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Autore: Neverlethimgo    08/01/2014    5 recensioni
Una professoressa scomparsa, la festa di fine anno annullata.
Tre ragazze e tre ragazzi che s'immischieranno in affari che non li riguardano, andando incontro ad eventi (forse) spiacevoli...
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Ryan Butler
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 35.
 
 
Lexy fu costretta a salire in macchina e non ebbe nemmeno il coraggio di opporre resistenza. Quando Mark mise in moto l’auto e si allontanò da lì, la ragazza si voltò quasi completamente verso di lui, azzardandosi a chiedere: “dove stiamo andando?
Il moro strinse le labbra in una linea dura e non rispose, innescò la quarta marcia e la velocità aumentò notevolmente, costringendola a far aderire la schiena contro il sedile.
La ragazza rimase in silenzio – reprimendo a fatica la voglia di porgli altre domande – fino a quando non superarono casa sua. Si voltò di scatto, vedendo allontanarsi sempre più la sua abitazione ed iniziando ad agitarsi maggiormente.
Mark, dove stiamo andando?” chiese, senza preoccuparsi di aver lasciato trapelare tutta la sua preoccupazione nel tono di voce.
Lui continuò a non risponderle e strinse maggiormente la presa delle mani attorno al volante. Come ogni volta che si trovava vicino a lui, Lexy si sentì sempre più chiusa in gabbia, troppo spaventata per proferire una parola di troppo. Congiunse le mani ed abbassò lo sguardo, inquadrando di tanto in tanto – con la coda dell’occhio – la figura di Mark. La sua attenzione era completamente rivolta sulla strada avanti a sé, la mascella era contratta ed i muscoli delle braccia tesi. Lexy deglutì sonoramente e portò lo sguardo oltre il finestrino. Ripercorsero la strada che conduceva al piccolo rifugio di Mark, ma lo superarono e lei iniziò ad agitarsi ancor di più.
Dove mi stai portando?” sibilò un’altra volta Lexy, “Mark, ti prego, dimmelo. Ho paura.
Si rese conto di esser diventata estremamente assillante ed era certa che, a breve, Mark le avrebbe inveito contro, ma così non fu. Rimase in silenzio fino a quando, pochi minuti dopo, l’auto si fermò. Mark si voltò quasi completamente verso la ragazza, ma lei non si azzardò a far incrociare i loro sguardi. Ora che il motore era spento, nell’abitacolo si poteva udire soltanto il suono dei loro respiri e Lexy sentì la tensione crescere maggiormente. Posò lo sguardo sull’orologio all’interno del cruscotto, sembrava non volersi decidere a segnare il tempo che scorreva con maggiore velocità. Le sembrava come se fosse rimasta chiusa in quell’auto per ore e, invece, erano trascorsi soltanto pochi minuti.
Vide Mark spostare lo sguardo avanti a sé e lei fece lo stesso. Si guardò attorno per una manciata di secondi e, non appena inquadrò l’imponente cancello in ferro battuto, realizzò dove fossero.
A pochi passi da loro vi era un cimitero ed era già trascorso un anno dall’ultima volta che Lexy vi aveva messo piede, in occasione del funerale di Hailey, la sorella di Mark.
Perché mi hai portata qui?” domandò lei, non così sicura di riuscire ad ottenere una risposta.
Era da diverso tempo che non ci venivo” mormorò lui, “non… non volevo venirci da solo, o con i miei.
Lexy sbarrò gli occhi, non ricordava nemmeno da quanto tempo non lo vedesse sotto ad una luce diversa, totalmente privo di cattiveria. No, non se lo ricordava, ma era sicuramente passato molto tempo dall’ultima volta che si era mostrato così… debole.
Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare. Ho riversato la mia rabbia su di te e… sul tuo amico” disse, pronunciando con disgusto quelle ultime parole.
Hai esagerato, Mark, e non parlo solo di quello che hai fatto passare a Justin e me. Non avresti dovuto uccidere la professoressa. Hai sbagliato” replicò lei, sentendosi in dovere di iniziare quello spiacevole argomento.
Le tornò alla mente la scena che la fece rabbrividire e disgustare più di quanto avesse mai provato in vita sua: l’immagine del corpo senza vita della professoressa Stoner, giacente al suolo, era ancora vivida nella sua mente e chissà per quanto altro tempo avrebbe dovuto conviverci.
