”
Era titubante quando lo chiese. La rabbia svaniva di fronte alla paura di quel qualcosa di orribile che stava per rivelargli. Perché sapeva che non gli sarebbe piaciuto, bastava osservarlo negli occhi che si obbligavano a fissarlo.
“Di una guerra che scoppierà molto presto e tra le vittime, verranno mietuti anche i draghi che tu ami tanto.”





***

N.A: Ho cambiato il nome di Oswald in Siegfried, non chiedetemi perché... Comunque, spero che il mio nuovo personaggio Zephros (o Siegfried, come preferite) vi piaccia^^ E’ creato appositamente per questa fiction e siete pregati di non fregarmelo. *coff coff* Un po’ angst la fine, lo so…
Questo capitolo lo dedico a Vic394 per ringraziarla della fan fiction che mi ha dedicato e per lo spunto del nome della tribù di Siegfried XD (Yak spelakkiati! :’D)

   
 
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