Aveva impiegato tutte le sue forze pur di ritrovarla e tentare di salvarla, ma aveva fallito e non riusciva a darsi pace. Aveva rischiato grosso, così come i suoi amici e, a causa di Mark, Justin ne era rimasto ferito gravemente.
No, di quello non me ne pento” sbottò lui, dando un leggero pugno sul volante. “avevo pianificato da tempo di farla fuori e, ora che ci sono finalmente riuscito, non perderò tempo a sentirmi in colpa.
Lexy lo guardò con aria incredula, reprimendo sin da subito la voglia di ribattere. Vide l’odio aleggiare nel suo sguardo, ma si dissolse non appena quegli occhi incrociarono i suoi.
Andiamo?” mormorò lui, facendo cenno verso l’entrata del cimitero e Lexy annuì, scendendo dall’auto.
Mark l’affiancò, tanto che le loro braccia quasi si sfiorarono e la ragazza percepì un brivido percorrerle la schiena. Ritrasse il braccio con un gesto fulmineo e accelerò il passo, raggiungendo l’imponente cancello nell’arco di una manciata di secondi.
Non è necessario che tu abbia paura di me anche adesso” mormorò, costringendola a voltarsi, ma non rispose.
So che è difficile per te, ma, davvero, almeno adesso, potresti cercare di non mostrarti così spaventata da me? Non è piacevole.
Lexy, debolmente, annuì e – per una volta – non lo fece perché si sentì obbligata, sapeva di non esserlo, ma perché colse quella sua richiesta come una sorta supplica. Ed era raro cogliere un cenno del genere in quel suo sguardo.
Non sapeva esattamente che cosa vagasse all’interno della mente di Mark, non sapeva nemmeno per quale assurda ragione non le avesse inveito contro o, in qualunque modo, non l’avesse trattata male. Si era persino dimenticata di come fosse quel ragazzo quando, tempo prima, avevano condiviso ogni cosa. Non era più riuscita ad associare alla sua figura un aggettivo che non fosse negativo, era terrorizzata anche al solo pensiero di essergli accanto eppure, in quel momento, tutto ciò stava scemando.
Ci proverò” biascicò lei, stringendosi nelle spalle ed abbassando lo sguardo.
Lui le lanciò un’occhiata, che sembrava essere colma di gratitudine, e l’affiancò, intimandola ad entrare.
Quel luogo era ancor più deserto di come lo ricordava, nessuno si era preso la briga di far visita ai propri cari e ciò aveva reso l’atmosfera ancor più triste. Nel giro di pochi minuti, raggiunsero la lapide che recava la scritta dorata Hailey Reed. Nessuno dei due proferì parola per quelli che sembrarono interi minuti, solo quando Lexy posò lo sguardo sui fiori ormai appassati, si decise a parlare.
Da quanto tempo non mettevi piede qui dentro?” gli domandò.
Credo dall’estate scorsa” rispose lui.
La ragazza sbuffò e scosse il capo. “Mark, sono passati quasi otto mesi. Perché non sei più venuto?
Lui si strinse nelle spalle, impiegando diversi istanti prima di ribattere.
Non lo so, non me la sentivo di venire fin qui e dover ricordare tutto.
Lexy annuì, inginocchiandosi e posando lo sguardo sulla foto della ragazza: era così diversa da Mark, i capelli erano biondi e lunghi e due occhi chiari, color del cielo, rendevano quasi difficile credere che fosse sua sorella.
Avresti potuto portarle almeno dei fiori” commentò lei, sollevando lo sguardo quanto bastava per incrociare i suoi occhi scuri.
Ho deciso all’ultimo di venire, altrimenti li avrei portati” replicò lui, usando un tono di voce notevolmente basso.
Non importa, intanto tolgo questi” mormorò Lexy, avvicinandosi al vaso di fiori ed iniziando a toglierli uno ad uno.
No, quella lasciala” disse, notando che stava per afferrare anche una rosa rossa, ormai appassita.
Ma ormai è secca” replicò lei.
Lo so, ma voglio che rimanga lì. Una settimana prima che morisse, papà gliel’aveva portata e da allora era rimasta in un vaso sul comodino di camera sua. L’ho portata qui solo dopo che Hailey è morta e voglio che rimanga lì” spiegò brevemente.
Lexy annuì ed estrasse dal vaso solo gli altri fiori e posandoli sul terreno accanto a sé.
Rimase inginocchiata, senza muovere un solo muscolo per alcuni istanti, fino a che non udì la suoneria del cellulare di Mark riempire l’aria. Si allontanò da lei, per tanto non riuscì a percepire che cosa stesse dicendo.
Distolse l’attenzione dalla sua figura e posò nuovamente lo sguardo sul volto di Hailey, rabbuiandosi più di quanto non aveva fatto prima.
 
Andiamo” mormorò all’improvviso Mark, strappandola dai suoi pensieri e costringendola a voltarsi verso di lui.
Lexy balzò in piedi e non esitò a seguirlo, ma adottò comunque un passo lento e mantenne una distanza adeguata.
Lo sguardo di Mark era fisso verso il basso e, non appena superò il cancello, raggiunse la sua auto e si appoggiò ad essa, estraendo dalla tasca un pacchetto di sigarette ed iniziando a fumarne una.
La ragazza si avvicinò ed il suono dei suoi passi sull’asfalto riempì l’aria, ma non per questo Mark spostò lo sguardo su di lei.
Perché sei cambiato così tanto?” gli domandò lei con un filo di voce e Mark posò immediatamente lo sguardo su di lei, dedicandole un’occhiata torva.
Non saprei dirtelo. Sono successe troppe cose che mi hanno costretto a cambiare.
Ti preferivo prima” mormorò lei, abbassando il capo.
Ora che l’hai detto cambierà qualcosa?” replicò lui, espirando una nuvola di fumo, “voglio dire, non torneresti con me comunque, vero?
Lexy distolse lo sguardo da quello di Mark e lo posò su un punto indefinito avanti a sé. Scosse il capo e disse: “ormai è troppo tardi, speravo l’avessi capito.” Volutamente, Lexy fece sembrare il suo tono di voce leggermente più acido, Mark colse quella particolarità, ma finse d’ignorarla.
Lo immaginavo” commentò poi, abbozzando un sorriso forzato e gettando al suolo la sigaretta.
Che cosa farai d’ora in poi?” gli domandò lei, incrociando le braccia al petto e costringendolo a guardarla.
La guardò senza capire e la ragazza parlò di nuovo. “Tenterai ancora di rendermi la vita un inferno?
Il moro scosse il capo. “No, non ti darò più fastidio. Hai la mia parola.
Posso davvero fidarmi di te?
Lexy non si decise ad abbassare la guardia e non l’avrebbe fatto, sebbene iniziasse a vederlo sotto una luce notevolmente diversa.
Scosse il capo, scacciando quel pensiero e concentrandosi sulle parole che, poco dopo, uscirono dalla bocca di Mark.
Sì, sarebbe solo tempo perso per me” biascicò, lasciando che il suo tono di voce si abbassasse sempre più. “Ho rovinato tutto, questo è il prezzo da pagare.
La ragazza gli lanciò un’occhiata di sufficienza, stupendosi parecchio nel notare che stava definitivamente gettando la spugna.
Lo vide poi salire in macchina e lei fece lo stesso.
 
Ti riporto a casa” mormorò lui e mise in moto la macchina, provocando un rombo non indifferente. Lexy annuì e si allacciò la cintura di sicurezza nello stesso istante in cui l’auto iniziò a sfrecciare sull’asfalto. Nessuno dei due sembrava aver intenzione di proferire parola ed il silenzio all’interno di quell’abitacolo venne smorzato soltanto da un suono proveniente dal cellulare di Lexy.
 
Un messaggio ricevuto da: Kate
«Dove sei?»
 
Lexy sospirò sonoramente nel leggerlo e digitò velocemente una risposta.
«Sto tornando a casa.»
 
Ripose nuovamente il cellulare in tasca e mantenne lo sguardo fisso oltre il finestrino fino a che non realizzò che mancavano pochi metri all’arrivo.
Mark frenò di colpo, costringendo entrambi a subire una notevole scossa verso il parabrezza. I suoi occhi erano sbarrati e sul suo volto aleggiava un’espressione di stupore, mista a paura. Lexy spostò prima su di lui, poi verso casa sua. Davanti ad essa erano parcheggiate due voltanti della polizia, le sirene erano spente, ma le luci rosse e blu accese. Dietro ad esse intravide Justin, Kate, Grace, Chaz e Ryan, mentre, a pochi passi da loro, scorse la figura di suo padre, impegnato a parlare con uno dei due agenti.
Riportò lo sguardo sulla figura di Mark e lo sentì deglutire rumorosamente.
Che succede?” domandò lei, assumendo la stessa espressione di lui.
Scendi dalla macchina” fu tutto ciò che disse lui.





Spazio autrice:
Questa volta non sono in ritardo, tutt'altro, ma, dato che la storia ormai è giunta quasi alla fine, ho deciso di concentrarmi maggiormente su questa e portarla a termine senza far passare mesi da un aggiornamento all'altro.
Credo - anzi ne sono sicura - che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, per cui ci terrei a sapere che cosa ne pensate, visto e considerato che ultimamente siete un po' sparite.

Non tarderò ad aggiornare, promesso :)

Alla prossima!
Much Love,
Giulia


@Belieber4choice on twittah and instagram.                    se avete domanda, ask me.
   
 
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